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Il volo Alitalia con a bordo Papa Francesco e il seguito, partito dall'aeroporto di Fiumicino alle 7:45, è atterrato alle 11:54 (13:54 ora locale) all'aeroporto di Baghdad, in lieve anticipo sulla tabella di marcia. Durante i quattro giorni di soggiorno in Iraq, saranno sette in totale i discorsi pronunciati da Bergoglio. Il suo rientro in Italia è previsto per lunedì 8 marzo, in tarda mattinata, all'aeroporto militare di Roma Ciampino

A garantire l'incolumità del Papa e delle persone che lo accompagnano sono le forze di sicurezza irachene, di concerto con la Gendarmeria vaticana. Quanto alla presenza di eventuali rafforzi da parte delle forze occidentali, presenti in Iraq, dal Vaticano fanno sapere che "la sicurezza è sempre nelle mani del Paese ospitante" che decide come organizzarla al meglio. Papa Francesco molto probabilmente si muoverà con un'auto blindata. C'è poi la pandemia e l'Iraq vive proprio in questi giorni il suo lockdown con la chiusura di tutti i luoghi pubblici, comprese le moschee.

"Il popolo iracheno - ha detto - ci aspetta; aspettava San Giovanni Paolo II, al quale è stato vietato di andare. Non si può deludere un popolo per la seconda volta". Il primo viaggio apostolico in un Paese a maggioranza sciita, dilaniato negli ultimi decenni da laceranti conflitti, è anche preceduto da "un pensiero insistente".  

Sergio Mattarella, nel suo messaggio al papa che in queste ore è in volo verso Baghdad per il suo 33mo viaggio apostolico. "Desidero far pervenire a Vostra Santità - spiega il capo dello Stato - un sentito ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui, dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia, si accinge a partire per il tanto desiderato Viaggio Apostolico in Iraq". "Realizzando un proposito che San Giovanni Paolo II non poté attuare, la Sua presenza in Iraq rappresenta per le martoriate comunità cristiane di quel Paese e dell'intera regione una concreta testimonianza di vicinanza e di paterna sollecitudine. 

La missione di Vostra Santità assume, inoltre, una particolare valenza quale segno di continuità dopo il Viaggio Apostolico negli Emirati Arabi Uniti, compiendo un ulteriore passo lungo il cammino tracciato dalla dichiarazione sulla fratellanza umana". "Giungano quindi a Vostra Santità i più fervidi auguri per questa impegnativa missione - conclude Mattarella -, unitamente alle espressioni del profondo affetto del popolo italiano e della mia personale considerazione".

Il viaggio del papa in Iraq è un segno di continuità dopo quello negli Emirati Arabi Uniti ed è un ulteriore passo lungo il cammino tracciato dalla dichiarazione sulla fratellanza umana. È quanto sottolinea il presidente della Repubblica.

"Nel momento in cui lascio Roma per recarsi in Iraq pellegrino di pace e di fraternità tra i popoli, mi è gradito rivolgere a lei signor Presidente il mio deferente saluto che accompagno con fervidi auspici di serenità e prosperità per il caro popolo italiano". Lo dice Papa Francesco nel telegramma al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

Per Francesco è una giornata scandita dai primi incontri. All'arrivo a Baghdad, il primo previsto è quello con il premier iracheno, Mustafa Abdellatif Mshatat, conosciuto come Al-Kadhimi nella sala VIP dell'aeroporto della capitale.

Quindi il trasferimento al Palazzo presidenziale per la cerimonia ufficiale di benvenuto e la visita di cortesia al presidente della Repubblica irachena, Barham Ahmed Salih Qassim, nello studio privato del Palazzo.

Al termine, il primo discorso ufficiale che il Papa terrà in terra irachena rivolto alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico e subito dopo, quando in Italia saranno le 14.15 circa, il trasferimento in auto sempre a Baghdad, alla cattedrale siro-cattolica di "Nostra Signora della Salvezza", per l'abbraccio con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i catechisti.   

Il Papa, nel videomessaggio al popolo iracheno, alla vigilia della sua partenza per Baghdad, rivolge un particolare pensiero si cristiani: "Avete testimoniato la fede in Gesù in mezzo a prove durissime, attendo con trepidazione di vedervi. Sono onorato di incontrare una Chiesa martire: grazie per la vostra testimonianza! I tanti, troppi martiri che avete conosciuto ci aiutino a perseverare nella forza umile dell'amore". "Avete ancora negli occhi le immagini di case distrutte e di chiese profanate, e nel cuore le ferite di affetti lasciati e di abitazioni abbandonate. Vorrei portarvi la carezza affettuosa di tutta la Chiesa - dice Papa Francesco - , che è vicina a voi e al martoriato Medio Oriente e vi incoraggia ad andare avanti. Alle terribili sofferenze che avete provato e che tanto mi addolorano, non permettiamo di prevalere. Non arrendiamoci davanti al dilagare del male".

"Giungo tra voi come pellegrino di pace a ripetere: 'voi siete tutti fratelli'. Sì, vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose nel segno del padre Abramo che che riunisce in un'unica famiglia musulmani ebrei e cristiani".

"Vengo come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite". Lo dice il Papa in un videomessaggio al popolo iracheno alla vigilia della sua partenza per Baghdad.

Il Papa vola in Iraq per un viaggio storico che ha fortemente desiderato e che ora realizza sfidando pandemia e sicurezza. "Finalmente sarò tra voi. Desidero tanto incontrarvi, vedere i vostri volti, visitare la vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà", ha detto in un videomessaggio al popolo iracheno a poche ore dalla partenza. Una visita all'insegna della pace e della speranza. Un viaggio pastorale ma anche politico. "Vengo come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo - sono le parole del Pontefice -, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite". 

Ai cristiani, che hanno sofferto in questa terra una dura persecuzione per mano dell'Isis il Papa dice che vuole portare loro "la carezza della Chiesa". E nella terra di Abramo, il padre di tutte le religioni monoteiste, Bergoglio rilancia la via del dialogo: "In questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa. 

Da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino. Oggi sta a noi continuare, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace!". Il Papa ha lasciato Roma con un volo covid-free. "E' stato applicato uno speciale protocollo sanitario", assicurano da Alitalia, la compagnia che lo porterà a Baghdad. Sul posto a preoccupare invece non è solo la pandemia ma anche la sicurezza e per questo sono state messe a punto rigide misure. 

Centellinate le presenze agli eventi con il Papa; l'unico appuntamento con più persone, circa 10mila, si terrà nello stadio di Erbil, in Kurdistan, dove domenica 7 marzo il Papa celebrerà la Messa. Una "visita storica": con queste parole il governo iracheno annuncia l'arrivo di Papa Francesco. Il presidente della Repubblica Barham Salih ha affermato che la visita contribuirà a rafforzare i valori di tolleranza e pace a livello globale, non solo in Iraq, aggiungendo che "il viaggio di Papa Francesco in Mesopotamia sarà un messaggio di pace per gli iracheni di tutte le religioni e contribuirà ad affermare i nostri valori comuni di giustizia e dignità". Il Primo Ministro Mustafa Al-Kadhimi ha affermato che la visita del Papa contribuirà a consolidare la stabilità e aiuterà a promuovere uno spirito di fratellanza in Iraq e in tutta la regione; "il mondo intero apprezza la dedizione di Sua Santità per i valori della pace, della dignità e per porre fine ai conflitti", sottolinea il governo di Baghdad.

 

Fonti Varie Agenzie

Le stime preliminari Istat del 2020 indicano una incidenza di povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%) che si attestano a 5,6 milioni, un milione in più, afferma Istat. Nell'anno della pandemia si azzerano i miglioramenti registrati nel 2019: dopo quattro anni consecutivi di aumento, si erano ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi avviata nel 2008. La povertà assoluta raggiunge, in Italia, i valori più elevati dal 2005 lo scorso anno. 

La povertà assoluta torna a crescere e tocca il record dal 2005. Le stime preliminari Istat del 2020 indicano valori dell'incidenza di povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%) che si attestano a 5,6 milioni.

Nell'anno della pandemia si azzerano i miglioramenti registrati nel 2019. Dopo 4 anni consecutivi di aumento, si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008.

Secondo le stime preliminari, nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni (il 7,7% del totale, da 6,4% del 2019, +335mila) per un numero complessivo di individui pari a circa 5,6 milioni (9,4% da 7,7%, ossia oltre 1 milione in più rispetto all'anno precedente).

Nel 2020 si è registrato un calo record della spesa per consumi delle famiglie. E' quanto emerge dalle stime preliminari Istat pubblicate oggi in Statistica today . L'aumento della povertà assoluta si inquadra nel contesto di un calo record della spesa per consumi delle famiglie (su cui si basa l'indicatore di povertà). Secondo le stime infatti, nel 2020 la spesa media mensile torna ai livelli del 2000 (2.328 euro; -9,1% rispetto al 2019). Rimangono stabili solo le spese alimentari e quelle per l'abitazione mentre diminuiscono drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi (-19,2%).

L'incremento della povertà assoluta registrato nel 2020 è maggiore nel Nord del Paese e riguarda 218 mila famiglie (7,6% da 5,8% del 2019), per un totale di 720 mila individui. Peggiorano anche le altre ripartizioni ma in misura meno consistente. Il Mezzogiorno resta l'area dove la povertà assoluta è più elevata: coinvolge il 9,3% delle famiglie contro il 5,5% del Centro. E' quanto emerge dalle stime preliminari dell'Istat pubblicate in Statistica today.

Il Nord Econta oltre 218mila famiglie in più in condizioni di povertà assoluta rispetto all'anno precedente (più di 720 mila individui), con un'incidenza che passa dal 5,8% al 7,6% a livello familiare e dal 6,8% al 9,4% in termini di individui; al Sud le persone povere crescono di quasi 186 mila unità: il 9,3% per le famiglie (dall'8,6% dell'anno precedente) e l'11,1% per gli individui (dal 10,1%) in termini di incidenza; nel Centro, sono in povertà 53 mila famiglie e 128 mila individui in più, con un'incidenza che aumenta sia tra le famiglie (da 4,5% a 5,5%) che tra gli individui (dal 5,6% al 6,7%). L'incidenza di povertà assoluta passa dal 5,9% al 7,3% nei Comuni centro di area metropolitana, dal 6% al 7,6% nei Comuni periferia di area metropolitana e nei Comuni con più di 50 mila abitanti e dal 6,9% al 7,9% nei restanti piccoli Comuni. 

A veder peggiorare la propria condizione soprattutto le famiglie numerose e quelle monogenitore; critica la presenza di figli minori; mentre la presenza di anziani - titolari di pensione - riduce il rischio di povertà assoluta. L'incidenza di povertà assoluta cresce soprattutto tra le famiglie con persona di riferimento occupata (7,3% dal 5,5% del 2019): sono oltre 955 mila famiglie, 227 mila famiglie in più rispetto al 2019. La metà ha come persona di riferimento un operaio o assimilato, oltre un quinto un lavoratore in proprio. Peggiorano le condizioni di povertà sia tra le famiglie composte solo da italiani, sia tra quelle con stranieri.

 

 

Il vecchio governo giallorosso aveva affidato all'amministratore delegato di Invitalia una mole notevole di incarichi cruciali per far uscire il nostro Paese dalla pandemia, tra cui la gestione della campagna di vaccinazione. I numeri che arrivano non sono però incoraggianti, anche perché il Coronavirus continua a essere presente in Italia con la pericolosità di relative varianti. Sul tema scrive il giornale, occorre un cambio di passo: ecco perché è stato deciso di nominare Francesco Paolo Figliuolo come nuovo commissario straordinario all'emergenza Covid-19. Il Generale ha già in mente una innovativa organizzazione per accelerare la somministrazione delle dosi e non perdere altro tempo con le primule.

Come già accaduto all'ospedale Baggio di Milano,sottolinea il giornale, l'intenzione è quella di allestire drive-in sulla scia di quanto fatto per i tamponi: l'iniziativa dovrebbe essere replicata in accordo con le Asl che ne fanno richiesta. In sostanza Figliuolo vorrebbe estendere modello e organizzazione delle forze armate nel commissariato di cui è alla guida. In Italia al momento si contano 200 drive-in usati per i tamponi che a stretto giro si potrebbero riconvertire in centri vaccinali

Il Generale ha avuto di recente un importante incontro con Curcio: stando a quanto appreso e riportato da La Stampa, sarebbe emersa la possibilità di ricorrere a caserme, hangar e tensostrutture come quelle per gli ospedali da campo. Non va escluso che, a differenza del "modello Arcuri", il nuovo commissario possa delegare parte dei lavori - come ad esempio la distribuzione dei vaccini - completamente alla protezione civile. L'obiettivo ,principale è chiaro sottolinea il giornale : accelerare con il faro di 500-600 mila somministrazioni al giorno. Proprio per questo motivo sarà fondamentale studiare una serie di modalità per poter contare sulla gran parte dei 300 mila volontari della protezione civile e dei 1.700 militari coordinati dal Comando Operativo Interforze impegnati in merito alle operazioni di trasporto, distribuzione e somministrazione delle dosi.

Intanto e stata eseguita l'ordinanza di applicazione di 3 arresti ai domiciliari nei confronti di Andelko Aleksic, Vittorio Farina (imprenditore già attivo nel settore dell'editoria) e Domenico Romeo i tre scrive il giornale sono indagati, a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata in relazione alla fornitura di 5 milioni di mascherine e 430 mila camici destinati alla protezione civile del Lazio. La merce proveniva dalla Cina. A due di loro i pm Rosalia Affinito e Paolo Ielo hanno contestano anche il traffico di influenze illecite. Contestualmente è stato disposto pure un sequestro preventivo di quasi 22 milioni di euro. In un passaggio dell'ordinanza si legge che gli indagati avrebbe avuto dei contatti con Domenico Arcuri.

Intanto e' iniziata al Mise la seconda riunione del tavolo finalizzato alla produzione dei vaccini anti covid in Italia. All'incontro, presieduto dal ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, sono presenti il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, con il direttore generale Enrica Giorgetti, e il direttore centro studi Carlo Riccini.

"Venerdì è già in programma un incontro tra governo e Regioni sul tema vaccini, al quale prenderanno parte anche il nuovo capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e il nuovo Commissario straordinario per l'emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo". Lo ha detto la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini in audizione alla Commissione parlamentare per le questioni regionali a Palazzo San Macuto a Roma.

"Abbiamo lavorato molto correttamente con Arcuri e lo ringrazio. Credo che venerdì incontreremo il neo commissario, il generale Figliuolo. L'auspicio di tutti è che nel Paese e di conseguenza anche in Emilia-Romagna arrivino molti più vaccini di quelli di prima e una svolta nelle forniture". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, rispondendo ad una domanda sul cambio della struttura commissariale. "Noi organizziamo la fornitura. Ma acquisti e approvvigionamento dipendono dal governo centrale". Bonaccini ha definito "frustrante" aver l'organizzazione per vaccinare ma non poterlo fare per le poche dosi.

 

Un algoritmo sviluppato dagli statistici dell'Università Milano Bicocca individua per nome e cognome le persone dai 18 ai 79 anni che hanno la priorità al vaccino in base al loro profilo clinico. L'indice di fragilità è stato calcolato incrociando le informazioni della Banca dati assistiti delle regioni con i flussi di sorveglianza dei tamponi, dei ricoveri e dei decessi per Covid nella prima ondata e nella seconda.

L'applicazione di questo sistema - spiegano i ricercatori - consente di evitare centinaia di intubazioni e decessi. L'algoritmo, adottato dalla Lombardia, verrà comunicato al Ministero della Salute.

 

fonti  ansa / il giornale

Domenico Arcuri non è più commissario per l'emergenza Covid. Il premier Mario Draghi ha nominato il generale di Corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo nuovo Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. «A Domenico Arcuri - si legge in una nota di palazzo Chigi - i ringraziamenti del Governo per l'impegno e lo spirito di dedizione con cui ha svolto il compito a lui affidato in un momento di particolare emergenza per il Paese». 

ll generale Francesco Paolo Figliuolo, nominato da Draghi nuovo commissario all'emergenza Covid, è originario di Potenza, ha maturato esperienze e ricoperto molteplici incarichi nella Forza Armata dell'Esercito, interforze e internazionale. Ha ricoperto l'incarico di Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, dal 7 novembre 2018 è Comandante Logistico dell'Esercito. In ambito internazionale ha maturato esperienza come Comandante del Contingente nazionale in Afghanistan, nell'ambito dell'operazione ISAF e come Comandante delle Forze Nato in Kosovo (settembre 2014 - agosto 2015). Il generale Figliuolo è stato insignito di numerose onorificenze. Tra le più significative la decorazione di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, la Croce d'Oro ed una Croce d'Argento al Merito dell'Esercito e Nato Meritorius Service Medal.

Il nuovo commissario è un uomo con una grande esperienza sul campo: è stato comandante delle Forze armate in Kosovo, comandante del contingente nazionale in Afghanistan. La nomina, che rivede ancora le caselle della gestione dell’emergenza legata al nuovo coronavirus, è arrivata dopo quella di Fabrizio Curcio a nuovo capo della Protezione Civile, che ha dato il benservito ad Angelo Borrelli.

Arcuri è di Melito di Porto Salvo, 57 anni, formato dalla scuola militare della Nunziatella prima di una carriera nell’ Iri, quindi a Deloitte, infine di nuovo nell'impresa pubblica con Invitalia. A lui Conte chiede di fare il «commissario straordinario» per «l’ attuazione e il coordinamento» di tutto ciò che è urgente fare - soprattutto, reperire - contro Covid.

Draghi ha messo in soffitta un anno di governo di Giuseppe Conte con l'addio ad Arcuri, il coinvolgimento nell'emergenza di Franco Gabrielli e il ritorno alla guida della Protezione civile di Fabrizio Curcio. E dopo la rivoluzione crescono le indiscrezione che vogliono il premier pronto a rompere il silenzio e parlare agli italiani.

Arcuri è stato convocato ieri a Palazzo Chigi per relazionarsi con il sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli, suo punto di riferimento col governo Draghi. Garofali gli anticipa che uscito da lì non sarà più il commissario all'emergenza. Ma la vera doccia fredda arriva con il faccia a faccia con Draghi. Un incontro freddo e rapido, senza spazio di trattative. Caratterizzato da una frase, che Repubblica attribuisce al premier: "Ci sarebbe da inviare la lettera di dimissioni".

Perché Arcuri è stato nominato per decreto e può essere sostituito solo con un provvedimento analogo o con un passo indietro del diretto interessato. Ecco spiegata la richiesta all'ormai ex commissario, nel mirino da mesi per i flop sulla gestione dell'emergenza (dagli scandali mascherine al caso vaccini), i ritardi e il presenzialismo sfrenato così lontano dallo stile di
SuperMario.

Certo, di errori Arcuri ne commette eccome. Come documenta il Corriere il 31 gennaio, in settembre fa comprare per cento milioni di euro mascherine a prezzi elevati da un'impresa a controllo cinese incorporata in Olanda . E una lista di aziende fornitrici di macchinari da terapia intensiva viene pubblicata, con ritardo, solo in novembre. Nel complesso però è difficile sostenere che la performance dell’ Italia nel procurarsi i beni necessari all’ emergenza sia peggiore rispetto al resto d’ Europa. E l’ equivoco contiano funziona, senza che Arcuri lo sveli. Così se le scuole restano chiuse, in molti dicono che è colpa dei «banchi a rotelle» del commissario (che ha solo comprato su richiesta). Non - come è il caso in realtà - degli enti locali che rifiutano di affittare i bus privati per non farli entrare nel mercato delle imprese da loro controllate o per la resistenza dei sindacati della scuola agli orari scaglionati. 

E se ancora in tanti restano oggi senza vaccino, diventa facile dire che è colpa delle «primule» (una costosa trovata di Arcuri, questa sì, di cui si sarebbe fatto facilmente a meno). E non del solito consociativismo italiano che porta a distribuire le poche dosi disponibili tra ordini professionali, amici degli amici e varie categorie non esposte, mentre milioni di anziani aspettano. Toccava al governo e alle regioni vigilare, ma non è stato fatto. Prima di lasciare il commissario ha condiviso un piano che prevede la mobilitazione per i vaccini di almeno 20 mila medici di base, con aumento della capacità di somministrazione a 350 mila dosi al giorno entro giugno e a mezzo milione a settembre. Ma molto meglio una bella polemica sulle «primule». Del resto è Arcuri che ha scelto di danzare al ritmo di Conte. E con Conte, alla fine, è inciampato.

Il rapporto tra Domenico Arcuri e Mario Benotti resta al centro del dibattito pubblico. Ricorderete tutti l'intervista rilasciata dal giornalista Rai in aspettativa in esclusiva a Nicola Porro per Quarta Repubblica su Rete 4.

Della questione si è occupato pure Massimo Giletti, che nel corso della trasmissione Non è l'arena su La7 ha ricostruito lo scambio di messaggi tra i due a partire dal 3 marzo. "Hai il cell spento. Domani mattina alle 8.30 debbo essere alla protezione civile. Nostro appuntamento rimandato. Quando esco ti chiamo e vediamo come fare. Scusami", avrebbe scritto Arcuri. Appuntamento rinviato alla sera del 4 marzo "per parlare di altro". Ma la risposta del presidente del consorzio Optel ha assunto un contorno liturgico e curiale: "Monsignore in posizione con incenso pronto e fumante per la processione"

"Bene ha fatto il presidente Draghi a rimuovere Domenico Arcuri da commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. Come Fratelli d'Italia siamo stati tra i primi a chiedere di dare un netto segnale di discontinuità sulla pessima gestione del governo precedente". Lo dice la leader di Fdi Giorgia Meloni. "Lo abbiamo detto chiaramente già durante le consultazioni, quando abbiamo consegnato al presidente Draghi un dossier con tutte le anomalie e zone d'ombra della gestione commissariale. Buon lavoro al generale Francesco Paolo Figliuolo per questo importante e delicato incarico. Le nostre idee, le nostre proposte e il nostro contributo in Parlamento sono a sua disposizione", conclude. 

"Rimosso il Commissario Arcuri, al suo posto designato il Generale di corpo d'armata Francesco Paolo Figliuolo. Grazie presidente Draghi. Missione compiuta!". Lo scrive su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini.

"Il governo ha recepito le proposte di Forza Italia a favore di un concreto cambio di passo e della nomina di un nuovo commissario per l'emergenza  Covid 19. Un successo politico che va nella direzione dell'interesse nazionale. Buon lavoro al generale Figliuolo!". Lo afferma Antonio Tajani, Coordinatore nazionale di Forza Italia.

"La scelta del Presidente Draghi di sostituire il commissario Arcuri con il generale Paolo Figliuolo, responsabile logistico dell'Esercito, va finalmente nella direzione che Italia Viva chiede da mesi. Bene! Servizi segreti, vaccini, Recovery plan: buon lavoro al Governo Draghi". Così Matteo Renzi su Fb.

Intanto e partita la rivoluzione all'italiana scrive Nicola Porro . “La gente non la teniamo più” mi confida un amico nelle forze dell’ordine. “Prima capivano, collaboravano, adesso se li fermi ti rispondono: perché a me sì e a quell’altro no? Infatti sono sempre di più a ribellarsi, dovremmo sanzionare tutti, fermare tutti ma come si fa? Poi fare la faccia dura non serve e c’è da capirli, dopo un anno così nessuno è più disposto ad adeguarsi”. La rivoluzione all'italiana è paracula, emolliente. Non usa i forconi,continua Porro le escandescenze di piazza, semplicemente, un bel giorno, per qualche misterioso meccanismo il contagio dell’esasperazione, della reazione esplode, si propaga ovvero ciascuno fa come gli pare. Magari continuando a stigmatizzare gli altri. “Io obbedisco, ma quell’altro?”. Dice il cittadino che non ne può più: io al gioco ci sono stato, ho perso il lavoro e magari la casa, la salute ma la situazione non è mutata, non è migliorata e voi adesso venite a parlarmi di altri sacrifici, di soldi che non ci sono, di vaccini che non ci sono. Entro in una bottega e sento discorsi da bottega: “Conte era prepotente ma almeno fingeva umanità, questo invece fa cadere tutto dall'alto e poi chi lo vede mai?”. 

 

 

Fonti :  Nicola Porro / sole24 / il giornale / corriere della sera / ansa/ Il tempo

 

 

 

 

 

Non se ne esce, e non se ne vede una via di uscita. La conferma della Lamorgese non lascia, per ora, grosse prospettive di cambiamento.  Molteni dovrà lottare molto per portare un po’ di buon senso al Ministero degli interni. Quindi, nel mezzo di una crisi epidemica, ci troviamo a gestirne anche una migratoria che non ci voleva e che gli italiani non volevano e che, tra l'altro, ci presenta come il ventre molle dell'Unione Europea, una terra senza legge e senza norme. Non ci dovremmo meritare qualcosa di meglio?

Continuano gli sbarchi a Lampedusa. Come rivela il giornale di Sicilia,sono 371 i migranti approdati in 4 barconi a partire da stanotte. Il primo gruppo di 99 è stato avvistato e soccorso dai carabinieri a Cala Francese.

La Guardia costiera, con una motovedetta, ha soccorso, invece, un barcone con 84 persone a bordo. Poco dopo la Guardia di finanza ha agganciato un barcone con 83 nordafricani.

Sempre le fiamme gialle, scrive il giornale di Sicilia, infine, hanno soccorso 105 migranti, fra cui 6 donne e 5 bambini, sbarcati poi sul molo Favarolo. All’hotspot dell'isola ci sono al momento 485 persone a fronte di una capienza di poco meno di 200.

Sono 4.536 i migranti sbarcati in Italia nei primi due mesi dell'anno, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2020, quando gli arrivi erano stati 2.359 (nel 2019 furono soltanto 262). Lo indicano i dati aggiornati del Viminale.

Numeri che è prevedibile cresceranno con l'arrivo della primavera.
Proprio nel mese di febbraio che sta per chiudersi si è registrato un alto numero di sbarchi, ben 3.497. Tunisini i più numerosi tra coloro che sono giunti in Italia via mare nel 2021 (560), seguiti da ivoriani (470) e bengalesi (364). I minori non accompagnati sono 398.

Semplicemente perché conveniente: le sentenze della Giustizia italiana, sempre favorevoli agli irregolari, unita alla nuova legislazione voluta dalla riforma dei “Decreti sicurezza” emessi dall'ultimo governo del governo Conte II rendono incredibilmente conveniente l'entrata in Italia. Chi spende qualche migliaio di dollari per entrare in Europa è quasi sicuro di non essere rimandato indietro: il decreto di Conte II lascia talmente tante opportunità di avere lo status di protezione che pochissimi possono essere inviati indietro. Poi il Tribunale di Roma ci ha messo del suo carico sancendo la non espulsione di un immigrato entrato dalla Slovenia.

Il conto fatto dal quotidiano è molto semplice: da un lato abbiamo 20 mila irregolari che vorrebbero entrare dalle regioni dell'Est e che sono bloccati per ora soprattutto dalla Slovenia, blocco che comunque viene a essere “Percorribile”, ed a nulla sono servite le proteste del governatore del Friuli Fedriga. Dall'altro la semplice matematica: fino al 24 febbraio sono sbarcati in Italia 4157 migranti clandestini, contro 2341 dello scorso anno. Praticamente gli sbarcati sono raddoppiati di numero, per cui se continuiamo su questi numeri i 34 mila sbarcati lo scorso anno  diventeranno circa 70 mila nel 2021. Un bel record, considerando che gli sbarchi al 24 febbraio 2019 (governo giallo verde) erano stati solo 262.

Intanto però come rileva l'Istat, l'Italia economicamente va malissimo tra epidemia sbarchi lockdown ...l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil nel 2020 è stato pari a -9,5%, a fronte del -1,6% nel 2019. Lo rileva l'Istat. Il dato è legato alle misure messe in campo per fronteggiare l'emergenza Covid. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -6,0% (+1,8% nel 2019).

Nel 2020 la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 43,1%, in aumento rispetto all'anno precedente (42,4%). Lo rileva l'Istat spiegando che il dato è legato alla minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,4%) rispetto a quella del Pil a prezzi correnti (diminuito del 7,8%).

Il debito italiano ha raggiunto nel 2020 quota 2.569.258 milioni ed è pari al 155,6% del Pil. Lo rileva l'Istat. La crescita dal 134,6% del 2019 è legata al calo del Pil nel 2020 e alle misure per l'emergenza Covid.

I prezzi a febbraio +0,1% mese, +0,6% anno - Prezzi in crescita tendenziale per il secondo mese consecutivo: a febbraio - rileva l'Istat - secondo le stime preliminari l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,4% di gennaio). L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici salgono entrambe da +0,8% rispettivamente a +1,0% e a +0,9% L'inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,7% per l'indice generale e a +0,4% per la componente di fondo.

A febbraio i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, rallentano lievemente rispetto a febbraio 2020 (da +0,4% del tendenziale di gennaio a +0,3%). Lo rileva l'Istat sottolineando che i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto invertono la tendenza e passano da -0,1% tendenziale di gennaio a +0,2%.

 

fonti ansa / giornale di sicilia / scenari economici.

 

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