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Negli anni '70 era un capellone di sinistra: gli scatti dell'epoca sono molto lontani dal sessantatreenne sobrio e calvo di oggi. Ma Olaf Scholz, candidato dell'Spd a un passo dalla cancelleria, ha lo stesso sguardo felino del ragazzo di allora.

Il voto in Germania: il partito socialdemocratico Spd ha vinto le elezioni parlamentari, segnando la fine dell'era Merkel, con il 25,7% dei voti, leggermente davanti ai conservatori, secondo un conteggio ufficiale provvisorio annunciato stamattina dalla Commissione elettorale federale. Il campo conservatore Cdu-Csu ha ottenuto il 24,1% dei voti, il peggior risultato della sua storia, mentre i Verdi sono arrivati al terzo posto con il 14,8%, seguiti dal partito liberale Fdp con l'11,5%.

Dopo 16 anni di stabilità merkeliana, il voto per il rinnovo del Bundestag non ha avuto vincitori netti ma solo un perdente, la Cdu-Csu della cancelliera uscente, consegnando la politica tedesca a una fase di grande incertezza, proprio in un Paese che considera l'instabilità il peggiore dei mali.

"Cdu e Csu non hanno soltanto perduto molti voti, ma hanno anche avuto il messaggio dagli elettori che adesso non potranno più stare al governo, ma dovranno andare all'opposizione", ha detto Olaf Scholz a Berlino, in uno statement alla sede della Spd dopo la vittoria. "Gli elettori hanno espresso la loro volontà in modo molto chiaro: hanno rafforzato Spd, Verdi e Liberali. E questi tre devono guidare il nuovo governo". "Si vede qui un Spd molto felice! Due vincitrici e un vincitore", ha detto ancora Olaf Scholz, al fianco di Franziska Giffey, che ha vinto le elezioni a Berlino e sarà la prima sindaca della capitale, e al fianco della ministra presidente uscente Manuela Schwesig, che ha trionfato nel Land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore.

"Una coalizione social-ecologica-liberale ha saldi presupposti nella storia. Ed è quello che dovremo fare", ha detto ancora Scholz, dopo l'incontro col direttivo. Scholz ha ricordato "la coalizione social-liberale di successo" che ha governato il paese dal 1969 fino al 1982 e la stagione di governo con i verdi che tutti ricordano.

Agli errori nella lotta al Covid è legata in parte la frenata dell'economia. Pochi giorni fa l'istituto Ifo ha abbassato dal 3,3% al 2,5% le previsioni di crescita per il 2021. Il tasso di disoccupazione è previsto in calo dal 5,6% al 5,1% ma le diseguaglianze economiche continuano a crescere e, se il settore dei servizi appare in decisa ripresa, l'industria manifatturiera, cuore dell'economia teutonica, è stretta nella morsa di colli di bottiglia (in primis la scarsità di chip e altri beni intermedi) che inizieranno a pesare presto: nel 2023 il Pil è atteso dall'Ifo in crescita di appena l'1,5% dopo il rimbalzo del 5,1% previsto per il 2022.

Se la locomotiva tedesca perde slancio è anche per la politica dello "schwarze null", del deficit zero, portata avanti dalla Cdu, che non ha consentito gli investimenti in infrastrutture, dall'alta velocità alla banda larga, della quale la Germania ha così bisogno. Cosa significhi tenere così stretti i cordoni della borsa è apparso chiaro con le devastanti alluvioni dello scorso luglio, quando le linee di comunicazioni andarono in tilt, complicando i soccorsi. Una tragedia dove si consumò una delle tante gaffe che hanno azzoppato Armin Laschet, il candidato cancelliere della Cdu/Csu, sorpreso a ridere e scherzare durante una cerimonia in memoria per le vittime.

Secondo i risultati provvisori della commissione elettorale tedesca, l'Spd ha ottenuto il 25,7% dei voti e il blocco conservatore Cdu/Csu è secondo con il 24,1% dei consensi, il risultato più basso di sempre. Seguono i Verdi con il 14,8%, un risultato in netta crescita rispetto a quello del 2017 anche se inferiore alle speranze di qualche mese fa, seguiti dai liberali di Fdp con l'11,5% mentre la formazione populista di estrema destra, pur essendo il primo partito in due laender dell'Est, a livello nazionale si ferma al 10,3% e la Linke, al 4,9%, riesce comunque a entrare al Bundestag grazie a una norma che avvantaggia la vittoria in diversi collegi uninominali.

 

Scholz ha detto ieri sera di voler arrivare a un governo "prima di Natale"; in ogni caso Angela Merkel non potrà lasciare tanto presto il suo posto di cancelliera, e potrebbe quindi superare il record di Helmut Kohl. Succederà se il nuovo esecutivo tedesco non sarà pronto prima del 17 dicembre.

A fare da "king maker", un'espressione molto utilizzata dalla stampa tedesca di questa mattina, saranno il terzo e quarto partito per voti ottenuti, ovvero i Verdi e i liberali di Fdp. La maggior parte delle ipotetiche combinazioni previste per la coalizione di governo, li vede entrambi protagonisti, nonostante le nette differenze di programma. Proprio queste due formazioni sono state le prime, poco dopo la chiusura dei seggi, a lanciare le grandi manovre in vista delle trattative per la formazione del nuovo governo tedesco.

 Davanti a milioni di spettatori durante il dibattito tra gli 'Spitzenkandidaten' dei partiti andato in onda sull'emittente Zdf, il cosiddetto Elefantenrunde, il capo dei liberali Christian Lindner, ha lanciato per primo il sasso nello stagno, sottolineando quanto sia "auspicabile che i partiti che avevano lottato contro lo status quo per prima cosa parlino assieme". Chiaro il riferimento ai Verdi, e la risposta di Annalena Baerbock, è coerente: "E' più che sensato che partiti anche distanti parlino tra di loro in diverse costellazioni", afferma con un ampio sorriso, aggiungendo che "non si tratta di individuare il minimo comun denominatore, ma di porre le basi per costruire il futuro".

Anche il co-leader dei Verdi, Robert Habeck ha successivamente confermato che, vista la difficoltà delle trattative per mettere in piedi una coalizione a tre, "sara' d'aiuto che parlino assieme forse politiche anche lontane tra loro per vedere se sia possibile costruire ponti e trovare progetti comuni".

 Per la prima volta i partiti che formeranno la coalizione di governo saranno più di due: questo rischia di allungare e complicare le trattative, che potrebbero durare mesi. Per arrivare a compilare il programma di 175 pagine sulla base del quale ha governato l'ultima "grosse koalition" guidata da Angela Merkel, nel 2017 ci vollero oltre 5 mesi: dalle elezioni del 24 settembre, si arrivò a un governo solo a metà del marzo successivo.

fonti varie agenzie agi e ansa

Una prima lunga standing ovation, di oltre un minuto, per il premier Mario Draghi appena il presidente di Confindustria Carlo Bonomi lo cita durante l'intervento all'Assemblea degli imprenditori. E poi di nuovo altri caldi applausi durante l'intervento che dedica al premier un lungo endorsement. Il presidente del consiglio è seduto in prima fila, accenna un sorriso e saluta con il capo gli oltre mille imprenditori assiepati nel Palazzetto dello Sport nel quartiere Eur a Roma.

E questo e il discorso del Presidente Draghi :
 
L’Italia vive oggi un periodo di forte ripresa – migliore di quello che avevamo immaginato solo qualche mese fa.
Le previsioni del Governo, che presenteremo tra pochi giorni, stimano una crescita intorno al 6% per quest’anno – a fronte del 4,5% ipotizzato in primavera.
La produzione industriale ha superato a luglio il valore registrato prima dell’inizio della pandemia.
Le esportazioni nel secondo trimestre di quest’anno sono state del 4,8% più alte che nello stesso periodo del 2019, prima della crisi sanitaria.
L’indice di fiducia delle imprese negli ultimi due mesi è il più alto dal 2005, quando sono iniziate le rilevazioni.
 
Al rafforzamento dell’economia si accompagna un miglioramento dell’occupazione.
A luglio il numero di occupati è cresciuto di 440 mila unità rispetto a un anno prima, e c'erano 170 mila disoccupati e 484 mila inattivi in meno.
Il mercato del lavoro è ripartito, ma ci sono ancora aspetti che destano preoccupazione.
Tra i dipendenti, tre quarti dei nuovi occupati hanno ricevuto un contratto a tempo determinato.
Nel 2020, più di due milioni di famiglie erano in condizione di povertà assoluta.
 
La crescita che abbiamo davanti è un rimbalzo, legato alla forte caduta del prodotto interno lordo registrata l'anno scorso.
Nel 2020, l’economia italiana si è contratta dell’8,9%, una delle recessioni più profonde d'Europa
Era dunque inevitabile che alla riapertura si accompagnasse una forte accelerazione dell’attività.
La sfida per il Governo - e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali – è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile.
Dobbiamo evitare i rischi congiunturali che si nascondono dietro questo momento positivo;
preservare buone relazioni industriali, perché assicurino equità e pace sociale;
e accelerare con il nostro programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo dell'economia italiana.
 
Per assicurare la sostenibilità della ripresa dobbiamo prima di tutto impedire che ci siano altre significative ondate di contagio.
Il governo sta agendo con la massima determinazione per evitare nuove chiusure.
Voglio quindi ringraziare ancora una volta gli italiani per la convinzione con cui hanno aderito alla campagna vaccinale,e le imprese per l'impegno dimostrato nel cooperare alla sua organizzazione.
A oggi, oltre 41 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale, quasi il 77% della popolazione con più di 12 anni.
E siamo vicini a raggiungere e poi superare l'obiettivo che c'eravamo posti, ovvero immunizzare entro fine settembrel’80% della popolazione vaccinabile.
 
La “variante Delta”, molto più contagiosa del ceppo originario del virus, ci obbliga però a raggiungere tassi di vaccinazione ancora maggiori.
Anche per questo motivo abbiamo prima introdotto e poi allargato l’uso del cosiddetto “green pass”.
Il “green pass” è uno strumento di libertà e sicurezza, per difendere i cittadini e i lavoratori e tenere aperte le scuole e le attività economiche.
Voglio ringraziare Confindustria che ha da subito lavorato insieme al governo e ai sindacati per trovare un accordo sull'estensione del “green pass” ai luoghi di lavoro.
Se riusciremo a tenere sotto controllo la curva del contagio, potremo allentare ulteriormente le restrizioni che sono ancora in vigore – ad esempio nei luoghi di lavoro, nei cinema, nei teatri, negli stadi e negli altri spazi di sport e cultura.
 
L’altra incognita su cui dobbiamo vigilare riguarda l'aumento dei prezzi e la difficoltà nelle forniture in alcuni settori.
L’economia globale attraversa una fase di aumento dei prezzi, che riguarda anche i prodotti alimentari, i noli e tocca tutte le fasi del processo produttivo.
Non sappiamo ancora se questa ripresa dell’inflazione sia transitoria o permanente.
Se dovesse rivelarsi duratura, sarà particolarmente importante incrementare il tasso di crescita della produttività, per evitare il rischio di perdita di competitività internazionale.
Per le imprese sono particolarmente importanti i rincari sui materiali da costruzione, sul gas e sull'energia, e i problemi di approvvigionamento dei semiconduttori.
Il Governo è impegnato a trovare soluzioni immediate a questi problemi, e a disegnare strategie di lungo periodo per ridurre le nostre vulnerabilità.
 
Per quanto riguarda il prezzo delle materie prime, esso è in parte temporaneo perché legato alla forte ripresa dell’economia globale.
Già quest'estate abbiamo approvato un intervento per arginare i rincari e per aiutare le imprese di costruzione impegnate in opere pubbliche.
Anche l'aumento del prezzo del gas e dell'elettricità è legato a fenomeni in parte transitori.
In assenza di un intervento del governo, nel prossimo trimestre il prezzo dell'elettricità potrebbe salire del 40%, e quello del gas del 30%.
Per questo abbiamo deciso di eliminare per l'ultimo trimestre dell'anno gli oneri di sistema del gas per tutti, e quelli dell'elettricità per le famiglie e le piccole imprese.
Potenziamo il bonus luce e gas per proteggere soprattutto le fasce meno abbienti.
Si tratta complessivamente di un intervento di oltre 3 miliardi, che fa seguito a quello da 1,2 miliardi avvenuto a giugno.
E che ha una forte valenza sociale, per aiutare in particolare i più poveri e i più fragili.
A queste misure deve seguire un'azione, anche a livello europeo, per diversificare le forniture di energia e rafforzare il potere contrattuale dei Paesi acquirenti.
 
Dalla fine del 2020, la domanda di semiconduttori supera la capacità produttiva mondiale.
L'aumento delle vendite di elettronica e la crescente incidenza di queste componenti nell’industria automobilistica hanno provocato gravi carenze che non sono destinate a attenuarsi.
L'importanza dei semiconduttori aumenterà infatti con la digitalizzazione e la mobilità elettrica.
Il governo ha in programma importanti investimenti nella filiera microelettronica.
Proprio questo mese, il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione fondi alle imprese del settore per oltre 700 milioni, a cui si aggiungono quelli del PNRR.  
Siamo impegnati a sostenere la ricerca e ad attrarre investimenti sul settore, perché le innovazioni sui semiconduttori possano provenire anche dall'Italia e dall'Europa.
 
L'Italia si sta rimettendo in piedi dopo una crisi profonda.
Questa fase richiede una politica di bilancio equilibrata ed efficace.
Le conseguenze dello shock economico causato dalla pandemia, a partire dall’aumento dell’indebitamento privato, richiedono tempo per essere assorbite.
Misure straordinarie come la moratoria sul credito bancario hanno nascosto vulnerabilità del nostro sistema economico che sono destinate a riemergere nel tempo
La fiducia di famiglie e imprese è elevata ma fragile.
La priorità deve essere quella di preservare la loro capacità di spesa e la loro volontà di investire.
 
Se guardiamo oltre l’orizzonte congiunturale, il nostro obiettivo deve essere migliorare in modo significativo il tasso di crescita di lungo periodo dell'Italia.
Nel 2019, il nostro reddito pro capite era fermo al livello di venti anni prima.
Nello stesso periodo, la produttività totale dei fattori è diminuita di più del 4%, mentre in Germania è aumentata di oltre il 10% e in Francia di quasi il 7%.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato dalla Commissione Europea a giugno, include le riforme e gli investimenti necessari per colmare questo divario.
Vogliamo favorire l’innovazione, la transizione ambientale e quella digitale.
E portare l'Italia su un percorso di crescita inclusiva, che migliori la mobilità sociale e consenta la piena realizzazione professionale dei giovani e delle donne, soprattutto al Sud.
 
La transizione ecologica non è una scelta ma una necessità.
I cambiamenti climatici hanno già gravi conseguenze sulle nostre vite, il nostro pianeta e le nostre economie.
Se non interveniamo subito, i loro effetti rischiano di peggiorare e diventare irreversibili.
Dobbiamo prendere misure ambiziose per ridurre le emissioni e contenere l'aumento della temperatura.
Ma dobbiamo tenere conto della capacità di riconversione delle nostre strutture produttive.
Lo Stato deve fare la sua parte nell’aiutare cittadini e imprese a sostenere i costi di questa trasformazione
E prestare particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione.
Gli investimenti del PNRR riguardano l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, l’idrogeno.
Investiamo nello sviluppo di capacità industriali, per esempio nei pannelli solari e nelle batterie, per ridurre la dipendenza dai produttori stranieri.
E miglioriamo l'efficienza del nostro sistema di autorizzazioni, che non può impedire la realizzazione degli ambiziosi obiettivi sulle energie rinnovabili.  
 
La transizione digitale è l'altra grande sfida che il nostro Paese ha davanti.
Intendiamo migliorare la vita di cittadini e imprese e dotare soprattutto i giovani delle capacità necessarie per essere pronti per i lavori di domani.
Sul fronte delle infrastrutture, abbiamo concluso la consultazione pubblica sulla banda larga, che darà avvio al processo di cablatura del paese.
Attendiamo di ricevere le prime proposte di partnership per la creazione del Polo Strategico Nazionale, il cloud sicuro per la pubblica amministrazione.
In entrambe le iniziative il contributo dei privati sarà importante.
 
Un Sud più forte e meglio connesso con il resto del Paese è nell'interesse dell'Italia e dell'Europa.
Le nostre politiche per il Mezzogiorno intendono superare le disparità che condannano milioni di cittadini a servizi pubblici inadeguati, e a godere di minori opportunità di crescita e affermazione professionale.
Gli investimenti infrastrutturali del PNRR destinano almeno il 40% delle risorse al Sud.
Particolare attenzione sarà dedicata alle aree interne.
La riforma delle Zone Economiche Speciali vuole renderle realmente attrattive per gli investimenti nazionali e internazionali, grazie a procedure semplificate e agevolazioni fiscali.
Gli importanti investimenti nei porti e nello sviluppo dell'economia del mare vogliono riportare di nuovo l'Italia al centro dei traffici marittimi intercontinentali.
 
Negli scorsi mesi abbiamo preso altri importanti provvedimenti per l'attuazione di tutto il PNRR.
Abbiamo creato la struttura per la gestione e il monitoraggio del Piano e approvato importanti semplificazioni del sistema normativo e degli appalti.
Abbiamo migliorato la gestione delle risorse umane della pubblica amministrazione e i processi di reclutamento e stabilito nuove regole per la mobilità nella PA.
Abbiamo portato avanti la riforma della giustizia penale, per accorciare i tempi dei processi, e lo stesso stiamo facendo ora per quella civile.
 
Nel Consiglio dei Ministri di oggi presenteremo il quadro del monitoraggio degli interventi del PNRR previsti per l'ultimo trimestre del 2021.
Dobbiamo mantenere la stessa ambizione e la stessa determinazione che abbiamo avuto negli scorsi mesi, soprattutto per quanto riguarda l’agenda di riforme.
In particolare, nel mese di ottobre, intendiamo approvare un provvedimento che dia impulso alla concorrenza.
A voi imprese chiedo di appoggiare con convinzione.
Il rafforzamento dell'economia passa attraverso l’apertura dei mercati e non la difesa delle rendite.
Intendiamo inoltre attuare in legge di bilancio la razionalizzazione e il potenziamento degli ammortizzatori sociali.
Vogliamo rafforzare gli strumenti di integrazione salariale per tutelare meglio chi perde il lavoro.
E avviare una riforma delle politiche attive del lavoro, per agevolare il reinserimento di chi è disoccupato o cassaintegrato con più efficacia di quanto non succeda oggi.
 
Il PNRR rappresenta un progetto decisivo per il futuro del nostro Paese.
Dobbiamo assicurarci che i soldi stanziati per gli investimenti siano spesi bene, con onestà, senza infiltrazioni criminali;
evitare i ritardi che hanno spesso rallentato o impedito l'uso dei fondi europei in Italia;
cogliere l'opportunità per sciogliere i nodi strutturali che legano da anni il nostro Paese;
e accompagnare le imprese in questa transizione, attraverso le riforme e gli investimenti.
Ne va del nostro benessere economico, e della nostra credibilità di fronte agli italiani e all'Europa.
 
Un governo che cerca di non far danni è molto, ma non basta per affrontare le sfide dei prossimi anni, in primis le tensioni geopolitiche, il protezionismo, ma anche il probabile mutare delle condizioni finanziarie, il graduale affievolirsi degli stimoli di bilancio.
È quando l'intero quadro di riferimento politico, economico e sociale cambia che più occorre essere uniti per non aggiungere incertezza interna a quella esterna.
Le buone relazioni industriali sono il pilastro di questa unità produttiva.
Il Governo da parte sua non ha intenzione di aumentare le tasse.
In questo momento i soldi si danno e non si prendono.
 
Ho avuto modo di ricordare che riacquistare il “gusto del futuro” è essenziale perché l'Italia torni alla crescita, alla prosperità, al rispetto dell’ambiente visto come opportunità, non come vincolo.
Le nostre imprese, voi, avete raccolto il messaggio e oggi abbiamo uno dei tassi di crescita più elevati dell'UE.
Il nostro compito, il compito del Governo, è far sì che il gusto del futuro continui a restare nelle vostre scelte di imprenditori.

La mia presenza oggi è un ringraziamento a tutte le imprese e ai loro lavoratori.
Per la vostra capacità di reagire e innovare, in anni molto difficili per la nostra società.
Lavoro, anche duro, investimenti e spazio ai giovani e alle donne.
Insieme ai vostri dipendenti, avete fatto la vostra parte.
Ma oggi vi chiedo di fare di più.
Ve lo chiedo pur essendo consapevole che la storia dell'imprenditoria italiana è già ricca di pagine nelle quali la responsabilità nazionale ha prevalso sugli interessi aziendali, familiari e di settore.
Vorrei che la pagina che state scrivendo oggi con il vostro impegno fosse ricordata come un momento storico.
Vorrei che oggi tutti noi condividessimo una prospettiva di sviluppo a beneficio anche dei più deboli e delle prossime generazioni.
Nessuno può chiamarsi fuori.
Sono certo, conoscendo le virtù dell’impresa, che sarà una pagina di cui l'Italia andrà fiera.

Confindustria si augura che il premier Mario Draghi "continui a lungo nella sua attuale esperienza" e avverte: prosegua "senza che i partiti attendono alla coesione del Governo pensando alle prossime amministrative con veti e manovre in vista della scelta da fare per il Quirinale". Il presidente Carlo Bonomi dedica ampio spazio della sua relazione all'assemblea annuale degli industriali alla figura di Draghi, uno degli "uomini della necessità", diverso dagli "uomini della provvidenza" come chi ha dato vita a "un regime ventennale di oppressione" e dagli "uomini del possibile", quelli del "calcio alla lattina", del "rinvio esterno". Le riforme bisogna farle adesso. Basta rinvii, basta giochetti, basta veti. Davvero basta", avverte il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, esprimendo la "preoccupazione" per il cronoprogramma per le riforme legate al Pnrr che "rischia di slittare". Per gli industriali "è una strada profondamente sbagliata quella del gioco a risiko delle bandierine del consenso effimero". Confindustria "si opporrà a tutti coloro che vorranno intralciare il processo delle riforme"; " A chi flirta con i no vax invece di pensare alla sicurezza di cittadini e lavoratori, come a chi pensa che questo Governo è a tempo".

 

 

 

"Nessun paese in Europa ha applicato la regola delle 3G in modo così rigoroso come il governo Draghi. Ed è un successo: sempre più italiani si vaccinano". "Se si guarda la campagna vaccinale italiana - prosegue - si notano alcuni balzi in avanti. Per capirne l'origine è sufficiente guardare al governo dell'ex presidente della Bce, Mario Draghi. Ogni volta che introduce un'ulteriore misura sul cosiddetto Green Pass, molti italiani si decidono e si vaccinano".

"Draghi dice ai no-vax e a coloro che rifiutano la vaccinazione - si legge ancora - che stanno mettendo loro stessi e gli altri in condizione di essere infettati e di morire. Il dibattito pubblico e le dispute nell'ampia coalizione di governo che lo sostiene sui possibili svantaggi della vaccinazione o sulle restrizioni alle libertà civili associate al Green Pass vengono stroncati sul nascere dalla forte leadership e dallo stile comunicativo di Draghi".

Mario Draghi gode di un ampio sostegno tra la popolazione italiana per la sua politica di contrasto alla pandemia e per il suo modo di governare. Inoltre sta ricevendo elogi dai partner europei per il suo coraggioso giro d vite. Il virologo americano Anthony Fauci ha recentemente lodato l'Italia definendola "un modello per tutto il mondo" per la coraggiosa lotta contro la pandemia attraverso la vaccinazione e il Green Pass". A scriverlo è la Faz, Frankfurter Allgemeine Zeitung, in un articolo pubblicato oggi.

"Siamo a 41 milioni di italiani vaccinati, siamo a circa il 76% di over 12. Aspettiamo l'ok del Cts per la terza dose a sanitari, over 80 e ospiti delle Rsa. A chi è diffidente sul vaccino, dico: informatevi, nessuno vuole obbligare", ha detto il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all'emergenza, si esprime così durante la visita all'hub vaccinale di Villorba, in Veneto. 

"Abbiamo visto un incremento delle prenotazioni di vaccino, vedremo se questo trend si consolida. Mi sento di fare un appello a chi è un po’ diffidente e attende: informatevi, chiedete a medici e infermieri, a chi negli ospedali vede la sofferenza per il covid. Abbiamo avuto oltre 130mila morti per covid e ci sono persone che portano i segni del long covid, ho amici che fanno una rampa di scale e hanno il fiatone. Vi dico di informarvi e di fare una libera scelta, nessuno vuole obbligare", ha aggiunto Figliuolo. "Tutti gli strumenti di democrazia vanno bene. Io sono per la Costituzione", risponde ai giornalisti che chiedono un parere sull'ipotizzato referendum popolare contro il Green Pass obbligatorio.

"E' bene che ognuno si informi. Vaccinarsi è un dovere civico e morale, come dice il presidente Mattarella. Dobbiamo mettere in salvo chi è attorno a noi, non si può essere egoisti. In questo, i nostri giovani ci hanno dato una grande lezione: nella fascia 20-29 anni in pochissimo tempo abbiamo avuto il maggior numero di adesioni, i giovani sono corsi in massa a vaccinarsi", prosegue. "Oggi partono le terze dosi in tutta Italia, parliamo di dosi aggiuntive per i cosiddetti immunocompromessi, persone con un sistema immunitario compromesso", evidenzia.

Intanto "L'arrivo dei fondi del Next generation Eu è una grande sfida per tutti i Paesi europei e in particolare per l'Italia. La credibilità delle nostre istituzioni ed il futuro della nostra economia dipendono dalla capacità di spendere bene e con onestà questi fondi e l'Italia è determinata a prevenire e reprimere qualsiasi tentativo di frodi e infiltrazioni criminale a tutela dei cittadini, delle imprese e dell'Ue". Lo scrive il premier Mario Draghi in un messaggio inviato al Law Enforcement Forum, appuntamento promosso a Roma dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza insieme ad Europol.

"La condivisione delle esperienze e delle conoscenze - rimarca il presidente del Consiglio - è essenziale per facilitare un'azione efficace monitoraggio e prevenzione dei rischi. Il Gruppo di lavoro per il Covid 19 offre un ottimo esempio di collaborazione a livello europeo: il suo obiettivo era quello di monitorare i rischi che le restrizioni sanitarie determinate dalla pandemia e, in particolare, la chiusura prolungata di molte attività, ponevano per l'economia legale. L'azione del Gruppo ha permesso di arginare rischi di infiltrazioni durante l'emergenza e sono sicuro che questa esperienza sarà molto utile".

Fonti  : AdnKronos/ varie agenzie

 

 

 

 

 

Rino Gaetano e Alan Sorrenti. I ricchi e poveri e l'intrattenimento pre comizio affidato a gruppi di danza sportiva in stile flamenco (rivisitato). I militanti di Fratelli d’Italia, 10 mila per gli organizzatori, si sono riuniti sabato pomeriggio (rigorosamente seduti nel rispetto delle misure anti Covid) in piazza del Popolo a Roma per la manifestazione elettorale «L’Italia del riscatto», organizzata dalla leader, Giorgia Meloni, insieme con il candidato sindaco alle elezioni comunali, Enrico Michetti. Sulle sedie, le bandiere di partito miste al tricolore. Bianchi rossi e verdi anche i palloncini che si innalzano tra le chiese gemelle e il nastro che delimita i settori dell’invaso progettato dal Valadier, blindatissimo

La leader di FdI, Giorgia Meloni, sottolinea il corriere della sera nel punto stampa prima di salire sul palco ha elogiato le qualità di Michetti, che nel frattempo ripassava il discorso camminando avanti e indietro in posizione defilata rispetto ai maggiorenni del partito: «Per governare Roma non basta una visione, ma serve qualcuno che sia in grado di realizzarla. Michetti ha le capacità per guidare una macchina complessa, è cavaliere al merito della Repubblica e consulente di molti Comuni italiani, sa dove mettere le mani». Riguardo al fatto che «il tribuno» continui a sottrarsi ai confronti con gli avversari, Meloni ha replicato: «Capisco che Raggi, Gualtieri e Calenda vorrebbero che Michetti si chiudesse con loro in una stanza tre ore al giorno, ne hanno tutto l’interesse, ma la sua priorità è il dialogo con i cittadini». Poi, dal palco, ha arringato la platea rilanciando la centralità di Roma: «È una capitale ma anche un capitale per l’Italia intera, che però sembra non rendersene conto. Dovrebbe essere una città ricca, il fiore all’occhiello del Paese, invece è stata saccheggiata e derisa dai competitor stranieri».

“Il governo italiano scrive la Gazzetta Tricolore si assume la responsabilità di essere l’unico governo europeo a introdurre l’obbligo di green pass per lavorare, anche in contrasto con quanto stabilito nella versione europea del green pass che vieta espressamente qualsiasi forma di discriminazione tra cittadini vaccinati e non. Una scelta così drastica che di fatto introduce l’obbligo vaccinale senza avere il coraggio di metterci la faccia. E che dovrebbe quantomeno essere accompagnata dalla dichiarazione chiara del governo che, a seguito di una tale misura, in ogni caso, non ci saranno più chiusure e restrizioni”.Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

Ed ecco la stoccata come scrive il Corriere,lanciata dalla leader di FdI agli avversari politici: «Quando si spegneranno i riflettori della campagna elettorale gli altri torneranno a fregarsene di questa città. Roma è invasa dai rifiuti. Fra cinghiali e topi Raggi invece del sindaco ha fatto lo zoologo, può fare il direttore del Bioparco. Raggi disse che Roma non meritava di ospitare l'Olimpiade perché c’era troppa corruzione. Ha invitato i Manekin in Campidoglio per farsi lo spot elettorale, ma ha detto no alla prossima edizione dell'Eurovision Song Contest perché non ha impianti. Per fortuna non si può spostare il Vaticano, altrimenti perderemmo il Giubileo del 2025... FdI chiese a Gualtieri che nel Pnnr ci fossero fondi per Roma, ma nel governo Conte due non c’era un euro. Di Calenda c’è poco da dire, prima che scendesse in campo insultava i tifosi della Lazio e diceva: “Se mi candidassi sarei un cialtrone”. Io sono una donna, una madre, sono cristiana e sono orgogliosamente romana». Riferendosi alla questione delle case e degli spazi occupati, dove «Gualtieri è andato a fare il confronto per le primarie di centrosinistra», come primo atto della sua giunta ha chiesto a Michetti «di sanare questo schifo».

“Rimango francamente basita dal fatto che praticamente nessun quotidiano abbia deciso di pubblicare sulle pagine nazionali una foto di Piazza del Popolo gremita, ieri a Roma, per Fratelli d'Italia. Chiunque altro avesse radunato così tanta gente in questo tempo difficile avrebbe visto riconosciuto lo spazio che meritava nelle notizie del giorno. Noi no. Dobbiamo fare veramente molta paura. Poco male. Grazie alle migliaia di persone che ieri hanno colorato una piazza enorme per sostenerci nelle nostre battaglie!”, ha scritto in un post sul proprio profilo Facebook Giorgia Meloni.

Dunque, sottolinea il giornale il Tempo,una giornata che guarda anche oltre la sfida per il Campidoglio, abbracciando dei temi nazionali. Ieri è stata un'altra giornata di incontri per Enrico Michetti tra cui, in mattinata, il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni e la Presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello. «Abbiamo parlato dei problemi della città e delle loro possibili soluzioni. La Comunità ebraica rappresenta una risorsa per la Capitale in termini di valori, di cultura, di storia», ha detto l'avvocato, sottolineando «la necessità di un dialogo costante e proficuo tra l'amministrazione comunale e le Comunità ebraica nel rispetto reciproco e nella collaborazione massima per il bene della città e della sua comunità tutta».

Lidia Maria Grazia Catena candidata al Consiglio  Comunale con Fratelli d'Italia per Michetti sindaco, ha lasciato un intervista in esclusiva per il Corriere del Sud esponendo il suo pensiero politico ed elettorale .  

La sovranità appartiene al popolo e il popolo intende  esercitarla in tutte le forme previste dalla Costituzione per far valere i propri diritti democratici. Ciò indica con chiarezza la volontà del popolo romano di basare il proprio mandato  elettorale su competenza, trasparenza e legalità.  

Fratelli d'Italia e il suo Presidente Giorgia Meloni da  sempre sono impegnati a operare, tra l'altro, per il bene  comune, per la sicurezza e per la gestione imparziale della res  pubblica, ascoltando le esigenze del popolo, concretizzando in provvedimenti atti ad intercettare le pulsioni e le necessità.

I romani vogliono legittimare il potere politico e lo vogliono  fare bene, chiedono di essere protagonisti del proprio  cambiamento e determinare, con metodo democratico, la  politica territoriale, cercando una relazione identitaria con i  propri rappresentanti. Il mio impegno come candidata  all'Assemblea capitolina per Fratelli d’Italia nasce proprio da  questi presupposti, cardini imprescindibili su cui fondare una  relazione con il proprio elettorato.

Personalmente non condivido che la tecnica comunicativa  per la formazione del consenso sia quella pubblicitaria, fondata  sullo spot o sul motto di spirito quale tecnica di captazione  dell’adesione emozionale alla raffigurazione di una specifica  necessità, in luogo della condivisione intima di una visione  collettiva.  

Mi sono sempre battuta sulla necessità di cogliere in  maniera acritica le esigenze del popolo e i propri impulsi,

focalizzando il mio operato a recuperare in primis il consenso  dei non determinati e degli insoddisfatti per poi concentrarmi sulla responsabilità di soddisfare le esigenze e i bisogni dei  cittadini.

Roma ha bisogno di un cambio di direzione, di una politica più  attenta e responsabile nel definire e risolvere aspetti ambientali  legati alla gestione dei rifiuti, ai parchi e alle aree verdi, al  traffico e ai cantieri.

I servizi poi devono essere più efficienti e regolari, molto  più attagliati alle esigenze reali del cittadino, incrementando gli  autobus eco-sostenibili, aumentando le carrozze delle linee  metro, migliorando la viabilità nonché la manutenzione del  manto stradale. Occorre senza dubbio riformare la burocrazia  in termini di tempo e procedure, snellendo processi e modalità  di approvvigionamento. Sarà opportuno incentivare il  volontariato, adeguare i mezzi di trasporto, eliminare le  barriere architettoniche, riqualificare la figura del disability  manager nonché riconoscere l’importanza della figura del caregiver, per fornire una più adeguata assistenza ai disabili.  Assistere gli anziani e i bisognosi, costretti a vivere in  condizioni economiche e sociali critiche e precarie. Ancora,  sostenere i piccoli imprenditori e gli artigiani con misure  concrete ed efficaci per mantenere e sviluppare le proprie  attività lavorative, supportare gli ambulanti che chiedono  legittimamente il riconoscimento e la difesa del proprio diritto al  lavoro.

Il Turismo, importante indotto per le attività commerciali,  deve essere valorizzato e concepito come un insieme di risorse  essenziali per far uscire la città da una crisi ormai insostenibile  basata su malaffare e corruzione. In tale situazione è  necessario rivedere ogni sistema atto ad assicurare la  sicurezza del cittadino in tutte le sue forme, a gestire  l’accoglienza degli immigrati in maniera più efficiente, a  garantire la trasparenza e la legalità negli atti amministrativi.

Ricordo che l’eletto trae la propria legittimazione, all’atto  dell’investitura, direttamente dal popolo e a esso non può che  ricondurre ogni propria funzione, essendo tenuto a realizzarne  quel coacervo di esigenze, bisogni e aspettative che si  traducono in sintesi nella volontà popolare e si risolvono  nell’azione attraverso la quale si plasma la politica ad ogni  livello.  

Sono certa che i romani sapranno dare valore al proprio  voto.


La decisione dell'Australia di costruire sottomarini nucleari in una nuova partnership con Usa e Gran Bretagna è stata "deplorevole": è l'opinione del ministero degli Esteri francese. "Si tratta di una decisione contraria alla lettera e allo spirito della cooperazione che ha prevalso tra Francia e Australia", si legge in una nota -. "La scelta americana, che porta a rimuovere un alleato e un partner europeo come la Francia da una partnership di lunga data con l'Australia, mentre ci troviamo di fronte a sfide senza precedenti nella regione indo-pacifica, segna una mancanza di coerenza di cui la Francia non può che rammaricarsi".

La partnership strategica tra Usa, Regno e Australia (Au Uk Us) annunciata ieri insieme a Joe Biden e Scott Morrison in funzione di contenimento della Cina nell'area indo-pacifica rappresenta "un pilastro strategico" per Londra in quello che è il nuovo "centro geopolitico mondiale". Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson illustrando l'iniziativa alla Camera dei Comuni e difendendo anche la decisione condivisa con Washington di fornire sottomarini nucleari a Canberra, a scapito di un accordo precedente fra Australia e Francia.

Dopo il ritiro dall'Afghanistan "è la seconda volta che si prende un'importante decisione di questo tipo senza che veniamo coinvolti" e "siamo preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere in diversi ambiti. Dovremo parlarne a livello Ue, ma anche con la Nato".

Lo ha detto all'AGI un alto funzionario Ue riferendosi alla nuova alleanza tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia - nota anche come alleanza Aukus - per contrastare l'influenza cinese nella regione dell'Indo-Pacifico.  

Parigi ha condannato come "brutale e unilaterale" la decisione del presidente Usa Joe Biden di stringere con Australia e Gran Bretagna il patto Aukus sulla Difesa, che penalizza la Francia mandando in fumo un contratto miliardario con Canberra per la fornitura di sottomarini.

Biden ha preso una decisione "brutale, unilaterale e imprevedibile che assomiglia molto a quanto fatto da Trump", ha denunciato il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, in un'intervista a France Info dopo che il suo governo aveva gia' parlato di iniziativa "deplorevole".

Il capo della diplomazia francese ha anche condannato l'Australia per quella che ha definito una "pugnalata alla schiena".

L'Australia ha annunciato la risoluzione del contratto firmato nel 2019 con la Francia per 12 sottomarini convenzionali per un importo di 56 miliardi di euro; Canberra ha invece deciso di firmare con gli Stati Uniti.

Stati Uniti, Regno Unito e Australia hanno annunciato una "storica" partnership per la sicurezza nell'area indo-pacifica, un patto di difesa, che comprende il sostegno a Canberra per lo sviluppo di sottomarini a propulsione nucleare, con l'obiettivo di contrastare la Cina. Una mossa che Pechino ha bollato come "estremamente irresponsabile"

E' molto probabile che il tema" della nuova alleanza tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia per contrastare l'influenza cinese nella regione dell'Indo-Pacifico "sarà discusso alla prossima riunione tra i ministri degli Esteri" dell'Ue perché' "dobbiamo valutare le implicazioni". Lo ha detto Peter Stano, portavoce della Commissione europea per gli affari esteri, nel briefing quotidiano con la stampa

La Cina ha duramente criticato l'accordo Usa-Australia sui sottomarini nucleari, nell'ambito della nuova partnership tra Usa, Gran Bretagna e Australia annunciata ieri presidente americano Joe Biden "per affrontare il XXI secolo e le sue minacce", definendolo "estremamente irresponsabile". Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha aggiunto che l'iniziativa colpisce anche "gli sforzi di non proliferazione a livello internazionale".

"L'Ue non era stata informata dell'alleanza tra Usa-Regno Unito e Australia.Il rapporto tra Regno Unito e Francia è "solido come una roccia". Lo ha assicurato il premier britannico, Boris Johnson, all'indomani dell'annuncio del patto tra Londra, Washington e Canberra in materia di difesa nell'area Indo-Pacifico in chiave anti-Cina che ha fatto infuriare Parigi. La Francia aveva un contratto del valore di 56 miliardi di euro per la fornitura di 12 sottomarini all'Australia che l'ha revocato, optando per firmare con gli Usa.

"Siamo fianco a fianco con i francesi, sia nel Sahel, dove stiamo conducendo un'operazione congiunta contro i terroristi in Mali, sia in Estonia, dove attualmente abbiamo la più grande operazione della Nato", ha sottolineato il capo di Downing Street.

 

Fonti Agi / Ansa

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