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L'antica fiera del bestiame dedicata a San Bartolomeo

 

La Fiera del bestiame di San Bartolomeo, a Giarratana, è uno degli eventi più datati, forse il più antico, tra quelli che si occupano di zootecnia in provincia di Ragusa. E’ stato istituito, addirittura, con un regio decreto del Regno delle Due Sicilie agli inizi del XIX secolo. Al culmine di una tradizione secolare, la Fiera tornerà anche quest’anno, con il sostegno dell’Amministrazione comunale, nei giorni che anticipano la festa del Patrono. Dalle 6 del mattino al mezzogiorno di mercoledì 21 agosto, in contrada Mandrevecchie, si registrerà una consistente presenza di bovini, ma anche di equini, nel sito in cui l’appuntamento si svolgerà. Si tratta della stessa zona che era già stata individuata lo scorso anno e che ben si era prestata per fornire una risposta efficace, in termini operativi, ai numerosi partecipanti. Ovviamente, ogni attività legata alla Fiera è stata predisposta seguendo da vicino le indicazioni dei Servizi veterinari dell’Asp di Ragusa con specifico riferimento alla movimentazione dei capi. Mercoledì, tra l’altro, è il giorno in cui sarà dato il via al triduo in onore del santo patrono, predicato da padre Pietro Floridia, parroco del Duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla. Gli appuntamenti che faranno da corollario alla fiera saranno, alle 17, la sfilata di cavalli in onore del Santo Patrono. Mentre alle 21,30, in piazza San Bartolomeo, si terrà il concerto sinfonico del corpo bandistico “Vincenzo Bellini – Città di Giarratana” diretto dal maestro Francesco Fatuzzo. Gli appuntamenti religiosi della giornata sono, invece, alle 18, l’adorazione eucaristica nella chiesa di San Bartolomeo apostolo e alle 19 la celebrazione della santa messa animata dal gruppo parrocchiale del “Rinnovamento nello spirito”.

“Già lo scorso anno – afferma il sindaco di Giarratana, Lino Giaquinta, facendo riferimento alla Fiera del bestiame – eravamo riusciti a salvare la manifestazione dalla soppressione. Ci eravamo dati da fare per cercare di rilanciare un’attenta azione di recupero grazie alla quale erano stati rimossi tutti gli ostacoli. Dobbiamo ringraziare vivamente i Servizi veterinari dell’Asp per la collaborazione fornitaci, dimostrandosi disponibili a mettere in campo tutte quelle azioni di confronto necessarie per superare ostacoli che, a tutta prima, potevano sembrare insormontabili”. D’altronde stiamo parlando di un evento che, storicamente, ha rappresentato un punto di riferimento insostituibile per la cittadina giarratanese, soprattutto ai tempi in cui la Fiera, dedicata al santo Patrono, San Bartolomeo, rappresentava un momento speciale di aggregazione per tutte le famiglie del circondario e anche oltre. Sin dalle prime ore del mattino, dunque, mercoledì prossimo, l’area limitrofa a Giarratana si animerà di presenze bovine ed equine. Tutti i capi saranno messi a confronto e poi sarà avviata, come nella migliore tradizione della Fiera, l’attività di commercializzazione. Per gli operatori zootecnici locali, e anche oltre, un modo per guardare al futuro con una fiducia supplementare rispetto ai problematici chiari di luna degli ultimi tempi.

La preparazione delle frittelle

 

Gli stessi organizzatori stentavano a crederci. Quando, poco dopo le 21, l’ampio parcheggio che copre un intero quartiere era stipato all’inverosimile di auto, si è subito compreso che si sarebbe sfiorata l’impresa. Poi puntualmente arrivata dalla conferma che questa edizione, la dodicesima, dell’estate 2013 è stata quella dei record con 3.600 partecipanti. Mai prima d’ora un simile afflusso per la “Sagra dei sapori chiaramontani” promossa dall’associazione Villaggio Gulfi con il sostegno dell’Amministrazione comunale e della Camera di Commercio di Ragusa nella persona del commissario straordinario, on. Sebastiano Gurrieri. Tutti gli alimenti che erano stati predisposti in abbondante quantità, per fare fronte ad un arrivo consistente di consumatori, si sono esauriti. Finiti i centocinquanta chili di salsiccia, così come le trentadue casse di peperoni e i cento litri di vini. Ultimati pure gli ottocento pani caserecci e le trenta forme di caciocavallo Dop. Insomma, un successo straordinario su tutti i fronti che non fa che confermare come le iniziative promosse con estrema semplicità, ma senza trascurare la qualità, in questo caso quella dei cibi, continuino a fare registrare il tutto esaurito. Se si pensa che la “Sagra dei sapori chiaramontani” è entrata ormai a fare parte di quelle che, a tutta ragione, si possono considerare tra le iniziative classiche del cartellone estivo di questo lembo provinciale, non foss’altro perché è in grado di mobilitare un intero quartiere, quello che sorge alle pendici del centro montano ibleo, si avrà chiara la percezione di quanta strada in avanti sia stata compiuta in questi ultimi anni con una seria pianificazione e programmazione da parte dei componenti dell’associazione “Villaggio Gulfi”. “Siamo noi stessi i primi a stupirci – dicono i componenti dell’associazione – per quanto accaduto. Mai, neppure nelle nostre più rosee previsioni, potevamo immaginarci un simile afflusso di gente. Siamo ovviamente gratificati ma anche responsabilizzati a fare sempre meglio e sempre di più. Riteniamo che questa edizione della Sagra rappresenti una sorta di spartiacque rispetto al passato. Per il prossimo futuro, dovremo cercare di impegnarci per una migliore riuscita, anche se sappiamo che sarà tutta in salita. Intanto, però, ringraziamo quanti ci sono stati vicino, dimostrando di avere a cuore soprattutto la qualità dei sapori chiaramontani, un aspetto su cui non derogheremo mai in alcuna circostanza”. Al termine, musica e balli di gruppo sino alle ore piccole.

Le presenze di ieri sera

Alcuni dei portatori con don Gino Ravalli e il simulacro del Patrono

 

Tutto un paese è in festa. Per rinnovare la devozione al Patrono principale. A Giarratana, Perla degli Iblei, l’attesa durata un anno si è conclusa. Hanno preso il via, infatti, venerdì 16 agosto, le celebrazioni in onore di San Bartolomeo Apostolo il cui momento clou è in programma il 24 quando, con la tradizionale “Sciuta” del simulacro del santo, l’intera cittadina tornerà a colorarsi di rosso, con il festoso scoppiettio dei mortaretti e il tradizionale lancio di “nzaireddi”. Scene folkloristiche di grande suggestione che fanno rivivere una tradizione che si tramanda da secoli. Quest’anno il comitato dei festeggiamenti e il parroco, don Gino Ravalli, rispettando la linea della sobrietà chiesta dalla diocesi di Ragusa, hanno allestito un programma che punta, soprattutto, a sottolineare l’attenzione che, nel corso del tempo, continua ad essere riservata a questo insostituibile appuntamento religioso. Il messaggio religioso che il parroco, don Gino Ravalli, intende lanciare per l’edizione 2013 della festa, verte sulla santità, la cattolicità e l’apostolicità della Chiesa. “La Chiesa – è detto ai fedeli – è apostolica.

Il simulacro di San Bartolomeo

 

La Chiesa è fondata sugli Apostoli nel senso che, anzitutto, essi ne sono fondamento, perché costituiti da Cristo, poi, nel senso che trasmettono il deposito autentico della fede e, infine, nel senso che fino al ritorno di Cristo, essa continua ad essere istruita e guidata da essi. Poiché gli apostoli dovevano continuare a trasmettere il messaggio cristiano, anche dopo la loro morte, hanno lasciato testamento ai loro successori attraverso la successione apostolica. Usando le parole del Papa emerito Benedetto XVI, possiamo dire che la figura di San Bartolomeo resta comunque davanti a noi per dirci che l’adesione a Gesù può essere vissuta e testimoniata anche senza il compimento di opere sensazionali”. L’apostolo era uno scriba, uno studioso della Torah, un uomo alla ricerca della Verità. Il suo studiare la scrittura, però, non era volto al mantenimento di un certo potere, come lo era per molti scribi e sacerdoti del suo tempo, bensì una sincera e approfondita ricerca della verità su quel Dio che si nasconde e si rivela e su quel Messia promesso e atteso proprio in quegli anni secondo le Sacre scritture.

I festeggiamenti, come detto, hanno preso il via ieri con il primo suggestivo appuntamento, come sempre molto partecipato, della discesa del simulacro del santo Patrono dalla cappella dell’altare maggiore.

Il suggestivo momento della Sciuta

Don Garro e don Occhipinti nella cappella della Medaglia miracolosa

 

Un pellegrinaggio in tre tappe. E’ quello che è stato effettuato da don Giorgio Occhipinti, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, che, assieme ad una trentina di pellegrini iblei, ha visitato Parigi, con tappa spirituale al Sacro Cuore e alla cappella della Medaglia miracolosa, poi Nevers, dove si trova il corpo incorrotto di Bernadette Soubiros, la giovane veggente delle apparizioni di Lourdes, e, infine, nello stesso santuario francese. “In questi luoghi – dice don Occhipinti – santificati dalla presenza di Maria, che in sé compendia e irraggia le principali verità della fede, i pellegrini ragusani hanno avuto modo di concretizzare un incontro speciale con il Signore reso possibile proprio da Colei che si è fatta strumento della bella notizia, dell’Emanuele, del Dio con noi. Ci siamo fatti promotori di questi pellegrinaggi mariani, senza dimenticare quelli precedenti a Fatima e a Santiago di Compostela, in Portogallo, perché abbiamo voluto rivivere un’esperienza particolare, così come ho avuto modo di specificare più volte ai “miei” pellegrini durante il percorso. Abbiamo vissuto, molto semplicemente, l’esperienza dei figli che tornano alla madre, che ritrovano lungo il cammino la prima Pellegrina della fede, la Madonna. Abbiamo incontrato, in questo ultimo viaggio, la testimonianza di Santa Bernadette che ancora oggi è estremamente viva e che ci fa comprendere come, con gli occhi della fede, si possa guardare davvero oltre”. Molto ricca di significati simbolici, poi, la visita alla cappella della Medaglia miracolosa, nel cuore di Parigi. “Qui – dice don Occhipinti – ho avuto modo di celebrare la santa messa, insieme con padre Roberto Garro di Ferla, ed è stata una esperienza molto arricchente anche per i fedeli che hanno partecipato all’evento religioso. Nell’anno della Fede, si tratta di un pellegrinaggio, quello che abbiamo appena sostenuto, che ha assunto una portata simbolica molto imponente, la stessa che abbiamo cercato di trasmettere a tutti coloro che hanno condiviso con noi questo percorso molto particolare”.

I pellegrini ragusani a Nevers

Il simulacro della Dormitio Mariae in processione

 

La Vergine Maria, al termine della sua vita terrena, è stata assunta in corpo ed anima alla gloria del Cielo. La Chiesa, in questa festa, lancia a tutti un forte appello perché al materialismo imperante sia data una forte risposta con una riaffermata e responsabile spiritualità della vita. Ecco perché ne viene fuori una festa intima, spirituale e ontologica. Ha visto la partecipazione di numerosi fedeli, la sera della vigilia di Ferragosto, sino quasi a mezzanotte, il rito del Transito, vale a dire la Pasqua della Beata Vergine Maria, tenutosi nella chiesa di Santa Maria di Betlem nel contesto dei festeggiamenti della “Dormitio Mariae”. L’appuntamento religioso si è rivelato il più seguito dell’agosto modicano, con una presenza di fedeli superiore a quella dello scorso anno, segno che la rievocazione voluta dal parroco, don Antonio Maria Forgione, da cinque anni a questa parte, sta cominciando a lasciare il segno non solo tra la comunità dei fedeli della parrocchia ma anche tra quelli di altre chiese cittadine che mercoledì sera hanno partecipato all’evento. Prima della celebrazione eucaristica, il rito dell’accensione della luce, a simboleggiare il trionfo del bene sul male, e quello della svelata, con i portatori che hanno liberato il simulacro della “Dormitio” dal velo che lo aveva ricoperto sin dalla sera precedente. La santa messa è stata presieduta da mons. Angelo Giurdanella, vicario generale della Diocesi di Noto, che si è detto entusiasta per l’attenzione che questa celebrazione ha riscosso. “L’icona della Dormitio – ha poi ricordato mons. Giurdanella nella sua omelia – in fondo è un canto alla vittoria di Cristo sulla morte. Cristo ha vinto la morte. E contemplando l’icona della Dormitio, noi vogliamo vivere l’esperienza della Pasqua. Grazie a questa vittoria di Cristo, il corpo di Maria entra, prima tra tutti gli eletti, nella Gloria di Dio. L’assunzione è annuncio e promessa della Resurrezione. Maria dorme con le mani incrociate sul petto, su questo letto, riccamente adornato, e il suo manto, color porpora, è il segno della sua regalità. La Dormitio è un sonno beato, il sonno del passaggio glorioso dalla terra al cielo, è un ingresso nella dimora di Dio. L’Assunzione della Vergine Maria al cielo in anima e corpo è garanzia della nostra condizione di vita che ci lascia anche un preciso messaggio. Dobbiamo sviluppare una speciale accoglienza nei confronti di Dio ma anche nei confronti degli altri. Anche in questo tempo in cui sembriamo tutti presi da mille cose ma ci manca l’aspetto più importante, la dimensione spirituale e religiosa”. Al termine della santa messa, la particolare processione dell’Arca santa reliquiaria e del simulacro della Dormitio Mariae si è mossa, preceduta da una lunga fiaccolata, dalla chiesa lungo via Marchesa Tedeschi. Sotto il baldacchino, è stato mons. Giurdanella a recare l’ostensorio con il Santissimo, affiancato da don Forgione. La processione è proseguita per corso Umberto sino ad arrivare in piazza Corrado Rizzone. Poi ha fatto ritorno e prima del rientro in chiesa è stato possibile assistere ad un interessante spettacolo pirotecnico impreziosito dal lancio di alcune piccole mongolfiere. Un modo pregnante, per i fedeli, di trascorrere la vigilia di Ferragosto sotto il segno dell’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria.

La fiaccolata e la processione con il baldacchino

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