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Angela Merkel ha riattivato la sponda col presidente francese Emmanuel Macron e ha portato all’incasso, su questo fronte, una vittoria tattica: in una prima fase saranno le tre istituzioni – a guida tedesca – della Banca europea degli investimenti, del Mes e della Commissione a fornire le risorse in dotazione ai Paesi europei in difficoltà. 200 miliardi la banca basata in Lussemburgo per attività di sostegno allo sviluppo e alla crescita, altrettanti per i prestiti del fondo salva-Stati e 100 miliardi per il fondo anti-disoccupazione di Bruxelles. Il Recovery Fund, invece, sarà quasi sicuramente messo in campo dal 2021

Il Consiglio europeo del 23 aprile si è rivelato esattamente quello che molti avevano previsto, un vertice in cui non dovevano esserci vincitori né vinti per evitare tracolli Un incontro virtuale e interlocutorio dove si doveva far capire che la via da seguire era quella del compromesso: e questo compromesso, come sempre, porta la firma di Angela Merkel e la controfirma di Emmanuel Macron. Sono loro i due grandi registi di questa lunga ed estenuante trattativa europea. E se la Cancelliera tedesca si conferma pienamente leader dell’Unione europea a trazione franco-tedesca dall’altro lato Macron può dirsi comunque soddisfatto di aver compattato il fronte “mediterraneo” evitando un netto strapotere di Berlino.  

L’Europa ha saputo semplicemente dire quello che tutti si aspettavano che dicesse: ok al Mes, ok all’intervento della Bei e semaforo verde al piano Sure contro la disoccupazione. È questo il vero pacchetto approvato dall’Unione europea e su cui lo stesso Giuseppe Conte ha capitolato. Per il resto, quella grande iniziativa che doveva essere la rivoluzione in seno all’Europa, ovvero il Recovery Fund, si è tradotto esclusivamente in un impegno “a impegnarsi”. Perché di questo si tratta. Il Consiglio europeo, nei fatti, ha semplicemente detto di impegnare la Commissione von der Leyen a stilare un piano per l’attuazione di questo fantomatico fondo che già adesso vede divisi (ancora una volta) i due fronti dell’Europa. E sul suo finanziamento è arrivata anche la pietra tombale della Merkel che ha sentenziato laconicamente con un “c’è disaccordo”. Che per adesso significa “kaputt”.

Il problema però è che al netto di macchinazioni politiche e geopolitiche, di conti interni e di rapporti di forza interni all’Ue, il vertice di ieri doveva dare anche risposte (forse soprattutto) ai cittadini europei, straziati da una crisi legata al coronavirus che rischia di mettere in ginocchio la già fragile tenuta sociale ed economica del continente.

Tuttavia, il recovery found è ciò che serviva ai vari leader europei per presentarsi vincitori. I Paesi del nord Europa possono dire di non aver permesso alcuno sforamento, di aver preservato la propria posizione in tal senso fino alla fine. I Paesi del sud Europa invece possono rivendicare di aver avviato un percorso volto a portare a dei bond comuni. E fa davvero strano vedere i due leader apparentemente più agli antipodi delle ultime settimane, il premier olandese Rutte da un lato e quello italiano dall’altro, oggi esultare entrambi. Il primo ha potuto dichiarare di aver visto passare la propria linea, Giuseppi Conte si è ritenuto contento del fatto che si parli di “bond” e dunque può andar bene così. Tutti hanno vinto, tutti hanno potuto esultare, tutti hanno potuto dichiarare di aver visto passare le proprie istanze. Fine della storia e, nella miglior tradizione italica (forse l’unico vero elemento che oggi abbiamo portato in Europa), tarallucci e vino per tutti.

Martin Wolf, storica firma del quotidiano della City, la cui parola può essere assimilata al pensiero dominante nella sua redazione, è netto nella stroncatura del fondo salva-Stati: “Il Mes sembra irrilevante, perché la sua potenza di fuoco è troppo ridotta. Può contare solo il fatto che può mettere in moto le Outright Monetary Transactions della Bce”, create nel 2012 da Mario Draghi, che però sono state sorpassate dagli eventi. Il Pandemic Emergency Purchase Programme, il piano di acquisto titoli da 750 miliardi di euro, si somma a misure già esistenti per aumentare la potenza di fuoco dell’Eurotower a 1.100 miliardi di euro in tutto il 2020. Per Wolf, il problema è in primo luogo politico. La rissa politica in Europa scatenatasi sul tema rende difficile pensare possano venire approvati.

Per Wolf sarà la Bce a doversi sobbarcare l’onere e l’onore di guidare l’Europa verso l’uscita dalla crisi. Per questo motivo l’editorialista del Financial Times è apertamente favorevole a un incremento dei poteri operativi dell’ Eurotower e del suo raggio d’azione nell’economia dell’Eurozona. La ratio del suo discorso è facile da intuire

La monetizzazione del deficit è del resto stata già intrapresa da Regno Unito, Stati Uniti e Giappone. In diversi Paesi è allo studio o già operativa l’helicopter money: ma prima di arrivare a tanto, basterebbe che la Bce garantisse la spesa pubblica dei Paesi europei per consentire loro di muoversi con maggiore agio contro la crisi. Al confronto, Mes ed Eurobond diventerebbero alternative ugualmente marginali: e le parole dell’autorevole quotidiano della City ce lo fanno intendere.  

Intanto Il testo è stato approvato dalla Camera con 229 sì, 123 no e 2 astenuti, dopo che ieri era passato in Senato col voto di fiducia. Allo stesso tempo Montecitorio ha respinto l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia contro il Mes.

prima del Consiglio dei Ministri c'era stata una riunione del premier Giuseppe Conte con il capo del dicastero economico Roberto Gualtieri ed i capi delle delegazioni delle forze della maggioranza.

Si è conclusa dopo poco meno di 3 ore la riunione del Consiglio dei ministri, dove l'ordine del giorno prevedeva l'esame del documento di Economia e Finanza 2020 (Def). L'esecutivo ha approvato il Def e ha dato semaforo verde allo scostamento di bilancio che sarà trasmesso alle Camere oggi pomeriggio.

Proprio sullo scostamento di bilancio il governo intende chiedere al Parlamento "un ulteriore innalzamento della stima di indebitamento netto e di saldo netto da finanziare: la Relazione al Parlamento incrementa la deviazione temporanea di bilancio a ulteriori 55 miliardi in termini di indebitamento netto (pari a circa 3,3 punti percentuali di Pil) per il 2020 e 24,6 miliardi a valere sul 2021 (1,4 per cento del Pil)", si afferma nella bozza del Def.
La situazione d'emergenza provocata dal coronavirus non blocca il processo di privatizzazione per il contenimento del debito pubblico.
L'esecutivo indica un target di oltre 3 miliardi l'anno sia per il 2020 sia per il 2021 (pari allo 0,2% del Pil) proveniente da "privatizzazioni e altri proventi finanziari".

Tra gli obiettivi delineati dalla bozza del Def si parla inoltre di scongiurare danni strutturali a imprese e lavoro, difendendo in particolare l'occupazione, anche se nello stesso documento è vista in calo del 2,2% nel 2020 parallelamente alla crescita della disoccupazione, che arriverà secondo le stime all'11,6%.

Nella bozza si legge che sta per arrivare un nuovo decreto con un pacchetto di misure per una "drastica semplificazione" in settori "cruciali per il rilancio degli investimenti che interesserà appalti, edilizia, commercio e controlli" a seguito della situazione scaturita dall'epidemia di COVID-19. Nello scenario pessimistico con nuovi blocchi alle attività produttive per il coronavirus, il Pil nel corso dell'anno è visto in calo del 10,6% su dati grezzi; in caso contrario è prevista dal terzo trimestre un'inversione di tendenza:

"le misure adottate dal Governo per contenere la diffusione del virus e proteggere le imprese e l'occupazione potrebbero favorire una ripresa abbastanza rapida dell'attività economia non appena la crisi sanitaria sarà rientrata. In ragione di ciò ci si attende un parziale recupero del pil già a partire dal terzo trimestre, che si prolungherà fino alla fine dell'anno".

Ricordiamo che a partire dal 4 maggio, sullo sfondo del miglioramento del quadro epidemiologico dell'epidemia di coronavirus, il governo pianifica di lanciare la "fase 2" per metter fine al lockdown con la riapertura parziale e graduale delle attività produttive e della vita sociale.

 Il numero complessivo dei casi di COVID-19 in Italia dall'inizio dell'epidemia ha raggiunto 189.973, dato comprensivo di contagiati, guariti e vittime, con un'aumento di 2.646.

Secondo quanto riferito al bollettino della Protezione Civile presieduto dal Capo di Dipartimento Angelo Borrelli, definendo i numeri confortanti, sono 464 i morti di Coronavirus nelle ultime 24 ore, numero stabile rispetto ai giorni precedenti. Dall’inizio dell’epidemia in Italia si registrano 189.973 contagiati, 25.549 deceduti e 57.576 guariti. Il numero di attuali casi positivi al Coronavirus è di 106.848, con nessun aumento dei casi. Continua la diminuzione dei casi attualmente positivi, con un calo di 851 unità rispetto al totale dei casi positivi di ieri. Il numero dei guariti ha subito un aumento di 3.033 unità nella giornata di oggi. Da oggi un nuovo dato viene comunicato dalla Protezione civile, quello delle persone sottoposte a tampone: il dato di oggi è 1.052.577 con un numero di tamponi totali effettuati 1.579.909.

Continua il trend che avevamo visto negli scorsi giorni riguardante la diminuzione della pressione delle strutture ospedaliere: 2267 sono le persone che si trovano in terapia intensiva, con una diminuzione di 117 unità rispetto a ieri, il numero più basso registrato in terapia intensiva dall'inizio della pandemia, 22.871 sono le persone positive ricoverate con sintomi, 934 in meno rispetto a ieri, mentre 81.710 (76% totale dei positivi) si trovano in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi.

L'ambasciata russa in Italia ha ricevuto richieste di assistenza da parte dell'esercito russo per combattere la diffusione di COVID-19 da Piemonte, Puglia e Friuli-Venezia Giulia, ha affermato l'ambasciatore russo a Roma Sergey Razov.

Medici militari russi, epidemiologi e gli specialisti delle truppe di difesa, radiologica, chimica e biologica del Ministero della Difesa russo, insieme ai militari italiani, hanno già effettuato una completa disinfezione delle pensioni per anziani in oltre 71 comuni della Lombardia. Sono stati sanificati 79 edifici e strutture, per un totale di oltre 600 mila metri quadrati di interni e oltre 110 mila metri quadrati di strade.

"La notizia dell'eroico lavoro dei nostri militari si è diffusa in tutta Italia, riceviamo centinaia di chiamate, lettere in cui ringraziano la Russia, il Presidente della Russia, che ha risposto alla richiesta del Primo Ministro italiano e che ha prontamente inviato una divisione in pochi giorni. I capi di altre regioni d'Italia stanno già facendo richieste ufficiali per inviare truppe russe per svolgere lavori sul loro territorio. Tali richieste sono state ricevute dai governatori di Piemonte, Puglia e Friuli-Venezia Giulia. Stiamo parlando di una diffusione a livello nazionale", ha detto Razov durante un briefing online presso MIA Rossiya Segodnya.

Secondo lui, se l'esercito russo "non avesse fatto ciò che era richiesto, tali richieste non sarebbero state ricevute".

"Per quanto riguarda le opinioni degli italiani, beh, loro, come persone normali, come tutta la maggioranza assoluta in Italia: come potrebbero trattare un partner che, nella situazione più difficile, che si era sviluppata in Italia esattamente un mese fa, ha dato una mano? Mentre L'UE e la NATO, per usare un eufemismo, sono semplicemente rimasti a guardare allo sviluppo negativo della situazione", ha sottolineato l'ambasciatore.

 

 

Ursula von der Leyen e la sua Commissione fanno la loro mossa e scendono in campo con l’opzione di un Recovery Fund a poche ore dall’inizio del Consiglio Europeo che dovrà definire politiche e percorsi di risposta alla crisi economica dell’emergenza coronavirus.

La von der Leyen, poco prima di collegarsi con i leader del Vecchio Continente per proseguire il confronto inaugurato dal recente Eurogruppo, ha messo nero su bianco l’idea di un fondo comunitario per la ripresa che dovrà mobilitare 320 miliardi di euro di risorse comunitarie destinate grossomodo a raddoppiare sui mercati dei capitali attraverso l’emissione di bond, titoli e obbligazioni. La cifra raccolta sarà suddivisa a metà: il 50% servirà per erogare prestiti, l’altro 50% andrà a finanziare a fondo perduto programmi ad hoc. Il tutto rispettando quanto previsto dall’articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che vincola a necessità emergenziale gli scostamenti.

Attraverso questa scelta la Commissione mira a creare sintonia e accordo tra i partner europei e, al contempo, a ampliare la rosa di risorse messe a disposizione per opporre alla crisi una risposta politica energica. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, facendo leva su tale dotazione messa a disposizione la Commissione mira a portare a 2 mila miliardi di euro il totale di fondi mobilitati nel piano complessivo di risposta alla crisi grazie all’effetto moltiplicatore e alla convergenza con altre misure quali l’indennità anti-disoccupazione Sure.

Alla Camera Giorgia Meloni replica all'informativa di Conte e lancia le proposte di FdI che il Governo dovrebbe portare in Ue: "Emissione da parte dell’Italia dei “Bot patriottici” proposti da Giulio Tremonti, cioè titoli di Stato a lunghissima scadenza, 50 anni o più, a basso rendimento ma non tassati e non tassabili neppure in futuro, circolabili, che possono divenire un interessante bene rifugio per gli italiani. Ecco noi proponiamo che i Bot patriottici non collocati sul mercato siano acquistati dalla BCE, automaticamente, per tutto il tempo necessario a superare la crisi sociale e alla ricostruzione economica. Chiediamo che sia questa la linea del Piave dell'Italia al Consiglio europeo".
 
«Questa storia del Mes light è un imbroglio. Ho letto l’intervista di Klaus Regling, direttore del MES, che conferma quello che abbiamo denunciato in queste settimane. Dice che “la condizionalità concordata all’inizio non cambierà durante il periodo nel quale la linea di credito è disponibile”. Poi aggiunge che sarà disponibile per un anno. Significa che dopo un anno, mentre saremo impegnati a restituire i soldi, scatteranno le rigide condizionalità. Dopo un anno scatterà la tagliola per i topi».

Oggi Conte e Gualtieri sono a Bruxelles e torneranno a casa con un bel po’ di promesse , che permetteranno loro di cantare vittoria, ma zero soldi nel breve termine. Invece quello di cui abbiamo bisogno sono soldi e subito. Ordini per le aziende, capacità di consumo restituita ai privati, e quindi un ciclo produttivo e dei pagamenti che riparte nel modo più rapido possibile, proprio, almeno in parte dal prossimo quattro maggio. Risulta necessario definire una politica Nazionale e Specifica, perchè la condizione del nostro Paese è, evidentemente, molto diversa da quella della Germania che, praticamente , ha solo leggermente rallentato. Pensare di riproporre solo “Politiche comuni” fatte con altri paesi che si trovano in condizioni completamente diverse, che non hanno subito i nostri danni, è sbagliato. Non capiranno mai la gravità della nostra situazione, non la possono comprendere, quindi non possono offrire soluzioni che siano adatte anche per noi. Una semplice, banale, realtà che Conte e Gualtieri non capiscono, o meglio non vogliono capire. Loro pensano solo al bene del Europa.  

Le conclusioni del primo Consiglio europeo chiedendo azioni più incisive e definendo insoddisfacente il compromesso che dava spazio unicamente al Meccanismo europeo di stabilità (Mes). A ciò, purtroppo, non ha fatto seguito un’azione politica efficace: il governo Conte ha brancolato nel buio, mancando della necessaria incisività per proporre soluzioni concrete. Come certificato dalla capitolazione di Roberto Gualtieri su quasi tutte le proposte dei falchi all’ultimo Eurogruppo.

L’attestazione dell’irrilevanza di Roma è la mancanza di qualsiasi riferimento all’emissione diretta di Eurobond nei tavoli di lavoro del Consiglio europeo. L’Italia ha portato avanti una battaglia “Eurobond sì, Mes no” tanto netta nei toni quanto incerta nella sua definizione concreta. Mai dal governo Conte è giunta chiarificazione su come si proponeva di vedere emessi i titoli di debito mutualizzato, sulle proposte di durata, tasso di rimborso, interesse e sule finalità degli stessi per l’Unione. Un’assenza di chiarezza che è attestato di irrilevanza: in un Consiglio europeo che già si prevede non decisivo Conte rischia di non toccar palla. E questo per le prossime settimane non è un buon segno.

La parola fine viene scritta al Tesoro all’una e mezza di notte. Al termine di un vertice economico di maggioranza in videoconferenza. Eccoli i numeri del Documento di economia e finanza, il documento che certifica quanto il virus sta facendo e farà male all’economia italiana. Il Pil, l’indicatore per eccellenza dello stato di salute del Paese, sarà fissato quest’anno a -8 per cento. Il deficit schizza a +10,4 per cento. Il rapporto debito/Pil sale fino al 155 per cento. Questi numeri dicono che l’Italia si guarda allo specchio e scopre un volto deturpato. Così sfigurato che servono cerotti consistenti - leggere il deficit oltre il 10%, quindi soldi - per provare a curarlo. Il primo cerotto è pronto: 55 miliardi. È questo l’importo dello scostamento del deficit che sarà contenuto nella relazione che sarà votata al prossimo Consiglio dei ministri insieme al Def.  

Arriva dopo un confronto lunghissimo la quadra che è stata messa nero su bianco. Però i numeri vanno sottoposti al check delle forze parlamentari di maggioranza prima del Cdm e per questo sarà necessario una riunione, questa volta politica, con i capi delegazione dei partiti. Si lavora per portare i documenti al tavolo di palazzo Chigi stasera, ma il Cdm potrebbe slittare a venerdì o sabato. Intanto c’è la sintesi sui numeri del Def e sullo scostamento del deficit, cioè sui soldi che finanzieranno il decreto di fine aprile, quindi cassa integrazione, bonus, voucher, risorse per le imprese, reddito di emergenza e via dicendo. Perché per tutta la giornata di mercoledì, i 5 stelle hanno alzato la posta in gioco, chiedendo più soldi per i ristori alle imprese e per il reddito di emergenza. Poi, come si diceva, la maratona notturna con via XX settembre per chiudere la partita. Il tempo è poco, anzi già scaduto. Il decreto di fine aprile rischia di diventare il decreto di maggio. Sicuramente i soldi arriveranno il prossimo mese, ma il tentativo del governo è di salvare almeno l’etichetta del provvedimento, approvandolo appunto in Cdm a fine mese, dopo aver ricevuto il via libera del Parlamento allo scostamento.

E così si ritrovano a discutere il titolare del Tesoro Roberto Gualtieri, la sua vice in quota 5 stelle Laura Castelli, l’altro viceministro dell’Economia Antonio Misiani, in quota dem. Ci sono anche il Ragioniere generale dello Stato, il direttore generale del debito pubblico, il capo della segreteria tecnica, il direttore generale delle Finanze e una serie di consulenti. Ma dato che ci deve essere il via libera di tutta la maggioranza ci sono anche Luigi Marattin per Italia Viva e Cecilia Guerra per Leu.

Al centro della riunione ci sono i numeri del Def, che a loro volta impattano sullo scostamento e soprattutto sulla composizione del decreto di aprile. Alcune decisioni vengono rimandate. Se ne discuterà ancora perché la quadra dentro la maggioranza non c’è. Ma si decide comunque di gonfiare fino all’estremo massimo, cioè 55 miliardi, i soldi da inserire nel decreto. Un decreto che avrà 55 miliardi di risorse fresche, a cui si aggiungeranno quelli per le garanzie statali sui prestiti alle imprese, per il Fondo Cdp che servirà per proteggere e risollevare le aziende strategiche e per saldare circa 15-20 miliardi dei debiti che ha contratto la Pa.  

Si decide anche di fermare le clausole di salvaguardia sull’Iva, quel macigno che dal 2011 grava su ogni manovra. Sono impegni miliardari che finiscono per sottrarre risorse ingenti alle necessità del Paese reale. Solo l’anno prossimo valgono qualcosa come 20,1 miliardi. Basta ricordare cosa è successo con l’ultima legge di bilancio, dove quasi tutti i soldi sono stati prosciugati proprio per sterilizzare le clausole. Lo stop verrà indicato già nel Def. Ed è questo uno dei punti su cui si è discusso di più, con Gualtieri più scettico e invece i renziani convinti che il passo sia necessario. Alla fine si decide per lo stop. I numeri vengono inseriti nelle tabelle e si lavora per chiudere il testo. Verso il Consiglio dei ministri.

Nel suo editoriale Francesco Storace al Secolo, scrive : Se Conte cede, sono altre montagne di debiti su di noi e soprattutto su chi verrà dopo di lui (dettaglio da non sottovalutare, perché così si avvelenano i pozzi). Se il presidente del Consiglio dice no all’Europa che punta a strangolarci, saranno i signori di Bruxelles a capire che senza l’Italia non vanno da nessuna parte. E molleranno loro.

Non mollano? Finisce una storia di Unione finta e comincia quella della sovranità patriottica. Non ci sono altre strade. Chi non vuole l’Europa a pezzi ha convenienza a stare alle nostre condizioni, quelle di un’Italia che ritrova la sua dignità.

Invece siamo di fronte – rischiamo di esserlo a meno che Conte non ci sorprenda positivamente – ad una immonda sceneggiata. Si trova la parola “light” per ammorbidire l’effetto del Mes. Si dice che sarà solo per la sanità come se lo sviluppo economico del Paese non sia stato lesionato dal coronavirus. Si dice sempre “ho una sola parola” ogni volta a un interlocutore diverso.

Ma anche basta, viene da dire. Perché in tutta questa vicenda emerge solo la voglia di imbrogliare un popolo intero. L’Europa deve aiutare noi esattamente come tante volte noi abbiamo aiutato altri, non può esistere alcuna condizionalita’, né a breve né a lungo periodo.

Al Consiglio europeo dobbiamo rappresentare la sofferenza di un popolo che non chiede l’elemosina a nessuno. E che tantomeno è disponibile a farsi strozzare da chi si è già cimentato con successo con la Grecia. È ora di far capire di quanto orgoglio siamo capaci.

«Siamo in un momento drammatico della storia europea, c'è bisogno di risposte all'altezza della crisi, non sono nella cassetta degli attrezzi che conosciamo, servono risposte nuove. Può esserci una rottura drammatica e finale? Spero di no, le istituzioni europee hanno fatto molto in queste settimane, se non ci fosse la BCE e la solidarietà dell'UE saremmo già a gambe all'aria». Lo ha detto l'ex premier Enrico Letta, intervistato a Sky Tg24. «Credo che domani debba esserci una parola definitiva, non ho dubbi: se domani ci fosse un disaccordo di fondo sarebbe un disastro, venerdì mattina il nostro spread andrebbe al 400. Se non c'è un accordo domani, credo che venerdì la reazione sarebbe terribile e noi saremmo i primi», ha concluso.

L'attuale Mes «è qualcosa profondamente diverso da quello usato in Grecia», inoltre il Mes «non sarà la cosa più importante di cui si discuterà domani, è una parte che vale per il 20% di quello di cui si parla complessivamente, è solo finalizzato alle spese sanitarie». Certo «bisogna vedere cosa c'è nella nuova cassetta degli attrezzi» che sono le «risposte» che l'Ue deve dare. «Il Mes è una fiche piccola e non particolarmente importante» anche se «abbiamo bisogno di tutto, anche di 36 miliardi per rifare il nostro sistema sanitario pubblico non si vede perché non utilizzarlo solo per una questione nominalistica», ha concluso Letta.

Von der Leyen e Lagarde «hanno fatto qualche errore all'inizio ma chi non ha fatto errori all'inizio» e certo la nuova governance europea «ha avuto un battesimo di fuoco. Dare tutta la colpa a errori di von der Leyen e Lagarde non tiene conto di quello che hanno fatto» come risposta alla pandemia. Il Covid-19 comporterà «l'aumento del debito di tutti i paesi Europei, tutti soffriremo, bisogna porsi, non domani, ma da venerdì in poi, l'obiettivo di ragionare su strumenti per sterilizzare non i debiti ma gli aumenti di debito generati dal coronavirus. E' il maggior obiettivo, non c'è uno strumento esistente, servirà fantasia».

 

 

 

 

Il leader della Lega Matteo Salvini  annuncia un piano di ricostruzione nazionale "come Lega e Centro Destra: se il governo annuncia il dialogo e poi lo boccia noi il piano lo facciamo con tutte le associazioni delle imprese, dall'agricoltura al turismo, alle imprese produttive, guardando quello che accade negli altri paesi europei". "Occorre riaprire: ogni giorno che passa è un giorno perso nel nome della ricostruzione".

"Conte - prosegue il leader della Lega - si deve mettere d'accordo con sé stesso e la sua maggioranza: se dice dialoghiamo e poi stanotte la sua maggioranza boccia tutti, dico tutti, gli emendamenti della Lega significa che la voglia di dialogo di Conte serve alle telecamere ma in concreto si riassume a zero. Oggi nel percorso di ricostruzione nazionale tocchiamo un settore che conta 5 milioni di italiani quasi totalmente dimenticato dalle politiche del governo: la disabilità. Un settore che soffriva prima del virus e soffre a maggior ragione ora. La lega ha proposte fatte al governo inascoltate ma che sono proposte che arrivano dalle associazioni. Tra queste quella sul bonus da 600 euro da cui sono escluse le famiglie di disabili per il solo fatto di percepire una invalidità e così i malati di tumore in chemiotepapia". "Mi sembra moralmente indegno escludere questa fetta di cittadini" aggiunge Salvini.

Intanto in mattinata si è tenuta una riunione del governo con il capo della task force Vittorio Colao e, probabilmente alle 16, la convocazione della cabina di regia con gli enti locali. Entra così nel vivo il lavoro per la fase 2 dell'emergenza Coronavirus. Il premier Giuseppe Conte ha annunciato che entro la settimana indicherà il programma nazionale delle aperture dal 4 maggio: dovrebbe farlo tra venerdì e sabato. Per arrivare alla decisione finale, il governo terrà una serie di riunioni di confronto con tutti i soggetti interessati, incluse le parti sociali. I sindacati e le categorie imprenditoriali potrebbero essere convocate nelle prossime ore, per un confronto con il governo che dovrebbe svolgersi al più tardi venerdì, anche se non si escludono accelerazioni. Prima del Consiglio dei ministri sul Def in programma per stasera alle 19, Conte dovrebbe convocare, probabilmente alle 16, la cabina di regia con gli enti locali, alla quale partecipano in rappresentanza delle Regioni Stefano Bonaccini, Attilio Fontana e Nello Musumeci, per i Comuni Antonio Decaro, Virginia Raggi e Roberto Pella.  

Ripartenza delle attività produttive dal 4 maggio, con alcune singole eccezioni dal 27 aprile. E' lo schema concordato questa mattina, a quanto si apprende, nelle riunioni a Palazzo Chigi. L'idea, su cui il governo si confronterà nel pomeriggio con le parti sociali, è far tornare al lavoro i cittadini dopo il 3 maggio ma, come già avvenuto nelle scorse settimane, si raccoglieranno le sollecitazioni su singoli settori, come la produzione di macchine agricole e industriali, che potrebbero essere autorizzati a ripartire  

"Questo virus, come gli altri coronavirus che abbiamo già conosciuto in passato, tende a spegnersi da solo. E' così - afferma il primario nel corso del suo intervento al programma di Rai Radio 2 "I Lunatici" - È risaputo nell'ambito scientifico che i coronavirus tendono a dare delle pandemie e poi piano piano tendono a spegnersi, soprattutto quando c'è una riduzione della loro entropia sociale".  Secondo L'immunologo: "Questo virus si spegnerà da solo, ha una morte programmata" È la tesi del Prof. Francesco Le Foche, primario di immuno-infettivologia al day hospital del Policlinico Umberto I di Roma.

Insomma, secondo Le Foche,come riporta il quotidiano Milanese il Giornale, la chiusura dentro casa degli italiani ha ridotto, automaticamente, la potenza del Covid-19 che non è più in grado di riprodursi come a gennaio e febbraio quando "saltava" di persona in persona. "Grazie al lockdown questo virus, non potendo contagiare le persone che sono chiuse in casa, non ha più la carica di diffondersi e quindi tende ad autospegnersi, a vivere una sorta di morte programmata - sottolinea l'immunologo - speriamo che questo avvenga rapidamente e sembrerebbe che i primi caldi possano essere d'aiuto".

Tra l'altro, l'estate sarà d'aiuto perché "con i primi caldi ci sarà anche una riduzione delle goccioline che si essiccheranno e quindi avranno meno possibilità di passare da una persona all'altra", sostiene Le Foche. Numerosi studi hanno ormai dimostrato e confermato come, anche soltando parlando, micro particelle di saliva rimangono sospese in aria diventando il maggior pericolo di contagio.

Il professore, se da un lato auspica la scoperta di un vaccino necessario a "liberarci completamente dal virus", dall'altro, però, non è molto convinto della sua efficacia perché "non sappiamo se produrrà degli anticorpi immunizzanti o meno" affermando addirittura che "non credo sia così indispensabile tra un anno o un anno e mezzo questo vaccino. Poi, qualora ci fosse questa opportunità, ben venga".

Il ragionamento dell'immunologo secondo il Giornale, è basato sulle evidenze scientifiche ma i dubbi continuano. "Solo le vaccinazioni - prosegue - riescono a far scomparire del tutto i virus dalla faccia della terra. Però, se questo virus si comporta come la sars, è destinato a scomparire. Essendo questo un coronavirus per l'80% identico a quello della sars dovrebbe aver avuto una fase pandemica che adesso si sta spegnendo. Sono ottimista e il mio ottimismo è basato sulla scienza".

intanto una 28 enne incinta e stata guarita col plasma iperimmune: e sarebbe il primo caso al mondo La plasmaterapia sembra quindi funzionare. Almeno così è stato per Pamela,  di Mantova, incinta di 24 settimane. Pamela ha anche un’altra bambina a casa che l'aspetta e che finalmente, dopo 13 giorni di ricovero, la potrà riabbracciare.

La giovane era stata ricoverata lo scorso 9 aprile all’ospedale di Mantova dove aveva iniziato a seguire il percorso Covid per donne in stato interessante. Il giorno seguente però le sue condizioni fisiche erano peggiorate così tanto da dover essere trasferita nel reparto di Pneumologia. Adesso Pamela è tornata a casa, perché, dopo essere stata curata con due sacche di plasma iperimmune, è finalmente guarita. Anche il secondo tampone a cui è stata sottoposta ha dato esito negativo. La giovane mamma ha quindi sconfitto il coronavirus.

Secondo quanto riferito dall’Asst di Mantova, si tratterebbe di un caso unico per il momento: al mondo non vi sarebbero infatti altri casi di donne incinte, colpite da Covid-19, che siano guarite con l'infusione dell'emocomponente. Come riportato da Tgcom 24, la 28 enne tra le lacrime ha così commentato la sua guarigione: “Il plasma mi ha fatto rinascere. Ero molto abbattuta, ma ho trovato professionisti straordinari. La bimba che nascerà si chiamerà Beatrice Vittoria. Perché abbiamo vinto questa battaglia”. Il direttore della Pneumologia dell’ospedale di Mantova, Giuseppe De Donno, ha spiegato che subito dopo l’inizio del trattamento il quadro clinico di Pamela è migliorato.

Intanto al Senato si è tenuto un Question time con i ministri Lamorgese, De Micheli e Spadafora rispondono sul rischio di infiltrazioni mafiose, le detenzioni domiciliari, la questione migranti e il blocco dei porti, la riapertura dei cantieri stradali e delle attività sportive.

"Dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo riaprire perché lo sport è importante non solo come valore economico ma anche come valore sociale". Lo ha detto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, rispondendo al question time al Senato. "Gradualmente potremo pensare di riaprire tutta la parte che riguarda gli allenamenti. Per quello che riguarda i campionati e l'attività motoria all'aperto, tanto richiesta dai nostri cittadini, valuteremo assieme al Comitato tecnico scientifico, consapevoli che questa ripartenza va assolutamente spinta ma tutelata nella salute di tutti i cittadini italiani". Successivamente si è tenuto un vertice tra il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, e i massimi organismi calcistici italiani sul tema della ripartenza degli allenamenti e dei campionati ma una decisione sulle date non arriverà oggi.

Nel corso del Question Time i corso al Senato i ministri Lamorgese, De Micheli e Spadafora rispondono sul rischio di infiltrazioni mafiose, le detenzioni domiciliari, la questione migranti e il blocco dei porti, la riapertura dei cantieri stradali e delle attività sportive.

"Sono convinto - ha proseguito Spadafora - che nel decreto che ci apprestiamo ad approvare al consiglio dei ministri troveremo ulteriori risorse per consentire che il bonus lo abbiano non solo i collaboratori sportivi che già ne hanno fatto richiesta per marzo, e che possa essere esteso a tutti i collaboratori sportivi anche per il mese di aprile".

"C'è un solo positivo al Covid tra i migranti sbarcati - ha detto la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese - Si tratta di un egiziano arrivato con uno sbarco autonomo di 67 a Lampedusa: è stato posto in isolamento, è in buone condizioni e non è stato necessario disporne il ricovero. Tutte le strutture del ministero, fin dall'inizio dell'emergenza, hanno applicato le misure di screening sanitario e sorveglianza per un periodo minimo di 14 giorni su chi arriva".  

Da Bruxelles intanto è arrivato il via libera alla sanatoria, chiamata “regolarizzazione” per non spaventare troppo una fetta di elettorato vicino all’attuale maggioranza, relativa ai migranti irregolari. Una misura quest’ultima che il governo Conte II vorrebbe varare a breve, con l’obiettivo dichiarato di immettere subito manodopera a lavoro nei campi visto il repentino abbandono da parte di molti braccianti dopo l’esplosione dell’emergenza coronavirus.

“Niente impedisce ad uno Stato membro ,dal punto di vista giuridico, di dare permessi di soggiorno ai migranti che vuole regolarizzare”, ha dichiarato nelle scorse ore Adalbert Jahnz, uno dei portavoce della commissione europea.

In poche parole, secondo Bruxelles non ci sarebbero ostacoli giuridici o tecnici alla mossa che l’Italia vorrebbe attuare sui migranti. E quindi l’Europa ha già messo in chiaro che non avanzerà alcuna rimostranza al progetto di Roma di regolarizzare la posizione di migliaia di migranti irregolari.

Quanti ancora non si sa, visto che sotto questo profilo al momento sussistono diverse posizioni in seno alla maggioranza ed allo stesso governo. Ieri, nel corso di un’audizione tenuta in sede di commissione affari costituzionali alla Camera, il ministro dell’interno Luciana Lamorgese ha smentito l’ipotesi di una regolarizzazione di tutti gli irregolari: “Stiamo lavorando ad una proposta – ha dichiarato il titolare del Viminale – Ma non si tratta di 600 mila migranti”.

 

In Italia, secondo gli ultimi dati, sono stati registrati 178.972 casi di infezione, quasi 45 mila persone sono state curate. Il numero di morti ha superato i 23 mila, di cui oltre 12 mila registrati nella sola Lombardia.  

Dal 22 marzo alla mattina del 25 marzo, sono arrivati in Italia 15 aerei cargo dalla Russia, che hanno portato circa 100 virologi militari e specialisti epidemiologhi del Ministero della Difesa della Federazione Russa, otto squadre mediche e infermieristiche, nonché attrezzature per la diagnosi e la disinfezione.

Nell'ospedale da campo a Bergamo, epicentro di COVID-19 in Lombardia, i militari russi ricevono e curano pazienti contagiati dal coronavirus insieme ai colleghi italiani. 32 medici militari russi sono coinvolti in questo lavoro, squadre mediche e infermieristiche sono in servizio tutto il giorno in tre turni.

Il capo del governo italiano Giuseppe Conte aveva precedentemente ringraziato Vladimir Putin per il suo aiuto nella lotta contro l'epidemia di coronavirus e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio era stato personalmente presente alla base di Pratica di Mare per ricevere gli aerei russi ed esprimere gratitudine alla Russia. Nei giorni scorsi il capo della Farnesina aveva annunciato l'arrivo di nuovi aerei dalla Russia con ventilatori polmonari.

Pero mentre la Russia l America e altri Paesi aiutano a superare la crisi sanitaria, esiste un vero di braccio di ferro, con i nostri amici dentro al Ue, quello fra Berlino e Roma, che sta mettendo in crisi le relazioni bilaterali fra i due Paesi e la fiducia reciproca. Come conferma anche Handelsblatt, il governo federale della Germania si rifiuta categoricamente di prendere in considerazione l’ipotesi coronabond...

Tema, quello della condivisione del debito, di cui Berlino non ne vuol nemmeno sentir parlare. E lo ha ribadito con fermezza più volte. Per questo nelle scorse settimane il governo tedesco ha permesso all’ Olanda di fare il “poliziotto cattivo” del rigore nella trattativa europea. Come riportato l’agenzia Nova, in vista del Consiglio europeo del 23 aprile prossimo, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ribadito la propria contrarietà all’introduzione degli eurobond, ancora una volta. In particolare, durante una riunione della dirigenza dell’Unione cristiano-democratica (Cdu) tenutasi ieri a Berlino, Merkel ha dichiarato che le obbligazioni comuni “vanno nella direzione sbagliata”. È quanto riferisce il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, citando una fonte che ha preso parte all’incontro. D’altro canto nell’accordo siglato il 9 aprile all’Eurogruppo di eurobond non c’è nemmeno traccia. Quindi, ad onor del vero, non c’è certo Berlino ad alimentare false speranze.

“È indiscutibile: l’Italia è stata lasciata sola”. Una frase che il premier Giuseppe Conte ha ripetuto svariate volte nel corso di queste settimane: un concetto che ha ribadito anche di recente in un’intervista al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung. “Anche Ursula von der Leyen la vede in questo modo”, ha aggiunto il premier, e per questo “si è scusata in nome dell’Unione europea, nell’europarlamento.

Devo dire che ho molto apprezzato questo gesto”. Intervista nella quale è tornata a rilanciare i coronabond: c’è bisogno, ha sottolineato Conte,  “di tutta la potenza di fuoco dell’Ue”, e dunque della condivisione dei debiti, ossia i coronabond. “Non è questione di mettere in comune debiti passati o futuri”, spiega Conte, “ma di realizzare insieme un impegno straordinario”. Il premier ha poi lanciato una stoccata nei confronti di Berlino, accusando implicitamente la Germania di egoismo e affermando che nell’Ue diversi Stati membri “guardano soltanto al proprio vantaggio”, con un chiaro riferimento al surplus commerciale tedesco.

Per l'Italia "si prefigura per la prima metà dell'anno un calo dell'attività economica di intensità eccezionale, mai registrato nella storia della Repubblica": "nell'insieme dei primi due trimestri" 2020 il Pil "si ridurrebbe cumulativamente di circa quindici punti percentuali". E' la stima dell'Upb nella nota congiunturale di aprile. "Nell'ipotesi di un regresso dell'epidemia l'attività tornerebbe ad espandersi nel trimestre estivo". Serve "massima cautela" nella valutazione delle stime che "risentono di un'incertezza estremamente elevata".

"Si stima, per la sola parte relativa alle richieste CIG, che il numero complessivo di ore autorizzate possa essere ampiamente superiore, anche triplo, rispetto ai valori massimi storicamente osservati su base mensile dalla crisi finanziaria del 2009". E' quanto si legge nella nota congiunturale dell'Upb in cui si sottolinea che la Cig "esplode" ma che "al momento non sono disponibili informazioni sul mercato del lavoro relative al periodo dell'emergenza sanitaria, che potrebbe anche ostacolare la produzione delle statistiche ufficiali".

Intanto la prima è un sistema di tracciamento contatti che usa la tecnologia Bluetooth, che rileva la vicinanza degli smartphone a distanza di un metro, classificando e salvando dunque codici identificativi anonimi degli altri dispositivi. Questi codici dovrebbero essere generati da un altra app, in possesso dell’operatore sanitario che fa il test del coronavirus al cittadino, che a sua volta dovrebbe caricare i dati raccolti dalla sua app, con la lista anonima di persone a cui è stato vicino, in modo da mettere in guardia su eventuali contagi.

Successivamente i dati, caricati in cloud, vengono elaborati dal serve che calcola il rischio di esposizione al virus per ogni codice identificativo anonimo salvato generando una lista di utenti a rischio e inviando loro una notifica chiedendo eventualmente all’utente di autoisolarsi o chiamare i servizi di emergenza.

La seconda funzione di Immuni sarà quella di creare una scheda clinica, una sorta di questionario nel quale oltre all’età, sesso, presenza di malattie pregresse e assunzione di farmaci, bisogna inserire ogni giorni eventuali sintomi o novità sullo stato di salute.

Malumori nell'opposizione per Immuni, l'app che nella fase 2 traccerà gli spostamenti degli italiani per individuare e rompere le possibili catene di contagio. Secondo la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, si tratta di una vicenda "inquietante" che il Copasir "fa benissimo ad indagare", per via di un presunto controllo cinese da parte della società che mette a disposizione l'applicazione.  

"La vicenda dell' App. Immuni - ha dichiarato la senatrice - presenta risvolti inquietanti che vanno immediatamente chiariti: abbiamo già detto che il tracciamento della vita degli italiani può essere deciso solo per legge dal Parlamento. Ma il fatto che nella società che l'ha messa a disposizione gratuitamente siano presenti capitali cinesi apre nuovi, gravi scenari sui quali il Copasir fa benissimo a indagare".

Si apre quindi una questione sulla privacy dei cittadini e su chi controlla e tutela i dati che vengono raccolti. La Bernini ha espresso la sua preoccupazione per il fatto di "mettere il patrimonio dei dati sensibili dei cittadini a disposizione di un regime autoritario sarebbe l'ennesimo sciagurato servizio che questo governo rende a Pechino. Una scelta improponibile e inaccettabile".

Intanto il sindaco di Bonate Sotto (Bergamo), Carlo Previtali, ha ringraziato i militari russi per la loro assistenza nella disinfezione delle pensioni e ricoveri del circondario, riferisce il Ministero della Difesa russo.

Esperti militari russi, insieme al personale militare dell'Unità italiana di protezione chimico, nucleare, batteriologica, hanno disinfettato le case per anziani in tre pensioni nei comuni di Piario, Albino e Bonate Sotto.

"In momenti così difficili, è importante che le persone, indipendentemente dal colore della pelle, dalle opinioni o dalle fedi, si incontrino per affrontare l'emergenza comune. Grazie per essere venuti da noi e averci fornito un aiuto così importante" – l’ufficio stampa del ministero russo cita le parole del sindaco di Bonate Sotto Carlo Previtali.



Sotto l’aspetto economico, il concetto di ricorso al MES “senza condizionalità” è privo di qualsiasi credibilità. Il Trattato istitutivo prevede che “….la concessione di qualsiasi assistenza finanziaria nell’ambito del meccanismo sarà assoggettata a rigorosa condizionalità” affinché vengano rispettati i parametri macroeconomici che garantiscano la stabilità a medio termine.Dichiara l’economista Alessandro  su Sputnik Italia

Con la pandemia di Covid-19 che ha colpito l’intera economia globale,Il grande problema dell’Italia non è più l’aumento dello spread, come accadde nel 2012, ma l’impennata del rapporto debito/pil. In un contesto del genere, con la pandemia di Covid-19 che ha colpito l’intera economia globale

il sistema economico italiano rischia di uscire a pezzi. A quel punto, senza le adeguate contromisure, l’Euroscetticismo incarnato dal nostro Paese potrebbe aumentare a dismisura.

È questa, in estrema sintesi, la teoria espressa dall’opinionista del Financial Times, Wolfang Munchau, secondo il quale la diffidenza di Roma nei confronti di Bruxelles “non scomparirà” con le riaperture, perché in Italia, “come è successo in Gran Bretagna con la Brexit”, si sta “iniziando a incolpare l’Ue per tutto ciò che non va”.

Il Movimento 5 Stelle secondo inside Over si ritroverebbe di fronte a sé una prateria per “cavalcare” il crescente sentimento anti-Ue e considerarlo “un’opportunità” per rilanciarsi elettoralmente. Insomma, “l’Italia – ha scritto Munchau – è più in pericolo di quanto pensi l’Eurozona”.  

Il settore dei pubblici esercizi - bar, ristoranti, pizzerie, catene di ristorazione, catering, discoteche, pasticcerie, stabilimenti balneari - "con 30 miliardi di euro di perdite è in uno stato di crisi profonda con il serio rischio di veder chiudere definitivamente 50.000 imprese e di perdere 300 mila posti di lavoro". E' l'allarme di Fipe-Confcommercio spiegando che "già molti imprenditori stanno maturando l'idea di non riaprire l'attività perché le misure di sostegno per il comparto sono ancora gravemente insufficienti e non si intravedono le condizioni di mercato per poter riaprire".

Gli interventi del Governo "sono solo una risposta parziale - puntualizza Fipe - la liquidità non è ancora arrivata, la garanzia al 100% dello Stato per importi massimi di 25.000 € è una cifra lontanissima dalle effettive esigenze delle imprese per far fronte agli innumerevoli costi da sostenere, la burocrazia rimane soffocante appesantendo addirittura le stesse procedure degli ammortizzatori sociali obbligando, di fatto, le imprese ad anticipare i pagamenti. Sulle tasse, inoltre, non ci sono state cancellazioni ma solo un differimento, per di più con la beffa di dover rischiare di pagare l'occupazione di suolo pubblico stando forzatamente chiusi e la tassa su rifiuti virtuali visto che di rifiuti non ne sono stati prodotti". Sul capitolo tasse "non ci sono state cancellazioni ma solo un differimento per di più con la beffa - viene osservato - di dover rischiare di pagare l'occupazione di suolo pubblico stando forzatamente chiusi e la tassa su rifiuti virtuali visto che di rifiuti non ne sono stati prodotti".

Per questo, Fipe-Confcommercio ha predisposto un pacchetto di richieste al Governo: risorse vere a fondo perduto per le imprese parametrate alla perdita di fatturato; moratoria sugli affitti prevedendo una una compensazione per il periodo di chiusura e per il periodo di ripartenza; cancellazione di Imu, Tari, affitto suolo pubblico e altre imposte fino alla fine del periodo di crisi e sospensione del pagamento delle utenze; prolungamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine della pandemia e sgravi contributivi per chi manterrà i livelli occupazionali e reintroduzione dei voucher per il pagamento del lavoro accessorio; possibilità di lavorare per asporto, come avviene in tutta Europa; concessione di spazi all'aperto più ampi nel periodo di convivenza con il virus, per favorire il distanziamento sociale e permettere agli esercizi di lavorare; un piano di riapertura con tempi e modalità certe condiviso con gli operatori del settore, per permettere a tutte le imprese di operare in sicurezza.  

L'Ue ha bisogno di tutta la sua potenza di fuoco" nella risposta alla crisi economica generata dal coronavirus, "nello specifico attraverso l'emissione di titoli comuni". Lo dice il premier Giuseppe Conte in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung. Il presidente del Consiglio sottolinea che "viviamo il più grande shock dalla guerra" e "a questo anche l'Europa deve dare una risposta".

Molti Paesi europei hanno guardato finora soltanto ai propri vantaggi, la Germania ha "un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell'Ue" e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da "freno per l'Europa".

Il Mes in Italia ha una cattiva fama. È quello che spiega Giuseppe Conte in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung, anticipata dal sito del giornale tedesco. "Non abbiamo dimenticato che ai greci, nell'ultima crisi finanziaria, sono stati richiesti sacrifici inaccettabili perché ottenessero i crediti", afferma il presidente del Consiglio.

"È indiscutibile: l'Italia è stata lasciata sola". E' la risposta del premier a una domanda sulla sensazione degli italiani di essere stati lasciati soli all'inizio della crisi del coronavirus. "Anche Ursula von der Leyen si è scusata per questo a nome dell'Unione europea, nell'Europarlamento. Devo dire che ho molto apprezzato questo gesto", afferma Conte.

La crescente sfiducia degli italiani nell'Ue "nasce dal fatto che ci sentiamo abbandonati proprio dai Paesi che traggono vantaggi da questa Unione". "Prendiamo l'esempio dell'Olanda, che con il suo dumping fiscale attrae migliaia di multinazionali, che trasferiscono lì la propria sede, ed ottengono un flusso di entrate fiscali massicce, che vengono sottratte ad altri partner dell'Unione: 9 miliardi di euro ogni anno, come riporta un'analisi di Tax Justice Network", afferma Conte.

Intanto Giuseppe Conte, ha avuto una conversazione telefonica con la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, incentrata sulla risposta europea alle conseguenze sociali ed economiche dell'emergenza da Covid-19. Lo rende noto Palazzo Chigi. La telefonata avviene alla vigilia del Consiglio europeo in programma giovedì 23.

Per avere un’idea sugli eventuali meccanismi d’azione del MES e di come potranno agire sull’economia italiana, Sputnik Italia ha raggiunto la dottoressa Giuseppa Alessandro, economista e advisor finanziario, membro del Centro analisi “Sinergie”.

– Dottoressa Alessandro con l’approvazione del MES, quali sono gli scenari che si prospettano agli italiani?

– Bisogna precisare che, sebbene il Trattato e le sue variazioni siano state firmate già nel 2010 e 2012 (rispettivamente con i governi Berlusconi e Monti) mettere in atto lo strumento di ricorso in questione non necessiterebbe dell’approvazione preventiva del Parlamento. Quest’ultimo, tuttavia, sarà tenuto ad approvare un eventuale ricorso in applicazione dell’art. 81 della Costituzione che richiede il via libera da parte delle Camere nei casi di adozione di provvedimenti che influenzino negativamente il debito pubblico. Al momento non c’è la maggioranza in Parlamento a favore dell’introduzione del MES nonostante che il primo ministro si dimostri possibilista. Questo dal punto di vista politico.

Ma l’Olanda può davvero permettersi di dare lezioni? si domanda inside Over a giudicare da come il Paese dei Tulipani ha coltivato il suo orticello, si direbbe proprio di no. Per attirare le più importanti multinazionali del pianeta, il governo olandese ha messo sul tavolo due piatti prelibatissimi: il fisco favorevole accompagnato da agevolazioni per gli azionisti. È così, come sottolinea il quotidiano La Verità, che i Paesi Bassi coltivano i privilegi e attirano ingenti capitali.

Il meccanismo è semplice: grazie a un sistema maggioritario, gli azionisti più rilevanti delle singole aziende presenti sul territorio olandese possono contare su un diritto di voto plurimo e su un maggiore valore nominale, anche se questi non controllano la totalità del capitale. Basta possedere intorno al 20-25% delle azioni di un’azienda per ottenere il ruolo di azionista di controllo al momento della nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione.

Accanto ai benefit per gli azionisti troviamo un fisco assai morbido, con tasse basse e con la possibilità di non far concorrere all’imponibile di una multinazione dividenti e capital gain provenienti dalle controllate sparse per il mondo. Il gioco è fatto.

Il surplus dei Tulipani nei confronti dell’Unione europea è di 184 miliardi mentre il deficit con il resto del mondo si aggira intorno ai 118. Tornando alle multinazionali che affollano le città olandesi, nel caso in cui l’Ue dovesse affondare, Amsterdam andrebbe incontro a un disastro finanziario assicurato. Nessuno, in quel caso, si trasferirebbe più nelle Fiandre, preferendo i confini della propria nazione: è l’incubo del governo olandese.

 
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