"Dobbiamo rompere l’incantesimo della crisi e possiamo farcela se smettiamo di vivere continuamente nella cultura del piagnisteo, se chi ha responsabilità politiche toglie, facendo le cose concrete, gli alibi a chi si lamenta sempre di tutto". Secondo il segretario democrat, l'Italia ha "sprecato" la crisi economica per riuscire a imporre le grandi riforme di cui il Paese ha bisogno per sostenere la crescita. "Ora non dobbiamo sprecare la ripresa", ha detto Renzi durante la conferenza stampa di apertura di Pitti Uomo. "Se si parte dal gestire bene il bene pubblico, le cose si possono fare, non c’è la maledizione della 'Bella addormentata nel bosco', dobbiamo smettere di cullarci nella lamentazione - ha continuato - il mondo fuori corre anche le economie tradizionali tornano a crescere". Per Renzi il punto di partenza deve essere il Job act che, però, non deve essere limitato alla discussione sull’articolo 18 su cui "ciascuno ha le proprie idee ma che rappresenta la dimostrazione plastica di guardare il dito mentre il mondo chiede di guardare la luna". "Il problema del creare lavoro - ha continuato - non è semplicemente ridurre la discussione politica ad un problema su una normativa contrattuale, ma provare ad allargare il ragionamento". Proprio per questo, nelle prossime ore, il Partito democratico presenterà un documento che abbia tre punti di riferimento. "Non puoi parlare di creare lavoro se, nel settore manifatturiero, hai un costo dell’energia maggiore del 30% rispetto ai paesi concorrenti - ha spiegato - oggi si delocalizza in Austria, dove il costo della burocrazia è inferiore rispetto a noi". Per il sindaco di Firenze è un paradosso: "Una cosa è delocalizzare per il costo del lavoro, un’altra è perché il sistema Paese non ti aiuta".
"A mio giudizio abbiamo sprecato la crisi ora non dobbiamo sprecare la ripresa", ha aggiunto il segretario del Pd. Se si parte dal gestire bene il bene pubblico le cose si possono fare - ha aggiunto - non c'é la maledizione della bella addormentata nel bosco, dobbiamo smettere di cullarci nella lamentazione".
Il job-act deve "cercare di dare garanzie" a chi "non le ha mai avute e negli ultimi 20 anni ha dovuto pagare il costo dei ritardi della politica": ha spiegato Renzi. "Purtroppo - ha aggiunto - il mondo del lavoro è diviso fra chi le garanzie le ha, ancor che messe in discussione, e chi invece non le ha mai avute".
"La regola del 3% è di 22 anni fa. Può essere messa in discussione se dimostriamo di dare il buon esempio e siamo in grado di fare i nostri compiti a casa": così Renzi. "Se l'Europa non ha fatto il suo mestiere - ha aggiunto - non è colpa dei burocrati ma dei politici che hanno consentito ai burocrati di fare ciò che volevano. Se la politica fa il suo mestiere, l'Unione europea smette di essere un ostacolo. Le sue regole risalgono a 20 anni fa e si possono mettere in discussione se il paese è forte