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"Siamo sotto attacco, è vero, ma siamo seduti dalla parte giusta della Storia e se avanzeremo insieme compatti anche la vittoria di questa battaglia sarà nostra. Ma dobbiamo essere compatti. Molto compatti. Fusi insieme. Come lo era la testuggine romana" che "veniva usata in particolare durante gli assedi. E' bene infatti avere molto chiaro che dalla compattezza della testuggine del Movimento dipende non solo il futuro del governo, ma anche quello del nostro Paese". Così il vicepremier e capo politico del M5s Luigi Di Maio  

Il ministro dell'economia Giovanni Tria è stato a palazzo Chigi per un colloquio con il presidente del consiglio Giuseppe Conte sulla manovra. La legge di bilancio arriverà in Parlamento mercoledì prossimo. Lo affermano fonti di Palazzo Chigi di M5s e Lega. Il testo è chiuso - spiegano - ed è al vaglio della Ragioneria e del Mef. 

Verranno introdotti con "appositi provvedimenti normativi" il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con quota 100. Lo conferma la nuova bozza di legge di bilancio, datata 29 ottobre. Resta invariato l'articolo che dispone l'istituzione di due fondi da 9 miliardi per il reddito e di 6,7 miliardi (7 miliardi dal 2020) per le pensioni. Nella nuova bozza si precisa che "nell'ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza, fino a 1 miliardo nel 2019 e nel 2020.. 

Intanto slitta a questa sera la partenza del premier Giuseppe Conte per New Delhi. Conte, a quanto si apprende, arriverà in India, dove era previsto un incontro con gli imprenditori, domani mattina e non questa sera. Il premier, si sottolinea, presenzierà oggi una serie di riunioni su vari dossier, a cominciare dalla manovra. L'agenda di Conte a New Delhi nella giornata di domani è confermata. Il premier avrà un faccia a faccia con il suo omologo indiano Narendra Modi e interverrà all'India-Italy Technology Summit, al Taj Palace Hotel.

"Dobbiamo essere come Governo sempre più compatti. Questo è un Governo che può cambiare veramente l'Italia. Il 2019, l'anno che sta per iniziare, se teniamo duro sarà l'anno del cambiamento: i cittadini cominceranno a percepire pensione di cittadinanza, reddito di cittadinanza, potranno andare in pensione con quota 100". Così il vicepremier Luigi Di Maio a margine di un evento di Fs. "Però dobbiamo tenere duro, perché sono giorni veramente difficili in cui questo Governo stanno provando a fermarlo in tutti i modi. E non mi riferisco a poteri occulti ma a chi non vuole dimostrare che un'altra possibilità esiste per cambiare le cose".  

"Nel giro di quattro mesi e mezzo abbiamo portato a casa metà del programma elettorale votato da un terzo degli italiani. E scusate se è poco, anche se c'è ancora tanto tanto da fare prima di rendere questo Paese all'altezza dei nostri sogni. Questi vili attacchi da tutti i fronti esterni hanno varie conseguenze e state vedendo lo spread che si alza, i commissari Ue che sono uomini di partito che ogni giorno sparano contro l'Italia, le agenzie di rating che o abbassano il rating o parlano di "outlook negativo" perché alla fine tutti sanno benissimo che i fondamentali dell'Italia sono solidissimi e che non abbiamo alcuna intenzione di uscire dall'euro". Lo scrive in un post sul blog il vicepremier. "Questo attacco sconsiderato da parte di nostri concittadini capi di partito, direttori di giornali e burocrati, non sono solo contro il governo e contro il MoVimento 5 Stelle, ma contro tutta l'Italia. Anziché stare dalla parte del popolo che rialza la testa, hanno deciso di stare dalla parte delle èlite", sottolinea.

"Il risarcimento" per la Tap "è anche più alto di 20 miliardi". Lo ha detto il vicepremier e ministro dello sviluppo e del lavoro Luigi Di Maio a margine di un evento di Fs a Marcianise. "Noi ci siamo battuti contro quest'opera. Se fossimo andati al Governo nel 2013 quest'opera non si sarebbe fatta, ci siamo arrivati nel 2018 dopo che il Pd e i governi precedenti hanno fatto accordi internazionali e firmato accordi con il Tap e questo genera una serie di miliardi di euro da sborsare che oggi lo Stato italiano non si può permettere".

"Quando abbiamo fatto il contratto di governo abbiamo detto che il Tap sarebbe rientrato in uno studio costi-benefici" ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. "Abbiamo considerato che avremmo dovuto sborsare più di 20 miliardi che sono più di reddito cittadinanza e quota 100 messi insieme - ha aggiunto - ed è logico che ai cittadini abbiamo dovuto dire la verità". Di Maio ha poi detto: "Ci siamo battuti contro questa opera. Se fossimo andati al governo nel 2013 non si sarebbe fatta".

"Dire la verità ai cittadini non significa aver cambiato idea rispetto alla campagna elettorale". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio parlando del Tap. "Significa arrivare ai ministeri - ha aggiunto - studiare le carte, studiare gli accordi e fare tutte le proiezioni di rischio per le casse dello Stato". "Quelli di prima hanno blindato questa opera che resta non strategica e che si poteva evitare" ha aggiunto.

Intanto continua la polemica con il Sindaco di Melenduro e il Ministro Lezzi : "La ministra Lezzi - risponde Potì - è in evidente stato confusionale e palesemente in difficoltà. Mi preme rinfrescarle un po' la memoria. Non ho mai chiesto le sue dimissioni nè quelle dei suoi colleghi. Facesse lei da sola i conti con la propria coscienza. Non le ho mai detto di non tornare nel Salento. Io non sono nessuno per dirlo o impedirlo. Può farlo come, quando, dove vuole. A testa alta o a capo chinato". 

"Non mi sembra - aggiunge Potì - di averla offesa durante un incontro pubblico presso una bella associazione di Lecce, in cui si fa cultura e si parla di politica, con la P maiuscola. Criticata forse. Offesa mai. Melendugno non è una baronia, ma un paese democratico e civile. Da sempre e per sempre e non solo quando riconosce a lei il 62% dei consensi". "Vittorio Potì, un gigante della politica rispetto alla signora, - aggiunge il sindaco - è scomparso nell'ottobre del 2011, il trattato internazionale è stato ratificato nel dicembre del 2013. 

Ricordiamo tutti molto bene le decine e decine di volte in cui la sen. Lezzi ha dichiarato di considerare, proprio come molti di noi e come ci insegnano professori di fama e competenza riconosciuta, il progetto Tap una follia ingegneristica ed uno stupro per il nostro territorio. Ricordiamo bene il giorno in cui venne, da candidata al Senato della Repubblica, insieme a tutti gli altri candidati del M5S, a firmare, con tanto di foto, un impegno scritto per impegnarsi da eletta a fermare in ogni modo il progetto Tap". "Ricordo - continua Marco Potì - la telefonata la domenica mattina alle 8,00 del giorno seguente il suo giuramento da ministro, in cui mi disse che avremmo lavorato insieme al ministro dell'Ambiente per trovare il modo di fermare Tap. Ricordiamo bene le parole prima della campagna elettorale del 2013 dell'on.Teresa Bellanova, pronta ad incatenarsi se Tap si fosse realizzata a San Foca. E ricordiamo altrettanto bene le critiche feroci e condivisibili della sen.Lezzi verso l'on.Bellanova, quando quest'ultima affermava, una volta nominata viceministro, che su Tap non si poteva fare nulla perché erano stati presi impegni internazionali e rilasciate tutte le autorizzazioni. 

Abbiamo ascoltato, increduli e delusi, le parole della sen.Lezzi, nominata ministro, su Tap, molto simili a quelle della sua collega del PD". "Conosciamo molto bene - conclude - la preparazione e la competenza della giornalista Tiziana Colluto e di Gianluca Maggiore, che non parlano mai senza prima aver studiato, letto e compreso le carte, i documenti ed i fatti di cui si occupano. Un esempio per tutti, anche per lei. Oggi io stento a riconoscere la sen.Lezzi. Fa dichiarazioni confuse, isteriche, rabbiose e dettate forse dalla voglia di giustificarsi ed autoassolversi. 

Mi dispiace ma per me e molti altri cittadini non è più la stessa persona, forte e determinata, informata e decisa, che abbiamo conosciuto per sei anni e oltre. Me ne farò una ragione, mi dispiace per lei. Continueremo a combattere questa battaglia contro una gigantesca lobby internazionale, con o senza di lei, rimanendo convinti che Tap sia sempre una follia ingegneristica ed una violenza per il nostro Salento".

Si raffredda lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale è calato sotto la soglia dei 290 punti base fino a un minimo di seduta di 288 punti base (tasso Btp decennale al 3,27%), per poi riportarsi a quota 291 punti base con un rendimento al 3,29%.

Le Borse europee sono tutte in rialzo con i futures americani che viaggiano stabilmente in terreno positivo. Piazza Affari (+2,5%) guida i listini del Vecchio Continente dopo il mancato taglio del rating all'Italia da parte di S&P. Gli investitori guardano anche con attenzione all'esito delle elezioni regionali dell'Assia in Germania. In lieve rialzo l'euro sul dollaro a 1,1403 a Londra. L'indice d'area stoxx 600 guadagna lo 0,9%. In forte rialzo Londra (+1,3%), Francoforte (+1,2%) e Madrid (+1,1%). In positivo anche Parigi (+0,2%), dopo l'apertura in ritardo per motivi tecnici. Vola il comparto farmaceutico (+1,8%) con Novartis (+2,2%), Bayer (+2,7%), AstraZeneca (+2%) e Roche (+1,7%). Avanzano i titoli finanziari (+1,7%) dove si mettono in mostra Hsbc (+4,5%), Royal Bank (+4%), Ubs (+2,3%), Banco Santander (+2,3%) e Deutsche Bank (+2%). In positivo gli energetici (+1,1%) con il prezzo del petrolio in calo. In rialzo Bp (+1,3%), Total (+1%) e Shell (+0,6%)

intanto la cancelliera Angela Merkel, 64 anni, ha annunciato l'intenzione di lasciare la politica nel 2021. Merkel ha detto infatti che non si ricandiderà, l'8 dicembre prossimo, data del congresso dell'Unione Cristianodemocratica (Cdu), alla presidenza del partito. Al termine della legislatura in corso, nel 2021, Merkel rinuncerà anche a ricandidarsi a un seggio in parlamento e soprattutto a ripresentarsi come candidata alla guida del governo. Fonti del partito escludono per il futuro anche un incarico in sede europea a Bruxelles per Merkel. Anche se il governo attuale cadesse, per il ritiro della Spd, Merkel non si ricandiderebbe: «questo l'ho escluso», ha confermato lei stessa rispondendo a una domanda dei giornalisti. Si avvia a finire dunque dopo l'era della cancelliera, al governo della Germania dal 2005.

Il più noto quotidiano economico degli Stati Uniti mette in guardia Bruxelles affermando che i "mandarini Ue hanno scelto la guerra sbagliata contro Roma". In un editoriale dello scorso 23 ottobre, come ricorda affaritaliani, la posizione del Wsj è fin troppo chiara: "Se Bruxelles vuole veramente vincere una battaglia sul bilancio - spiega l'editorialista - dovrebbe preoccuparsi meno di dubbiosi target di bilancio e più delle politiche che aiutano l’Italia a crescere”.

Di fatto nel conflitto che si sta consumando sulla manovra c'è il rischio che la bocciatura inflitta all'Italia possa diventare una sorta di boomerang per la stessa Unione Europea. Il Wsj poi diffida l'Ue su possibili sanzioni all'Italia o da possibili tagli alla manovra che potrebbero portare all'eliminazione della flat tax: "Nessuno alla Commissione Europea sembra in grado di distinguere fra tagli delle tasse che aumentano gli incentivi alla crescita e spesa che non lo fa”.Infine il quotidiano sottolinea un aspetto. Se da un lato alcune misure della manovra vanno nella direzione del welfare e dell'assistenzialismo, altre invece vanno nella direzione della crescita."Queste - conclude il Wsj - vanno sostenute da Bruxelles".

Le regole Ue prevedono che la Commissione debba sottoporre l'Italia ad una procedura di infrazione. In sostanza una multa. Verrà creato un fondo infruttifero in cui il governo dovrà versare una sanzione che va dallo 0,2% allo 0,5% del Pil. La seconda fase arriverebbe in un secondo momento, quando - se non sistemerà i conti - Roma potrebbe essere costretta a pagare una multa pari alla cifra versata nel frattempo nel fondo di cui sopra.

Si tratta di cifre non indifferenti, ovvio. Ma c'è un "problema" (per l'Europa). Secondo quanto scrive Repubblica, infatti, i regolamenti europei si sono "dimenticati" di prevedere una sanzione nel caso in cui il Paese sottoposto a procedura di infrazione si rifiuti di sottostare alle norme. In sostanza, l'Italia potrebbe anche lasciare a secco il fondo infruttifero rendendo di fatto inutile la punizione dell'Ue. "Non esistono meccanismi coercitivi, di 'enforcement' - scrive Rep - in grado di obbligare uno degli Stati membri dell’Ue a rispettare quei provvedimenti". E non è possibile neppure espellere uno Stato membro. Dunque l'arma di Bruxelles, per quanto politicamente rilevante, potrebbe risultare del tutto spuntata. Non è un caso se la Francia per ben 10 anni consecutivi non ha rispettato il rapporto del 3% tra deficit e pil.

Secondo me siamo in un momento in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta in questo modo ad avvelenare il clima ulteriormente". Lo ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio, durante la registrazione della prima puntata di Nemo, in onda stasera su Rai2 alle 21.20, circa le dichiarazioni del presidente Bce, Mario Draghi. "Stiamo facendo una manovra di bilancio che dà alla parte più debole", ha aggiunto Di Maio. 

"E' singolare che in questo momento vedo da alcuni ministri di altri Paesi, come quelli tedeschi, molto più rispetto per quello che stiamo facendo che dal capo della Bce che viene a dire che il clima di tensione in Italia è un problema". Di Maio ha sottolineato poi che "Draghi può dire quello che vuole e non sono nessuno per censurare quello che dice".
"Sostenere le banche non significa prendere soldi dagli italiani", ha spiegato Di Maio.
"Non ho paura del giudizio di Standard& Poor's. Abbiamo un debito privato quasi inesistente e questo crea una stabilità economica" per il Paese

Per quanto riguarda la manovra economica e il giudizio, atteso per stasera, di Standard & Poor's, Di Maio poi ha ribadito: "Sulla legge di Bilancio non torniamo indietro. Non ho paura del giudizio di Standard & Poor’s. Come ha detto un’altra agenzia di rating, abbiamo una situazione stabile perché abbiamo un debito privato quasi inesistente e questo crea una stabilità economica per il Paese". Lo spread? "Sale perché c’è una paura verso questo governo che è quella che porti l’Italia fuori dall’Euro e dall’Europa. Non è vero, non è nel contratto di governo. Non c’è nessuna volontà di portare l’Italia fuori dall’Euro".

Stamattina anche l'economista Alberto Bagnai aveva puntato il dito contro Draghi: "A me sembra improprio che il massimo responsabile della stabilità finanziaria in Europa emetta degli allarmi, seppur poi velati e temperati, circa la tenuta delle banche di un paese che è sotto il controllo della sua vigilanza".

L'indipendenza di una banca centrale "è essenziale" perché la sua azione sia credibile, e dunque la politica monetaria sia efficace", ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, tenendo un discorso alla Banca nazionale belga incentrato sulla difesa dell'autonomia delle banche centrali come la Bce dalla politica, di fronte a chi oggi, dopo la crisi e misure non convenzionali come l'acquisto di bond, ha messo in forse il "consenso di politica monetaria" consolidatosi negli anni '70. 

Pero il Commissario Moscovici non pare intenzionato a mollare l'osso. E in una intervista all'emittente francese CNews torna a minacciare l'Italia senza spiegare se la decisione definitiva della Commissione arriverà prima o dopo le elezioni Ue. "Se l'Italia non presenterà una nuova manovra emetteremo un'opionione sulla manovra che ci è stata presentata e la procedura continuerà - spiega - Esploreremo altre vie per ridurre il debito pubblico italiano". Il francese parla di "gioco" al cui interno chiede all'Italia di "rimanere". "Chiediamo all'Italia di presentare una nuova manovra - dice - l'interesse di tutti è evitare una crisi tra Bruxelles e Roma. Se non lo faranno continueremo con il dialogo e il sangue freddo per evitare una crisi. Saremo impeccabili" .  

"Noi siamo qua per migliorare la vita degli italiani, mi sembra un attacco pregiudiziale, la contestazione principale è che non bisogna toccare la legge Fornero che è nel programma del 90% dei partiti tranne che del Pd : è un attacco all' economia italiana perchè qualcuno vuole comprare le nostre aziende sottocosto". Lo ha detto a Rtl il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commentando la bocciatura della manovra a Bruxelles.  

"Se insistono a tirare schiaffoni a caso mi verrebbe voglia di dare più soldi agli italiani", ha sottolineato Salvini. "Tutte le manovre passate negli anni scorsi a Bruxelles - ha aggiunto - hanno fatto crescere il debito di 300 miliardi di euro".  

Siamo il primo governo che ha l'informazione pubblica tutta contro, non faccio il 'piangina', tiro diritto ma spero che la Rai sia equilibrata e dia spazio a tante voci", ha aggiunto Salvini.  

"Di Rai non ne parlo io, c'è un presidente ed un amministratore delegato che stanno cercando professionalità interne accantonate da anni anche per ragioni politiche. La Rai merita tanto e da spettatore, quando vedo che ci sono programmi pregiudizialmente schierati a sinistra cambio canale.

La manovra non cambia. Dopo la bocciatura dell'Ue al provvedimento il governo italiano tira dritto. Lo puntualizza il leader della Lega Matteo Salvini. "Da Bruxelles possono anche mandare 12 letterine, ma la manovra non cambia", ha ribadito il ministro dell'Interno. Ma anche il sottosegretario all'Economia M5s Laura Castelli: 'Non ci sarà - ha detto a margine dell'assemblea dell'Anci - nessuna revisione. Quella manovra è ciò che serve. Abbiamo detto la verità sui numeri e non facciamo come i Governi precedenti che sparavano cifre esilaranti per poi ottenere norme catastrofiche. Avete capito dalle dichiarazioni di Conte e di Tria la posizione". 

"Questa mattina all'Expo centre di Mosca ho incontrato gli imprenditori italiani. Donne e uomini preparati e vincenti che portano in alto il made in Italy in Europa e nel mondo. A loro ho ribadito che l'Italia è un Paese che gode di buona salute, i fondamenti della nostra economia sono solidi". Lo scrive su Fb il premier Giuseppe Conte riferendosi alla sua visita in Russia. "Il Governo - aggiunge - farà la sua parte per far crescere le imprese italiane. C'è un grande impegno in tal senso, come dimostrano anche le misure contenute nella manovra".

Applausi per il Ministro Salvini a San lorenzo "Se il buon Dio lo permette io torno": così Salvini ha risposto alle persone che gli hanno chiesto di tornare a San Lorenzo allo stabile abbandonato. "Tornerò qui a incontrare i residenti, ma da ministro mi impegno a fare pulizia e a tornare con la ruspa. Ci sono cento palazzine a Roma in queste condizioni con delinquenti che difendono le occupazioni abusive e lo spaccio" ha detto Salvini.

"Andiamo a chiedere conto a chi ha mal gestito Roma per anni" ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha chiesto ai cittadini di "segnalare" le situazioni a rischio. "Ho chiesto al procuratore della repubblica di usare il pugno di ferro", ha aggiunto. E ancora: "C'è una scaletta per gli sgomberi in base alla pericolosità sociale". "Salvace da 'sta giungla, da 'sti sciacalli, devi tornare" gli hanno detto alcuni cittadini.

Intanto In Bosnia-Erzegovina circa duecento migranti hanno sfondato un primo cordone di polizia di fronte al valico di confine croato di Maljevac, a Velika Kladusa (nordovest), e il passo di confine è bloccato. Secondo fonti giornalistiche sul posto, almeno due migranti sono rimasti feriti. Sul luogo degli incidenti è arrivato anche un elicottero con a bordo unità speciali della polizia croata.

Sempre al confine con la Croazia, un centinaio di migranti sono bloccati su un treno giunto nella notte a Bihac da Sarajevo. I profughi hanno preso regolarmente il treno pagando il biglietto, ma la polizia non consente loro di scendere, temendo un assembramento. 

Sia la polizia bosniaca che quella croata sono in stato di allerta, e sono stati rafforzati i presidi lungo i due versanti della frontiera. Negli ultimi mesi e' notevolmente cresciuto il flusso di migranti verso la Bosnia-Erzegovina, da dove cercano di passare in Croazia e poi in Slovenia, avendo l'obiettivo di raggiungere altri Paesi occidentali della Ue.

 

 

Il  presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato la stampa estera stamattina, Il Corriere del Sud presente: "Abbiamo ribadito nella lettera che è stata spedita poco fa che noi siamo assolutamente in Europa, vogliamo dialogare con le istituzioni Ue, vogliamo che quest'interlocuzione si svolga nello spirito di un dialogo costruttivo, non mettiamo in discussione il ruolo della commissione Ue". "Nella lettera all'Ue vogliamo spiegare la nostra manovra. Abbiamo detto perché l'abbiamo impostata in questi termini, abbiamo spiegato la direzione della nostra politica economica, gli obiettivi che intendiamo raggiungere. Ma siamo disponibili a metterci a un tavolo per proseguire una interlocuzione con la Commissione europea" 

"Noi non siamo una banda di scalmanati e indisciplinati andata al governo - spiega Conte - abbiamo lavorato, studiato a lungo, rivisto i fondamentali e dopo avere a lungo studiato siamo arrivati alla consapevolezza che l'Italia, sulla stessa strada, sarebbe entrata in recessione. Queste ricette non hanno funzionato perché l'Italia termini di Pil è stata fanalino di coda dell'Europa".

"Il ministro dell'Economia, Savona, tutti gli esperti ci hanno dissuaso dal continuare su quella strada - prosegue il capo del governo - sembra una scelta azzardata ma dobbiamo confrontarci con la realtà e la realtà è che il deficit non era più quello previsionale ma non essendo cresciuto il Pil era andato al 1,2%. Poi c'è uno 0,7% aggiuntivo per disattivare le clausole Iva: Il 2,4% significa aver programmato uno 0,4% aggiuntivo pressoché dedicato agli investimenti per favorire la crescita". Per Conte "tutte le promesse elettorali ci costano 17 miliardi, in parte tutti finanziati con la crescita. Il problema è di chi ci programmava una crescita allo zero virgola e noi programmiamo l'1,5%".

La manovra "non espone a rischi la stabilità finanziaria dell'Italia né degli altri paesi dell'Unione europea". Lo scrive il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, nella lettera di risposta inviata a Valdis Dombroviskis e Pierre Moscovici dopo i rilievi di Bruxelles. "Riteniamo infatti che il rafforzamento dell'economia italiana sia anche nell'interesse dell'intera economia europea", si legge nella missiva.  

"Se un commissario Ue risponde il Premier Conte prima di leggere la manovra e prima che arrivi la lettera dell'Ue mi dice che questa manovra verrà rigettata, io dico che è un pregiudizio e che è inaccettabile che provenga da chi rappresenta un'istituzione" come l'Ue, ha detto ancora Conte facendo probabile riferimento alle parole dei giorni scorsi del commissario al Bilancio Oettinger. Chi dalla commissione Ue "ha anticipato il giudizio" sulla manovra dell'Italia "ha precisato essere la sua un'opinione personale, ma quando si rappresenta una istituzione le opinioni personali non devono essere espresse". La stessa cosa secondo il presidente del consiglio italiano vale sui migranti."Non abbiamo lasciato una sola persona a morire in mare. Quando qualche commissario europeo descrive l'Italia come xenofoba si assume una responsabilità grave".   

Conte torna anche sulla storia della 'manina'. "Ho ritenuto opportuno e necessario il nuovo Cdm sul decreto fiscale per verificare che il testo traducesse puntualmente l'accordo. Così abbiamo fatto in piena trasparenza, verificando meglio i testi, ripassando l'accordo raggiunto e confezionando un testo che traduce fedelmente i termini dell'accordo". Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrando la stampa estera. "Sul decreto fiscale c'è stata la necessità di ritornare in Consiglio dei ministri perché come potete immaginare la legislazione fiscale è molto complessa, vi posso assicurare che è molto complesso scrivere le norme e interpretarle", aggiunge. "C'era una bozza per la dichiarazione integrativa che era giunta nel corso del Cdm, scritta in fretta e personalmente a me recapitata, era sorto qualche dubbio tecnico e interpretativo e c'è stata qualche incomprensione".  .

"Non dobbiamo girare attorno al fatto che questa esperienza di governo è sorretta da due forze chiamate sovraniste e descritte come anti-sistema continua il Primo Ministro :  Questo non significa che sono forze politiche che vogliono scardinare il rule of law ma che mettono e metteranno in discussione molte leggi. Noi non vogliamo un'anarchia ma siamo qui per rinnovare il sistema, è un punto che va inteso sennò non riuscirete a cogliere la nostra esperienza. La nostra è una rivoluzione gentile" afferma il premier Giuseppe Conte..  

"Se arriverà una bocciatura, ci siederemo a un tavolo e valuteremo insieme" "Il 2,4% è tetto massimo che ci siamo impegnati solennemente a rispettare, anzi nella programmazione triennale abbiamo previsto di andare all'1,8% nel 2022. Siamo anche disponibili a valutare un contenimento nel corso di attuazione della manovra". "Il grande problema con l'Europa è di chi programma la crescita allo "zero virgola", noi la programmiamo all'1,5%. Ma abbiamo tante riforme strutturali da fare, alcune le  abbiamo già fatte e le altre le realizzeremo per incidere lì dove dobbiamo crescere". Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrando la stampa estera. "Quando io riuscirò con la cabina di regia a spendere i fondi Ue non spesi, vedrete che la crescita volerà. Quando avrò fatto la semplificazione volerà".

"La patrimoniale è assolutamente esclusa: se per qualche motivo dovessimo andare in difficoltà semplicemente adotteremmo dei tagli di spesa per rientrare negli obiettivi prefigurati. Ad esempio se la crescita del Pil non dovesse assecondare le nostre posizioni. Ma la patrimoniale è esclusa". Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrando la stampa estera.

Dopo aver aperto in calo a 289 punti, lo spread tra Btp e Bund decennali arriva a 307 punti base, con un tasso di interesse sui titoli italiani che torna al 3,51%.

Inversione di rotta per Piazza Affari, che perde lo 0,4% a 19.004 punti. La Borsa aveva aperto in crescita dell'1,8%, nella prima seduta dopo il giudizio di Moody's, che ha declassato l'Italia, con outlook stabile. In coda al listino ci sono titoli del comparto banche: Banco Bpm (-3,3%), Bper (-2,7%), Ubi (-1,8%). Quello milanese è l'unico listino europeo in rosso.

Le Borse europee si confermano in positivo a metà seduta con l'indice d'area Stoxx 600 che sale di mezzo punto con acquisti in particolare su industriali e manifattura. Londra segna un +0,67% mentre prosegue il lavoro tra Buxelles e la Gran Bretagna per un accordo sulla Brexit. Sale anche Francoforte (+0,63%) mentre è più cauta Parigi (+0,37%). 

"Oggi ho visto che lo spread é a 300 punti. Sono convinto che Mario Draghi stia intervenendo". Lo ha detto il ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona, nel corso dell'incontro Europa si / Europa no. "Non ho mai visto - ha aggiunto - una speculazione che si ferma dopo qualche centesimo".

 

Con una lettera durissima - anche più delle attese - che illustra nel dettaglio la "deviazione senza precedenti nella storia del Patto di stabilità", la Commissione europea accende ufficialmente i riflettori sul 'caso Italia', che già preoccupa molti leader in Europa. Finirà anche sul tavolo dei commissari martedì prossimo, che firmeranno la bocciatura formale della manovra, e dell'Eurogruppo il 5 novembre, che darà appoggio politico alla decisione dei tecnici Ue. 

Due passi scontati, se l'Italia entro lunedì non assicurerà, per iscritto, che cambierà la manovra e farà scendere il deficit invece di aumentare la spesa. Il premier Giuseppe Conte, a Bruxelles, difende i piani del Governo e ridimensiona le accuse dell'Ue. Ma non trova grandi sponde tra i colleghi all'Euro summit: dalla Germania all'Austria, dalla Francia all'Olanda, alla Finlandia e al Lussemburgo, è ampio il fronte di chi chiede il rispetto delle regole comuni. Concetto ribadito anche dal presidente della Bce Mario Draghi, che ha messo in guardia dal contestare le regole Ue perché si danneggia la crescita.  

Ma l'Italia risponderà alla lettera di richiamo dell'Ue sulla manovra entro i tempi previsti, ovvero entro mezzogiorno di lunedì' prossimo. E' quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi che sottolineano come, in questa fase, la volontà del governo italiano è quello di un "dialogo costruttivo" con la commissione Ue e, allo stesso tempo, non emerge la volontà di isolare l'Italia da parte dei partner Ue. Al momento non si prevede un incontro con Jean-Claude Juncker viste anche le agende, piuttosto fitte, sia del presidente della commissione sia di Conte.

Lo spread Btp/Bund rallenta a 332 punti base dopo aver toccato stamani quota 340, con un rendimento del Btp decennale al 3,73%. Spread in forte rialzo anche sulle scadenze più lunghe: sul 30 anni è a 305 dopo aver superato stamani 310, a un passo dai massimi dal 2012, con un rendimento che ha superato il 4%.

Pero resta molto alta la tensione fra Lega e M5s sul condono, anche se il premier Giuseppe Conte cerca di rafreddare il clima. «Io sentirò tutti, però inizio ad arrabbiarmi, perché in quel Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio scriveva». Così il vicepremier Matteo Salvini, a Mezzocorona, in Trentino, nella giornata di chiusura della campagna elettorale per le provinciali. «Se lo spread arriva a 350 perché questi litigano è un problema. Io domani vado a Roma, sereno, riscriviamo e rileggiamo tutto, però, ripeto, la verità è che in quel Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio scriveva», ha insistito Salvini.

Salvini vuole andare dritto su tutto, dal decreto fiscale alla legge sulla legittima difesa che ai 5Stelle non piace, e insiste: «Invece di dare spettacolo, dobbiamo risolvere, è già lo stiamo facendo, i problemi dei cittadini». E Conte? «Bisogna aiutarlo, non creargli altri problemi. Questa storia delle manine e delle manone è assurda. Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni o scie chimiche! Io cerco di vedere la realtà e non faccio trabocchetti, non faccio sgambetti, non credo ai fumetti. E se c'è chi crede alle teorie del complotto, io non sono mai stato tra questi». Cioè i 5Stelle. Non è un tipo che s'arrabbia Salvini, e sembra tranquillissimo come al solito in mezzo alla gente e al profumo di una nuova vittoria elettorale in Trentino e Alto Adige. Però ieri mattina, con qualche interlocutore, si sarebbe sfogato così a proposito di M5S: «Sono ridicoli. Non sanno neanche che cosa leggono e che cosa firmano».

«Noi - incalza ora Salvini - abbiamo sempre sinceramente appoggiato le proposte di M5S. Ci atteniamo al Contratto di governo sempre e comunque. Quello è la vera garanzia per tutti, ma va rispettato da tutti». In ogni caso, tra domani e dopodomani, i due dioscuri dovrebbero vedersi, e trovare una via d'uscita condivisa. Perché né Di Maio né Salvini hanno interesse in questo momento a fare saltare il banco. Luigi per ovvi motivi di crisi di consenso, almeno secondo i sondaggi, e Matteo perché ha bisogno di (relativa) tranquillità per giocarsi bene i 190 giorni che mancano da qui alle elezioni europee di maggio. Intanto, Salvini non ci sta ad essere considerato il leader di un partito di «manipolatori», non vuole toccare il decreto fiscale e non vuole minimamente la crisi di governo. Sul punto numero due, di questi tre, si troverà probabilmente un qualche rattoppo. Ma anche questa, come la verifica, è parola da vecchia politica.

Poi su Facebook salvini insiste: «Uno leggeva il testo incriminato e uno scriveva. Chi erano? Uno era Conte, che ha tutta la mia stima galantuomo, e l'altro Luigi Di Maio che verbalizzava, un'altra persona corretta e coerente con cui lavoro bene e conto di lavorare bene per i prossimi 5 anni». «Io ero in mezzo fra i due: Conte, Salvini, Di Maio». Lo dice Matteo Salvini su Fb, sottolineando che se i 5S non vogliono le misure del dl fiscale «quella roba lì non c'è. Ma passare per l'amico dei condonisti, proprio no».

«Se c'era qualcosa che non andava bene non c'era bisogno di questo can can: si alzava il telefono, Conte o Di Maio, e si cambiava tutto», ha detto Matteo Salvini in diretta Facebook. «Bisogna serrare le fila, compatti Lega e M5s. Rispettosi del contratto di governo ma senza fare scherzi. Ho aspettato senza dir nulla per ventiquattro ore e porto pazienza. Però per scemo non passo. Se qualcuno dei M5s ha cambiato idea cambiamo tutto da cima a fondo. Ma la verità storica è agli atti: quelle 4 paginette ci sono a Palazzo Chigi, con le annotazioni del premier verbalizzate da Di Maio», ha aggiunto Salvini.

«Domani andiamo in Cdm - volevo andare a Cernobbio ma prenderò un aereo con mia figlia - non per polemizzare. Io non voglio far saltare niente e spero che anche i 5 stelle  vogliano proseguire in questa esperienza», ha proseguito il ministro in diretta Facebook. «Però il decreto fiscale in Consiglio dei ministri era letto da Conte e verbalizzato da Di Maio. Io ero in mezzo tra i due: adesso passare noi per quello che hanno fatto tutto, no», ribadisce.

«Il governo va avanti, certo, ci mancherebbe altro. Però la pazienza ha un limite. Adesso finire come Lega in mezzo alle beghe dei Cinquestelle, no. Si telefonassero», ha affermato ancora il vicepremier.

«Noi siamo persone ragionevoli. Se i 5 stelle hanno cambiato idea, basta dirlo. Se Fico è Di Maio hanno cambiato idea, basta dirlo, noi siamo qui», aveva già detto il vice premier. «Lo dicono - ha aggiunto - ci sediamo al tavolo, si va avanti. Meglio per telefono che in tv». «Oggi sono in Trentino ma domani volo a Roma per risolvere i problemi. Basta litigi», aveva affermato invece poco prima Salvini. 

Stralciare le parti del decreto fiscale contestate dal M5s? «Tutto si può fare», ha poi sottolineato Salvini ai microfoni di Stasera Italia, in onda stasera su Retequattro. «Basta che quando la gente legge e approva una cosa, sia convinta di quello che legge e approva. Io sono qua per risolvere i problemi, non per crearli», ha aggiunto Salvini che si dice «fiducioso per l'incontro con Di Maio».

Polemiche anche sul decreto sicurezza. «La scadenza per la presentazione degli emendamenti è oggi: perché i 5Stelle hanno presentato 81 emendamenti come se fossero all'opposizione? Ragazzi non è così che si lavora, non è cosi che si fa tra alleati. Io poi sono ben contento se c'è qualcosa è da migliorare», ha sostenuto Salvini.

«Sono tranquillissimo si lavora come sempre ma noi abbiamo il dovere di dire sempre la verità ai cittadini, sono sicuro che una soluzione la troveremo: mica si vuole far cadere il governo sul condono a chi fa autoricilaggio o riciclaggio di denaro?», ha detto il vicepresidente del Consiglio a Repubblica Tv. 

Intanto "Manterrò un dialogo costruttivo con ogni Stato membro per assicurarmi che restino impegnati in traiettorie di bilancio sane. Lo farò nell'interesse dei cittadini della zona euro e della sua stabilità poiché l'esperienza di questi ultimi anni ci ha dimostrato che un'applicazione intelligente delle regole può stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro, riducendo il deficit e, a lungo termine, il debito". Lo ha detto il commissario Ue Pierre Moscovici nel suo intervento al forum Italia-Francia all'Aspen Institute

Dialogare è fondamentale, sappiamo tutti che la questione è delicata non abbiamo interesse a creare ulteriori tensioni, la 'palla' è ora nel campo delle autorità italiane che ci risponderanno entro lunedì". Così il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici in conferenza stampa al termine della sua visita in Italia, sottolineando che "la decisione della Commissione sarà basata sull'interesse generale, la missione della commissione Ue è assicurare prosperità economica" a tutti gli Stati "e restiamo fedeli a questa missione". Da parte della Commissione europea "nessuna decisione è stata presa, la risposta del ministro Tria sarà molto importante". Lo ha detto il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici sottolineando che sarà "decisivo l'impegno del ministro dell'Economia per rilanciare la crescita ed abbassare il debito".  

"Come Unione Europea, non siamo disposti ad accettare il rischio di caricarci questo debito per l'Italia". Così il cancelliere austriaco Sebastian Kurz arrivando al summit Ue-Asia a Bruxelles. "L'Ue è un'economia e una comunità di valori, e funziona perché ci sono regole comuni a cui tutti devono aderire", ha avvertito Kurz, sottolineando che "se si rompono queste regole, e l'Italia si allontana da Maastricht, allora significa che l'Italia si mette in pericolo, ma ovviamente mette a rischio anche gli altri". Intanto Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha avuto a Roma una riunione con il commissario europeo responsabile per gli affari economici, Pierre Moscovici, in cui si è discusso anche del documento programmatico di bilancio italiano. Lo riferisce la Farnesina, spiegando che i due "hanno, in particolare, concordato sull'importanza di mantenere la discussione in un'atmosfera improntata a un corretto, leale e costruttivo confronto delle rispettive valutazioni, in coerenza con le normative vigenti".   

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