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Esiste solo il vaccino per il governo ConteDraghi (così lo chiama Belpietro), le cure domiciliari inesistenti. Lo rileva lanuovabq.it con un editoriale di Andrea Zambrano. L'esclusione dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) di Luigi Cavanna, direttore del Dipartimento di oncologia di Piacenza, neo testimonial per il Nobel 2021 e simbolo del covid at home, è la prova evidente che questo governo non prende in considerazione l'ottima esperienza di centinaia di medici che stanno curando a casa il covid da oltre un anno.

«La strategia è chiara: il covid non va curato, bisogna usare i ricoveri per spargere paura, vaccinare e rassicurare tenendo un occhio alle vacanze. Le vacanze sì, le cure no».

Nella conferenza stampa del 26 marzo, il presidente del Consiglio Mario Draghi, affiancato dal ministro della Salute Roberto Speranza, ha toccato tre argomenti: i vaccini, la ripresa post pandemica e la scuola. Si è parlato anche di vacanze e il premier ha consigliato agli italiani di prenotarle. Mentre il viceministro Pierpaolo Sileri aveva già tranquillizzato che «al mare staremo senza mascherina». A quanto pare siamo ottimisti per il futuro, ma catastrofisti per il presente.

«Una cosa è certa - scrive Zambrano - scordiamoci anche questa volta una gestione del covid incentrata sulle cure domiciliari precoci». (A. Zambrano, Non vogliono curare: escluso dal Cts il medico da Nobel, 27.3.21, lanuovabq.it)

E' del tutto evidente il grande assente dai piani del governo, dalle domande dei giornalisti, dagli interventi di Draghi. Assente. «Così assente che per trovare qualche dichiarazione pubblica sulle cure domiciliari bisogna andare a pescare i celebri virologi da salotto, i quali ovviamente ne parlano male».

E' paradossale che proprio ora che il Comitato dei medici che curano il covid a casa stava avendo visibilità, vengano silenziati denigrati o trattati come medici di serie B. 

«Certo, per arrivare a minimizzare le cure domestiche i passaggi sono molteplici e su vari livelli».

Il passaggio più evidente è l'esclusione del dottor Luigi Cavanna dal CTS. Un fatto grave, perchè è il medico che prima di tutti ha portato avanti un protocollo di cura domiciliare precoce che ha ridotto le ospedalizzazioni al 5%. «A maggio ottenne la copertina del Time come medico eroe e la scorsa settimana è stato scelto addirittura dalla Fondazione Gorbachev come testimonial per la candidatura dei medici italiani al Nobel per la pace 2021». Anche se una candidatura al Nobel, di questi tempi, non sia indice di santità, ma è pur sempre un indizio di serietà.

L’esempio di Cavanna, con i protocolli di cura domiciliare precoce, si sono estesi a migliaia di medici che nel silenzio delle istituzioni e senza considerare i protocolli inutili del Ministero (“tachipirina e vigile attesa”), hanno creato una rete che ha curato i pazienti senza mandarli all’ospedale. A rigor di logica, è una strategia vincente, e ancora oggi, io da profano, non riesco a comprendere perchè viene trascurata. Attenzione, sull'argomento non ho particolari interessi da difendere, peraltro ho ricevuto una mail (non so quanto credibile) di una signora che mi chiedeva informazioni sui medici. Per chi è interessato c'è il sito (ippocrate.org).

La cura a casa, era ed è la strada più importante per gestire la pandemia cercando di normalizzare e non deprimere l’economia e affollare gli ospedali. Una strada fatta di cure con evidenze scientifiche via via migliorate nel tempo, con pazienza e fiducia nelle evidenze cliniche che da marzo 2020 erano già disponibili.

Pertanto secondo il giornalista de Lanuovabq.it «il fatto che nel corso dell’ultimo rinnovo del Cts non sia entrato nessuno dei medici che in questo ultimo anno ha curato a casa è indice di un disinteresse inquietante».

A maggior ragione che i medici del Comitato il 10 marzo, hanno incontrato il sottosegretario alla Salute Sileri, che gli aveva promesso il suo interessamento per il protocollo delle cure a casa. Il sottosegretario che ogni sera è presente in tv a tutti i talk show, con la sua loquacità solo“per fare cinema”, non risponde alle sollecitazioni della Bussola. Evidentemente il tema non lo appassiona, che però di fronte a certe domande ostenta il disprezzo del Marchese del Grillo.

Inoltre Zambrano evidenzia la delusione del presidente dell'Aifa, Giorgio Palù, che dopo essere entrato nel Comitato, «ha smesso di prendere posizione pubblica a favore di un investimento terapeutico sulle cure domiciliari, vanificando così tutti i suoi interventi precedenti il suo ingresso nell’Aifa». Le aspettative erano altre.

Nel frattempo i virologi demoliscono più che possono le cure domiciliari. Come ha fatto recentemente i vari professoroni sempre presenti a sentenziare nelle reti televisive. Per loro la strategia vincente è vigile attesa e paracetamolo «e basta».

Insomma, «gli unici che parlano in tv di cure domiciliari sono i medici ospedalieri che non curano i pazienti a casa. E questo fa capire la confusione che regna sul fronte della strategia di cura del covid, i ritardi e il fallimento della strategia ospedaliera con gli affollamenti in terapia intensiva, usati come spauracchio per chiuderci in casa ancora un po’».

 

 

 

Meno nascite e più morti per la pandemia. Un triste binomio quello di un 2020, flagellato dal Covid, che ha portato come calcola l'Istat a un calo della popolazione in Italia di 384 mila persone. "E' come se non ci fosse Firenze" spiega l'Istituto nazionale di statistica, aggiungendo come "il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia, registrato nel 2019", sia stato "di nuovo superato nel 2020". Gli iscritti in anagrafe per nascita sono stati appena 404.104, quasi 16 mila in meno rispetto al 2019 (-3,8%).

A fine anno la popolazione residente in Italia ammonta a 59.257.566 unità, 383.922 in meno rispetto all'inizio dell'anno (-0,6%). Il declino demografico avviatosi dal 2015 è stato naturalmente accentuato dagli effetti dell'epidemia Covid-19, secondo l'Istituto di statistica. Alle conseguenze dirette del virus dovute ai decessi si sono aggiunte le ripercussioni che le misure, volte a contenere la diffusione dei contagi, hanno prodotto sulla vita delle persone (restrizioni di movimento, interruzione totale o parziale di attività lavorative, limitazione nel numero di partecipanti alle cerimonie). 

La diffusione dell’epidemia è stata caratterizzata da tre fasi: il periodo da fine febbraio a fine maggio (prima ondata), con una rapidissima ascesa dei contagi e dei decessi, entrambi concentrati soprattutto nel Nord del Paese; una transizione (da giugno a settembre) con un rallentamento dei contagi per effetto delle misure di contenimento su scala nazionale adottate nella primavera (lockdown); una seconda ondata epidemica, a partire dalla fine di settembre 2020, con una drammatica riacutizzazione dei casi e un incremento dei decessi su tutto il territorio nazionale.

L'Istituto di statistica rileva che “gli effetti negativi prodotti dall’epidemia Covid-19 hanno amplificato la tendenza al declino di popolazione in atto dal 2015”. Dunque, nel 2020 si registra un “nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia”, un “massimo storico di decessi dal secondo dopoguerra” e una “forte riduzione dei movimenti migratori”. 

Crolla anche il numero dei matrimoni celebrati: 96.687, -47,5% sul 2019 (-68,1% i matrimoni religiosi e -29% quelli con rito civile). La popolazione residente in Italia nel 2020 si riduce dello 0,6%: al 31 dicembre 2020 risiedono nel Paese 59.257.566 persone. Le nascite sono state, invece, quasi 16 mila in meno rispetto al 2019 con un calo del 3,8%. Nel 2020 sono stati iscritti in anagrafe per nascita 404.104 bambini. Infine, l'aumento dei decessi: quasi 112 mila in più rispetto al 2019. Si tratta del 17,6% in più. Nel 2020 sono state cancellate dall'anagrafe per decesso 746.146 persone.

Per gli analisti dell’Istat l’andamento delle nascite nel corso del 2021 consentirà di avere un quadro più nitido delle conseguenze della crisi economica. A spiegare la denatalità sono quegli stessi fattori che hanno contribuito al trend negativo dell'ultimo decennio, tra questi la progressiva riduzione della popolazione in età feconda e il clima di incertezza per il futuro. Il senso di sfiducia generato nel corso della prima ondata, soprattutto al Nord, può aver portato alla decisione di rinviare la scelta di avere un figlio. Al contrario, il clima più favorevole innescato nella fase di transizione può avere avuto effetti benefici transitori, poi annullati dall’arrivo della seconda ondata.

Crollo dei movimenti migratori nel 2020: nel corso del 2020 si registrano in totale 1.586.292 iscrizioni in anagrafe e 1.628.172 cancellazioni. Mettendo a confronto l'andamento dei flussi migratori nelle quattro fasi in cui si può dividere convenzionalmente il 2020 (pre-Covid, prima ondata, fase di transizione e seconda ondata) con la media dei corrispondenti periodi dei cinque anni precedenti, emergono 'significative variazioni'. 

I movimenti tra comuni, che hanno coinvolto circa un milione e 300 mila persone, dopo una variazione positiva registrata nei mesi prima dell'emergenza sanitaria (+8,4% le iscrizioni e +7,1% le cancellazioni), si riducono drasticamente durante la prima ondata (-35,3% le iscrizioni e -36,9% le cancellazioni) a causa del lockdown di marzo che ha ridotto al minimo la mobilità residenziale. Durante la fase di transizione si ha una ripresa che riporta i trasferimenti tra comuni ai livelli di incremento pre-Covid (+8,3% le iscrizioni e +4,7% le cancellazioni) mentre nel corso della seconda ondata, senza blocchi generalizzati alla mobilità l'impatto è stato poco rilevante (+5,8% iscrizioni e +6,2% cancellazioni).

Fonti sole24/ Repubblica / AdnKronos

Con brillantezza ed ogni formalità, pur osservando tutte le misure previste per la pandemia, la Presidenza della Repubblica ha ricevuto i suoi ospiti, che sono arrivati ad Atene e hanno onorato oggi con la loro presenza il 200 ° anniversario della Rivoluzione greca del 1821.

I festeggiamenti sono iniziati oggi sull'Acropoli di Atene, quando la soprano Anastasia Zannis ha intonato in diretta tv dal Partenone l'inno nazionale greco, chiamato 'L'inno alla Libertà': la Grecia ha aperto così la festa nazionale del 25 marzo, che quest'anno segna i 200 anni dall'inizio della rivoluzione che portò all'indipendenza dall'impero ottomano, dopo quattro secoli di dominazione. 

Accanto a Zannis, le guardie presidenziale - i caratteristici soldati in gonnella i tsoliades,che vigilano sulla tomba del milite ignoto a piazza Syntagma - ed e stata schierata per l'alzabandiera. Sono seguiti sorvoli di aerei, e proprio a Syntagma parate in abiti dei patrioti del 1821 alla presenza della presidente della Repubblica Katerina Sakellaropoulou e del premier Kyriakos Mitsotakis e di rappresentanti dei paesi che aiutarono i greci a conquistare la libertà: Francia, Gran Bretagna e Russia. Sono presenti il principe Carlo e sua moglie Camilla, e il premier russo Mikhail Mishustin, e stato invece assente il presidente francese Emmanuel Macron, restato in patria per gestire la perdurante emergenza sanitaria. In omaggio alla ricorrenza, la Francia ha comunque prestato al Parlamento greco un arazzo del 18.mo secolo che rappresenta la 'Scuola di Atene' di Raffaello.

Ispirati dalle rivoluzioni americana e francese, I patrioti greci della diaspora fondarono nel 1814 a Odessa la Filikì Eteria (Società degli amici) un'organizzazione segreta presieduta da Alexandros Ypsilanti, che aveva come obiettivo coordinare la lotta per l'indipendenza della Grecia. Ma a parte sporadici moti sostenuti dalla Società, anche in coordinamento con insorti nei Balcani, l'insurrezione partì solo il 25 marzo 1821, simbolicamente con la benedizione dei rivoltosi e della bandiera da parte del vescovo Germanos, nel monastero di Agias Lavras, a Kalàvrita nel Peloponneso, nel giorno dell'Annunciazione del calendario ortodosso.

Le rivolte anti-turche, che si diffusero rapidamente sotto la guida militare di Theodoros Kolokotronis, non ebbero però il successo sperato - la risposta ottomana fu particolarmente violenta, come nel caso del massacro degli abitanti di Chios nel 1822 - fino a quando le grandi potenze europee non decisero di scendere in campo. Momento di svolta fu la battaglia di Navarino del 1827, quando le navi francesi, britanniche e russe sbaragliarono la flotta turco-egiziana che intendeva schiacciare i rivoltosi.

Con il trattato di Adrianopoli del 1829 venne sancita la fine della guerra e l'autonomia della Grecia, sotto il protettorato di Francia, Gran Bretagna e Russia. L'indipendenza definitiva avvenne invece con il protocollo di Londra nel 1830, anche se molti territori della Grecia attuale sarebbero stati riconquistati solo successivamente. La lotta greca per l'indipendenza fu fonte di ispirazione per i patrioti italiani e poi per il Risorgimento: molti andarono a combattere con i greci, e caddero in combattimento. Come Giuseppe Tosi e Carlo Serassi, uccisi nel 1819 e sepolti ad Atene, o Santorre di Santarosa e Giuseppe Rosaroll. .

Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, con il divieto di frequentazione del popolo, l'anniversario e stato celebrato quest'anno con grande genialità, culminato con la consolidata parata militare a Syntagma.

I lavori dentro e intorno a Piazza Syntagma sono iniziati due giorni fa, quindi era tutto è perfetto. A lato del monumento del Milite Ignoto e del viale Amalias, è stata eretta per la prima volta un'unica struttura metallica per la piattaforma ufficiale e rispettivamente di fronte i giornalisti, e le troupe televisive e i fotografi.

Questa piccola costruzione ha un prato pronto e mosaici floreali con le date 1821 e 2021. Allo stesso tempo, 200 bandiere greche sono state collocate in Piazza Syntagma per commemorare i 200 anni dalla rivoluzione.

Per la prima volta da decenni, le divisioni equestri hanno sfilato nei tradizionali costumi militari, mentre la falange delle divisioni storiche ha provocato un bellissimo effetto agli occhi, con striscioni e bandiere della rivoluzione.

Per la prima volta hanno partecipato parti dei paesi alleati. Insieme ai aerei greci, hanno volato le formazioni americane F-16 e RAFALE dell'aeronautica militare francese.  

L'Aula del Senato ha approvato con 231 voti favorevoli, 25 contrari e 11 astenuti la risoluzione depositata dalle forze di maggioranza sulle comunicazioni del premier Draghi in vista del Consiglio europeo di domani. Il documento ha le firme dei capigruppo di Pd, M5s, Lega, Forza Italia, gruppo Misto, Italia viva, Europeisti-Maie-Centro democratico e il gruppo delle Autonomie.

Il presidente del Consiglio, intervenuto al Senato in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo, ha preso il modello Regno Unito come riferimento per proseguire più rapidamente la campagna di vaccinazione: "Una logistica efficiente, meno requisiti formali e maggiore pragmatismo assicurano maggiore velocità". Il capo del governo ha sottolineato l'importanza di chiedere alle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni: "L'Unione europea deve fare pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il Regolamento Ue per l'esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio". Un regolamento che fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori dell'Ue, soprattutto verso quei Paesi che non si trovano in condizioni di vulnerabilità, "e riteniamo e lo abbiamo dimostrato che va applicato quando necessario".

Draghi da Palazzo Madama ha strigliato le Regioni, invitandole a seguire le priorità del piano nazionale. Quanto alla copertura vaccinale degli over 80, il premier ha evidenziato tristemente la presenza di differenze regionali "che sono molto difficili da accettare". Da una parte vi sono i territori che seguono le disposizioni del Ministero della Salute, mentre dall'altra alcuni "trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale". Procedere spediti è sicuramente importante, "ma è cruciale vaccinare prima gli anziani e i fragili che più hanno da temere dal virus". Qualche risultato non è tardato ad arrivare: "L'86% degli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali ha già ricevuto una dose di vaccino e oltre due terzi ha completato il ciclo vaccinale".

Ma vediamo le Comunicazioni di Draghi al Senato :

Agli scranni del governo, accanto al premier i ministri della Pubblica Istruzione Renato Brunetta quello dell'Innovazione tecnologica Vittorio Colao, il titolare dei Rapporti con il Parlamento Federico D'inca', la ministra degli Interni Luciana Lamorgese e quello dell'Agricoltura Stefano Patuanelli.

"Le comunicazioni alle Camere consentono un pieno coinvolgimento del Parlamento. Si tratta di un passaggio importante" e "prima di tutto vorrei esprimere forte soddisfazione per la partecipazione del presidente degli Usa Biden a un segmento del Consiglio ", presenza che "conferma la volontà di imprimere un forte slancio alle relazioni con l'Ue", ha detto il premier.

"A un anno di distanza dobbiamo fare tutto il possibile per la soluzione della crisi. Sappiamo come farlo, abbiamo 4 vaccini sicuri e efficaci, ad aprile arriva anche Johnson&Johnson. L'obiettivo è vaccinare quante più persone possibile nel più breve tempo possibile", ha detto Draghi parlando di un "messaggio di fiducia".

"Siamo già all'opera per compensare il ritardo di questi mesi. L'accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati. Nelle prime tre settimane di marzo la media delle somministrazioni è stata pari a 170mila dosi al giorno, più del doppio della media dei due mesi precedenti. Il nostro obiettivo è portare il ritmo a mezzo milione al giorno". "Accelerare con la campagna vaccinale è essenziale per frenare il contagio, per tornare alla normalità e per evitare il sorgere di nuove varianti", sottolinea Draghi. E il premier argomenta: "se paragonate al resto d'Europa, le cose qui già ora vanno abbastanza bene. Per vaccini fatti, l'Italia è seconda dopo la Spagna, ma per i noti motivi l'Unione Europea si colloca dietro molti altri Paesi. Nel Regno Unito, giusto per fare un esempio, la campagna vaccinale procede più rapidamente, anche se bisogna dire che le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi in numero sono paragonabili a quelle dell'Italia. Però vediamo cosa abbiamo da imparare da quell'esperienza e anche da quella di altri Paesi". "Ovviamente hanno iniziato due mesi prima, anche questo per i noti motivi. Ma lì si utilizza un gran numero di siti vaccinali e un gran numero di persone è abilitato a somministrare i vaccini. Nonché ovviamente il richiamo della seconda dose è stato spostato nel tempo rispetto a quanto avviene in Europa", conclude.

Le differenze tra le Regioni nella somministrazioni delle dosi "sono difficili da accettare. Le Regioni seguano le priorità del piano nazionale", ha detto ancora Draghi nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio Ue. "Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti nell'uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti", ha detto ancora Draghi.

"Si parla molto di autonomia strategica, in riferimento alla sicurezza e al mercato unico, ma la prima autonomia strategica è quella dei vaccini, oggi".  

"Mentre stiamo vaccinando è bene cominciare a pianificare le aperture", ha detto ancora Draghi. "Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma insomma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse", aggiunge. "Cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell'infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua".

"Il governo intende assicurare la massima trasparenza sui vaccini e e renderà pubblici i dati sul sito della presidenza del Consiglio".

"Dobbiamo chiedere alle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni, in sede europea. Dobbiamo ricostruire una filiera che non sia vulnerabile agli choc e alle decisioni che avvengono all'esterno", ha spiegato ancora Draghi.

"Finora Covax ha assicurato quasi 30 milioni di dosi, il nostro auspicio è renedere sempre più efficace questo meccanismo", ha detto il premier. "Sulla campagna vaccinale è necessario rafforzare la credibilità dell'Ue", aggiunge.

Il processo di digitalizzazione in Ue "non sarà facile. In Italia il programma Next Generation Ue offre un'enorme possibilità, il 20% dei fondi riguarda proprio la trasformazione digitale, ma lo sviluppo di questi settori non può prescindere dall equa distribuzione dei proventi. Riteniamo che il Consiglio Ue debba procedere ad una soluzione globale su una tassazione digitale entro la metà del 2021 e credo sia possibile grazie all'apporto degli Usa con la nuova amministrazione".  

"Un futuro migliore per l'Europa unita passa attraverso un'azione concreta sull'occupazione, soprattutto giovanile, sulle pari opportunità, sui diritti sociali. Vogliamo organizzare e occuparci di questi temi in un "Vertice Sociale" che sarà organizzato il 7-8 maggio dalla Presidenza di turno portoghese del Consiglio dell'Unione europea". "Ed è il tema che dobbiamo mettere al centro della Conferenza sul Futuro dell'Europa che prenderà il via il 9 maggio. I giovani e l'occupazione giovanile: questo è al centro del futuro dell'Europa. Per questo appuntamento sollecitiamo la partecipazione attiva di tutti i cittadini europei e dei parlamenti nazionali", aggiunge Draghi concludendo: "L'uscita dalla pandemia rappresenta la principale sfida di tutti i governi europei, ma non è l'unica. E noi abbiamo ora un atteggiamento di coloro che spronano gli altri partner e sono essi stessi consapevoli della necessità di agire urgentemente, con efficacia, senza perdere un attimo."

Poi un passaggio sulla Turchia: "L'abbandono turco della Convenzione di Istanbul rappresenta un grave passo indietro", ha detto il presidente del Consiglio.

Il coordinamento europeo va sempre cercato e va rafforzato, ma se non funziona in questi momenti dove il tempo è prezioso, occorre anche trovare del risposte da soli", ha detto il presidente del consiglio, Mario Draghi. "Noi pretendiamo il rispetto dei contratti da parte delle multinazionali produttrici dei vaccini". "Dalle esperienze degli atri Paesi impariamo una logistica efficiente può perseguire i propri obiettivi molto più velocemente se si attua un certo pragmatismo nella sburocratizzazione del processo di amministrazione dei vaccini. E lì abbiamo da imparare".

"Noi per primi dobbiamo cominciare a pensare alle riaperture, in particolare e a cominciare dalla scuola", ha ribadito il premier.

Poi il presidente del Consiglio ha detto: "Io farò una visita in Libia il 6 o 7 aprile, nella prima settimana del mese. E' chiaro che l'Italia difende in Libia i propri interessi internazionali e la cooperazione. Se vi fossero interessi contrapposti l'Italia non deve avere alcun dubbio a difendere i propri interessi internazionali, né deve avere timori reverenziali verso qual che sia partner. Ho sempre dimostrato estrema indipendenza nella difesa dei valori fondamentali dell'Europa e della Nazione".

Fonti ansa / il giornale

“Prima è arrivato il virus, poi l’insabbiamento”. È quello che scrive oggi der Spiegel nell'edizione online in un lungo articolo sulle accuse rivolte da centinaia di famiglie italiane, che hanno sporto denuncia dopo la morte dei propri parenti.

Francesco Storace torna ad attaccare l'ex premier Giuseppe Conte, dopo un articolo di Der Spiegel che metteva sotto accusa la gestione di Giuseppe Conte sull'emergenza coronavirus. "Sull'edizione online del settimanale tedesco sottolinea il gornale Libero, è stato pubblicato un lungo reportage che mette in fila tutti gli elementi in possesso degli inquirenti e noti a chi ha denunciato tutte le carenze dell'azione di governo all’affacciarsi del Coronavirus. A leggere quanto scrivono gli inviati del settimanale viene da rigettare addosso a Giuseppe Conte quella sua enfasi sul modello italiano apprezzato da tutto il mondo con cui condiva le sue ipocrite apparizioni televisive", attacca l'ex senatore sulle colonne del Tempo.

Storace scrive Libero,cita Der Spiegel proprio nei passaggi più duri: “Gli errori commessi sono stati insabbiati. Per questo sono morte delle persone? Genitori, nonni, coniugi?Aggiungono gli autori del servizio che l’ex premier Giuseppe Conte ed il suo ministro alla Sanità sono stati già ascoltati, mentre da mesi vengono alla luce nuove omissioni. Da tempo non è più questione di tragici casi singoli, ma di un fallimento generale. E di insabbiamento. E di fronte a prese di posizioni così dure l'Italia può davvero pensare di rifugiarsi nel vuoto delle risposte? Non spiegare il perché di una inerzia ingiustificata?", è la domanda retorica con cui chiuse il suo j'accuse, Francesco Storace.

In Italia alcune procure, sottolinea il Tempo, tra cui quella di Bergamo, indagano o hanno indagato sull'operato del governo, a partire dalla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro. "L'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il suo ministro della Salute sono già stati interrogati, e da mesi stanno venendo alla luce nuove omissioni. Non si tratta più solo di singoli casi tragici, ma di fallimenti fondamentali e di insabbiamenti. L'ufficio del pubblico ministero deciderà a breve se e contro chi sporgere denuncia. Potrebbe essere un processo del secolo", si legge su Der Spiegel.

Questa volta in copertina non c'è nessuna pistola poggiata su un piatto di spaghetti, ma una serie di accuse contro il nostro Paese ...Parole durissime, quelle usate da «Der Spiegel»

Errori fatali, verità nascoste, gestione caotica della pandemia: il settimanale tedesco 'Der Spiegel' lancia in apertura del suo sito web un grande reportage che mette sotto accusa la gestione in Italia della prima drammatica fase della crisi innescata dalla pandemia da coronavirus.

"I documenti mostrano che sono stati compiuti degli errori", i quali sono stati "nascosti" dalle autorità italiane, scrive 'Der Spiegel', secondo cui lo stesso occultamento varrebbe per il destino di moltissime vittime: "Era possibile evitare questi morti?", si chiede il settimanale amburghese nella sua versione online.

Secondo 'Der Spiegel' sulle reali dimensioni della crisi vi è stata una massiccia opera di "insabbiamento". Il giornale riferisce di una denuncia collettiva presentata alla Procura di Bergamo da oltre 500 famiglie italiane. "Le accuse sono pesanti", scrive, e prosegue: "L'Italia avrebbe reagito in ritardo e in modo sbagliato alla pandemia. Il Paese è stato travolto, perché i piani di crisi erano vecchi e pieni di lacune. Gli errori commessi sono stati insabbiati. Per questo sono morte delle persone? Genitori, nonni, coniugi?".

 

La testata amburghese, "è noto che il piano pandemico nazionale non era stato più attualizzato dal 2006, nonostante che il governo italiano si fosse impegnato in tal senso e che solo poche settimane prima della deflagrazione della pandemia del coronavirus aveva segnalato all'Organizzazione mondiale della Sanità di essere perfettamente pronta per una situazione grave".

Senonché, già nel maggio 2020 l'Oms constatava che "senza essere preparata ad un tale flusso di pazienti, la prima reazione degli ospedali è stata improvvisata, caotica e creativa".

 

Fonti Agi/ Libero / Il Tempo / huffpost

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