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Lunedì, 07 Ottobre 2024

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Dopo un incontro con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, Guterres ha parlato per un'ora con il presidente russo Vladimir Putin, che, all'ennesima richiesta di un cessate il fuoco, ha risposto che non ci sarà pace finchè Crimea e Donbass non torneranno alla Russia. Del conflitto riparla anche il Papa, in un messaggio a un congresso cattolico."Ogni guerra nasce da un'ingiustizia", ha detto, aggiungendo che "è triste vedere che l'umanità non riesce a essere capace di pensare con schemi e progetti di pace".

Le ripercussioni economiche sulla guerra continuano a farsi sentire, soprattutto in Europa. Il colosso russo dell'energia, Gazprom, ha sospeso le consegne di gas a Bulgaria e Polonia. I governi dei due Paesi, entrambi membri della Nato, dicendo di essersi preparati e che l'assenza di forniture può essere affrontato senza particolari ripercussioni guardando a nuove fonti per il futuro.

Gazprom ha annunciato di aver completamente sospeso le forniture di gas a Polonia e Bulgaria per effetto del mancato pagamento, alla fine della giornata di ieri, del gas in rubli. Gazprom ha comunicato a Bulgargaz e Pgnig, le sue controparti bulgare e polacche, che i flussi resteranno sospesi fino a quando i pagamenti in rubli non saranno ricevuti. Essendo Polonia e Bulgaria degli Stati di transito del gas verso Paesi terzi, Gazprom ha inoltre avvertito i due Paesi che in caso di prelievo non autorizzato di gas russo destinato a Paesi terzi, le forniture di transito verranno ridotte di un ammontare analogo.

Quattro acquirenti europei hanno già pagato in rubli il gas di Gazprom e dieci hanno aperto i conti presso Gazprombank necessari per assecondare la richiesta di Mosca di pagare in valuta locale. Lo riporta Bloomberg, che cita fonti vicine a Gazprom.

In particolare, Varsavia ha fatto sapere che non intende più acquistare gas da società russe. Lo ha confermato il ministro per le Infrastrutture energetiche, Piotr Naimsky, in una intervista alla radio Rmf, riportata dalla Tass. Alla domanda se la Polonia acquisterà gas dalla Russia nel prossimo futuro, Naimsky ha risposto: "No. Non compreremo gas dalle società russe". Il ministro ha sottolineato che la Polonia si stava preparando a rinunciare al gas russo da sei anni.

Naimsky ha assicurato che non ci saranno difficoltà a rifornire i consumatori polacchi. "Posso garantire che il gas ci sarà, a meno che non si verifichi una sorta di cataclisma. In condizioni prevedibili, avremo forniture di gas", ha spiegato

Gazprom ha fatto sapere che continuano le sue forniture di gas naturale all'Europa attraverso l'Ucraina in linea con le richieste dei consumatori europei. Ma ha precisato di aver ricevuto oggi meno richieste rispetto al giorno precedente: sono state infatti pari a 48,7 milioni di metri cubi per la giornata del 27 aprile, in calo rispetto ai 56 milioni di metri cubi del 26 aprile.

"L'annuncio di Gazprom che interromperà unilateralmente la consegna del gas ai clienti in Europa è l'ennesimo tentativo della Russia di utilizzare il gas come strumento di ricatto" e "questo è ingiustificato e inaccettabile. E mostra ancora una volta l'inaffidabilità della Russia come fornitore di gas" ha dichiarato in una nota la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen,

"Gli Stati membri hanno messo in atto piani di emergenza proprio per questo scenario e abbiamo lavorato con loro in coordinamento e solidarietà", ha aggiunto la presidente per poi annunciare che "in questo momento è in corso una riunione del gruppo di coordinamento sul gas". "Continueremo inoltre a collaborare con partner internazionali per garantire flussi alternativi" e "con i leader europei e mondiali per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico in Europa", ha concluso la presidente.

Dalla Duma russa è venuta la richiesta a che il Cremlino, come per Bulgaria e Polonia, fermi le forniture di gas a tutti i Paesi considerati "ostili". Secondo il presidente della Camera bassa del Parlamento russo, Vyacheslav Volodin, "I deputati sostengono la decisione di Gazprom di sospendere le forniture di gas a Bulgaria e Polonia". Tra i Paesi ostili secondo Mosca figura anche l'Italia.

Zelensky, nel suo messaggio notturno alla nazione ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di volere smembrare e ridisegnare i confini dell'Europa centrale e occidentale. "L'obiettivo finale della leadership russa non è solo quello di impadronirsi del territorio dell'Ucraina, ma di smembrare l'intera Europa centrale e orientale e assestare un colpo globale alla democrazia", ha detto il presidente ucraino stando ai media internazionali. 

Secondo il  premier bulgaro, Kiril Petkov, Gazprom sta violando i contratti, avendo cambiato lo schema di pagamenti delle forniture di gas. Petkov ha parlato di "ricatto" e il ministro dell'energia Alezander Nikolov ha poi spiegato che accettando solo i pagamenti in rubli, Gazprom viola apertamente i contratti e ha precisato che la Bulgaria, membro dell'UE e della NATO, osserverà la posizione della Commissione europea che esorta i Paesi a non pagare il gas russo in rubli, come richiesto da Putin.

A questo punto, ha poi sottolineato, il governo di Sofia rivedrà tutti i suoi attuali contratti con Gazprom. "Poiché tutti gli obblighi commerciali e legali vengono rispettati, è chiaro che al momento il gas naturale viene usato più come un'arma politica ed economica nella guerra in corso", ha detto Nikolov.

Il Paese balcanico soddisfa più del 90% delle sue esigenze di gas con forniture dalla Russia. Nikolov ha precisato che le consegne di gas ai consumatori sono ancora garantite per almeno un mese. La Bulgaria trasporta anche il gas russo attraverso un'estensione del gasdotto Turk Stream alla vicina Serbia e da lì all'Ungheria. "La Bulgaria è un partner leale per tutti i paesi vicini. La Bulgaria non è la Russia. Quando possiamo, aiuteremo tutti i nostri vicini", ha detto il Ministro.

Da parte sua Omv, il più grande produttore e raffinatore di petrolio austriaco che ha attività nei Paesi dell'Europa Centrale, ha fatto sapere che si sta attualmente confrontando con il fornitore per elaborare i pagamenti del gas alla Russia in conformità con le sanzioni all'euro".

 

Fonti Ansa e Agi

Due mesi di guerra e di polemiche. Le sue accuse alla Nato, le analisi “controcorrente” sul conflitto tra Russia e Ucraina. La “censura” della Luiss e il contratto stracciato con la Rai. Alessandro Orsini, direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza, torna a parlare e lo fa attaccando a testa bassa il governo italiano guidato da Mario Draghi.

Un'affermazione forte, che Orsini non intende ritrattare. Anzi. “Bisogna calare questa analisi all’interno di una teoria generale sulle relazioni internazionali – ha continuato il professore – Il sistema internazionale è fatto di parti interconnesse, dove ci sono superpotenze e Stati satelliti. L’Italia è uno Stato satellite degli Stati Uniti come la Bielorussia è uno Stato satellite della Russia. Sulla base di questo affermo che Draghi è il Lukashenko di Biden”. E c’è una ragione. “La colpa non è del premier, di cui sono sostenitore, ma il governo ha superato una linea rossa: la pace”.

Intanto Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato di non aver perso le speranze di poter mediare per giungere a un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. "Non possiamo dire di aver raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissati, ma andremo avanti. Non abbiamo smesso di sperare in un risultato positivo", ha detto.

A peggiorare la situazione la compattezza occidentale contro Mosca, una convergenza che confligge direttamente con la posizione geografica della Turchia, padrona dell'Eurasia sospesa tra la Nato e la sfera di influenza russa. Una situazione che con il passare dei giorni e l'incancrenirsi del conflitto rischia di mettere Ankara contro gli alleati Nato e che porta Erdogan a sperare che il fronte occidentale si fratturi, cedendo all'importanza delle forniture energetiche russe e al rischio che il conflitto possa sfuggire di mano assumendo le dimensioni di una guerra nucleare.Il 29 marzo le delegazioni di Mosca e Kiev si sono incontrate in Turchia per un negoziato iniziato nei primi giorni del conflitto, ma svoltosi fino ad allora nella non neutrale Bielorussia. Ancora prima, il 10 marzo, i ministri degli Esteri di Mosca e Kiev si erano incontrati ad Antalya, nel sud del Paese, per un faccia a faccia in cui è toccato al ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, tentare una mediazione.

Proprio la possibilità di fratture all'interno della Nato costituisce la speranza di Erdogan per poter continuare a mantenere la linea 'eurasiatica' ed evitare il muro contro muro con l'Alleanza atlantica. Troppo importante la Russia per l'economia, interessi e strategie turche per poter ipotizzare che Erdogan adotti le sanzioni applicate dall'Occidente e si schieri apertamente contro Putin risultati che hanno portato le parti a un confronto diretto e favorito certamente il dialogo, ma che tuttavia non hanno prodotto risultati concreti, prima che le immagini delle stragi di civili compiute dall'esercito russo gettassero "un'ombra sul negoziato", come ammesso dallo stesso Cavusoglu.

Rosatom sta costruendo la prima centrale nucleare in Turchia, un progetto da 20 miliardi di dollari in mano a un Paese che fornisce il 45% del gas e il 17% del petrolio che i turchi consumano ogni anno. Le intese tra Erdogan e il collega russo, Vladimir Putin, sono andate ben oltre le questioni energetiche ed economiche.

I due leader hanno raggiunto accordi in Siria, Libia e nel Caucaso che Ankara non puo' permettersi di mandare a monte schierandosi apertamente contro Mosca. D'altro lato però va ricordato che Erdogan ha sin dall'inizio difeso l'integrità territoriale ucraina, ha siglato un accordo di cooperazione militare ed economica tre settimane prima del conflitto, ha fornito all'Ucraina droni di ultima generazione oltre a non aver mai accettato l'annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014.Il conflitto in Ucraina continua e continuerà probabilmente a lungo, facendo ora sorgere l'interrogativo sul cosa farà Erdogan e se la Turchia continuerà a mantenere una posizione di equilibrio tra entrambe le parti del conflitto. Il presidente turco molto difficilmente applicherà le sanzioni con cui gli altri Paesi occidentali hanno colpito la Russia.

Da un lato la Turchia storicamente non ha mai creduto nello strumento delle sanzioni, dall'altro i rapporti con la Russia sono essenziali per l'economia turca, che sta attraversando il momento peggiore degli ultimi 20 anni. Da un lato la necessità di mantenere in vita accordi economici, energetici e agricoli con la Russia, un Paese fondamentale anche per l'industria del turismo turco.

Un equilibrismo diplomatico che ha sofferto un duro colpo con le immagini delle stragi compiute dall'esercito russo e che ora sarà sempre più difficile per Erdogan mantenere in vita, soprattutto con il negoziato fermo. Da qui la necessità di far ripartire il negoziato e imporsi come mediatore per tornare a riscuotere il credito guadagnato a marzo.

A rendere più pesante la posizione della Turchia l'affondamento della nave da guerra russa Moskva. Putin dispone di altri tre incrociatori nel proprio arsenale, impossibilitati però a raggiungere le basi del mar Nero proprio per la decisione di Ankara di chiudere il passaggio degli stretti del Bosforo e Dardanelli alle navi da guerra.

Fonti Agi / Nicola Porro

La Russia è pronta a dichiarare una tregua in modo che civili e militari ucraini possano lasciare l'acciaieria Azovstal a Mariupol se le truppe decideranno di arrendersi. Lo ha affermato il ministero della Difesa di Mosca.  

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha avuto alle 11 una telefonata "franca e diretta" con il presidente russo, Vladimir Putin. Nel colloquio, spiega una fonte Ue, Michel ha sottolineato senza mezzi termini l'inaccettabilità della guerra russa, ha dettagliato i costi delle sanzioni che l'Ue sta imponendo alla Russia per la sua aggressione intenzionale e ha ricordato il sostegno incrollabile dell'Ue all'Ucraina. Inoltre, Michel ha illustrato a Putin quelli che sono a suo avviso gli errori di calcolo e le perdite della Russia. L'intento del presidente del Consiglio europeo è bucare il vuoto di informazione che potrebbe esserci intorno a Putin, spiega la fonte Ue. Michel ha esortato Putin a "impegnarsi direttamente con il presidente Zelenskyy, come richiesto dal presidente ucraino". Lo rende noto una fonte europea dando conto della telefonata.

Putin, dal canto suo, ha accusato Kiev di impedire alle truppe ucraine a Mariupol di arrendersi. "Tutti i militari delle forze armate, i miliziani dei battaglioni nazionali e i mercenari stranieri che abbassano le armi avranno garantita la vita, un trattamento decente in base al diritto internazionale e cure mediche", ha assicurato il capo del Cremlino al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Tuttavia, ha sottolineato Putin, "il regime di Kiev non permette che questa opportunità venga usata".  

E' quanto si apprende da fonti europee secondo le quali Michel ha anche "chiesto a Putin di avere in maniera urgente un contatto diretto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come chiesto dallo stesso Zelensky".

Nella telefonata con Charles Michel, Vladimir Putin ha denunciato "le dichiarazioni irresponsabili dei rappresentanti del Consiglio europeo relativamente alla necessità di una soluzione militare del conflitto in Ucraina". Nella telefonata con Michel, Putin ha accusato "le leadership della maggior parte degli Stati membri Ue di incoraggiare una sfacciata russofobia, che si manifesta in particolare nei campi culturale, umanitario e sportivo". Lo riferisce il Cremlino, citato dalla Tass.
Intanto i "colloqui russo-ucraini sono in stallo", ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato da Interfax. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella sua telefonata con il presidente russo, Vladimir Putin, ha chiesto "l'istituzione immediata dei corridoi umanitari a Mariupol e in altre città assediate, soprattutto in occasione della Pasqua ortodossa". Lo rende noto su Twitter.

La guerra in Ucraina e la sua "sicurezza a lungo termine" verranno discussi il 26 aprile in una riunione guidata dal segretario alla Difesa americana, Lloyd Austin, con i partner della Nato ma anche con Paesi non membri dell’Alleanza atlantica. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono, John Kirby, in un briefing con la stampa lasciando intendere che Washington guarda all'Ucraina con un orizzonte lungo termine. Il vertice, ha però tenuto a sottolineare, "non sarà sulla ricostruzione".

La scelta della base Air Force di Ramstein, nel Sud della Germania, come sede dell’incontro allargato ha un valore altamente simbolico per gli Stati Uniti: è stata la base europea della ‘war on terror’, la guerra al terrorismo guidata dagli Usa.

Spesso snobbato dai media americani, è considerato da Washington l’hub fondamentale nella guerra con i droni, oltre a essere la base dell’aviazione più importante fuori dagli Stati Uniti. Da qui sono partiti attacchi per l’Afghanistan e cargo carichi di munizioni per raid aerei in Siria e Iraq. E’ qui che la Polonia ha detto di essere pronta a trasferire tutti i suoi Mig-29 e a metterli a disposizione degli americani.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato di non aver perso le speranze in un negoziato che sancisca un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. "La nostra mediazione fino ad ora ha ottenuto risultati positivi, tuttavia non possiamo dire di aver raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissati, ma andremo avanti e faremo meglio. Non abbiamo smesso di sperare in un risultato positivo".

Lo scorso 29 aprile le delegazioni di Russia e Ucraina si sono incontrate in Turchia per un negoziato iniziato nei primi giorni del conflitto, ma svoltosi fino ad allora nella non neutrale Bielorussia. Ancora prima, il 10 marzo, i ministri degli Esteri di Mosca e Kiev si erano incontrati ad Antalya, nel sud del Paese, per un faccia a faccia in cui è toccato al ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu tentare una mediazione.

Erdogan ha poi tracciato un bilancio dell'operazione militare partita lo scorso 18 aprile per colpire le basi dell'organizzazione terroristica curda Pkk in nord Iraq. In base a quanto reso noto da Erdogan tre militari turchi sono morti, mentre 45 terroristi sono stati 'neutralizzati', termine con cui Ankara include i terroristi uccisi o arrestati.

L'operazione mira a distruggere le basi, i rifugi e i depositi di munizioni del Pkk nelle province di Zap, Metina, Gara e Avasin-Basyan, tutte situate nella regione del Kurdistan Iracheno (KRG), regno della famiglia Barzani da tre generazioni, regione autonoma ma non indipendente da Baghdad.

Non sono nuovi gli attacchi dell'aeronautica, delle squadre speciali e dell'artiglieria pesante turca nella regione. Offensive paradossalmente avallate dal governo curdo del Krg, che ha ottimi rapporti con Erdogan e che considera il Pkk una minaccia, mentre Baghdad ha gia' protestato ufficialmente per lo sconfinamento territoriale.

Il premier britannico Boris Johnson non ha escluso una vittoria russa nella guerra in Ucraina. "La cosa triste è che è una possibilità realistica", ha affermato, rispondendo alle domande dei giornalisti.

"Putin ha un esercito enorme. Ha una posizione politica molto difficile perche' ha commesso un errore catastrofico - ha affermato - L'unica opzione che ha ora è continuare a provare a usare il suo approccio spaventoso con l'artiglieria, cercando di logorare gli ucraini. Ed è molto vicino ad assicurarsi un collegamento terrestre a Mariupol"

Fonte Agi e Ansa



"Possiamo ora affermare che le truppe russe hanno cominciato la battaglia per il Donbass, per la quale si preparano da tempo. Una gran parte dell'intero esercito russo è ora dedicata a questa offensiva". Lo ha affermato su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "La seconda fase della guerra è iniziata", ha detto il capo del suo staff, Andriy Yermak.

Il ministero della Difesa russo ha esortato i combattenti ucraini e stranieri che si trovano nella acciaieria a Mariupol ad arrendersi entro le 16 e lasciare il sito disarmati. Chiunque deporrà le armi, ha fatto sapere Mosca, verrà risparmiato. Nella fabbrica sono trincerati uomini del reggimento Azov, combattenti stranieri e quel che resta della 36esima brigata di fanteria della Marina. Secondo le autorità ucraine locali, nei sotterranei si sono rifugiati anche un migliaio di civili, tra donne, vecchi e bambini.

La Russia in questa fase dell'"operazione speciale" in Ucraina sta valutando solo la possibilità di utilizzare armi convenzionali. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in una intervista a India Today. Utilizzeremo "Solo armi convenzionali", ha detto Lavrov quando gli e' stato chiesto se la Federazione Russa avrebbe userà armi nucleari in Ucraina.

Intanto i giornali internazionali, non tutti, che aprono sull’Ucraina sono concordi nel titolare sull’inizio dell’offensiva russa sul fronte orientale del Donbass. Poche le sfumature, tra le quali si segnala quella della Frannkfurter Allegemeine Zeitung, che mette in risalto le critiche crescenti nei confronti del cancelliere Scholz per i ritardi nelle forniture di ami a Kiev. Sulle prime pagine si trovano in posizioni di grande evidenza anche altre notizie: sulla stampa americana la decadenza dell’obbligo di mascherina sui mezzi di trasporto decisa da un giudice, su quella francese il ballottaggio Macron-Le Pen, su quella spagnola le rilevazioni sullo spionaggio ai danni del leader della Catalogna.

La fine dell’uso delle mascherine in Spagna e lo spionaggio ai danni dei leader catalani sono le due notizie di rilevanza nazionale nella fascia alta della prima pagina di El Pais. In apertura il giornale titola sull’incertezza delle imprese che devono decidere se manterranno o meno l'obbligo di mascherina per i loro indipendenti: da domani l’obbligatorietà di indossare il dispositivo protezione nei luoghi chiusi decadrà in tutto il Paese, ma il governo ha lasciato alle aziende la facoltà di continuare a imporlo nei luoghi di lavoro e la maggioranza di queste non ha ancora deciso che fare. Di spalla, una ricerca di Citizen Lab secondo cui tra il 2015 e il 2020 molti politici e giornalisti della Catalogna, compresi gli ultimi quattro presidenti della Generalitat e i loro familiari, sono stati spiati dal software Pegasus, prodotto dall’azienda israeliana NSO Group. L’attuale presidente catalano, Pere Aragones, ha chiesto spiegazioni al governo Sanchez, che ha negato ogni coinvolgimento dell’attività di intercettazione. Sull’Ucraina, un’impressionante fotografia di sepolture posizionata sopra un titolo di fogliettone che registra l’inizio dell’offensiva russa nel Donbass. 

Mentre “inizia una nuova fase dell’offensiva russa in Ucraina orientale”, il cancelliere tedesco Olaf Scholz resta “sotto accusa” per i ritardi nelle forniture di armi a Kiev: il titolo di apertura della Frankfurter Allgemeine Zeitung mette collega sviluppi bellici e politica interna. Le notizie del campo di battaglia parlano del fronte del Donbass, e surriscaldano le tensioni interne alla maggioranza di governo a Berlino: dopo quelle del leader della Cdu Merz, nuove e ancora più esplicite bordate contro Scholz arrivano da altri esponenti del partito, secondo cui le consegni di armi sono in ritardo perché “Scholz ha il piede sul freno, evidentemente non vuole farlo, e così si accolla un'enorme responsabilità. E’ un peso per tutta la Germania, non aiuta l'Ucraina come sarebbe possibile". In rilievo sulla prima pagina un’altra polemica politica che riguarda i passati rapporti dell’Spd, il partito socialdemocratico del cancelliere, con la Russia e con Putin in particolare, e che investe la presidente del Land di Meclenburgo-Pomerania, Manuela Schwesig. Figura autorevole dell’Spd e ancora di più dopo il suo successo alle elezioni regionali dello scorso autunno, è stata accesa sostenitrice del gasdotto Nord Stream 2 e finisce ora nella bufera perché, scrive la Faz, “documenti del governo statale del Meclemburgo-Pomerania che sono ora diventati noti suggeriscono che la società Nord Stream 2, controllata dall'ex cancelliere dell'Spd e amico intimo di Putin, Gerhard Schroeder e da Gazprom come socioo di maggioranza, è stata in grado di influenzare le decisioni del governo a Schwerin”, il capoluogo del Meclenburgo-Pomerania. Sicché, rileva il giornale, Manuela Schwesig appare adesso come “un burattino di Putin” e non bastano le sue ammissioni di essersi sbagliata sul capo del Cremlino e su Nord Stream 2. 

L’apertura del New York Times è per l’offensiva contro il Donbass: “In una pioggia di missili la Russia sferra l’assalto orientale”, dice il titolo, specificando anche che le truppe di Mosca hanno attaccato, secondo Kiev, su un fronte di “oltre 300 miglia”: dato che dà la misura della vastità dell’operazione bellica. Il quotidiano dà risalto, con un altro titolo, anche alla sofferenza dell’economia russa, ammessa per la prima volta dalla governatrice della Banca centrale, Elvira Nabiulina: “Mosca comincia a sentire il peso delle sanzioni”. Il giornale evidenzia che alle parole della banchiera si sono aggiunte le dichiarazioni del sindaco di Mosca, Sergei Sobjanin, secondo cui nella sola capitale sono a rischio 200.000 posti di lavoro a causa della riduzione delle attività delle aziende occidentali. Si tratta di “un riconoscimento netto” dell’efficacia delle sanzioni, “che mina la tesi del presidente Vladimir V. Putin secondo cui non erano riuscite a destabilizzare l'economia russa”. Gli analisti internazionali prevedono per quest’anno una contrazione del Pil russo tra il 10 e il 15%, e “ulteriori sanzioni si stanno preparando” perché, sottolinea il Nyt, “l’Ue sta elaborando un piano per ridurre gli acquisti di petrolio russo e il segretario americano al Tesoro, Janet Yellen, secondo alcune anticipazioni dei suoi uffici, solleciterà gli alleati a incrementare la pressione economica sulla Russia durante i prossimi meeting annuali della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale”.

Come molti giornali internazionali, anche il Washington Post apre con l’offensiva russa contro il Donbass sottolineando nel titolo che a dirlo è l’Ucraina. Nel servizio, il quotidiano spiega: “Il Pentagono non ha contraddetto la valutazione ucraina, ma ha adottato un approccio più cauto, con il portavoce John Kirby che ha affermato che i russi ‘stanno definendo e ponendo le condizioni per future operazioni offensive’ con centinaia di attacchi missilistici e sbarramenti di artiglieria”. Questi attacchi, secondo altre fonti del Pentagono citate anonimamente dal Post, “sembravano essere mirati a obiettivi militari e non indicavano che la Russia stava espandendo la sua guerra nell'Ucraina occidentale”. In ogni caso, le fonti hanno “smentito che gli attacchi russi abbiano colpito qualsiasi spedizione di armi dagli Stati Uniti o da altri alleati dell'Ucraina”. In ogni modo, gli intensi attacchi missilistici “hanno infranto la relativa calma di cui l'Ucraina occidentale ha ampiamente goduto per oltre 50 giorni di guerra”, e tra le città colpite c’è Leopoli, dove si contano 7 vittime e 11 feriti, compreso un bambino. Nel colonnino di apertura, si trova la notizia che per decisione di un giudice è decaduto l’obbligo di mascherina sui mezzi di trasporto pubblici: le autorità federali hanno subito cessato di far osservare l’obbligo introdotto dall’amministrazione Biden e ritenuto illegittimo dal giudice distrettuale della Florida Kathryn Kimball Mizelle, per una sorta di conflitto di attribuzione tra i poteri del governo e quelli dei Centers for Disease Control and Prevention, che secondo il giudice sarebbero stati i soli competenti ad adottare una misura di quel tipo.

La Russia lancia l’offensiva nell’Est dell’Ucraina”, titola in apertura il Wall Street Journal, puntando sulle dichiarazioni di Zelensky che segnalano la nuova fase del conflitto con il massiccio attacco contro il Donbass. Il giornale mette in evidenza anche la videochiamata che Biden ha in programma oggi con gli alleati, per una valutazione condivisa degli ultimi sviluppi militari della guerra. Sulla prima pagina è in evidenza anche un’analisi sulla corsa dell’inflazione negli Usa: si restringono i margini della Fed per un “atterraggio morbido”, titola il Wsj, che spiega: “La Federal Reserve si propone di fare qualcosa che non ha mai realizzato prima: ridurre molto l'inflazione senza aumentare significativamente la disoccupazione. I funzionari della banca centrale pensano che sia possibile, con aumenti calibrati dei tassi di interesse, rallentare la domanda in forte espansione quanto basta per prendere forza da un'economia surriscaldata. Ma anche uno dei più stretti alleati della Fed, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen, vede il rischio di fallire”, nota il giornale e ricorda la battuta di qualche giorno fa della Yellen, peraltro ex presidente della Fed: “Ci vorrà abilità e anche buona fortuna”. Il quotidiano valorizza anche la decisione di un giudice federale della Florida che ha dichiarato illegittimo l’obbligo di indossare la mascherina sui mezzi di trasporto pubblici, aerei inclusi, introdotto dall’amministrazione Biden.

La cattura dei due combattenti britannici in Ucraina e il loro appello al governo perché tratti con Mosca la loro liberazione non entusiasma il Times, che apre con le dichiarazioni di Zelensky sull’inizio della seconda fase della guerra e dell’attacco russo “su vasta scala” contro la regione del Donbass e non menziona nel titolo i due prigionieri, dei quali foto formato tessera sono impaginate in un riquadro dell’articolo. Solo dopo aver descritto gli sviluppi militari sul campo e le possibili strategie dell’offensiva russa, il servizio dell’inviato da Odessa riferisce dei due volontari britannici in mano ai russi, e sottolinea che a causa loro “Johnson dovrà impegnarsi direttamente nella battaglia di Mariupol”. A fianco dell’Ucraina una grande foto di Biden in versione pasquale, e sopra, nel listone in fascia alta, la richiesta del ministro Jacob Rees-Mogg ai colleghi perché facciano tornare al lavoro in presenza i dipendenti pubblici dei rispetti settori, dopo aver accertato che più della metà degli impiegati governativi sono ancora in smart working e che solo il 36% degli sportelli pubblici è quotidianamente operativo. Prima del Covid era l’80%.

Prima pagina dominata dalle presidenziali, con due titoli. In apertura un nuovo affondo contro Marine Le Pen, che il giornale contrasta apertamente dopo averla definita “pericolo per lo Stato di diritto”: questa volta nel mirino c’è il programma economico della leader dell’estrema destra, ritenuto “un’illusione ottica”. Sotto “la copertura di proposte per il potere d’acquisto” eroso dalla corsa dei prezzi, Le Pen secondo il quotidiano persegue un progetto “inattuabile e anti egualitario”, basato su “numeri che gli esperti giudicano sotto stimati” e che “le sue critiche all’Europa renderebbero più arduo finanziare sui mercati” emettendo nuovo debito. In sostanza, Le Pen “è passata dal liberismo a un social-populismo, ma senza rinunciare alla priorità nazionale, che resta centrale”, conclude Le Monde, e sottolinea che “questa evoluzione spiega l’attrazione esercitata su alcune categorie che ieri la sinistra considerava acquisite”. A centro pagina, Macron che “tenta di sedurre l’elettorato di sinistra con l’ecologia”. Nel suo tour elettorale a Marsiglia, il presidente ha proposto di dimezzare i tempi per la riduzione dei gas serra e di nominare un primo ministro che si impegni alla “pianificazione ecologica” (un’espressione coniata da Melenchon, sottolinea il giornale), e ha accusato l’avversaria di essere “climaticamente scettica”. Insomma, secondo Le Monde, “un tentativo di trasformare il voto del 24 giugno in un referendum pro o contro l’ecologia”.

Apertura sulle presidenziali francesi per il Financial Times che si concede nel titolo un gioco di parole intraducibile sul cognome di Marine Le Pen, definendo i due candidati come “penned in” (letteralmente, richiusi, per dire che sono impegnati senza tregua nello sprint finale della campagna elettorale). Il pezzo forte in prima pagina è però un servizio sull’economia cinese che nel primo trimestre è cresciuta oltre le attese ma che secondo gli analisti potrebbe rallentare a causa dei nuovi lockdown disposti da Pechino per contenere la diffusione del Covid. Economicamente, osserva il giornale, la Cina è apparentemente in controtendenza perché la sua espansione è stata più forte di quanto si prevedesse proprio mentre la Banca Mondiale rivede al ribasso le stime sulla crescita globale riducendola di quasi un punto percentuale, al 3,2% dal 4,1%, a causa della guerra in Ucraina. Tuttavia, secondo il quotidiano, guardando i dati cinesi si possono cogliere diversi segnali di una prossima frenata della crescita. Ad esempio, si osserva una contrazione negli spostamenti dei pendolari e le vendite al dettaglio sono calate del 3,5% a marzo, e il perdurante lockdown di Shanghai, principale hub finanziario cinese, sta pesando sugli investimenti. Potrebbe dunque essere difficile per Pechino raggiungere l’obiettivo di crescita del 5,5% fissato dal governo per quest’anno, e già il più basso dell’ultimo decennio. In basso l’Ucraina, con un titolo sugli attacchi missilistici russi contro Leopoli e altre città mentre si continua a combattere a Mariupol.

Quando mancano solo cinque giorni al ballottaggio tra Macron e Le Pen per l’Eliseo, Le Figaro guarda a un altro e imminente appuntamento elettorale della Francia, quello di giugno con le politiche, che saranno “il terzo turno”, dice il giornale nel titolo di apertura.  I partiti, nonostante siano impegnati in presidenziali “dall’esito incerto”, già si preparano per una sfida che presenta molte facce e da cui si prevede che uscirà un quadro politico profondamente cambiato. Spiega il giornale che Melenchon con il suo La France Insoumise (La Francia ribelle), dopo l’ottimo risultato al primo turno che ne ha fatto l’arbitro tra i due candidati alla presidenza, “spera di imporsi a sinistra” diventando il primo partito di una gauche frammentata più che mai; nel campo opposto, i gollisti di Les Republicains, reduci dalla disfatta della loro leader Valerie Pecresse, “si giocano la sopravvivenza contro l’egemonia di La Republique en marche (il partito di Macron) e il Rassemblement National” di Marine Le Pen. L’editoriale, dal titolo “Melenchon per tutti” evidenzia con ironia una contraddizione intrinseca del secondo turno in cui gli elettori del campione della sinistra vivono “l’attrazione fatale” di due candidati che sarebbero i loro avversari naturali e che a loro volta devono corteggiare chi hanno sempre guardato come un oppositore. “L'analisi gramsciana ripetuta fino alla nausea per assicurare che la destra-ha vinto-la-battaglia-delle-idee è stata smentita dalle urne”, e i commentatori, paragonati a “gai usignoli e merli burloni” spiegano che “la divisione tra destra e sinistra è sparita” scrive il giornale e dipinge un Melenchon “celebrato come il pensatore organico della democrazia francese, il faro della gioventù impegnata, l'imam nascosto delle nostre periferie, il druido delle alternative”.

Un monito agli Usa a “non tentare di orientare l’Asean contro la Cina” viene rivolto da un editoriale del China Daily con parole quasi identiche a quelle che ieri su leggevano sul Quotidiano del popolo, l’organo del Pcc, a conferma delle preoccupazioni di Pechino per il summit dell’Associazione dei Paesi del Sud-Est asiatico che Biden presiederà a Washington a metà maggio. Nel comunicato della Casa Bianca tra i temi del vertice vengono indicate “le sfide più pressanti per la regione” e, “trattandosi degli Usa, è molto improbabile che tra queste non vi sia la Cina”, scrive il giornale, convinto che “sebbene i paesi dell'Asean possano essere più preoccupati per questioni immediate come l'unità interna all'indomani del cambiamento politico in Myanmar, le difficoltà economiche nazionali e regionali e l'impulso alla ripresa economica, semplicemente non c'è modo di distrarre Washington dalla sua ossessione per il Mar Cinese Meridionale come sede della sua ‘competizione’ con la Cina”. Ma, conclude il quotidiano, “i membri dell'Asean dovrebbero trattare con cautela l'eccitata retorica e le audaci promesse intesi ad allinearli agli scopi di Washington”.

I programmi spaziali cinesi, con servizi sui tre astronauti della navetta Shenzhou-13 rientrati sulla Terra il 16 aprile dopo una missione di 6 mesi, e con l’annuncio che quella cinese sarà la prima stazione orbitante aperta a tutti gli Stati membri dell’Onu, sono uno dei temi principali per il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese. Sulla guerra in Ucraina ci sono le notizie essenziali, trattate con lanci dell’agenzia ufficiale Xinhua, e l’ennesimo editoriale in cui la responsabilità del conflitto e della “tragica situazione della sicurezza in Europa” viene attribuita agli Usa e all’espansionismo della Nato verso Est. Quella Nato che, ricorda il giornale, solo tre anni Macron definiva “in morte cerebrale” e che oggi ha programmi di dimensionarsi su scala non più solo atlantica, ma indo-pacifica se non perfino globale. Il quotidiano cita il proverbio cinese “ci vuole più di un giorno di freddo perché il fiume si ghiacci” per dire che da anni Usa e Nato hanno “orchestrato rivoluzioni colorate nei Paesi confinanti con la Russa e schierato missili in quelle regioni”, mentre Mosca “anche dopo la guerra russo-georgiana nel 2008 e la crisi di Crimea nel 2014, ha ripetutamente espresso la volontà di aderire alla Nato o di costruire congiuntamente una comunità di sicurezza paneuropea insieme ai paesi dell'alleanza”. Perché gli Usa “hanno perso queste opportunità?”, si chiede il quotidiano. Risposta: “per perseguire l'egemonia americana verso l'entroterra del continente eurasiatico e le sue regioni di confine”, così “minando la stabilità strategica della regione e quella del mondo intero”.

 

Fonte Agi ansa e varie agenzie 

Intervista di fuoco di Antonio Maria Rinaldi su La Verità di ieri. L’eurodeputato non ha nessun problema nell’affermare che, se fosse a Roma e non a Strasburgo, non voterebbe per la fiducia del governo sulla delega fiscale, soprattutto dal momento in cui c’è la revisione degli estimi catastali, prodromo ad un forte aumento delle tasse per la casa.

Il problema è semplicemente la fiducia: quanti governi, sui temi fiscali, hanno detto una cosa e poi ne hanno fatta una completamente diversa? Per questi motivi meglio non votare la fiducia per un governo che poi, alla fine comunque ha terminato il suo lavoro e prolungheranno la propria esistenza solo per mere questioni formali e pensionistiche.

Il professore entra poi sul tema della necessità di revisione profonda del PNRR e delle regole di bilancio nella nuova ottica creata dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina, che non si esaurirà con qualche condizionatore spento in più in cambio della pace, perché proprio la pace significa poter avere i condizionatori accesi, e soprattutto un sistema industriale con l’energia necessaria. Altrimenti il rischio è della guerra con il condizionatore spento e le industrie chiuse.

Sul tema del bilancio europeo Rinaldi annuncia anche un interessantissimo convegno il prossimo 12 maggio a Bruxelles, con la partecipazione di vari economisti fra cui Marco Zanni, Fabio Dragoni, Sergio Giraldo, Giuseppe Liturri, Luciano Barra Caracciolo, Valerio Mavezzi."I presidenti di Polonia, Lettonia, Lituania ed Estonia sono partiti per l'Ucraina per una visita e sono già verso Kiev" scrive su Twitter il capo dell'Ufficio di politica internazionale della cancelleria del presidente della Polonia Jakub Kumoch.

Intanto "Il presidente polacco Andrzej Duda, insieme ai presidenti di Lituania, Lettonia ed Estonia Gitanas Nauseda, Egils Levits e Alar Karis sono in Ucraina e - precisa - sono attualmente diretti a Kiev".

Oltre 500.000 ucraini sono stati portati con la forza in Russia dalle autorità di Mosca: lo ha detto oggi il presidente Volodymyr Zelensky durante il suo discorso al Parlamento estone.

'I Paesi ostili non stanno rispettando i loro obblighi contrattuali e stanno distruggendo le catene di approvvigionamento dell'Artico''. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenendo in collegamento video a un incontro su questioni economiche nell'Artico. "Come risultato delle azioni di paesi ostili, diverse catene di trasporto e logistica sono state interrotte. Alcune società straniere non adempiono ai loro obblighi contrattuali", ha detto Putin. Non nascondendo le difficoltà, Putin ha affermato di aver aperto "nuove possibilità" per inviare risorse energetiche ai paesi in cui sono "veramente necessarie". La cooperazione russa con altri paesi del Consiglio Artico - Canada, Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia, Islanda e Stati Uniti - è stata in gran parte interrotta dall'inizio della guerra in Ucraina.

1.026 i militari ucraini che si sono arresi a Mariupol, tra questi ci sono 162 ufficiali e 47 soldatesse. Lo afferma il Ministero della Difesa russo citato dalla Tass. Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, maggiore Igor Konashenkov, si sono arresi alle truppe russe "1.026 militari ucraini della 36ma brigata marina, nei pressi dell'acciaieria Ilyich".

Il ministero della Difesa ucraino non ha informazioni su alcuna resa da parte di soldati ucraini a Mariupol: lo ha detto ai giornalisti il portavoce del ministero riferendosi ai 1.026 marine che secondo il ministero della Difesa russo si sarebbero arresi nella città portuale ucraina. Lo riporta il Guardian, che cita la Reuters.

"La Turchia mette a disposizione navi per l'evacuazione di persone da Mariupol e resta in attesa di una risposta positiva". Lo rende noto il ministero della Difesa di Ankara citato dalla Tass.

A Mariupol, alcune unità della 36ma brigata separata di marines intitolata al contrammiraglio Mykhailo Bilinsky sono riuscite a raggiungere ed unirsi al reggimento Azov. Lo ha annunciato su Facebook Oleksiy Arestovych, consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente Zelensky, citato da Ukrinform. La 36ma brigata, secondo invece quanto ha sostenuto il Ministero della Difesa russo, si sarebbe arresa nella città portuale ai soldati di Mosca."A Mariupol, unità della 36ma Brigata Marine, con un'azione molto rischiosa hanno raggiunto il reggimento Azov sfuggendo alla sconfitta", ha scritto Arestovych.

"I russi hanno distrutto gli ospedali e tutta la città. Questo è un genocidio lanciato da un criminale di guerra, Putin, contro la nostra nazione. Finché resisteremo, resisterà anche l'Ucraina". Lo dice il sindaco di Mariupol Vadym Boichenko. "Le vittime rimaste per strada secondo le nostre stime sono almeno 20 mila, persone uccise dai soldati della federazione russa. Gli aerei nemici hanno bombardato la città in maniera incessante cercando poi di nascondere le prove delle atrocità commesse, di nascondere le tracce utilizzando anche i forni crematori mobili, come confermato dalla nostra intelligence". "Mariupol resterà per sempre ucraina", ha concluso il sindaco sottolineando che si stanno raccogliendo prove dell'uso di armi chimiche da parte delle forze russe in Ucraina. I nostri esperti le stanno esaminando, anche se non sarà facile".

Ieri Biden doveva parlare del fallimento dei colloqui per la pace in Ucraina e giustificare lo shock dei prezzi perché legato non alle cattive politiche economiche ed energetiche USA, ma per la guerra in Ucraina. Poi il discorso ha virato in una direzione apparentemente inattesa:"Sì, ho parlato di genocidio perché è sempre più chiaro che Putin sta cercando di cancellare l'idea di essere ucraini". Lo afferma Joe Biden rispondendo a chi gli chiedeva se in Ucraina fosse in corse un genocidio. "Lasceremo agli avvocati decidere come qualificarlo a livello internazionale, ma di sicuro è quello che sembra a me", aggiunge il presidente Usa. "Parole vere da un vero leader". Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky loda Joe Biden per aver parlato, per la prima volta di volta, di "genocidio" in Ucraina.

Del resto gli USA si stanno preparando ad una guerra prolungata in Ucraina contro la Russia, una sorta di Viet-Nam europeo. Non è un caso che ieri ci sia stata una riunione del Pentagono con le industrie fornitrici di sistemi d’arma USA per organizzare la produzione industriale in vista di una guerra prolungata nell’Europa dell’est. del resto con l’inflazione all’otto per cento meglio avere qualcosa con cui distrarre i cittadini, e nei prossimi carichi gli ucraini inizieranno a ricevere le prime armi pesanti americane, come l’artiglieria.

Diversa la posizione del presidente francese Emmanuel Macron, secondo il quale l'esercito di Mosca "ha commesso crimini di guerra, ma un'escalation verbale non contribuisce all'obiettivo di fermare il conflitto".
Dopo il rifiuto espresso nei confronti del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha aperto a un incontro con il cancelliere Olaf Scholz, che tuttavia si è rifiutato.

Come fa anche capire la Welt questa mossa isola e mette in difficoltà il Cancelliere  nella sua ritrosia ad inviare armi pesanti direttamente dalla Germania all’Ucraina. Il caso dei Marder negati all’Ucraina ha pesato sul governo tedesco, e non è ancora stato dato il via all’invio dei Leopard 1A5, nonostante le pressioni della Rheinmetall. Scholz evidentemente non vuole irritare eccessivamente Mosca, e , a questo punto, è diventato un ostacolo per Washington. Questo, insieme alle accuse di di politica filorussa,  spiega anche il rifiuto dell’incontro con il presidente (socialdemocratico) tedesco Steinmeier da parte di Zelensky.

Il blocco di Kiev di una visita del presidente Steinmeier è stato "irritante", ha detto il cancelliere Olaf Scholz in un'intervista a RBB. Scholz ha anche detto che per ora non andrà a Kiev. "In tutte le nostre decisioni staremo attenti a evitare che la Nato, i paesi Nato e naturalmente la Germania, un grande paese nel mezzo dell'Europa, non partecipino attivamente alla guerra", ha detto Scholz. "Si tratta di una decisione che abbiamo preso per motivi molto buoni, perché abbiamo una grande responsabilità per gli sviluppi in Europa e nel mondo", ha aggiunto Scholz.

"La massima priorità per tutti è mantenere la calma e la moderazione, cessare il fuoco, fermare la guerra il prima possibile ed evitare una crisi umanitaria su larga scala", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, in risposta una richiesta di commento alle parole pronunciate ieri dal presidente Usa. "Qualsiasi sforzo della comunità internazionale", ha aggiunto Zhao, "dovrebbe raffreddare la tensione, non alimentarla, e dovrebbe spingere per una soluzione diplomatica, non aggravare ulteriormente la situazione".

Fonti Agi Ansa Scenari economici tg24

 

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