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La Cina "ha sempre svolto una normale cooperazione economica e commerciale con i Paesi di tutto il mondo, inclusa la Russia, sulla base dell'uguaglianza e del vantaggio reciproco.

La cooperazione tra Cina e Russia è leale e schietta, punta ad avvantaggiare i popoli dei due Paesi e a promuovere lo sviluppo del mondo, libero da interferenze e coercizioni da parte di terzi".

Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, ha commentato così i report dei media sugli aiuti militari e articoli a duplice uso dalla Cina alla Russia. Pechino, ha aggiunto, "ha sempre adottato un atteggiamento prudente e responsabile nei confronti delle esportazioni militari".

Parlando poi della visita del presidente Xi Jinping in Russia, ha assicurato che  "è per la pace" in Ucraina. "Mantenere la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo comune sono gli scopi della politica estera cinese", ha aggiunto Wang, per il quale "sulla questione ucraina, la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace, del dialogo e della correttezza storica". Il gigante asiatico punta a sostituire nel ruolo di mediatore la Turchia, altro Paese rimasto in buoni rapporti con il Cremlino: dopo il viaggio in Russia, il leader cinese – secondo quanto anticipato dal Wall Street Journal – dovrebbe avere un colloquio a distanza anche con Zelensky, per la prima volta dall’inizio della guerra. Ieri sera il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha parlato con il suo omologo ucraino Kuleba, forse per preparare il terreno in vista del colloquio. Anche il Cremlino in una nota ha commentato il viaggio di Xi in Russia dal 20 al 22 marzo prossimi. La visita servirà a discutere "la cooperazione strategica" tra i due Paesi, ha sottolineato la nota.

Secondo quanto riferito dall'agenzia AFP, il presidente russo Vladimir Putin ha espresso il desiderio di discutere con il suo omologo cinese per uno scambio di punti di vista approfondito sulle relazioni bilaterali tra i due Paesi, e sulle grandi questioni internazionali e regionali di interesse comune. La stessa agenzia sottolinea però come l'annuncio della riunione arrivi all'indomani di una telefonata tra i ministri cinese e ucraino degli Affari esteri. Pechino avrebbe espresso al governo di Kiev i propri timori circa un possibile, ulteriore aggravarsi del conflitto, con il rischio che esso diventi "incontrollabile".


La visita di Xi - la prima all'estero da quando ha iniziato il terzo mandato presidenziale - "sarà un viaggio di amicizia, cooperazione e pace", per Pechino. Xi ha mantenuto "stretti contatti" con Putin, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, e durante la visita, il presidente cinese "scambierà opinioni approfondite sulle relazioni bilaterali e sulle principali questioni internazionali e regionali di interesse comune" per dare "nuovo slancio" alle relazioni bilaterali.

La Cina difende i rapporti con la Russia, osservati da vicino dall'Occidente soprattutto per i sospetti riguardanti la vendita di armi - nuovamente emersi nelle scorse ore - e per la possibilità che Pechino aiuti Mosca a eludere le sanzioni.

Quella con Mosca è una cooperazione "leale e schietta", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, che punta ad "avvantaggiare i due popoli, promuovere lo sviluppo del mondo, libera da interferenze e coercizioni da parte di terzi".

L'annuncio della visita giunge a poche ore dagli ultimi segnali di forniture di armi alla Russia, riferiti da Politico: sulla base di dati forniti dall'aggregatore di dati doganali Import Genius, nella seconda metà del 2022 la Cina avrebbe fornito alla Russia circa mille fucili d'assalto CQ-A, sul modello degli M-16, e attrezzature che possono essere usate a scopo militare, tra cui parti di droni e giubbotti anti-proiettili.

Per Pechino, la Cina ha sempre avuto un atteggiamento "prudente e responsabile" sull'export di armi, ha detto Wang, e "ha sempre controllato l'export di beni dual use nel rispetto di leggi e regolamenti". La Cina si oppone, invece, alle "sanzioni unilaterali e alle giurisdizioni dal braccio lungo", ha proseguito il portavoce, con un riferimento implicito agli Stati Uniti. Sulla guerra in Ucraina, per cui la Cina non ha mai condannato la Russia, il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha poi sottolineato che "la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace e del dialogo".

Nessun cenno è stato fatto alla possibilità che Xi  possa avere un colloquio con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che sarebbe il primo dall'inizio della guerra. La visita di Xi a Mosca - la prima dal 2019 - giunge a pochi giorni dalla mediazione di Pechino per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran, un colpo diplomatico riconosciuto come "una buona cosa" anche dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

Una mediazione nella risoluzione della guerra in Ucraina appare, però, più complicata: l'accordo in dodici punti presentato da Pechino per la soluzione politica della crisi ucraina è stato accolto con freddezza in Occidente, che accusa la Cina di non fare differenze, nella proposta di pace, tra l'aggressore e l'aggredito.

E qualche incomprensione è sembrata affiorare anche nelle ultime ore, quando si è registrato il primo contatto tra il nuovo ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, con il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba. La Cina, ha ribadito Qin, auspica calma e razionalità e che Russia e Ucraina "non chiudano la porta a una soluzione politica". Su Twitter, Kuleba ha, però, voluto aggiungere che nel colloquio si è discusso anche del "significato del principio di integrità territoriale".

 

Fonte Ansa e Agi e altre agenzie

Il drone Usa MQ-9 Reaper è partito dalla Romania e volava a un'altitudine di circa 7.500 metri sul Mar Nero quando è stato intercettato dai jet russi.
Lo riportano diversi media, tra cui New York Times e Abc news, che cita un funzionario dell'Air Force americana.
Droni di questo genere solitamente decollano dalla basi Nato di Câmpia Turzii (Romania), Larissa (Grecia) e Signonella (Italia). 

Secondo adnKronos "La crisi grossa tra Usa e Russia si è verificata alcuni giorni fa quando un B52 americano si è avvicinato ai cieli di Kaliningrad, territorio russo. In Europa abbiamo 6 bombardieri B52 americani: quando ho sentito la notizia del drone mi ha spaventato molto meno". Alessandro Orsini, ospite di Cartabianca, si esprime così sull'abbattimento di un drone americano sul Mar Nero. Per Washington, il velivolo è caduto dopo una collisione provocata da un jet russo. Per Mosca, il drone è precipitato dopo una manovra errata. "E' probabile che i russi abbiano colpito intenzionalmente il drone perché gli ucraini spesso si trovano in condizioni di vantaggio grazie alle informazioni ottenute dall'intelligence americana", dice il professore di sociologia del terrorismo internazionale inquadrando la vicenda nel contesto della guerra tra Ucraina e Russia.

"Putin ha posto all'inizio della guerra condizioni che sono state ignorate. Ora per la Russia, in posizione sovrastante, è meno conveniente sedersi al tavolo delle trattative. Tra poche settimane avremo un terreno propizio alle grandi manovre. Putin sta ammassando uomini, carri armati, elicotteri e la mia preoccupazione è che per la prima volta possa utilizzare l'aviazione militare come non ha fatto finora", afferma.  

Un velivolo russo è stato intercettato nello spazio aereo dell’Estonia dai caccia della Royal Air Force del Regno Unito e da alcuni caccia tedeschi, nella prima operazione congiunta di questo genere. Anche se un'intercettazione del genere è considerata un’azione di routine, la novità sta nel fatto che a realizzarla siano stati due Paesi impegnati, insieme, nel programma di sorveglianza aerea della Nato.

L'intercettazione, ha scritto la Bbc, è avvenuta perché il velivolo russo non aveva comunicato con il controllo del traffico aereo in Estonia.

"La Nato - ha dichiarato il ministro delle forze armate del Regno Unito, James Heappey - continua a costituire il fondamento della nostra sicurezza collettiva. Questo dispiegamento congiunto di Regno Unito e Germania nei Paesi baltici dimostra chiaramente la nostra comune determinazione a sfidare qualsiasi potenziale minaccia ai confini della Nato, dimostrando al contempo la nostra forza collettiva".

Ma che cosa è successo nello specifico? I due Typhoon sono stati lanciati per intercettare un aereo di rifornimento Il-78 Midas in volo tra San Pietroburgo e Kaliningrad e che non era riuscito a comunicare con il controllo del traffico aereo in Estonia.

La RAF si sta preparando a prendere la guida della missione di polizia aerea del Baltico della Nato ad aprile dall'aeronautica tedesca. Condurrà quindi la missione per quattro mesi, con operazioni congiunte britanniche e tedesche che continueranno fino alla fine di aprile.

Quattro jet Typhoon della RAF sono attualmente schierati come parte della missione e sono basati presso la base aerea di Ämari in Estonia.
Uno dei loro compiti sarà quello di monitorare con la massima attenzione gli aerei militari e da trasporto russi che spesso "tagliano l'angolo" quando volano tra l'exclave di Kaliningrad e la "terraferma" russa, volando vicino, occasionalmente all'interno, allo spazio aereo estone.

L’episodio appena descritto segue di poche ore l’incidente capitato sul Mar Nero, dove un jet da combattimento russo si è scontrato con un drone statunitense. Nello specifico, il Pentagono ha fatto sapere che un caccia russo ha colpito l'elica di un drone militare Usa Reaper, costringendo gli Usa a farlo cadere nelle acque del Mar Nero.

La Russia non vuole lo "scontro" con gli Stati Uniti: lo ha detto ai reporter l'ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov, dopo essere stato convocato al Dipartimento di Stato americano per l'incidente tra un jet di Mosca e un drone Usa.

"Potete immaginare se un drone del genere apparisse improvvisamente vicino a New York o San Francisco?", ha chiesto, anche se l'incidente è avvenuto nello spazio aereo internazionale.
"Potete immaginare - ha proseguito - la reazione della stampa statunitense, del Pentagono, a questo drone? Che tipo di drone era? Pensateci prima di convocarmi al Dipartimento di Stato. Era un drone multiuso, con capacità di attacco fino a 1700 kg di carico esplosivo". "Ditemi come reagirebbe un Ministero della Difesa di qualsiasi paese se la minaccia di un tale pericolo apparisse lungo i confini del suo Paese?", ha chiesto ancora.
 "Penso che sia meglio che discutiamo al Dipartimento di Stato le vie della cooperazione e della mutua azione, ma sfortunatamente, la mia comunicazione con il Dipartimento di Stato ultimamente è stata solo per affrontare le sue proteste sulle azioni della Federazione Russa", ha detto. "La Federazione Russa non è interessata allo scontro. La parte russa è interessata a relazioni pragmatiche con gli Stati Uniti nell'interesse sia del popolo russo che di quello americano", ha concluso

Il diplomatico tuttavia ha osservato che "per come la vediamo, gli aerei americani non dovrebbero trovarsi vicino al confine russo".
La Russia ha quindi chiesto agli Usa di mettere fine a quelle che Mosca chiama le "inaccettabili attività militari vicino ai confini russi".

L'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, citato dall'agenzia Ria Novosti, ha usato parole emblematiche. "Sappiamo tutti - ha aggiunto Antonov -a cosa servano queste ricognizioni di velivoli senza pilota. Cioè a raccogliere informazioni di intelligence che poi l'Ucraina usa per colpire la Russia". Mosca si aspetta dunque che Washington "metta fine ai voli vicino ai confini russi", che definisce "ostili".

Fonte agi / ansa / il giornale / adnkronos

 

 

 

Almeno settantadue morti a quaranta metri dalla riva di Steccato di Cutro. Nella notte del 26 febbraio la Guardia di Finanza rientra in porto alle 3,30 a causa del mare grosso. La Guardia Costiera non esce in tempo per i soccorsi. Il caicco blu si incaglia in una secca e affonda.

La linea di difesa di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi è chiara: "L'Italia ha fatto il possibile. Ogni giorno la Guardia Costiera salva decine di imbarcazioni. Gli scafisti hanno volutamente atteso vicino alla riva per evitare i controlli, si sono incagliati e la barca non ha retto. Nessuno può pensare che il Governo non abbia voluto agire".

La premier sottolinea il fatto che la navigazione del caicco dalla Turchia è durata tre giorni. "Perché Frontex avvisa l'Italia solo la sera del 25 febbraio? Non va bene la narrazione che l'Italia abbia fatto qualcosa di sbagliato. L'Italia ha sempre fatto tutto il possibile per i soccorsi".

Meloni chiede all'Ue un aiuto "per ridurre i movimenti primari" di migranti. "Alla Turchia la Ue ha dato sei miliardi, perché non diamo 6 miliardi anche alla Tunisia ?".

Salvini chiude la conferenza stampa: "Secondo i dati Ue e Onu il numero minimo di morti e dispersi nel Mediterraneo centrale è stato il 2019, quando l'attuale ministro dell'Interno era capo di gabinetto e Salvini ministro. Lascio a voi la riflessione sulla coincidenza: se togli agli scafisti la decisione di vita e di morte, fai il bene di tutti ma nella vita e in politica non esistono coincidenze".

Meloni ringrazia il ministro Piantedosi: "Il governo non poteva fare nulla di più o di diverso" sul naufragio di migranti sulle coste della Calabria. "Qualcuno ritiene che le autorità italiane potevano fare qualcosa che non hanno fatto? Pensare che le istituzioni si siano girate dall'altra parte è molto grave. Noi non abbiamo potuto fare di più di quello che abbiamo fatto e abbiamo assistito a una tragedia".

Alle domande dei giornalisti della Guardia Costiera che non uscì in mare la notte del 26 febbraio, il ministro dell'Interno Piantedosi replica: "La ricostruzione di quanto accaduto è contenuta in 5 informative al Parlamento, ci sono i resoconti stenografici, potete leggerli e avere tutte le opinioni possibili".

Sul decreto legge il ministro della Giustizia Nordio afferma: "È stata introdotta la nuova fattispecie che punisce con una reclusione da 20 a 30 anni quando come conseguenza non voluta da parte degli scafisti c'è la morte o la lesione grave o gravissima di più persone. Se la conseguenza fosse voluta, avremmo a che fare con il reato di omicidio aggravato".

Per Tajani, ministro degli Esteri, "per affrontare la questione dell'immigrazione illegale, anche da un punto di vista politico, serve una azione forte dell'Unione europea e delle Nazioni Unite, serve una forte azione di tutti".

Stretta su trafficanti e scafisti, con pene fino a 30 anni per chi causa più morti in mare, porte aperte agli ingressi legali con il decreto flussi che diventa triennale, potenziamento della rete dei Centri per i rimpatri, compressione alla protezione speciale con un ritorno ai decreti Salvini.

Il Governo approva a Cutro - teatro del naufragio del 26 febbraio che ha fatto 72 morti - il decreto legge che prova a ridisegnare il tema dell'immigrazione considerata la "straordinaria necessità e urgenza di adottare disposizioni in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare".

Sul versante del contrasto c'è un inasprimento delle pene per chi "promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato": finora la reclusione era da 1 a 5 anni oppure da 5 a 15 anni: passerà rispettivamente da 2 a 6 anni e da 6 a 16 anni.

Cosi Giorgia Meloni arriva a Cutro per dare quel segnale "simbolico" ma anche "concreto" del fatto che il governo è determinato a "sconfiggere la tratta di esseri umani", la vera causa delle tragedie come quella che il 26 febbraio è costata la vita ad almeno 72 migranti davanti alle coste calabresi. E "non cambia linea". Anzi. Anche se ripristina i decreti flussi che, di fatto, aumenteranno gli ingressi nel nostro paese. "Legali". Ma al contempo restringe la "protezione speciale", con l'obiettivo di "abolirla" per sostituirla con misure in linea con la normativa europea. 

Linea dura contro chi pensa di entrare illegalmente in Italia, che deve sapere che "non conviene pagare gli scafisti e rischiare di morire" per entrare in Italia.E caccia globale ai trafficanti.

Meloni, nel chiostro di un vecchio convento sede del municipio di Cutro, difende il ministro Matteo Piantedosi, al centro delle polemiche di questi giorni, perché nella situazione di Cutro, ribadisce, non si poteva "fare di più". E torna a scaldarsi di fronte a chi, a suo parere, starebbe invece accusando il governo di avere deliberatamente lasciato morire in mare i migranti. "In questo momento - sottolinea ripetendo le parole di Matteo Salvini - ci sono 20 imbarcazioni che qualcuno sta soccorrendo in acque italiane", quindi "non accetto ricostruzioni" che lascino intendere che l'esecutivo si sia "girato dall'altra parte".

Governo compatto, via libera unanime al decreto e nessuna distanza di vedute, sottolinea Salvini, visibilmente soddisfatto anche perché, come sottolinea la premier, il nuovo provvedimento contiene "diverse delle proposte della Lega" che in commissione preme per ripristinare i vecchi decreti sicurezza. Negli ultimi giorni, nonostante le versioni ufficiali di piena sintonia, si erano registrate tensioni, testimoniate anche dall'attivismo leghista in commissione. E la mattinata era iniziata con un preconsiglio in cui molto si era discusso, raccontano, sulla proposta contenuta nelle prime bozze del decreto di un "potenziamento della sorveglianza marittima", con un ruolo preminente della marina militare. Senza venirne a capo. Notizia "priva di fondamento" si era affrettato a dire il ministro della Difesa Guido Crosetto. 

Ma proprio dal suo dicastero, nella ricostruzione della stessa premier, era arrivata la proposta - mal digerita dagli alleati leghisti ma anche dai ministri di Fi: la proposta, spiega Meloni in una conferenza stampa nella quale è viene più volte interrotta, e contestata, dai cronisti che si sono occupati della tragedia fin dai primi giorni, "è stata ritirata dal ministro Crosetto almeno per due ragioni: primo, perché il nostro sistema funziona e, poi, perché c'è un precedente non proprio fortunato che è quello di Mare Nostrum...". 

Dal testo esce quindi una revisione del sistema di coordinamento degli interventi in mare ed entra la stretta sulla protezione speciale. Arriva un inasprimento del carcere per chi provoca la morte dei migranti, un reato, precisa la premier, che il governo considera "universale" e che servirà a colpire non solo chi sta sui barconi ma anche i trafficanti: "Vogliamo cercare gli scafisti - assicura - lungo tutto il globo terracqueo". Questo tentativo sarà attuato grazie ad "accordi bilaterali con i paesi in cui la tratta viene organizzata". La contropartita saranno "maggiori flussi legali", "cooperazione e investimenti in quelle nazioni che più collaborano alla lotta alla tratta internazionale". Che sarà perseguita anche con una "campagna di comunicazione nei paesi di origine per spiegare quanto sia diversa la realtà da quella che raccontano i criminali". Questi paesi "che ci aiutano avranno quote privilegiate" per l'ingresso in Italia. Il tutto in attesa che anche l'Europa batta un colpo, che dal prossimo Consiglio europeo arrivino "passi concreti" che certifichino che "non accettiamo la tratta delle persone nel terzo millennio".

La segnalazione di Frontex dell'imbarcazione che si avvicinava alle coste italiane è delle 22.36 di sabato, il naufragio c'e' stato quasi all'alba di domenica: è un caso molto particolare quello di Cutro e se qualcuno dice che c'è stata volontà delle istituzioni di girarsi dall'altra parte, questo è grave".

Giorgia Meloni, in un lungo botta e risposta con i cronisti durante la conferenza stampa al termine del cdm, respinge con forza qualsiasi ricostruzione giornalistica che fa riferimento a mancanze del governo o alla volontà di non intervenire mentre accadeva il naufragio dell'imbarcazione piena di migranti.

La premier spiega tutti i passaggi di quella notte, a partire dalla segnalazione di Frontex, "avvenuta molte ore prima del disastro", mentre il barcone era in piena navigazione. Il disastro è avvenuto quindi all'alba, a pochi metri dalla costa, mentre gli scafisti stavano attendendo il momento opportuno per lo sbarco senza farsi scoprire dalle autorità. Il resto - spiega la premier - sono illazioni e ragionamenti che non accetto".

Intanto si introduce quindi un nuovo articolo ("Morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina"). Quando il trasporto è attuato "con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante", il reato è punito "con la reclusione da 20 a 30 anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. La stessa pena si applica se dal fatto derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone". Se muore una sola persona, prevista reclusione da 15 a 24 anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, la pena è da 10 a 20 anni. Se la condotta è diretta a procurare l'ingresso illegale nel territorio dello Stato, il reato "è punito secondo la legge italiana anche quando la morte o le lesioni si verificano al di fuori di tale territorio".

Il provvedimento riporta poi in vita la stretta sulla protezione speciale che era stata inserita in uno dei decreti sicurezza. Salvini nel 2018 aveva infatti abolito la protezione umanitaria offerta a chi non riceveva lo status di rifugiato né la protezione sussidiaria ma che al contempo non poteva essere allontanato dall'Italia. E l'aveva sostituita con la protezione speciale, che prevedeva criteri molto restrittivi per ottenerla, come una malattia o una calamità nel Paese di origine. Nel 2020 il ministro Luciana Lamorgese aveva nuovamente allargato le maglie della protezione speciale che ora il nuovo decreto restringerà. Nel 2022 sono stati 10.865 i beneficiari di protezione speciale, il numero più alto tra le 3 tipologie di protezione (le altre sono lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria).

Il decreto flussi diventa triennale (2023-2025) e "qualora se ne ravvisi l'opportunità, ulteriori decreti possono essere adottati durante il triennio". Allo scopo di "prevenire l'immigrazione irregolare" le quote di ingressi saranno assegnate, "in via preferenziale", ai lavoratori di Paesi che, "anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l'incolumità personale derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari". Anche al di fuori del decreto flussi, comunque, si legge nell'articolo 3, è consentito l'ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato allo straniero residente all'estero che completa un corso di formazione professionale e civico-linguistica.

Il decreto interviene poi sulla gestione dei centri per migranti: nel caso in cui gravi inadempimenti da parte dei gestori possano compromettere la continuità dei servizi, il prefetto può nominare un commissario per assicurare il mantenimento dei posti in accoglienza.

C'è, infine il potenziamento della rete dei Centri di permanenza per i rimpatri. La realizzazione di queste strutture si può fare anche in deroga alla legge, fatto salvo il rispetto del codice antimafia e dei vincoli europei.

Intanto "attraverso l'Europa, credo che il numero di migranti illegali sia aumentato del 60% lo scorso anno. E abbiamo ancora visto recentemente una tragedia al largo delle coste italiane. Per questo è cruciale spezzare il cerchio delle gang criminali": lo dice il premier britannico, Rishi Sunak, in un'intervista pubblicata sul quotidiano francese Le Figaro nel giorno del vertice bilaterale a Parigi tra la Francia e la Gran Bretagna.

E' una realtà - prosegue Sunak - le organizzazioni criminali facilitano i movimenti di persone. Noi vogliamo tutti offrire rifugio e santuario alle persone più vulnerabili del pianeta. E' importante per me e per tutti, penso, a non possiamo garantire questo se ci troviamo a dover gestire l'arrivo illegale di decine di migliaia di persone che non sono in pericolo. Mettono sotto pressione il nostro sistema e le nostre risorse".

E ancora: "E' quello che accade qui, attualmente. Ed è per questo che voglio spezzare il sistema delle gang. Affrontando questo problema, potremo aiutare i più vulnerabili". Per Sunak, è questa la "vera compassione, che è parte della storia del nostro Paese. Guardate ciò che è stato fatto per i rifugiati ucraini, ma anche per gli afghani o quelli di Hong-Kong dinanzi alla repressione cinese. Il Regno Unito ha accolto circa mezzo milione di persone in questi ultimi anni", conclude il premier britannico.

 

Fonte Ansa/Agi e varie agenzie

La Cina avverte gli Stati Uniti di smettere di cercare di contenere e reprimere Pechino per evitare un conflitto che diventerebbe "inevitabile" e che avrebbe conseguenze "catastrofiche". Il declino nei rapporti tra le due grandi potenze è stato al centro della conferenza stampa del ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, che ha lanciato avvertimenti a Washington su tutti gli aspetti delle relazioni bilaterali, dalla questione di Taiwan alla guerra in Ucraina, puntando, infine, il dito contro gli Usa per l'incidente diplomatico innescato dalla crisi del pallone spia cinese abbattuto al largo delle coste del South Carolina il mese scorso.

Gli Stati Uniti "risponderebbero" se la Cina dovesse fornire alla Russia armi letali nella guerra contro l'Ucraina. Lo ha detto in un'intervista alla ABC il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il presidente ha anche detto che anche se ha affermato di non "prevedere" che la Cina lo faccia, nonostante gli avvertimenti dell'intelligence, la Cina potrebbe prendere in considerazione la mossa.

"Non prevedo una grande iniziativa da parte della Cina per fornire armi alla Russia", ha detto Biden. Incalzato dal giornalista sull'ipotesi che Pechino possa oltrepassare il limite, fornendo armi alla Russia, Biden ha insistito sul fatto che gli Stati Uniti "avrebbero risposto" e ha fatto riferimento alle sanzioni che altri paesi hanno ricevuto dopo aver sostenuto la Russia.

Biden ha poi respinto il piano di pace proposto dalla Cina per una soluzione della guerra in Ucraina, suggerendo che la sua attuazione avvantaggerebbe solo la Russia. "Se Putin lo applaude come potrebbe ritenersi buono?", ha commentato Biden in un'intervista con Abc News. "Non ho visto nulla nel piano che indichi che ci sia qualcosa che sarebbe vantaggioso per chiunque non sia la Russia", ha detto il presidente Usa.
Al di là delle critiche specifiche al documento avanzato da Pechino, Biden ha respinto apertamente l'idea che la Cina possa negoziare la pace durante la guerra, definendola irrazionale. "L'idea che la Cina negozierà l'esito di una guerra totalmente ingiusta per l'Ucraina è totalmente irrazionale", ha detto Biden

Pechino "non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino.
La Cina non è l'artefice della crisi, né una parte direttamente interessata.

Xi sa bene che, in caso di invio di armamenti cinesi al Cremlino, la bilancia del conflitto potrebbe pendere in favore di Mosca; dall’altro lato, tuttavia, superare questa linea rossa metterebbe il governo cinese nella black list statunitense e occidentale. Non solo: la Cina teme che la cosiddetta operazione militare speciale lanciata da Putin in Ucraina possa aver superato il punto di non ritorno, e che ogni apporto fornito non sarebbe comunque in grado di supportare l’esercito russo.

La posizione di Pechino, nell’ottica del governo cinese, ha avuto senso per più di un anno. Restare al di fuori del ring dove si stanno scontrando il Cremlino e Kiev, continuare a fare affari con Vladimir Putin e, al tempo stesso, riprendere il dialogo con l’Unione europea per rendere di nuovo efficienti i rapporti economici, ha tenuto il Dragone – che non ha scelto di sostenere una delle parti in causa con lo stesso impegno dimostrato da Washington – al riparo dalla tempesta.

Il punto è che la lama di coltello sulla quale sta danzando la leadership cinese è sempre più sottile. Per evitare di tagliarsi, Xi Jinping potrebbe essere chiamato ad un cambio di passo o, per lo meno, ad attuare una strategia differente.

Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile". Il neoministro degli Esteri, Qin Gang, nel suo primo briefing con i media a margine dei lavori parlamentari annuali, ha accennato a "una mano invisibile" che sembra sostenere una crisi prolungata. "E' una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni" e la de-escalation all'escalation", ha notato ancora Qin sul conflitto tra Russia e Ucraina.

Se gli Stati Uniti non "frenano e continuano sulla strada sbagliata", ci saranno sicuramente conflitti e scontri. Chi ne sopporterà le catastrofiche conseguenze?" E' il monito di Qin Gang, per il quale "contenimento e repressione non renderanno grande l'America e non fermeranno il rinnovamento della Cina".
Qi è ritornato sul pallone aerostatico transitato di recente sul territorio americano (come "incidente inaspettato") e abbattuto.
Gli Usa "hanno agito con una presunzione di colpa, reagito in modo eccessivo, abusato della forza e drammatizzato l'incidente", ha aggiunto.

Se gli Stati Uniti non "frenano e continuano sulla strada sbagliata", ci saranno sicuramente conflitti e scontri. Chi ne sopporterà le catastrofiche conseguenze?".
L'avvertimento arriva dal neoministro degli Esteri cinese Qin Gang, per il quale "contenimento e repressione non renderanno grande l'America e non fermeranno il rinnovamento della Cina".

Qin, in un briefing, è ritornato sul pallone aerostatico transitato di recente sul territorio americano (come "incidente inaspettato") e abbattuto. Gli Usa "hanno agito con una presunzione di colpa, reagito in modo eccessivo, abusato della forza e drammatizzato l'incidente", ha aggiunto.

Anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti Gli ha attaccato gli Usa sostenendo "fanno di tutto per continuare la guerra in Ucraina". Ed ha poi aggiunto di prestare "grande attenzione" all'iniziativa di pace della Cina per l'Ucraina, precisando però che ora "non ci sono le condizioni perché la situazione si avvii su un percorso pacifico" e quindi Mosca cerca di raggiungere i suoi obiettivi "continuando l'operazione militare".

Parlando della guerra in Ucraina Qin ha assicurato che Pechino "non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina non è l'artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile", ha aggiunto Qin, nel suo primo briefing con i media a margine dei lavori parlamentari annuali. Ed ha accennato a "una mano invisibile" che sembra sostenere una crisi prolungata. "E' una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni" e la de-escalation all'escalation", ha notato ancora Qin sul conflitto tra Russia e Ucraina. Il rapporto tra Cina e Russia, ha aggiunto, si basa sui principi "di non alleanza, non confronto e non presa di mira di terze parti", se i due Paesi "lavorano insieme, il mondo avrà una forza trainante verso il multipolarismo e una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali", mentre "l'equilibrio strategico globale e la stabilità saranno meglio garantiti". Una relazione che, proprio perché "non minaccia alcun Paese, non è soggetta ad alcuna interferenza o discordia seminata da terzi".

La questione di Taiwan, ha poi spiegato, "è il fulcro degli interessi centrali della Cina, il fondamento politico nelle relazioni Cina-Usa e la prima linea rossa che non deve essere superata continueremo a lavorare per la riunificazione pacifica, ma ci riserviamo il diritto di prendere tutte le misure necessarie. Nessuno dovrebbe mai sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e la grande capacità del governo e del popolo cinesi di salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale".

Fonte Ansa e Agi e varie agenzie

"La guerra che stiamo cercando di terminare e che è stata iniziata dall'Occidente contro di noi usando gli ucraini ha influenzato la politica russa, compresa quella energetica. Ciò che è cambiato è che non faremo più affidamento su alcun partner occidentale", ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov citato dalla Tass. Lavrov ha sottolineato che la Russia non farà più affidamento sui partner occidentali nella sua politica energetica.

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha elogiato la posizione del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sul conflitto in Ucraina: "Ascoltiamo le valutazioni e le dichiarazioni di molti leader mondiali e politici esperti. Berlusconi è uno di loro. Si tratta di una persona ragionevole che non cede ai tentativi di dipingere tutto in bianco e nero, di impostare il confronto nel mondo sotto lo slogan della lotta della democrazia contro l'autocrazia", ha detto il capo della diplomazia russa in conferenza stampa da New Delhi dove ha partecipato alla ministeriale del G20.

Berlusconi, ha aggiunto Lavrov, "comprende la necessità di risolvere i problemi da cui dipende la nostra vita insieme su questo pianeta".

Intanto i servizi di sicurezza interni russi (Fsb) secondo l'agenzia ansa hanno diffuso un video che mostra le conseguenze di quello che le autorità di Mosca hanno denunciato come una infiltrazione ieri di "sabotatori" dall'Ucraina nella regione di Bryansk, che secondo il presidente Vladimir Putin hanno compiuto "un attacco terroristico".

Nelle immagini si vedono tra l'altro due auto Lada crivellate di proiettili con i corpi senza vita dei due conducenti.

Entrambi, come sottolinea l'Ansa, vestono abiti civili. Nello stesso video sono mostrate trappole esplosive di fabbricazione tedesca applicate ad un albero. Secondo le autorità russe, nell'incursione sono stati uccisi due uomini, mentre un bambino di 11 anni che si trovava su una delle due auto è rimasto ferito.

"Gli assassinii avvenuti ieri nella regione russa di Bryansk sono stati commessi con armi della Nato" e quindi è lecito chiedersi se i Paesi membri dell'Alleanza siano "complici in questi crimini e sponsor del terrorismo" si legge oggi in un comunicato il ministero degli Esteri di Mosca. "Questo crimine non resterà impunito" aggiunge la nota.

Da parte sua, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass, ha detto che  la Russia "prenderà misure" per prevenire le incursioni ucraine sul suo territorio. aggiungendo che non è stata presa alcuna decisione di introdurre la legge marziale in alcune regioni a causa dell'attacco dei sabotatori ucraini alla regione di Bryansk. "Questa è una prerogativa del presidente russo. Per ora non è stata presa alcuna decisione", ha affermato Peskov commentando la proposta del leader della Cecenia Ramzan Kadyrov di introdurre la legge marziale in alcune regioni del Paese con il livello massimo di risposta, invece di quello medio attualmente in vigore.

Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha ribadito oggi che Kiev non ha responsabilità nei lanci di droni in Russia né in attacchi come
quello di ieri a Bryansk, affermando che "tutte queste sono conseguenze dirette della perdita di controllo interno della Russia, conseguenze della guerra". "L'Ucraina non è coinvolta nei conflitti interni in Russia", aggiunge Podolyak in un tweet.

Fonte ansa / varie agenzie

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