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Sono quasi un milione i migranti in Libia. Tra 50mila e 70mila si trovano sulla fascia costiera tra Tripoli ed il confine tunisino, pronti a salire sulla prima imbarcazione messa a disposizione dai trafficanti di uomini. Con l'estate vicina si può capire la preoccupazione del Viminale, chiamato a gestire un'ondata di arrivi. E c'è anche il timore politico sulla tenuta della maggioranza, con Matteo Salvini che continua a chiedere il pugno di ferro contro i flussi.

Intanto era l'obiettivo immediato dell'Italia è attivare entro l'estate un meccanismo temporaneo di solidarietà tra gli Stati europei disponibili per il ricollocamento delle persone soccorse in mare. È quanto aveva sottolineato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese al commissario europeo per gli Affari Interni Ylva Johansson dopo i massicci sbarchi di migranti degli ultimi giorni. La telefonata è ritenuta preparatoria in vista della definizione del Patto su immigrazione e asilo. Johansson ha ringraziato l'Italia per il suo impegno nella gestione dei flussi ed ha riconosciuto che l'Europa deve dare un segnale di solidarietà.

Ma "Cdu e Spd, popolari e socialisti" tedeschi, "hanno votato in Parlamento per rifiutare la redistribuzione in Germania degli immigrati clandestini che sbarcano in Italia. Così la risposta della Germania sulla richiesta dell'Ue di aiutare l'Italia nell'emergenza sbarchi con una redistribuzione automatica dei migranti: dai gruppi al Bundestag dei due partiti della maggioranza, Cdu/Csu e Spd, è arrivato un no all'appello lanciato dalla Commissaria Ue Ylva Johansson, che in seguito all'arrivo di oltre 2000 profughi a Lampedusa in sole 24 ore aveva chiesto agli Stati membri di sostenere l’Italia nell’accoglienza. Dall'opposizione diversi esponenti di Verdi e liberali si sono invece detti favorevoli, riferisce la Welt.  

Così, per saperlo", ha scritto su Twitter il segretario della Lega, Matteo Salvini. "Com'era", gli ha fatto eco il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni su Facebook,  quella storia raccontata dalla sinistra che erano i cattivoni polacchi e ungheresi a non volere la redistribuzione dei Migranti?

 La Francia di Macron e la Germania della Merkel si oppongono all'ipotesi di redistribuzione automatica di chi sbarca illegalmente in Italia. Diciamo che era prevedibile. Il governo italiano dei migliori, come quello precedente guidato da Conte, sta proponendo questa ipotesi agli altri Stati UE: voi controllate i vostri confini esterni, l'Italia invece no e fa sbarcare chiunque, ma poi gli immigrati illegali li distribuiamo in tutta Europa, ci state? Gli altri rispondono, giustamente, picche e ci dicono che anche noi dobbiamo difendere i nostri confini, come chiunque altro, oppure, se non vogliamo farlo allora ci teniamo i clandestini. La furia immigrazionista della sinistra italiana, imposta anche al governo Draghi, rischia di far escludere l'Italia dall'area Schengen e di marginalizzare la nostra Nazione in Europa".  

Riferendosi al fatto che il nostro Paese ha visto triplicare a circa 13 mila gli arrivi sulle nostre coste rispetto all'anno precedente, il vice capogruppo Cdu/Csu Thorsten Frei ha detto alla Welt “che è certamente un aumento netto, ma non si tratta di niente che l'Italia non sia in grado di affrontare da sola”. Questo, cosi l’esponente cristiano-democratico, mentre già alla fine di aprile in Germania erano state presentate 38 mila domande d'asilo: dinanzi a questi numeri, ha da parte sua affermato il responsabile dell’Spd per le migrazioni, Lars Castellucci, “una partecipazione tedesca è esclusa, non vi è un bisogno di sostegno”.
Diversa la posizione dei Verdi.

A detta di Luise Amtsberg, responsabile per la tematica dei profughi del partito ambientalista guidato da Annalena Baerbock, “come soluzione di transizione la Germania dovrebbe assolutamente partecipare ad una nuova edizione del meccanismo di Malta e in maniera proporzionale alla propria popolazione accogliere un quarto di coloro che vengono salvati in mare”. In termini simili si è espresso – sempre a quanto scrive la Welt – il vicecapogruppo Fdp al Bundestag, Stephan Thomae: “Per alleggerire i Paesi mediterranei durante l'estate, il governo tedesco dovrebbe unirsi ad un'altra decina di Stati europei che siano pronti ad accogliere i migranti in un procedimento d’asilo coordinato”.

Intanto un confronto 'vis a vis' tra il capo del governo e la leader dell'opposizione. In Fratelli d'Italia c'è soddisfazione per l'incontro tra Mario Draghi e Giorgia Meloni. La presidente di Fratelli d'Italia è stata ricevuta dal premier nella mattina di giovedì.Dell'incontro - durato circa un'ora - Meloni ha apprezzato soprattutto il "metodo", viene riferito. Per la leader di FdI, che aveva chiesto il colloquio, ha rappresentato infatti un "segnale importante" il fatto che Draghi l'abbia convocata.

L'auspicio è che il confronto vada avanti, che diventi "periodico, cadenzato". Per FdI, l'incontro è stato molto utile e rappresenta anche una "novità", dopo l'esperienza "deludente" del "mancato coinvolgimento dell'opposizione" da parte dei governi guidati da Giuseppe Conte. Il capo del governo e la leader del principale partito d'opposizione che si parlano faccia a faccia: è un fatto "positivo in primo luogo per i cittadini", si fa notare.

"Col presidente del Consiglio è stato un lungo e franco colloquio, nel quale FdI ha portato molte delle sue proposte. Il presidente è stato molto interessato e cordiale, spero in appuntamenti cadenzati", ha detto la presidente di FdI, uscendo da palazzo Chigi.

Meloni ha poi elencato le richieste del suo partito a Draghi: il problema della regola sui quattro commensali a tavola (per limitare i contagi da Covid-19); la richiesta di un piano di prevenzione rispetto all'ipotesi di una nuova ondata autunnale; e la sospensione del nuovo regolamento bancario sullo scoperto, per evitare di avere milioni di persone segnalate alla centrale rischi.

L'ennesimo - come se ce ne fosse bisogno - segnale di nervosismo per la competizione interna al centrodestra è arrivato dalla risposta di Matteo Salvini a chi gli chiedeva un commento all'incontro Draghi-Meloni. "Bene, mi sembra cosa buona e giusta. Io l'ho sentito ieri (mercoledì, ndr)" ha tenuto a puntualizzare il leader della Lega.

Incalzato dai giornalisti sulla telefonata avuta ieri con il presidente del Consiglio, Salvini ha risposto: "Cosa ci siamo detti rimane tra noi", ma poi ha aggiunto che tra i temi toccati sono stati "il lavoro, le riaperture, la ripresa economica, le riforme, il fisco, la Giustizia, la Pubblica amministrazione. L'Italia che riapre e che cresce. Sono orgoglioso di far parte di un governo che restituisce lavoro e speranza ai cittadini"

Noi contiamo di arrivare con Draghi a fine legislatura a marzo 2023". Lo ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini in un'intervista a Il Giornale.

Sulla possibilità del premier al Quirinale, Salvini ha risposto: "Non è Salvini a decidere il futuro di Draghi, per il momento spero che continui a fare il presidente del Consiglio perché lo sta facendo bene. Se poi desiderasse fare il presidente della Repubblica sarei il suo primo sostenitore. Ma per ora sono discorsi prematuri". Per quanto riguarda i referendum, per Salvini, non sono un intralcio per le riforme. "Per niente, i sei temi che ho sposato d'intesa con il Partito Radicale non sono materia trattata dal Parlamento e nemmeno dal governo.

Noi sosteniamo la possibilità per un magistrato di candidarsi al di fuori delle correnti. Insomma, proviamo a far fuori questo meccanismo deleterio spiegato da Luca Palamara nel suo libro. E poi ci occupiamo della responsabilità civile dei giudici, tema già oggetto di un referendum negli anni Ottanta".

Salvini vuole poi modificare la custodia cautelare: "Ci sono 22.000 persone in cella in custodia cautelare, ci sono mille casi l'anno di soggetti che vengono assolti o prosciolti dopo il carcere, grazie e arrivederci. No, non va bene. La mia preoccupazione è che Pd e Cinque stelle non vogliano le riforme che noi e Draghi vogliamo fare".

Il leader della Lega parla anche di pubblica amministrazione e fisco: "Vogliamo i concorsi in 100 giorni, vogliamo procedure snelle, vogliamo la meritocrazia. Brunetta sta mettendo mano alla materia e il Parlamento è chiamato a pronunciarsi a breve. È un tornante decisivo. Possiamo subito alzare la flat tax per le partite Iva in regime forfettario. Portando il tetto da quota 65mila a 100mila euro".


Fonti Agi / Mattino

Il premier italiano Mario Draghi si è confrontato in mattinata con il presidente francese Emmanuel Macron. Tra i temi discussi c’è stato anche quello delle migrazioni: «In un incontro molto cordiale abbiamo discusso della situazione nel nord Africa e nel Sahel», ha fatto sapere nella conferenza stampa tenuta oggi, 25 maggio, a margine della seconda giornata di lavori al Consiglio europeo a Bruxelles. «È iniziata una collaborazione in una parte del mondo che ci aveva visto su sponde diverse se non contrastanti. 

L'intenzione è lavorare insieme». Draghi ha poi definito «inaccettabili» le immagini dei corpi senza vita dei bambini ritrovati sulla spiaggia di Zuwara, in Libia. «C’è stato il sostegno anche di Paesi finora rimasti indifferenti – ha aggiunto -. Non voglio spingermi nel parlare di progressi, ma spero che la buona volontà si traduca in fatti».

L'Italia, ancora una volta, è stata lasciata sola a far fronte all'emergenza migranti. Al vertice europeo che si è tenuto a Bruxelles i leader Ue hanno affrontato la questione per meno di venti minuti, in una riunione durata più di cinque ore. "Fino al prossimo Consiglio europeo continueremo ad affrontare da soli questo problema. Poi sta a tutti noi europei prepararlo bene", ha sintetizzato al termine del vertice il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che aveva insistito - nei giorni scorsi - per informare i suoi colleghi sulla situazione nel Mediterraneo centrale. Al suo fianco il premier spagnolo, Pedro Sanchez, che ha fornito un aggiornamento sull'altra emergenza migranti, quella di Ceuta. Ma non c'è stato dibattito.

Promesse, pacche sulle spalle, tante accortezza sulle difficoltà che sta vivendo l'Italia con il possibile arrivo di migliaia di migranti. Ma dall'Europa, a parte la solidarietà (a parole), di gesti ne arrivano molto pochi. Segno che chiunque arrivi a Palazzo Chigi, anche se questa persona ha un bagaglio europeo come Mario Draghi, si trova davanti il solito muro.

Draghi si trova in una posizione estremamente difficile. Sul lato interno, la Lega incalza e sa che non può permettersi passi falsi sulla questione sbarchi senza che vi sia un dibattito dilaniante in seno alla maggioranza. Ma sul lato esterno, è ormai chiaro che gli alleati europei che sostengono la linea italiana (un blocco composto da Francia, Grecia, Spagna, in parte Malta, Portogallo, e forse Romania e Irlanda) non troveranno un accordo nella stagione più difficile. E Parigi, che dovrebbe porre il suo sigillo per far andare avanti almeno l'idea di un accordo intergovernativo, non ha alcun interesse a spingere troppo sull'acceleratore in attesa di capire come trovare una quadra con l'Italia sull'Africa, sulla Libia e sulla gestione dei flussi migratori prima che arrivino al confine transalpino  

Tutto rinviato al prossimo summit di giugno. Senza nascondere che per i capi di Stato e di Governo è tema da trattare tra i ministri dell'Interno che attualmente sono impegnati a trovare un accordo sul Nuovo patto per le migrazioni e l'asilo proposto dalla Commissione europea. Un accordo che sembra ancora lontano. Come ha confermato il presidente francese, Emmanuel Macron, che nella mattinata ha avuto una colazione di lavoro con Draghi in cui hanno parlato anche di migranti, ma non di ripartizione (volontarie od obbligatorie che siano).

In conferenza stampa al termine del summit, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato di avere ricordato ai colleghi l'esistenza della questione, da tempo assente negli ordini del giorno dei summit Ue, essendo un tema divisivo, che però tocca non solo l’Italia, ma anche altri Paesi del Sud Europa. “Continueremo ad affrontare il problema” dei migranti “da soli fino al prossimo Consiglio europeo, sta a tutti noi prepararlo bene per arrivare a una soluzione efficace e nel segno della solidarietà”, ha detto il premier, ribadendo che mettere a “dormire” un “problema” come quello delle migrazioni “non lo fa sparire”.

Draghi cm ottiene la riapertura della discussione su un dossier aperto da troppo tempo e su cui progressi non si registrano. La proposta di nuovo patto per l’immigrazione messa a punto dalla Commissione europea risale a settembre scorso, e da allora ancora nessun passo avanti. Draghi ha deciso che è ora di smettere di ignorare un dossier su cui occorre trovare una quadra, ha sollevato il tema davanti ai leader, e alla fine ha ottenuto che se ne parli in maniera strutturata nel prossimo vertice di giugno.

Il presidente del Consiglio ha deciso di non accontentarsi, e di andare oltre. La soluzione ai flussi migratori passa anche le prospettive di stabilizzazione in Libia e nel centro-Africa, e qui c’è l'intenzione di dare vita ad un motore tutto italo-francese all'insegna di una rafforzata cooperazione nel continente della sponda meridionale del Mediterraneo.

Un blocco navale nel mare davanti alla Libia, è questa la soluzione alla questione migratoria secondo Giorgia Meloni, che continua a riproporre da giorni sui suoi profili social e nelle sue dichiarazioni. L'allarme lanciato da Lampedusa, dove sono sbarcate migliaia di persone in poche ore, viene raccolto così dalla presidente di Fratelli d'Italia: "Non vogliamo abituarci a questo tipo di notizie – attaccava qualche giorno fa su Facebook – L'immigrazione clandestina va fermata, vanno fermati gli scafisti e le Ong immigrazioniste che speculano sulle tragedie". E poi annunciava: "Come Fratelli d'Italia continuiamo a chiedere al ministro Lamorgese un immediato blocco navale".

Fonti il giornale / fanpage / Consiglio Europeo / agenzie stampa




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Le Nazioni Unite esigono la liberazione immediata di Pratasevich, ha detto oggi a Ginevra Rupert Colville, portavoce dell'Ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani. "Siamo scioccati dall'arresto illegale e la detentenzione arbiraria del giornalsita della Bielorussia Raman Pratasevic" e "chiediamo l'immediata liberazione sia di Roman Protasevich che di Sofia Sapega", la sua compagna, ha detto Colville. "Temiamo per la sua sicurezza, chiediamo garanzie che sia trattato umanamente e che non sia sottoposto a maltrattamenti o torture", ha aggiunto.  

Il presidente Usa Biden chiede un'indagine internazionale e gli Stati Uniti valutano "opzioni adeguate per i responsabili". "Gli Stati Uniti condannano duramente il dirottamento del volo della Ryanair in Bielorussia per permettere l'arresto del giornalista Roman Protasevich": afferma Biden, che accoglie favorevolmente la richiesta Ue di sanzioni economiche mirate. "Ho chiesto al mio team di studiare opzioni adeguate per i responsabili", ha aggiunto Biden, invocando "un'indagine internazionale sull'incidente".  

Fronte occidentale compatto nel condannare la Bielorussia per il dirottamento del volo di linea e l'arresto di un reporter. L'Unione europea adotta sanzioni contro Minsk e ferma i voli, col presidente del Consiglio europeo Michel che dice no alla "roulette russa con la vita dei civili". "Non tolleriamo che si giochi alla roulette russa con la vita dei civili"- afferma Michel presentando le sanzioni contro la Bielorussia per il "fatto scandaloso accaduto ieri". La risposta Ue "è all'altezza dell'offesa", ha aggiunto.
  
La compagnia di bandiera francese Air France ha annunciato che non volerà per il momento sulla Bielorussia dopo il caso Ryanair e le sanzioni decise dall'Ue contro Minsk.

L'opposizione della Bielorussia ha chiesto di essere invitata al vertice del G7 che si svolgerà a giugno in Gran Bretagna.  In una telefonata con il Consigliere Usa per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, la leader dell'opposizione bielorussa in esilio, Svetlana Tikhanovskaya, ha rivolto un appello agli Stati Uniti affinche' "isolino il regime e lo mettano sotto pressione con le sanzioni". La leader ha chiesto inoltre su Twitter che l'opposizione bielorussa sia invitata al G7 in Cornovaglia. Il presidente francese Macron è favorevole ad invitare l'opposizione bielorussa al vertice del G7 di giugno. Lo si apprende dall'entourage presidenziale.

"Vorremmo che negli scali principali della Ue venisse sistemata una foto di Roman" Protasevich, il giornalista arrestato dalle autorità della Bielorussia, "come segnale perché la nostra solidarietà non venga a mancare". Così il presidente del parlamento europeo David Sassoli parlando della situazione in Bielorussia.

"Probabilmente le misure adottate ieri non fermeranno Lukashenko, ma sarà spinto a rendersi conto quali conseguenze potrebbero avere le sue azioni e credo che ora anche le altre capitali europee capiscano molto meglio come ci sentiamo ad avere come vicino un regime del genere". Così il presidente della Lituania Gitanas Nausèda all'arrivo per la seconda giornata del vertice dei leader Ue. Nauseda si è detto soddisfatto dalle misure decise ieri dai leader.

"E' stato un piacere aver incontrato il primo ministro estone Kaja Kallas. Abbiamo discusso della Bielorussia e accolgo con favore le nuove misure Ue a riguardo. Ci deve essere un'indagine internazionale urgente sul pericoloso atterraggio forzato. Il giornalista Raman Pratasevich e Sofia Sapega devono essere rilasciati immediatamente". Cosi via Twitter il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.Quella brusca virata a sudest, come uno sbandamento, ha generato il panico. 

Come scrive Corriere della sera : «A bordo eravamo tutti terrorizzati, pensavamo ci stessimo schiantando». Raselle Grigoryeva, lituana 37enne , era tra i 120 passeggeri decollati domenica mattina da Atene. Come gli altri si aspettava di atterrare a Vilnius in meno di tre ore. Ma a poche miglia dalla destinazione, il Boeing su cui viaggiava ha deviato di colpo, quasi invertendo la rotta. «E’ stato come un tuffo improvviso, un cambio drastico di altitudine. E’ stato molto violento. Non ho mai provato nulla di simile su un aereo» ha riferito la donna alla tv Abc.

A bordo non avevamo idea di quel che stesse succedendo, ha raccontato Aliona Alymova su Facebook. Soltanto «dopo 15 minuti il pilota ha annunciato che saremmo atterrati a Minsk». A quel punto qualcuno nota un uomo agitarsi: si alza in piedi, prende il suo bagaglio dalla cabina, estrae il portatile e cerca di romperlo. «Non urlava, ma si vedeva che era terrorizzato. Se il finestrino fosse stato aperto, forse avrebbe tentato di saltare fuori». Era Roman Protasevich, il dissidente bielorusso costretto all’esilio. Il primo a capire cosa stesse accadendo è stato proprio lui.

Il dissidente fatto scendere a forza dall’aereo dalla polizia di Minsk e subito arrestato è comparso intanto in un video diffuso dai canali social filogovernativi della Bielorussia. Nelle immagini Protasevich afferma di stare bene, di non avere problemi di salute e confessa che stava per progettare disordini. Come hanno però fatto notare fonti del dissenso interno, il giornalista arrestato ha il volto segnato da quelle che sembrano percosse.

Ora ufficialmente rischia fino a 15 anni di carcere ma secondo alcuni potrebbe arrivare ad essere condannato a morte. Molto passeggeri del volo di ieri hanno raccontato che alla comunicazione del dirottamento del volo su Minsk, Pratasevich ha cominciato ad agitarsi, a dire che la ragione dell’operazione era lui, e che lo avrebbero ucciso. “Se avesse potuto, si sarebbe lanciato dall’oblò”, ha raccontato una persona che era a bordo. Poi ha consegnato il computer e altre cose alla fidanzata. Ma una volta a terra è stata fermata anche lei

Fonti Ansa / Corriere della sera

Alexander Lukashenko ha ordinato il dirottamento di un aereo di linea Ryanair per arrestare un dissidente politico. La scusa utilizzata dagli agenti del Kgb presenti sul volo è stato un falso allarme bomba.

Cosi la storia : Un Boeing 737 di Ryanair partito da Atene con 171 passeggeri a bordo e diretto a Vilnius, in Lituania, è stato costretto a dirottare all’aeroporto bielorusso di Minsk ufficialmente per motivi di sicurezza. Ma una volta a terra la polizia locale ha prelevato un viaggiatore, Roman Protasevich, 26 anni, oppositore bielorusso, giornalista e fondatore di Nexta, il più grande canale informativo su Telegram del Paese e da mesi nel mirino del presidente Alexander Lukashenko. «Siamo fortemente preoccupati per l’apparente atterraggio forzato di un volo Ryanair e dei suoi passeggeri che potrebbe essere in violazione della Convenzione di Chicago», commenta l’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile. «Attendiamo che ulteriori informazioni vengano confermate ufficialmente dai Paesi e dai soggetti interessati».

La presidenza bielorussa ha fatto sapere alle agenzie stampa che Lukashenko ha ordinato di persona che un Mig-29 scortasse il velivolo Ryanair all’aeroporto di Minsk, dopo un allarme bomba «ricevuto mentre l’aereo era sul territorio nazionale, in seguito al quale le autorità hanno dichiarato che sul velivolo non sono stati trovati esplosivi». A quel punto però Vilnius distava 73 chilometri, Minsk 160. Quando è atterrato nella capitale bielorussa l’aereo aveva fatto addirittura 300 chilometri deviando qua e là, segnala il sito Flightradar24. Il ministero dell’Interno ha confermato che Protasevich è stato arrestato. La sua Nexta lo scorso anno era stata dichiarata estremista dopo essere stata usata per organizzare le proteste contro Lukashenko. Protasevich — fuggito dal Paese e da novembre residente a Vilnius — rischierebbe sino a 15 anni di carcere. Con il dissidente sarebbe stata fermata anche la fidanzata.

Immediata la reazione degli Stati Uniti, che «condannano duramente» il comportamento della Bielorussia e chiedono l’immediato rilascio di Protasevich. La dinamica ha spinto il capo dello Stato della Lituania Gitanas Nauseda a chiedere «urgentemente» la sua liberazione. «È un evento senza precedenti — si legge sul suo profilo social —. Il regime bielorusso è dietro questa azione abominevole. Chiedo urgentemente di liberare Protasevich!». Nauseda invoca anche l’intervento della Nato e dell’Icao, l’organizzazione Onu per l’aviazione civile. L’aereo Ryanair ha deviato ad appena 30 chilometri dalla frontiera lituana secondo Flightradar24. Chiede il rilascio immediato di Protasevich anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. «Abbiamo bisogno di spiegazioni immediate», chiede Sassoli su Twitter. «È assolutamente inaccettabile costringere il volo Ryanair ad atterrare a Minsk — commenta sui social la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen —. Tutti i passeggeri devono essere in grado di proseguire il loro viaggio a Vilnius immediatamente e la loro sicurezza deve essere garantita. Qualsiasi violazione delle regole del trasporto aereo internazionale avrà conseguenze».

Tra le sanzioni contro la Bielorussia, che i capi di Stato e di Governo dell’Ue prenderanno in considerazione questa sera al vertice a Bruxelles, vi sono proprio l’interdizione a Belavia, la compagnia aerea nazionale bielorussa di proprieta’ statale, di atterrare negli aeroporti dell’Ue; la sospensione di tutti i voli delle compagnie aeree dell’Unione nello spazio aereo bielorusso; e sospendere tutto il transito, compreso quello terrestre, dalla Bielorussia all’Ue

Stop ai voli dalla Bielorussia, chiusura dello spazio aereo e pesanti sanzioni. Dopo gli Usa, anche l’Europa alza il tiro contro Minsk, dopo il clamoroso dirottamento, ieri, del volo Ryanair  FR4978 decollato ad Atene e diretto a Vilnius (Lituania), costretto ad atterrare a Minsk per consentire l’arresto di  un passeggero, il giornalista dissidente bielorusso Roman Pratasevich, 26 anni,  e della compagna, una cittadina russa di 23, Sophia Sapega, che sta frequentando un master all’Università Europea di Scienze Umanistiche di Vilnius nell’ambito del programma di Diritto Internazionale e dell’Ue.

Abbastanza incredibile, degna di una sceneggiatura hollywoodiana, la dinamica del dirottamento. L'aereo ha effettuato un atterraggio di emergenza a causa di una presunta minaccia di esplosione che si è rivelata falsa.  Un caccia MiG-29 dell'aeronautica militare bielorussa ha accompagnato l'aereo civile nell'atterraggio all'aeroporto di Minsk, dove si è scoperta la vera ragione dell'ordine di atterraggio. Ordine che, come confermato dal governo locale, è stato dato in persona dal presidente Alexandr Lukashenko, al centro di continue rivolte popolari, perché accusato di brogli dopo le ultime contestatissime elezioni.

Resta poi dai chiarire il giallo  dei quattro passeggeri di nazionalità russa che non hanno proseguito il viaggio verso Vilnius dopo lo stop forzato a Minsk del volo. Lo sostiene un membro del Presidium del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, l’ex ministro della cultura Pavel Latushko, citato da Interfax. Le restrizioni contro Lukashenko saranno discusse questa sera dal Consiglio europeo, come annuncia l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell. “Chiediamo l’immediata liberazione dell’onorevole Pratasevich. Nell’attuare questo atto coercitivo, le autorità bielorusse hanno oltretutto messo a repentaglio la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio. E’ necessario condurre un’indagine internazionale su questo incidente per accertare eventuali violazioni delle regole dell’aviazione internazionale”.

La spiegazione secondo affari italiani,non ha convinto la comunita' internazionale: da tutta Europa e dal Regno Unito si sono levate voci di sdegno e preoccupazione oltre alla richiesta formale, da parte delle autorita' di Bruxelles, di consentire immediatamente ai passeggeri di proseguire il loro volo, come poi avvenuto dopo diverse ore di attesa.

La Farnesina sottolinea affari italiani,ha espresso la sua "ferma condanna" di quanto accaduto; il premier polacco Mateusz Morawiecki ha definito l'accaduto un "atto criminale di terrorismo di Stato" e ha chiesto al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che si appresta ad accogliere i 27 capi di Stato e di governo per un vertice domani a Bruxelles, di approfittare dell'appuntamento per discutere di sanzioni immediate contro Minsk.

"Con un atto di pirateria aerea il regime di Lukachenko ha dirottato un aereo in volo da Atene a Vilnius per arrestare Roman Protasevich, un giornalista colpevole di dare voce all'opposizione bielorussa. Un atto illegale, arrogante e in dispregio di ogni diritto", ha dichiarato il presidente della Commissione Esteri della Camera, Piero Fassino. "È  la conferma di quanto il regime di Lukachenko rappresenti un pericolo per la Bielorussia e la sicurezza internazionale. Una ragione di più per intensificare ogni azione utile al superamento dell'attuale regime e alla indizione di elezioni, con osservatori internazionali, che consentano ai cittadini bielorussi di scegliere liberamente da chi essere governati", ha aggiunto Fassino.

Anche la vice ministra degli Esteri Marina Sereni su Twitter ha dichiarato: "L’atterraggio forzato di un aereo commerciale da parte della Bielorussia è un’azione inaccettabile, una violazione delle regole internazionali sul traffico aereo. I passeggeri devono subito essere rilasciati“.

A intervenire anche la Nato che chiede un'inchiesta internazionale sul dirottamento: "Stiamo motiorando strettamente l'atterraggio forzato in Bielorussia di un aereo Ryanair in volo da Atene a Vilnius, e la notizia dell'arresto dell'oppositore Roman Protasevich", ha twittato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg-. "Questo è un incidente serio e pericoloso, che richiede un'inchiesta internazionale".

Dura nota di protesta anche dalla premier della Lituania, Ingrida Šimonytė, per il volo Atene-Vilnius intercettato: "Si tratta di un attacco senza precedenti contro la comunità internazionale: un aereo civile e i suoi passeggeri sono stati dirottati con la forza militare e un cittadino bielorusso è stato rapito, la cui vita e salute sono in pericolo. È ingiustificabile che normali viaggiatori internazionali siano stati tenuti in ostaggio dell'aggressione del regime". Per la premier, "questo è un atto di terrorismo di stato diretto contro la sicurezza dei cittadini dell'Unione Europea e di altri paesi, della società civile bielorussa che cerca asilo dalle persecuzioni del regime, così come dell'aviazione civile internazionale. La Lituania esigerà una risposta chiara e senza compromessi dalla comunità internazionale.

"Lo spazio aereo della Bielorussia non è sicuro per tutti. L'Unione Europea deve prendere misure efficaci per proteggere tutti gli individui, indipendentemente dalla loro nazionalità, che sono a rischio a causa delle azioni inadeguate del regime. Insieme ai partner internazionali, lavoreremo per chiudere lo spazio aereo della Bielorussia ai voli internazionali. Quello che è successo oggi è un attacco non solo alla Lituania; è un segnale per tutta l'Unione europea e le organizzazioni internazionali", ha sottolineato la premier.

Alexander Grigoryevich Lukashenko, Presidente della Bielorussia dal 1994, ha ordinato di persona (ha fatto sapere la presidenza bielorussa) il “dirottamento” del Boeing 737 della divisione polacca della compagnia aerea low cost Ryanair.

Non è un caso se gli operatori internazionali e i giornalisti chiamano Alexander Lukashenko l'ultimo dittatore d’Europa”. Il motivo è semplice: è in carica da ventisette anni, dalle elezioni del 1994.

Nato il 30 agosto del 1954, nella città di Kopys, Alexander Grigoryevich Lukashenko, ha servito l’esercito sovietico fino al 1982. Nel 1985 è stato eletto direttore di una “grande fattoria” dello Stato (in russo “sovchoz”), ovvero aziende agricole statali alla cui base era posto il modello della collettivizzazione delle terre e dei mezzi di produzione.

Nel 1990 viene eletto deputato del Soviet bielorusso e nel 1994, alle prime elezioni democratiche del Paese dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica, ottenne il 45% dei voti. Da quell’anno Alexander Lukashenko non ha mai lasciato la poltrona della Presidenza.

Fonti il giorno / affari Italiani Corriere della sera

 

Caos migranti a Ceuta, enclave spagnola in Marocco, per l'arrivo in massa di almeno 8.000 persone - tra cui adolescenti, donne e bambini - in meno di due giorni: la Spagna ha schierato l'esercito e ne ha già rimandato indietro la metà. Migranti come arma. Lo avevamo già visto nelle complicate relazioni fra Turchia e Grecia,. Accade, ora, fra Marocco e Spagna a Ceuta, con Rabat che leva il tappo e muove 8mila persone

La Spagna si è fatta cogliere alla sprovvista, Madrid è stata sorpresa nel versante che riteneva fino a questo momento più sicuro. La questione immigrazione si sta facendo, ora dopo ora, sempre più critica per le autorità del Paese iberico. Fino alla scorsa settimana erano i barconi approdati alle Canarie ad essere visti come principale problema, da lunedì invece è partito un vero e proprio assedio all’enclave di Ceuta. Si tratta di una delle due città spagnole, assieme a Melilla, in territorio marocchino. Una porta d'accesso terrestre all'Ue oramai da anni abituata a convivere con il fenomeno migratorio. Ma che da qualche mese appariva molto più tranquilla e che mai ha assistito a un'escalation come quella documentata nelle ultime 48 ore.

In poco meno di 48 ore nella città di Ceuta sono stati più di 8.000 i migranti che sono riusciti ad oltrepassare il confine. Si tratta di una frontiera terrestre tra Africa e Ue: Ceuta è infatti un enclave spagnola in territorio marocchino.

I migranti che scavalcano le recinzioni oppure aggirano via mare il confine, approdano a tutti gli effetti in territorio comunitario. Da mesi la situazione risultava tranquilla. Questo sia per il rafforzamento delle frontiere e sia perché la Spagna ha sempre attuato misure dure per prevenire l'immigrazione. Madrid ad esempio ha fatto più volte ricorso ai respingimenti, forte anche di una sentenza del tribunale di Strasburgo che nel settembre 2020 ha legittimato la polizia spagnola ad intervenire con questa misura.

La crisi di Ceuta non ha precedenti. Mai prima d'ora la Spagna aveva dovuto gestire un così alto numero di migranti arrivati tutti insieme in un territorio che non supera gli 85.000 abitanti dopo aver superato irregolarmente un confine di solito blindato soprattutto dal lato marocchino.

Ma a partire dalla notte tra sabato e domenica le guardie di frontiera di Rabat hanno smesso di pattugliare. E così sempre più persone sono riuscite a superare le barriere che dividono le spiagge di Ceuta da quelle marocchine. Lo hanno fatto in tutti i modi possibili: a nuoto, in canotto o arrampicandosi sulle scogliere che segnano il confine tra i due Paesi. Un giovane è morto prima di riuscire ad arrivare in territorio spagnolo.

Madrid ha risposto con un piano di emergenza: militari schierati nei punti critici, 200 tra poliziotti e agenti della Guardia Civil mandati in rinforzo ed espulsioni immediate. Circa la metà dei migranti in arrivo è già stata rimandata indietro, ha annunciato il governo spagnolo. "È una grave crisi per la Spagna e per l'Europa", ha dichiarato il premier Pedro Sánchez prima di volare personalmente a Ceuta per una visita d'urgenza insieme al ministro dell'Interno Fernando Grande-Marlaska, assicurando che il Paese avrebbe agito "con fermezza di fronte a qualsiasi sfida e circostanza".

L'atteggiamento delle autorità marocchine in realtà non ha colto tutti di sorpresa in Spagna: c'è chi sospetta che si tratti di una ritorsione di Rabat per la decisione di Madrid di consentire il ricovero in un ospedale iberico di Brahim Ghali, leader del Fronte Polisario, il movimento per l'indipendenza del Sahara Occidentale considerato nemico dal Marocco. Ufficialmente il governo Sánchez smentisce legami tra i fatti di Ceuta e il ricovero di Ghali. Ma la risposta marocchina è arrivata dall ambasciatrice di Rabat a Madrid, Karima Benyaich: "Ci sono atti che comportano delle conseguenze e bisogna accettarle", ha annunciato all'agenzia di stampa Europa Press prima di essere ricevuta a colloquio dalla ministra degli Esteri spagnola, Arancha González Laya. Poco dopo, l'ambasciatrice è stata richiamata in patria per consultazioni.

Il governo spagnolo di centrosinistra sta quindi provando ad evitare nuove ondate di migranti. E adesso c'è chi si chiede se è possibile attuare le stesse strategie anche in Italia: “La Spagna (con un governo di sinistra) schiera l'Esercito ai confini per bloccare gli ingressi illegali. Aspettiamo notizie dal Viminale”, ha scritto Matteo Salvini su Twitter nelle scorse ore.

Il segretario del carroccio già da giorni incalza il governo. Il primo maggio ha infatti scritto una lettera al presidente del consiglio Mario Draghi dove è stata ribadita la necessità di intervenire sul fronte immigrazione. In altre occasioni, come nei momenti immediatamente successivi alla sentenza che ha decretato la sua archiviazione nell'ambito del caso Gregoretti, ha rivendicato il suo operato quando era seduto al Viminale: “Gli sbarchi erano diminuiti – si legge in una delle sue dichiarazioni – Volere è potere”.

Da Bruxelles sono stati diversi gli interventi sulla crisi migratoria in corso. "L'Ue è solidale con Ceuta e la Spagna. Abbiamo bisogno di soluzioni europee comuni per gestire le migrazioni. Possiamo raggiungere questo obiettivo se raggiungiamo un accordo sul nuovo Patto sulla migrazione", ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

L'Europa non "si lascerà intimidire da nessuno" sul tema migranti. Lo ha detto il vice presidente della Commissione europea Margaritis Schinas intervistato dalla radio spagnola riferendosi alla vicenda di Ceuta. "L'Europa non sarà vittima di tattiche", ha aggiunto.

Come sottolinea il giornale, Il caso spagnolo potrebbe rappresentare un precedente, almeno secondo Salvini e buona parte del centrodestra: se a Madrid il governo socialista ha usato l'esercito, è l'idea che sta rimbalzando nelle stanze degli esponenti del carroccio, allora anche il governo Draghi può fare lo stesso.

Ad intervenire nel centrodestra scrive il giornale, è stata anche la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini: "La Sea Eye 4, nave tedesca, si sta dirigendo verso acque italiane con a bordo oltre 400 migranti soccorsi al largo della Libia, dopo che la richiesta di porto sicuro è stata respinta da Malta - si legge in una nota - La Commissione europea secondo il giornale,chiede ai Paesi membri di aiutare l'Italia con i ricollocamenti, ma la solidarietà sarà come sempre del tutto irrisoria. Salvare vite è un dovere inderogabile, ma il diritto del mare non può valere sempre e solo per noi. Dopo le migliaia di ingressi di ieri, il governo socialista spagnolo ha schierato l'esercito a Ceuta per respingere i migranti irregolari e ha già iniziato i rimpatri in Marocco con l’assenso dell'Europa e il silenzio della sinistra italiana. Ciò che vale per la Spagna deve valere anche per noi: non è con l’accoglienza indiscriminata che si ferma il traffico di esseri umani: bisogna fermare le partenze, dal Marocco come dalla Libia e dalla Tunisia".

Intanto sono già 4.800 i migranti già rimandati in Marocco dall'enclave spagnola di Ceuta dei circa 8.000 che sono riusciti a entrare irregolarmente tra lunedì e martedì. Dopo due giorni di estrema tensione sulla frontiera tra il Marocco e l'enclave spagnola di Ceuta, la situazione ora appare più tranquilla: la polizia marocchina ha intensificato nelle ultime ore le operazioni di contenimento dei tentativi di entrata in territorio spagnolo da parte di migranti. Molti però sembrano ancora disposti a provarci, secondo i racconti dal posto.

L'Europa, in tutto questo, ha indubbiamente mostrato il suo lato peggiore. Prima ha lasciato i Paesi balcanici, dalla Grecia all'Ungheria, in balia del fiume umano proveniente dal Medio Oriente e con la condanna a qualsiasi forma di muro. Poi, una volta che quel milione di profughi arrivò in Germania, a Bruxelles si accorsero del problema chiedendo l'aiuto della Turchia. Erdogan, leader criticato continuamente dai suoi omologhi europei ed escluso dal consesso Ue, si è così visto arrivare gli europei con miliardi in tasca e un disperato bisogno di aiuto, rendendo il suo impegno militare in Siria e l'arrivo dei profughi un'assicurazione sui rapporti con con il Vecchio Continente ma anche la Turchia possedere sul proprio suolo centinaia di migliaia di persone, sia come sforzo economico che come rischio sociale, rendendo tra l'altro la vita di queste milioni di persone un problema e un’arma a seconda dei punti di vista.  

 

Fonti : il giornale / ansa 

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