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Oltre 100 migranti sono annegati al largo della Libia. L'allarme arriva da Francesco Creazzo di Sos Mediterranee che ricostruisce la tragica giornata di ieri, quando Alarm Phone ha lanciato l'allerta "alle autorità e alla Ocean Viking" su tre barche in pericolo: una con 40 persone, "mai rintracciata", e due gommoni con a bordo tra le 100 e le 120 persone ciascuno.

"Naufragio al largo della Libia. Altri morti, altro sangue sulla coscienza dei buonisti che, di fatto, invitano e agevolano scafisti e trafficanti a mettere in mare barche e barconi stravecchi, anche con pessime condizioni meteo. Una preghiera e tanta rabbia". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, su twitter.

Dolore e sgomento per le decine di migranti dispersi nel naufragio di un gommone il 22 aprile al largo delle coste libiche. Secondo quanto aveva riferito dall'equipaggio della Ocean Viking,130 persone erano a bordo di un gommone che aveva tentato la traversata in condizioni di mare proibitive e di cui si sono perse le tracce a nord-est di Tripoli.

Tredici cadaveri sono stati per ora avvistati in mare ma non è stato possibile recuperarli. "Il 22 aprile - aveva affermato Luisa Albera, coordinatrice di Ricerca e Soccorso a bordo della Ocean Viking - dopo ore di ricerca, la nostra peggiore paura si è avverata. L'equipaggio della Ocean Viking ha dovuto assistere alle devastanti conseguenze del naufragio di un gommone a nord-est di Tripoli. Mercoledì mattina era scattato l'allarme rispetto a questa stessa imbarcazione con circa 130 persone a bordo".

Intanto l'ong Sea-Watch International denuncia: "Le autorità dell'Ue e Frontex sapevano della situazione di emergenza, ma hanno negato il soccorso". "La Ocean Viking è arrivata sul posto solo per trovare dieci cadaveri". Lo scrive su Twitter Sea-Watch International, impegnata nel salvataggio di migranti nel Mar Mediterraneo, pubblicando una foto dell'equipaggio della Sea Watch 4 che ha osservato un momento di silenzio per commemorare le persone morte "in questo scioccante incidente".

Come sottolinea ansa mercoledì è scattato l'allarme, ma con la Ocean Viking eravamo a 10 ore dalla zona segnalata, ci siamo diretti inizialmente verso il barchino più piccolo perché era quello relativamente più vicino, ma nonostante le ricerche non siamo riusciti a trovarlo". A quel punto è arrivata la segnalazione sul fatto che uno dei due gommoni fosse in grande difficoltà. "Così abbiamo invertito la rotta e ci siamo diretti verso il gommone - spiega ancora Creazzo - abbiamo navigato tutta la notte, ma quando siamo arrivati e, insieme ad altre tre navi mercantili che erano lì, abbiamo iniziato a cercare, abbiamo avvistato il relitto capovolto e una decina di corpi. Le condizioni del mare erano proibitive". 

"Dalle autorità - prosegue - non ci è arrivato alcun supporto, neppure il coordinamento delle operazioni tra le navi che stavano cercando il gommone". Le notizie sul terzo gommone sono arrivate invece da Safa Msheli, portavoce di UN migration, ha spiegato ancora Sos Mediterranee. Sarebbe stato riportato in Libia dalle autorità, "il che significa che i migranti sono stati messi in stato di detenzione", conclude Creazzo. "Gli stati - ha twittato Msheli - si sono rifiutati di agire per salvare la vita di oltre 100 persone. Hanno supplicato e inviato richieste di soccorso per due giorni prima di annegare nel cimitero blu del Mediterraneo. È questa l'eredità dell'Europa?".

Sono decine di migliaia i migranti annegati mentre cercavano di raggiungere l'Europa, da quel 3 ottobre 2013 quando il naufragio a Lampedusa lasciò un segno indelebile con 368 bare allineate in un hangar, fino a oggi, con gli oltre 100 morti al largo della Libia.

Ecco i principali precedenti:


* 3 ottobre 2013 - La tragedia di Lampedusa.

A perdere la vita su un barcone naufragato al largo dell'isola sono 368 persone, tra le quali tante donne e tanti bambini; 155 i superstiti.

* 2 luglio 2014 - Affonda un gommone con 101 persone a bordo. Un mercantile ne salva 27, altre 74 sono disperse.

* 22 agosto 2014 - Oltre 200 vittime in un naufragio davanti alle coste libiche. Molti i cadaveri recuperati sulla spiaggia.

* 14 aprile 2015 - Naufragio al largo della Libia: circa 300 i morti, secondo le testimonianze dei sopravvissuti.

* 18 aprile 2015 - Il sovraffollamento e le manovre errate sono le cause del naufragio nel canale di Sicilia costato la vita ad almeno 700 persone (ma alcuni testimoni parlano di 900, la tragedia più grave di tutte). Solo 28 i superstiti.

* 5 agosto 2015 - Peschereccio si capovolge vicino alla Libia. A bordo 600 persone, 300 in salvo, recuperati solo 25 cadaveri.

* 18 aprile 2016 - Naufraga barcone con circa 500 migranti a bordo, quasi tutti dispersi nel Mediterraneo, partito dalla Libia e diretto verso l'Italia.

* 3 giugno 2016 - In Libia, nella città costiera di Zuwara, la spiaggia si ricopre di corpi di migranti lungo ben 25 chilometri. Sono almeno 117 i corpi ritrovati.

* 3 novembre 2016 - 239 migranti muoiono in due naufragi al largo della Libia.

* 23 marzo 2017 - Si temono almeno 240 morti in un doppio naufragio, sulla rotta tra Africa e Spagna.

* 13 aprile 2017 - Quasi 100 dispersi nell'affondamento di un barcone con 120 migranti a bordo al largo delle coste libiche.

* 7 maggio 2017 - Almeno 113 persone disperse in mare dopo l'affondamento di un gommone al largo di Al Zawiyah. Guardia costiera libica ed alcuni pescatori riescono a salvare solo 7 persone.

* 1 settembre 2018 - Più di 100 morti, tra cui 20 bambini, nel naufragio di due gommoni partiti dalle coste libiche.

* 27 agosto 2019 - Al largo di al Khums, ad est di Tripoli, sono 5 i cadaveri recuperati ma il bilancio dei dispersi è di 40 persone.

* 19 agosto 2020 - Almeno 45 migranti perdono la vita in un naufragio al largo delle coste della Libia. E' il peggiore episodio dopo che la pandemia aveva rallentato le partenze.

* 12 novembre 2020 - Almeno 74 migranti annegano nello stesso tratto di mare al largo delle coste libiche. L'imbarcazione trasportava oltre 120 persone, tra cui donne e bambini.

* 20 febbraio 2020 - In un naufragio al largo della Tunisia, muoiono 41 persone, tra cui almeno un bambino.

 

fonte ansa / secolo xix

L'ambasciatore degli Stati Uniti in Russia, John Sullivan, ha annunciato martedì che tornerà a Washington per “consultazioni”. Il suo annuncio è arrivato dopo che il ministro degli esteri russo aveva suggerito a Sullivan di tornare negli Stati Uniti per il momento in risposta alle nuove sanzioni statunitensi contro Mosca e alla decisione della Casa Bianca di espellere 10 diplomatici russi secondo i scenari economici.

Secondo i scenari economici,Il mese scorso, la Russia ha richiamato il suo ambasciatore negli Stati Uniti dopo che il presidente Biden ha convenuto in un'intervista che il presidente russo Vladimir Putin è un “assassino” che non ha “anima”.

Dopo i suoi commenti, Biden ha chiamato telefonicamente Putin e ha proposto un incontro di persona, che i funzionari statunitensi e russi stanno discutendo di organizzare.

Intanto come sottolinea il sole24,si aggravano le tensioni tra Bruxelles da un lato, Pechino e Mosca dall'altro. I Ventisette hanno deciso di applicare il 22 marzo il nuovo regime sanzionatorio riservato ai paesi che violano i diritti umani. Ad essere colpiti sono stati sei paesi, tra cui la Cina e la Russia. Dal governo cinese sono giunte immediatamente le prime ritorsioni, anche contro parlamentari europei. Nel frattempo, sanzioni sono state decise anche nei confronti di Myanmar (l'ex Birmania).

Riuniti qui a Bruxelles, i ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno deciso di sanzionare quattro funzionari e una entità cinesi per abusi contro la comunità uigura, di religione musulmana e situata nella regione dello Xinjiang. Altre sanzioni sono state decise contro la Libia, accusata di uccisioni e rapimenti; la Russia, per via di torture contro attivisti Lgtb e opponenti politici in Cecenia; il Sud Sudan e l'Eritrea sulla scia di esecuzioni arbitrarie.

Nonostante la chiamata, secondo i scenari economici,dopo di essa gli Stati Uniti hanno imposto  una vasta gamma di sanzioni contro funzionari ed entità russi ed espulso i diplomatici russi. Mosca ha risposto espellendo i diplomatici statunitensi e rilasciando un elenco di funzionari attuali ed ex a cui è stato vietato l'ingresso in Russia.

Nelle ultime settimane la tensione al confine tra Russia e Ucraina è tornata a salire. Ad allarmare Kiev e le cancellerie occidentali è stato l’ammassamento di truppe russe al confine con il territorio ucraino, definito il più grande trasferimento di forze armate dal 2014, anno dell'annessione da parte di Mosca della Crimea (la più grande penisola affacciata sul mar Nero, ndr) e dell'inizio degli scontri tra forze governative e milizie filorusse nell’Ucraina orientale. Proprio la difesa della minoranza russa nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk è la carta giocata da Mosca nel giustificare un possibile un intervento nell’est dell’Ucraina.

Oltre alla retorica e alle sanzioni, gli Stati Uniti hanno anche espresso il loro “incrollabile” sostegno all'Ucraina in mezzo alle tensioni con la Russia. L'amministrazione Biden sostiene la presenza di truppe russe vicino al confine con l'Ucraina, sostenendo che si tratta del più grande accumulo militare russo dal 2014.Lunedì, l’UE ha affermato che la Russia aveva inviato oltre 150.000 soldati vicino al confine con l'Ucraina, ma ha dovuto correggere il numero e ha detto in seguito che era più di 100.000. Ma non è ancora chiaro come sia stato determinato questo numero. Zelensky ha invitato Putin ad un incontro diretto nel Donbass, ma per ora anche questo invito non ha avuto evoluzioni.

Gli occhi della Russia sono ancora una volta puntati sul ripristino del controllo governativo sul nord della Siria. Dopo dieci anni di guerra, il presidente Bashar al-Assad è riuscito a riprendere il controllo del 70 % del Paese, grazie all'aiuto di Mosca e Teheran, ma ci sono ancora delle aree in cui non vige la legge di Damasco. Nel nord-est vi è l’Amministrazione autonoma del Rojava, a maggioranza curda, mentre le milizie filo-turche controllano la regione di Idlib e l'area di confine fino a Jarablus ad ovest e l’area che va da Ain Issa a Tal Tamr ad est. Ma nel versante nord-occidentale sono presenti anche le Syrian democratic forces (Sdf), le milizie curdo-arabe del Rojava, che controllano la città di Tell Rifaat e l'area circostante nonostante la dura opposizione della Turchia e il pressing della Russia.

Il presidente americano Joe Biden si prepara ad annunciare il riconoscimento del genocidio armeno, Biden dovrebbe fare l'annuncio sabato, nel 106° anniversario dell'inizio del sistematico sterminio del popolo armeno nei territori dell'Impero ottomano, nel 1915. Sarebbe il primo presidente americano in carica a farlo, anche se Ronald Reagan fece riferimento al genocidio armeno in una dichiarazione scritta del 1981 sull'Olocausto, e sia la Camera che il Senato hanno approvato misure nel 2019 per rendere il suo riconoscimento argomento formalmente riconosciuto come tale della politica estera degli Stati Uniti.

Secondo il giornale La Repubblica,Cina, Russia, Turchia: sono i nuovi antagonisti dell'Italia del Mediterraneo. Seppur con tutte le cautele diplomatiche, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha presentato un quadro incisivo dei cambiamenti strategici intorno al nostro Paese e delle risposte per tutelare l'interesse nazionale. "E' sempre più evidente il rafforzamento della presenza e dell'influenza di Russia e Cina che, sebbene si sviluppi su filoni anche collaterali a quello militare - con particolare riferimento al modus operandi di Pechino -  ci interpellano quali fattori di lungo periodo per interpretare lo scenario e mettere in atto strategie efficaci per la tutela dei nostri interessi".

Intanto,scoppia la polemica sull'alert pubblicato dal sito dell'ambasciata americana a Roma sul rischio Covid e terrorismo per i viaggi in Italia. E il partito di Giorgia Meloni presenta un'interrogazione in Parlamento.

“Non viaggiate in Italia per il Covid-19, esercitare una maggiore cautela a causa del terrorismo”. È questo l’avviso comparso lo scorso 20 aprile sul sito dell'ambasciata americana a Roma.
La rappresentanza diplomatica di Washington sconsiglia ai propri cittadini di viaggiare nel nostro Paese.

Se da una parte lo stigma del Covid -19 e del terrorismo è idoneo a pregiudicare ulteriormente la stagione turistica italiana, dall'altra la segnalazione del rischio terroristico insorgente apre uno squarcio agghiacciante sotto il profilo della sicurezza pubblica”, si legge nell’interpellanza presentata dal partito di Giorgia Meloni.

Fonti :  scenari economici / sputnik / Repubblica / il sole24 / il giornale

 

 

Riaperture del 26 aprile, zona gialla, pass e coprifuoco: oggi è il giorno del nuovo decreto Covid, con regole e misure che saranno valide fino al 31 luglio. Il Consiglio dei ministri si riunirà questo pomeriggio alle 17. All'ordine del giorno, proprio le "misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid 19". 

Per quanto riguarda il coprifuoco, uno degli argomenti più dibattuti in questi giorni, ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato che sarà ancora a partire dalle 22. "Facciamo i passi avanti concordati, diamo un primo messaggio di fiducia al Paese. Ma accanto alla parola fiducia, ci vuole la parola prudenza per non vanificare gli sforzi fatti finora", è il pensiero del ministro, a quanto si apprende, sulle riaperture dal 26 aprile.

Il provvedimento fisserà le norme per il ritorno della zona gialla in Italia ma anche quelle sul nuovo pass per gli spostamenti tra le regioni, visite a parenti e amici, scuola in presenza, ristoranti, palestre e piscine, cinema, teatri, concerti e sport.

"Mi auguro che non si parli più di coprifuoco tra qualche giorno", dice il segretario leghista. "Ci vuole coraggio, visione, bisogna scommettere sull'Italia e sugli italiani che hanno mostrato enorme buon senso e meritano di avere fiducia".

"Se il piano vaccinale corre come sta correndo, se il contagio scende come sta scendendo, io credo che sia giusto riconoscere il diritto alla vita e il diritto al lavoro a milioni di italiani senza inutili discriminazioni. La Lega porterà al tavolo della maggioranza in Consiglio dei ministri la richiesta di cancellare il coprifuoco e di estendere con tutti i protocolli di sicurezza il calendario delle riaperture", ribadisce.

Salvini lascia intravedere la possibilità di un compromesso con i più 'rigoristi' nel governo, citando l'esempio della capitale spagnola di coprifuoco alle 23.

La Conferenza delle Regioni continua a interloquire con il governo: i presidenti regionali chiedono a gran voce di valutare la possibilità ampliare il coprifuoco di un'ora (quindi a partire dalle ore 23) così da permettere alle attivita di avere un minimo di respiro. "Oltretutto ripartiranno solo i locali che hanno spazi all'aperto, una forte limitazione che spero nelle prossime settimane possa essere superata", è la posizione di Massimiliano Fedriga. Il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni punta infatti a "ripartire con la ristorazione al chiuso prima del 1 giugno", anche perché sono state già elaborate le linee guida pure "per le attività al chiuso".

L'ex ministro dell'Interno inoltre ha scritto al presidente del Consiglio in vista del Cdm: "Siamo entrati al governo per riequilibrare un certo squilibrio. Non c'è dato scientifico che supporti certe scelte". Salvini ha già avuto una riunione in videoconferenza con ministri, governatori e sindaci sul nuovo decreto: "Chiediamo più coraggio, gli italiani se lo meritano. Bisogna tornare alla normalità, i dati sono in netto miglioramento".

Matteo Salvini vuole garanzie su l'allentamento della stretta e alza il tiro chiedendo l'estensione per la sera e la riapertura di alcune attività economiche: "Non sono richieste di Salvini, ma delle Regioni. Possono mettere il nome di Bonaccini, De Luca, Zingaretti". Il suo auspicio è che prima del Consiglio dei ministri si possa arrivare "a una soluzione di buonsenso".

"Il coprifuoco evoca brutte cose e non vediamo l'ora tutti noi di allungare l'orario e di poterlo poi abolire, ma tutto si tiene in una gradualità e in una progressività. Noi abbiamo proposto alle 22 perché abbiamo ascoltato il Cts e perché questo ritorno a regole normali deve essere graduale per evitare impennate del virus", sottolinea il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini a Rtl 102.5. "E' chiaro - aggiunge - che da parte del Governo c'è fiducia che i comportamenti corretti delle persone ci porteranno a passare gradualmente dalle 22 alle 23 e alle 24 per poi togliere del tutto il coprifuoco. Quando? 

Credo che ci debba essere una gradualità, su questo non c'è il partito delle aperture e il partito delle chiusure, dobbiamo essere tutti insieme contro il virus. Non c'è un pezzo di politica contro l'altro, c'è un mondo intero in lotta contro il Covid. Siccome il Covid c'è, rimane e circola, dobbiamo fare grandissima attenzione. Poi queste scelte non competono a me ma al Consiglio dei ministri e ci confronteremo, ma c'è volontà di allentare le misure gradualmente senza permettere al virus di ripartire".

 

Fonti il giornale / Agi / Adnkronos

L'Italia riapre il 26 aprile. A decidere l'allentamento delle restrizioni anti-Covid è, all'unanimità, la cabina di regia del governo. Ripartono le attività all'aperto, dallo spettacolo alla ristorazione. Ma con il coprifuoco alle 22 ma ancora si sta discutendo la proposta della lega alle 23. Gli studenti di tutte le scuole e le università tornano in presenza, tranne che nelle zone rosse. Dal 15 maggio ripartono stabilimenti balneari e piscine scoperte. Il 1 giugno tocca alle palestre anche al chiuso, a luglio via libera anche alle Fiere. Per spostarsi tra le Regioni arrivera un "pass", sul modello del 'green pass" europeo.

Così oggi il Comitato tecnico scientifico, poi il confronto con le regioni, e mercoledì, o al più tardi giovedì, il Consiglio dei ministri per mettere nero su bianco il nuovo decreto che indicherà il calendario e le regole per le riaperture, con 11 regioni e le province di Trento e Bolzano che, dati alla mano, puntano alla zona gialla. Il governo conferma la road map annunciata dal premier Mario Draghi stoppando da un lato le pressioni che arrivano dal centrodestra per posticipare il coprifuoco e aprire in zona gialla anche i bar e i ristoranti al chiuso e dall'altro quelle di buona parte delle regioni che chiedono di rivedere la scelta di riportare tutti gli studenti in classe dal 26 se non si interverrà sui trasporti.

La Lega presenterà la proposta di rinviare il coprifuoco alle 23, già dal 26 aprile, al prossimo Consiglio dei ministri? "Sicuramente, lo chiedono gran parte delle regioni e dei sindaci a prescindere dai colori politici".

La campagna di vaccinazione sta procedendo, i ricoveri e i posti occupati nelle terapie intensive sono in diminuzione, e vi sono quindi le condizioni per riaperture graduali delle attività, senza più tornare indietro, e anche per spostare l'orario del coprifuoco. Questa la posizione del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.

“Nel momento in cui decidiamo di riaprire ristoranti all'aperto, cinema e teatri, credo sia ragionevole - ha aggiunto - pensare a posticipare l'orario del coprifuoco, c’è un dibattito in corso, mi auguro che prevalga il buonsenso. Non credo che spostare il coprifuoco di un paio d’ore possa incidere sul contagio in maniera così devastante”.

Nelle ultime settimane - ha spiegato Costa - c'è stata una certa regolarità nelle consegne dei vaccini. E’ confermato che arriveranno oltre 50 milioni di dosi entro fine giugno, Pfizer ci consegnerà 8 milioni di dosi in più".

Per Matteo Salvini sulle riaperture bisogna correre. "Mi auguro che non si parli più di coprifuoco tra qualche giorno", insiste il segretario leghista. "Ci vuole coraggio, visione, bisogna scommettere sull'Italia e sugli italiani che hanno mostrato enorme buon senso e meritano di avere fiducia".

"Se il piano vaccinale corre come sta correndo, se il contagio scende come sta scendendo, io credo che sia giusto riconoscere il diritto alla vita e il diritto al lavoro a milioni di italiani senza inutili discriminazioni. La Lega porterà al tavolo della maggioranza in Consiglio dei ministri la richiesta di cancellare il coprifuoco e di estendere con tutti i protocolli di sicurezza il calendario delle riaperture", ribadisce.

Salvini lascia intravedere la possibilità di un compromesso con i più 'rigoristi' nel governo, citando l'esempio della capitale spagnola di coprifuoco alle 23.

Le prossime riaperture non sono un 'libera tutti. Ci vuole un grande senso di responsabilità individuale per non sprecare quanto fatto in un lungo anno di sacrifici". Lo ha detto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese intervenendo al dibattito “Legalità mi piace”, promosso da Confcommercio.

“Si tratta di un momento delicato, importante per far ripartire l'economia ma bisogna evitare di ricadere in una situazione difficile", ha raccomandato il ministro. "Faremo i controlli e saranno rigidi ma non ci puo' essere un operatore delle forze dell'ordine dietro ciascuno di noi".

La titolare del Viminale ha parlato anche del disagio sociale ed economico legato alla pandemia. "Solo nei primi tre mesi di quest'anno – ha proseguito - abbiamo avuto 4.300 manifestazioni:".

Favorire la fruizione di spazi all'aperto e anticipare le aperture delle attività anche all'interno: lo chiede il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli. "Le aperture per le sole attività all'aperto - ha detto intervenendo alla giornata "Legalità, ci piace! - rischiano di penalizzare almeno la metà delle imprese che non possono usufruire di questa possibilità. E va detto che è anche una doppia penalizzazione per le imprese dei pubblici esercizi della montagna, considerate le stesse condizioni climatiche".

Il primo passaggio è la riunione degli esperti del Cts che dovranno esprimere un parere sul pass che servirà per spostarsi tra le regioni di colore diverso ma anche per accedere ad alcuni eventi, come assistere a spettacoli dal vivo o andare al cinema. Le certezze al momento sono due: la prima è che non sarà pronto per il 26 aprile, dunque da lunedì prossimo ci si sposterà verso le regioni rosse e arancioni con l'autocertificazione e uno dei tre documenti necessari allegato, il certificato vaccinale, quello di avvenuta guarigione o l'esito del tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Elemento, quest'ultimo, sul quale sia il sottosegretario all'interno Carlo Sibilia sia il sindaco di Firenze Dario Nardella chiedono un intervento del governo per eliminare o abbassare i costi ed evitare che ci siano cittadini di serie A e serie B.

L'altra è che il pass sarà in linea con quello europeo che dovrebbe diventare operativo tra giugno e luglio. Prima si capisce come funziona quello Ue e poi ci si adegua. L'ipotesi più concreta è utilizzare una app che contenga un Qr code con le informazioni, da esibire a richiesta. L'indiziata numero uno è 'Io', la app della Pubblica amministrazione già utilizzata per il cashback di Stato: è costruita, dicono gli esperti, secondo tutti i canoni europei per quanto riguarda l'identità digitale e il rispetto della privacy, dunque già pronta per l'utilizzo. In ogni caso una decisione definitiva ancora non c'è e al momento non sono escluse neanche le altre due opzioni: rimanere con il certificato cartaceo o utilizzare la tessera sanitaria.

La Provincia di Bolzano anticipa il green pass e da lunedì aprirà anche i locali interni dei ristoranti. Avranno accesso su prenotazione solo i clienti che sono vaccinati o guariti dal coronavirus oppure testati.

Alcuni Paesi, come Israele, Grecia e Islanda sono già partiti, e non è detto che le tecnologie adottate a livello nazionale comunichino tra loro.

Poi ci sono i dubbi sulla privacy e sulle potenziali discriminazioni verso chi non si è potuto ancora vaccinare. Evitare blocchi e divisioni è l'obiettivo della Commissione Ue.

Il certificato proposto da Bruxelles è gratuito e consiste in un QR code da tenere nello smartphone o da stampare su carta, con tre alternative per dimostrare di poter viaggiare: essersi sottoposti alla vaccinazione, essere risultati negativi a un tampone, oppure essere guariti dal Covid-19 ed avere sviluppato gli anticorpi. Il sistema operativo, tramite app, sarà pronto il primo giugno e gli Stati potranno implementarlo perché diventi pienamente operativo tra i 27 e nell'area Schengen a luglio.


Fonti Agi / Ansa

Nuova protesta dei ristoratori di Tni Italia: questa mattina hanno bloccato l'A1 vicino all'uscita di Incisa (Firenze), in sud. "Ci sono imprenditori - ha spiegato il presidente di Tni, Pasquale Naccari -, gente stanca di subire, che vorrebbe riaprire e tornare a lavorare, rispettando i protocolli di autogrill e mense.

Vorrebbero lavorare, e non all'esterno con il freddo". C'è anche Ermes Ferrari, il ristoratore modenese che a Roma il 6 aprile era vestito da sciamano come Jake Angeli a Capitol Hill: "Mentre la gente piangeva davanti al Parlamento e chiedeva un aiuto - ha detto - tutti si sono concentrati" solo "su un cappello e due corna".

Dopo 5 ore di blocco i manifestanti sono ripartiti lentamente alle 14.20 a bordo delle loro auto, suonando i clacson. "Noi non molleremo mai, per la tutela delle imprese", ha affermato Pasquale Naccari, presidente di Tni Italia e leader della protesta, in una diretta Facebook con cui ha annunciato la fine del presidio di oggi. "Dopo 5 lunghe ore di blocco autostradale sul tratto A1 - ha dichiarato Naccari - sia in direzione Nord che in direzione Sud, abbiamo creato notevoli disagi del traffico. Riteniamo che il messaggio forte sia arrivato e adesso andiamo via con l'indicazione al governo di accogliere i nostri punti, altrimenti saremo costretti a ripetere gesti eclatanti".  

Intanto sono tre le possibilità per ottenere il pass: la vaccinazione, un tampone nelle ultime 48 ore oppure l'aver avuto il covid nei sei mesi precedenti.

Nel momento in cui si allenta, è normale che l'epidemia possa ripartire e un rischio riaperture c'è, ma abbiamo un sistema di allerta precoce per intervenire subito. Lo spiega a Repubblica Gianni Rezza, capo Prevenzione ministero Salute e membro del Cts. Il rischio accettabile per un epidemiologo è zero - chiarisce - per un economista può essere 100 e per chi ha dovuto chiudere un'attività è ancora più elevato. 'È legittimo che la politica trovi una sintesi', dice, e saranno cruciali le due-tre settimane successive. Poi fa sapere che potrebbero avere via libera rapidamente i test salivari: 'sono affidabili ormai quanto il tampone'.

"Penso si poteva riaprire di più, ad esempio le palestre con le lezioni individuali che non sono fonte di particolare contagio. Su qualche dettaglio potremmo collaborare col Governo per migliorare le misure", ha il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al programma "Mezz'ora in più" su Rai 3.

Il Comitato tecnico scientifico è stato convocato per domani pomeriggio alle 17. Nel corso della riunione gli esperti del governo dovrebbero esprimere un parere sulle misure che potrebbero confluire nel nuovo decreto legge, a partire da un pass per gli spostamenti nelle zone arancioni e rosse. Sul tavolo anche i protocolli per le riaperture predisposti dalle regioni sui quali i tecnici hanno già espresso alcune perplessità, in particolare sulla volontà dei presidenti di aprire i locali anche in zona rossa e sull'utilizzo degli spogliatoi per palestre e piscine.

Intanto l'Italia va verso le riaperture anticipate al 26 aprile ma arrivano alcuni alert dagli esperti anche rispetto alle ipotesi, avanzate in particolare dal leader della Lega Matteo Salvini di togliere il coprifuoco attualmente previsto alle 22. I numeri - sottolinea il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri intervistato dalla Stampa - non sono ancora così buoni da abbattere le restrizioni ed è presto per togliere il coprifuoco. Ma è fiducioso e assicura che le riaperture sono 'irreversibili: non dovremo più temere di dover chiudere', visto che la campagna vaccinale avanza.
Sileri invita a non correre sul coprifuoco e aggiunge che portare l'R0 di molto sotto lo 0,8 permetterà alleggerimenti.  


Intanto Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2021, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), nonché la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, da presentare alle Camere ai fini dell'autorizzazione dell'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT).

Per l'anno in corso la Commissione europea ha deciso l'applicazione della cosiddetta general escape clause (GEC), per assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra nell'ambito del proprio bilancio per il sostenimento delle spese sanitarie necessarie ad affrontare l’emergenza epidemica e delle misure per contrastare gli effetti recessivi sulle economie europee della diffusione del Covid-19. L’applicazione della clausola consente agli Stati membri di deviare temporaneamente dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine, sebbene essa non sospenda l'applicazione del Patto di Stabilità e Crescita, né le procedure del semestre europeo in materia di sorveglianza fiscale.

Con la relazione, il Governo richiede quindi l'autorizzazione al Parlamento al ricorso all’indebitamento per l’anno 2021 di 40 miliardi di euro e di circa 6 miliardi di euro medi annui per il periodo 2022-2033, principalmente finalizzati a finanziare spese per investimenti pubblici.

Le risorse aggiuntive a valere sul 2021 (40 miliardi di euro) saranno utilizzate per un nuovo provvedimento di sostegno all’economia e alle imprese, in particolare per sostenere i lavoratori autonomi e le imprese più colpite dalle restrizioni adottate per contenere il contagio. Il prossimo provvedimento, inoltre, destinerà risorse al rafforzamento della resilienza delle aziende più colpite, a misure per garantire la disponibilità di credito e per sostenere la patrimonializzazione delle imprese.

Le risorse a valere sul periodo 2022-2033 saranno utilizzate per definire un ulteriore insieme di interventi dedicati essenzialmente agli investimenti complementari al PNRR, che il governo considera centrali per dare impulso alla crescita economica dei prossimi anni.

Considerata la natura degli interventi programmati, il quadro macroeconomico complessivo previsto dal Documento di economia e finanza 2021 prevede che nel 2021 la crescita del PIL programmatico arriverà al 4,5%. Nel 2022 il PIL crescerà del 4,8%, per poi crescere del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024.

Considerando la nuova richiesta di autorizzazione all'indebitamento approvata e quanto già autorizzato in precedenza, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stimato all’11,8% nel 2021, un livello elevato dovuto alle misure di sostegno all'economia e alla caduta del PIL. Il rapporto deficit/PIL scenderà al 5,9% nel 2022, al 4,3% nel 2023 e al 3,4% nel 2024. Nel 2025 il rapporto tornerà sotto il 3%.

Il nuovo livello del debito pubblico è stimato al 159,8% del PIL nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024.

Fonti Ansa / P.Chigi

 

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