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Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, sarà stasera in missione a Mosca per un incontro con il suo omologo russo, Serghei Lavrov, che avrà luogo domattina. Lo rende noto la Farnesina. La missione di Di Maio, che si svolge all'indomani di quella a Kiev, "si inserisce nel quadro dell'azione a tutto campo condotta dall'Italia con gli omologhi europei e con i principali partner internazionali per favorire una soluzione diplomatica alla crisi ai confini fra Russia e Ucraina", si legge ancora nella nota del dicastero degli Esteri.

Primi segnali di distensione nella crisi tra Russia e Ucraina. Mosca ha annunciato il ritorno di unità militari dopo manovre in Crimea. "Unità del distretto militare meridionale, conclusa la partecipazione a esercitazioni tattiche nella penisola di Crimea, si spostano verso i loro punti di stanza permanenti", ha annunciato il ministero della Difesa russo.

Da parte sua, l'inviato russo presso l'Ue, Vladimir Chizhov, ha assicurato "che non ci sarà alcun attacco all'Ucraina questo mercoledì. Né ci sarà un'escalation nella prossima settimana, né nella settimana successiva, né nel prossimo mese". "Le guerre in Europa raramente iniziano di mercoledì", ha affermato in dichiarazioni pubblicate da Die Welt. "Quando si fanno accuse, in particolare accuse molto gravi contro la Russia, si ha anche la responsabilità di produrre prove - ha aggiunto, con un riferimento all'allerta Usa sull'Ucraina - Al contrario, è calunnia". Quindi, ha proseguito, "dove sono le prove?".

E ha aggiunto: "Quando i nostri partner ascolteranno le nostre legittime preoccupazioni non tarderà un processo di distensione. Sarebbe nell'interesse di tutti gli europei, da Lisbona a Vladivostok e di tutti gli altri Paesi del mondo".

Gli Stati Uniti non intendono fare pressioni sull'Ucraina affinché aderisca alla Nato. Lo ha assicurato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. "Non faremo pressioni sull'Ucraina o su qualsiasi altro Paese per un'adesione o una non adesione a una alleanza", ha affermato Psaki sottolineando che "i Paesi hanno il diritto alla sovranità e all'integrità territoriale e a loro spettano le decisioni".

"È positivo il fatto che il presidente degli Stati Uniti abbia anche detto di essere disponibile a svolgere negoziati seri" per una de-escalation della crisi ucraina: lo ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov.
 
In generale, si può dire che Putin – almeno per il momento – la sua prima vittoria tattica l’ha ottenuta, come spiega Lucio Caracciolo su La Stampa. E il disgelo segnalato in queste ore ne è una prima certificazione che serviva anche al Cremlino per far capire di essere un interlocutore credibile e non animato da velleità irrazionali. Tutti vogliono andare a Mosca, discutere con il suo padrone di casa e provare a trovare una soluzione alle “garanzie di sicurezza” richieste. Il presidente russo è tornato al centro della politica europea e incide sulla sicurezza del Vecchio Continente senza passare per leader secondario rispetto a quelli di altre superpotenze. E per quanto riguarda il blocco occidentale, l’ordine sparso in cui si è mossa la diplomazia di Washington e delle capitale dell’Ue conferma una divisione ben più profonda rispetto alle apparenti unità di vedute sul fronte Nato.

L’Alleanza ha tenuto, ma solo come un’appartenenza formale più che sostanziale. E le poche garanzie offerte da Joe Biden all’omologo ucraino lasciano il sospetto che l’Occidente non avrebbe potuto fare molto per fermare qualsiasi ambizione di Mosca.

La Cina accusa gli Stati Uniti di avere agitato la minaccia della guerra in Ucraina con "un "grave impatto" sulla stabilità economica e sociale del Paese, e di avere diffuso, assieme all'Occidente, "false informazioni" sulla crisi. "Alcune persone in Usa e in Occidente continuano a diffondere false informazioni", esacerbando "sfiducia e divisioni" sulla crisi in Ucraina, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, in risposta a un commento sull'annuncio del ministero della Difesa russo del ritiro di parte dei soldati russi dal confine con l'Ucraina. La Cina, ha aggiunto il portavoce, "si augura che le parti interessate mettano fine a tali offensive di false informazioni e facciano di piu' per favorire la pace, la fiducia reciproca e la cooperazione".

 

Fonti il giornale Agi Adn Kronos e varie agenzie 

La guerra tra Russia e Ucraina sembra più lontana: le truppe del distretto Sud hanno iniziato a lasciare la Crimea. Il Ministro ucraino Kuleba: "Siamo riusciti a impedire ogni nuova escalation, la Russia ritiri tutte le truppe dalla frontiera". Lavrov: "USA e Nato hanno accolto alcune richieste in tema di sicurezza". Stoltenberg (NATO): "Cauto ottimismo, ma ancora nessuna de-escalation sul campo". Oggi Luigi Di Maio a Kiev e Scholtz a Mosca da Putin con l'obiettivo di ridurre le tensioni, gli USA spostano l'ambasciata da Kiev a Leopoli. 

Alcune delle forze russe schierate per esercitazioni militari nei pressi della frontiera ucraina stanno rientrando alle loro basi, riferisce il ministero della Difesa di Mosca, citato dalla Tass.
Unità dei distretti militari meridionali e occidentali, che hanno completato i loro compiti, hanno già iniziato a caricare i mezzi di trasporto ferroviari e terrestri e oggi inizieranno a rientrare alle proprie basi", ha dichiarato in una nota il generale maggiore Igor Konashenkov, portavoce della Difesa russa.

La ricognizione satellitare aveva notato che alcune unità russe avevano lasciato le loro aree di ammassamento, mentre video provenienti da fonti casuali hanno mostrato lunghe colonne di carri armati e di artiglieria semovente per le strade di Tomarovka, nell’oblast di Belgorod, nei pressi del confine ucraino.

Le dichiarazioni del generale Konashenkov possono essere interpretate anche in un altro modo: quel “quando le misure di addestramento saranno completate”, riferito alle unità militari, suona alquanto sibillino. Il rientro potrebbe essere effettuato solo dopo un’operazione militare in grande stile in Ucraina, e anche i video mostrati dal Ministero della Difesa russo, in cui si vedono movimenti di carri armati, potrebbero essere parte della tattica di Mosca volta a confondere le acque.

Del resto la “nebbia di guerra” che è calata come un manto ad avvolgere lo spostamento di truppe e mezzi in queste settimane, fà parte della maskirovka russa, la tecnica usata per confondere l’avversario e indurlo a fare valutazioni errate. Come vi abbiamo già spiegato Mosca, che è cosciente che alcuni movimenti di truppe vengono registrati da osservatori occasionali e da fonti di intelligence satellitare open source, può sfruttarli per proprio vantaggio.

Il ritiro delle truppe russe alle loro basi "era pianificato" e "non dipende dall'isteria occidentale", ha detto il ministro degli Esteri Lavrov. Il ministro, citato dalla Tass, ha aggiunto che le notizie diffuse dall'Occidente su una invasione russa dell'Ucraina sono "terrorismo mediatico". Lavrov ha affermato che gli Usa e la Nato hanno dato una risposta "positiva" ad "alcune delle iniziative" russe "sulla sicurezza" che erano state "respinte per lungo tempo": lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Tass. "L'Occidente alla fine ha risposto, quando si è reso conto che stiamo discutendo seriamente la necessità di cambiamenti radicali nel campo della sicurezza. La sua risposta è stata positiva ad alcune delle iniziative che aveva respinto per lungo tempo", ha detto Lavrov stando alla Tass in una conferenza stampa dopo i colloqui con il suo omologo polacco Zbigniew Rau.  

"La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell'Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo". Lo scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, dopo che Mosca ha annunciato l'inizio del ritiro di truppe schierate ai confini con l'Ucraina, mentre gli Usa prevedevano un attacco per domani, 16 febbraio.

Le truppe del distretto militare meridionale russo hanno iniziato a lasciare la Crimea e tornare alle loro basi, una volta terminate le operazioni previste. Lo comunica l'ufficio stampa del distretto, secondo quanto riporta l'agenzia Tass. I battaglioni tattici, viene riferito, hanno iniziato a caricare le armi sui treni che le porteranno nelle basi permanenti in Dagestan e Ossezia del Nord. Le esercitazioni in Crimea hanno coinvolto oggi anche la Flotta del Mar Nero, che ha svolto manovre per rispondere a un ipotetico attacco di una marina nemica.

"Mentre le misure di addestramento al combattimento si avvicinano alla conclusione, le truppe, come sempre avviene, effettueranno marce combinate alle proprie basi permanenti", aggiunge Mosca. Il Cremlino ha confermato l'inizio di un ritiro pianificato dal confine ucraino delle sue truppe impegnate nelle esercitazioni militari. Il Cremlino considera la decisione degli Usa di evacuare i loro diplomatici da Kiev come "un'isteria esibizionista e senza senso". ha detto il portavoce, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.

La Germania ha chiesto alla Russia di "ritirare le proprie truppe" schierate ai confini dell'Ucraina. Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, nel giorno dell'incontro a Mosca tra il cancelliere Olaf Scholz e il presidente russo Vladimir Putin. "La situazione è particolarmente pericolosa e può degenerare in qualsiasi momento" e "noi dobbiamo utilizzare tutte le opportunità di dialogo per ottenere una soluzione pacifica", ha affermato la ministra Baerbock in una nota, sottolineando che "la responsabilità di una de-escalation è chiaramente dal lato della Russia, e spetta a Mosca ritirare le proprie truppe"  

È "sempre essenziale" che "le relazioni tra Paesi vengano sempre gestite attraverso il dialogo". Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in apertura del suo incontro a Mosca con il presidente russo, Vladimir Putin, secondo quanto riporta l'agenzia Tass. "Anch'io sono lieto che questo vertice abbia luogo", ha detto Scholz, "per me visitare la Russia è qualcosa di speciale, tenendo conto della nostra storia". "È ovvio che, a fronte di una situazione così difficile in Europa, dobbiamo tenere colloqui faccia a faccia, come hai fatto con il mio collega francese", ha proseguito il cancelliere tedesco rivolto a Putin, "sono lieto che ci sia la possibilità di simili negoziati. È essenziale che le relazioni tra Paesi siano sempre gestite attraverso il dialogo".

Anche l'Italia tenta la carta della diplomazia diretta per cercare una soluzione pacifica alla crisi dell'Ucraina: Di Maio arriva oggi a Kiev, mentre domani sarà in Russia. Mercoledì sera il presidente del Consiglio Mario Draghi sarà a Parigi per una cena di lavoro all'Eliseo. Lo comunica una nota di Palazzo Chigi. Al centro della cena "consultazioni e prospettive di impegno per il Sahel".

I deputati della Duma - il ramo basso del Parlamento russo - hanno approvato un appello al presidente Putin affinché Mosca riconosca le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel sud-est ucraino, dove la Russia è accusata da tempo di sostenere i separatisti nel conflitto del Donbass: lo riporta la testata online Meduza, secondo cui i deputati russi hanno approvato il documento preparato dal partito comunista. Questa risoluzione - scrive Meduza - prevede l'invio dell'appello direttamente al presidente russo. Hanno votato a favore 351 deputati, contro 16 e uno si è astenuto.

Fonti : Il giornale, Agi, Ansa e varie agenzie




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La Casa Bianca, al termine del colloquio tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e quello russo, Vladimir Putin, ha diramato una nota in cui rende conto dei temi affrontati dai due leader, ribadendo che gli Usa sono intenzionati a proseguire nello sforzo diplomatico, ma comunque pronti "ad altri scenari".

"Il presidente Biden", si spiega nella, "ha ribadito che un'invasione della Russia in Ucraina produrrebbe una grande sofferenza umana e minerebbe lo standing della Russia. Il presidente Biden è stato chiaro con il presidente Putin che mentre gli Stati Uniti rimangono pronti a un'azione diplomatica, in pieno coordinamento con i propri alleati e partner, sono allo stesso modo preparati ad altri scenari".

Il consigliere diplomatico di Putin, Yuri Ouchakov, ha sottolineato che  "l'isteria (americana, ndr) ha raggiunto il culmine". I due leader, ha aggiunto Ouchakov, "hanno convenuto di proseguire i contatti a tutti i livelli".

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ripreso dall'agenzia russa Ria Novosti, detta le condizioni per arrivare a una soluzione che disinneschi il pericolo di una guerra in Ucraina. "Ci aspettiamo che questi esigui canali per il dialogo alla fine ci permetteranno di trovare una sorta di reciprocità da parte dei nostri oppositori - ha detto - e il desiderio di trovare una soluzione che veramente significherà il tenere conto dei nostri interessi".

Alla vigilia delle visite a Kiev e Mosca del cancelliere Olaf Scholz, una fonte governativa ha parlato di situazione divenuta "critica". "La nostra preoccupazione è cresciuta" e "pensiamo che la situazione sia critica, molto pericolosa", ha spiegato la fonte ai giornalisti a Berlino. Scholz, che oggi volerà a Kiev e domani sarà a Mosca da Putin, ha sottolineato che se la Russia dovesse invadere l'Ucraina le sanzioni occidentali sarebbero "immediate".

Nel discorso di insediamento dopo la sua rielezione, il presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier ha fatto un appello al presidente Putin affinché "sciolga il cappio attorno al collo dell'Ucraina. Si unisca a noi nella strada che porta a preservare la pace in Europa. E non sottovaluti la forza della democrazia".

"Siamo nel mezzo del rischio di un conflitto militare, una guerra in Europa orientale", ha detto Steinmeier, e "la Russia porta la responsabilità di questo". "Il rafforzamento di truppe da parte della Russia non può essere frainteso. È una minaccia all'Ucraina", "ma le persone lì hanno il diritto di vivere senza paura e senza minacce, all'autodeterminazione e alla sovranità", ha proseguito. "Nessun Paese al mondo ha il diritto di distruggere questo e, a chiunque provi a farlo, vi risponderemo in modo deciso", ha concluso.

C'è ancora tempo per una soluzione diplomatica alla crisi ucraina, ma si sta assottigliando. Lo ha dichiarato il portavoce del Pentagono John Kirby, intervistato da Fox News. "Abbiamo detto, e crediamo ancora oggi, che ci sia ancora tempo e spazio per un percorso diplomatico", ha ribadito, "pensiamo ancora che ci sia un modo pacifico per evitare una guerra in Ucraina", ha aggiunto dicendo di "non poter confermare" la data del 16 febbraio come quella per l'avvio di un'operazione russa in Ucraina, secondo quanto riportato da alcuni media. Alla domanda se gli sforzi diplomatici in corso non siano gli "ultimi tentativi disperati" per trovare una soluzione, Kirby ha risposto: "Non lo so, ma sicuramente riconosciamo che il tempo sembra ridursi e questo è causa di preoccupazione per tutti".

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto al capo della Casa Bianca, Joe Biden, una visita in Ucraina: lo ha reso noto la presidenza ucraina confermando le indiscrezioni dei media. Zelensky ne ha parlato durante il colloquio telefonico con il presidente Usa, telefonata in cui ha proposto quelle che ha definito "idee concrete per diminuire la minaccia russa all'Ucraina". L'arrivo di Biden a Kiev -ha aggiunto Zelensky, secondo la Cnn- "sarebbe un segnale potente e contribuirebbe alla de-escalation". Biden non ha accettato l'invito e fonti americane hanno aggiunto che un viaggio del presidente Usa in Ucraina -un Paese che il Dipartimento di Stato ha invitato a lasciare- è estremamente improbabile.

Il presidente ucraino Zelensky ha sminuito gli avvertimenti sempre più intensi da parte degli Stati Uniti di una possibile invasione da parte della Russia a giorni, dicendo che deve ancora vedere prove convincenti. "Comprendiamo tutti i rischi, capiamo che ci sono rischi", ha detto intervenendo in diretta a una trasmissione, "se voi, o chiunque altro, avete informazioni aggiuntive riguardo a un'invasione russa al 100% a partire da giorno 16, per favore inoltrate queste informazioni". Da giorni il leader ucraino continua a lanciare messaggi rassicuranti, invitando le persone alla calma, anche nel tentativo di ridurre al minimo i danni all'economia dell'Ucraina durante la crisi.

Gli Stati Uniti non considerano la possibilità di varare sanzioni "preventive" contro la Russia per la crisi ucraina. Lo ha dichiarato il portavoce del Pentagono, John Kirby, intervistato da Fow News. "Se le usi prima che venga compiuta l'aggressione o la trasgressione, perdono il loro effetto deterrente", ha detto Kirby. "Se punisci qualcuno per qualcosa che non ha ancora fatto, allora potrebbe anche andare avanti e farlo", ha spiegato, "crediamo quindi che ci sia un effetto deterrente finché le teniamo come riserva, e siamo stati molto chiari con la comunità internazionale e con il presidente russo Vladimir Putin sulla gravità delle conseguenze economiche che potrebbero comportare".
Nel precedente colloquio tra il presidente del Consiglio europeo Michel e il presidente ucraino Zelensky, quest'ultimo si era detto favorevole a una soluzione diplomatica alla crisi ucraina, ma servivano "sanzioni preventive" per fermare Mosca.

"La soluzione" alla crisi in Ucraina "sta nella de-escalation e nella diplomazia. L'Ue e la Nato sono pronte a imporre insieme sanzioni severe se la Russia andrà' avanti con un'ulteriore aggressione". Lo scrive in un tweet il primo ministro olandese Mark Rutte dopo una videoconferenza con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e i premier e capi di Stato di Finlandia, Polonia, Grecia, Slovenia e Slovacchia.

Come e stato scritto da Giuseppe Sarcina in un'analisi della situazione dal Corriere della sera , «il presidente americano non ha cercato lo scontro con i russi: la sua agenda era un’altra. Biden è convinto che la crisi ucraina sia piena di rischi anche sul versante della politica interna. Il motivo è molto semplice. Se Putin bluffa o alla fine si arriva a un accordo, saranno in molti a rivendicarne i meriti. Ma se il leader russo attacca e paralizza mezzo Occidente, allora tutti chiameranno in causa le responsabilità, la «debolezza» di Biden. All’inizio del 2021 l’Amministrazione Usa pensava di poter «stabilizzare» le relazioni con il Cremlino, offrendo collaborazione sul terrorismo e un piano graduale di disarmo. Oggi è costretta, suo malgrado, a dover aggiornare la linea politica, preparandosi a uno scontro con Mosca da anni Sessanta. La Casa Bianca, inoltre, non vuole farsi trovare impreparata a nessun livello, a costo di apparire allarmista. Ecco perché, tra l'altro, sta sollecitando i cittadini americani a lasciare Kiev: non si devono ripetere le disastrose e umilianti scene di panico viste a Kabul nell'agosto scorso».

Gli Stati Uniti vogliono di certo limitare l'influenza di Vladimir Putin — temono l’espansione russa nell'Europa dell'Est — e difendere il principio per cui ogni Paese ha il diritto di scegliersi il proprio destino e le proprie alleanze: non solo per l'Ucraina, ma per tutti i Paesi che facevano parte del Patto di Varsavia e che negli anni Novanta sono passati con la Nato.

Intanto la Farnesina, come confermato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha invitato "tutti i concittadini italiani presenti in Ucraina di rientrare con mezzi commerciali". Sono circa 2.000 gli italiani attualmente in Ucraina, in gran parte nella capitale Kiev.

 

 

Fonti  Agi Tgcom Rai Corriere della sera

Il presidente francese, Emmanuel Macron, diretto a Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky, ha affermato di aver ottenuto ieri sera nel colloquio con Vladimir Putin "che non ci sarà un'escalation" nella crisi con l'Ucraina.

La foto dei due leader seduti a un tavolo di rappresentanza a una distanza che è apparsa considerevole ai più, ha fatto il giro del mondo. Eppure il capo del Cremlino si è detto disposto a fare di tutto per trovare compromessi ed evitare una escalation militare nel conflitto alla frontiera con l'Ucraina, una guerra Russia-Nato che, dice Putin, "non avrebbe vincitori". 

Eppure Macron è convinto che tra Russia e Francia ci siano "elementi di convergenza", Putin avrebbe garantito che "Non ci sarà un'escalation". E prosegue il negoziato per consolidare la soluzione diplomatica alla crisi. Oggi è atteso a Kiev, dove sarà ricevuto dal presidente Volodymyr Zelensky. Un incontro guardato con molto interesse anche da Mosca che sarà aggiornata con una telefonica da parte del capo dell'Eliseo, in conclusione del viaggio diplomatico del presidente francese nella regione. Al termine dei suoi colloqui a Kiev, Macron si recherà poi a Berlino, dove oggi è prevista una trilaterale con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, di ritorno a sua volta da un incontro con Joe Biden alla Casa Bianca, e il presidente polacco Andrzej Duda.

Il dialogo diplomatico in formato Normandia (Germania, Russia, Ucraina e Francia) ha visto il cancelliere tedesco ieri era alla Casa Bianca dove ha riaffermato l'unità dell'Alleanza sulle sanzioni in caso di invasione, compreso il blocco del gasdotto Nord Stream 2, asset strategico di rilevante importanza per gli equilibri economici non solo dell'area europea, ma anche nei rapporti tra Russia e Stati Uniti. Accordo sul gas tenuto d'occhio dalla vicina Cina, che per ora resta a guardare.

Parlando con i giornalisti sull'aereo che lo conduce da Mosca a Kiev, Macron ha spiegato di aver "ottenuto" nel colloquio di 5 ore ieri sera al Cremlino con il presidente russo, "che non ci sia un peggioramento né un'escalation" nella crisi russo-occidentale legata all'Ucraina. "Si trattava per me - ha spiegato il presidente francese - di bloccare il gioco per impedire un'escalation e aprire nuove prospettive. Quest'obiettivo per me è stato raggiunto"
"Si trattava per me - ha spiegato il presidente francese - di bloccare il gioco per impedire un'escalation e aprire nuove prospettive. Quest'obiettivo per me è stato raggiunto".  

La questione della garanzie di sicurezza chieste da Mosca all'Occidente non hanno ancora avuto una risposta soddisfacente e quindi il problema "rimane aperto per la Russia e rimane anche cruciale". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "Fino ad ora - ha detto Peskov, citato dalla Tass- non possiamo certo dire che ci sia qualche strada in vista per risolvere la questione. Non vediamo la nostra controparte occidentale prendere in considerazione le nostre preoccupazioni".

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che Russia e Francia non sono ancora state in grado di concludere un accordo sull'attenuazione delle tensioni intorno all'Ucraina, ma ha affermato che è necessaria una riduzione dell'escalation e che l'incontro a tema ha fornito la base per ulteriori lavori su questo fronte. Secondo un funzionario francese, Putin aveva anche concordato che le truppe che prenderanno parte a un'esercitazione militare nel territorio bielorusso vicino ai confini dell'Ucraina saranno ritirate una volta che quei giochi di guerra saranno finiti il 20 febbraio. Peskov ha detto invece che le truppe sarebbero tornate alle loro basi in Russia dopo le esercitazioni, senza dare una data precisa, ma ha sottolineato che nessuno aveva mai detto che le forze sarebbero rimaste in Bielorussia.

"La crisi ucraina è al centro dell'agenda europea e internazionale del Governo. Lavoriamo per evitare il rischio preoccupante di una escalation militare. Essa si aggiungerebbe alle conseguenze già pesanti - in termini umanitari, geopolitici ed economici - di un conflitto aperto ormai da quasi un decennio ai confini dell'Europa, a soli duemila chilometri da Trieste. Un conflitto che dal 2014 a oggi ha già causato 15mila vittime tra militari, combattenti e civili; un milione e mezzo di rifugiati interni all'Ucraina, e 500mila in Russia". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alle commissioni congiunte Esteri e Difesa.

"La Nato non può certamente rinunciare al principio della 'Porta aperta' e agli impegni verso Kiev e Tbilisi assunti nel 2008 al Vertice di Bucarest, che consentono l'entrata dell'Ucraina e della Georgia in un momento futuro. Sappiamo tuttavia che questa è una 'linea rossa' per Mosca", ha aggiunto Di Maio. "D'altro canto è ancora incompleto il percorso di riforme interne che Kiev dovrà attuare per avvicinarsi agli standard Nato".

Il Regno Unito "non intende arretrare" di fronte alla minaccia attribuita a Mosca nei confronti dell'Ucraina e darà il suo contributo a "sanzioni" anti-russe senza precedenti contro "entità e individui" se vi sarà un'invasione. Lo ha ribadito il primo ministro Boris Johnson - reduce la settimana scorsa da una visita a Kiev seguita a una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin - in un intervento scritto per il Times di oggi. Johnson ha rimarcato che il sostengo britannico alla Nato resta "irremovibile e incondizionato" . E ha aggiunto di essere disposto a inviare nella regione tra il Baltico e il Mar Nero rinforzi aerei della Raf e navali della Royal Navy a sostegno degli alleati europei, dopo l'annuncio di ieri dello schieramento di alcune centinaia di soldati britannici in più in Polonia (con compiti non offensivi); ma non senza precisare di sperare tuttora che "la diplomazia" possa sciogliere le tensioni e portare a una de-escalation.

 

  fonti : Ansa / Rai e varie agenzie

Il presidente della Francia Emmanuel Macron incontrerà il presidente russo Vladimir Putin in una riunione molto attesa in cui si parlerà soprattutto delle tensioni fra Russia e Ucraina. L’obiettivo di Macron, assai ambizioso, è di convincere Putin a rimuovere del tutto o in parte le decine di migliaia di soldati che la Russia ha ammassato al confine con l'Ucraina nelle ultime settimane.

«Se ci riuscirà, diventerà l’eroe che ha sventato l'invasione dell’Ucraina e rimesso l'Europa al centro della scena diplomatica, il tutto in tempo per le elezioni presidenziali francesi previste per aprile», ha scritto Politico. Diversi commentatori però sono scettici delle sue possibilità di successo: e temono anzi che un incontro del genere al momento presenti più rischi che possibili benefici.

Il Cremlino ritiene "molto importante" l'incontro in programma oggi tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente francese Emmanuel Macron ma non si aspetta svolte nella situazione attorno all'Ucraina dopo i colloqui: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ripreso dall'agenzia di stampa statale russa Tass.

"Naturalmente la situazione è molto difficile per aspettarsi delle svolte decisive nel corso di un incontro", ha affermato Peskov, rimarcando però che quella di Macron è "una visita molto importante".

A poche ore dal suo arrivo a Mosca, Emmanuel Macron ribadisce di credere nella mediazione e di voler continuare sulla strada di quello che gli sherpa chiamano “dialogo esigente e strutturato”. Anche perché, dice il leader francese, se gli europei rinunciano a parlare con Putin "poi sono altri che ci parlano a nome nostro”.

Il leader francese vuole convincere il presidente russo e Zelensky a sedersi intorno a un tavolo per un vertice a Parigi del formato Normandia, e spera anche di ottenere segnali di “disarmo” sul confine ucraino, bielorusso e anche nelle tante esercitazioni ostili in corso. “Dobbiamo essere molto realisti” commenta Macron al Journal du Dimanche. “Non otterremo gesti unilaterali – prosegue - ma è indispensabile evitare che la situazione si deteriori”.

Nonostante continuino a spirare i venti di guerra al confine tra la Russia e l’Ucraina, proseguono i tentativi di mediazione per evitare l’escalation militare. Sarà il presidente francese Emmanuel Macron oggi a cercare di aprire un dialogo con il suo omologo russo, Vladimir Putin. Nel ruolo di presidente di turno del Consiglio dell’ Unione europea, il numero 1 dell’Eliseo nelle prossime ore sarà a Mosca, a circa 4 anni dall’ultimo incontro a San Pietroburgo con il capo del Cremlino . 

Domani sarà invece a Kiev per colloqui con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy. Una missione diplomatica concordata con gli alleati della Nato e non il frutto della semplice iniziativa francese. Alla vigilia della partenza, Macron ha sentito telefonicamente il presidente americano Joe Biden. La Casa Bianca ha spiegato che i due leader "hanno discusso degli sforzi diplomatici e di deterrenza in corso in risposta al continuo rafforzamento militare della Russia ai confini con l'Ucraina e hanno ribadito il loro sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale del Paese”. 

In un'intervista al Journal du Dimanche, il presidente francese ha chiarito il suo punto di vista: “Bisogna essere molto realisti. Non otterremo gesti unilaterali, ma e' indispensabile evitare una degradazione della situazione" - ha dichiarato - sono diverse settimane che leggo o sento parlare dei grandi responsabili che annunciano operazioni imminenti di settimana in settimana. L'intensita' del dialogo che abbiamo avuto con la Russia e questa visita a Mosca sono per impedire che cio' avvenga". Secondo Macron "l'obiettivo geopolitico della Russia oggi non e' l'Ucraina, ma il chiarimento delle regole di coabitazione con la Nato e l'Ue", e se "la sicurezza e la sovranita' dell'Ucraina o di qualunque altro Stato europeo non puo' essere oggetto di compromesso", bisogna ammettere che “e' legittimo che la Russia ponga la questione della propria sicurezza”.

Certo, le dichiarazioni che arrivano dalle due sponde dell'Atlantico non aiutano a raffreddare il clima. Secondo il New York Times, alti funzionari dell'amministrazione americana sono convinti che la Russia fino a questo momento abbia schierato il 70% delle forze necessarie per un’eventuale invasione, circa 100 mila uomini al confine con l’Ucraina. Abbastanza per conquistare Kiev in soli due giorni. L’intelligence americana è comunque convinta che non si procederà militarmente almeno fino alla fine della prima metà di febbraio, anche per evitare di entrare in contrasto con la Cina, impegnata con le olimpiadi invernali. In caso di conflitto le vittime potrebbero essere addirittura 50.000 tra i civili e 35.000 tra i soldati di entrambe le parti. Di fatto sarebbe la più imponente operazione militare dalla fine della Seconda Guerra mondiale.

"La follia e l'allarmismo continuano", ha replicato il vice ambasciatore russo all'Onu Dmitry Polyanskiy, ribadendo che il suo Paese non ha mai avuto alcuna intenzione di invadere l'Ucraina. Polyanskiy ha derubricato tutto a semplice propaganda americana: "E se dicessimo che gli Stati Uniti potrebbero impadronirsi di Londra in una settimana e causare la morte di 300.000 civili? Tutto questo sulla base delle nostre fonti di intelligence che non riveleremo". A gettare acqua sul fuoco è il governo di Kiev, spaventato dai rischi di destabilizzazione. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha invitato a non credere alle previsioni apocalittiche e poi ha aggiunto:” "Le possibilità' di trovare una soluzione diplomatica per la riduzione dell'escalation sono considerevolmente maggiori della minaccia di un'ulteriore escalation” .

Fonti : post / rtl /ansa

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