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Libertà di stampa in una Europa sotto pressione

L'Osservatorio del pluralismo dei media è un progetto di ricerca che valuta lo stato di salute degli ecosistemi dei media in Europa, evidenziando le minacce al pluralismo e alla libertà dei media negli Stati membri dell'Unione europea e nei paesi candidati. 

L'attuazione attuale è l'Osservatorio del pluralismo dei media 2024 (MPM2024), che si basa sui dati dell'anno 2023. Si tratta della settima attuazione a livello dell'UE del progetto di monitoraggio del pluralismo dei media.

Per fornire risultati rigorosi e solidi, il team del CMPF e i team nazionali coinvolti nel progetto analizzano 200 variabili per i 20 indicatori del MPM, cinque per ciascuna delle quattro aree principali: protezione fondamentale, pluralità del mercato, indipendenza politica e inclusione sociale.

I punteggi di rischio valutati per vari indicatori e sottoindicatori sono raggruppati come Basso (0-33%), Medio (34-66%) e Alto (67-100%) nelle visualizzazioni di testo e dati per facilitare la comprensione. I risultati evidenziano i rischi per il pluralismo e la libertà dei media nelle quattro principali aree comprese nel MPM.

Lo studio comprende gli Stati membri dell'Unione europea, nonché l'Albania, il Montenegro, la Repubblica di Macedonia del Nord, la Serbia e la Turchia. Inoltre, l'attuazione di quest'anno dell'MPM prevede anche studi preliminari su Bosnia-Erzegovina, Moldavia e Ucraina. La libertà di stampa e il giornalismo in Europa sono sempre più sotto pressione: il Media Pluralism Monitor (MPM) appena pubblicato, dal Centro per il pluralismo e la libertà dei media presso l'Istituto universitario europeo (EUI), mostra chiaramente il peggioramento della situazione in tutto il nostro continente, senza che nessun paese sia immune da questa tendenza.

Le condizioni di lavoro precarie per i giornalisti, le minacce alla loro sicurezza e il crescente numero di cause legali vessatorie sono tra i problemi più significativi che richiedono soluzioni sistematiche. In Croazia, nel 2023 sono state segnalate 945 cause in corso contro giornalisti, di cui 910 derivanti da denunce per diffamazione. Situazioni allarmanti simili si osservano in Albania, Italia e Grecia. 

L'Italia, in particolare, mostra un andamento preoccupante con un numero crescente di cause penali e civili intentate contro i giornalisti, comprese le azioni avviate da funzionari governativi.

Anche l'incitamento all'odio e gli attacchi online, in particolare contro le giornaliste, sono in aumento, spesso perpetrati dalle stesse élite politiche che dovrebbero proteggere i giornalisti e il loro ruolo di cani da guardia della democrazia. Nella metà dei paesi europei analizzati, l'indicatore sulla "Sicurezza digitale" ha ottenuto un punteggio di rischio elevato. È il caso della Slovacchia, dove il punteggio di rischio è aumentato significativamente dopo che i principali media sono stati etichettati come "nemici" dal Primo Ministro.

Un'altra tendenza allarmante che emerge dal rapporto riguarda l'indipendenza editoriale, che quest'anno registra un livello di rischio storicamente elevato. Le pressioni commerciali compromettono l'indipendenza editoriale, con i proprietari dei media e gli inserzionisti che influenzano la copertura. I sondaggi tra i giornalisti indicano che molti percepiscono che il loro lavoro è influenzato da considerazioni pubblicitarie. In Spagna, ad esempio, solo il 24% dei giornalisti intervistati ha dichiarato di non aver subito pressioni da parte della propria azienda o di agenti economici e politici esterni. La trasparenza in materia di conflitti di interesse rimane inadeguata e richiede garanzie più rigorose.

"In dieci anni di attuazione dell'Osservatorio del pluralismo dei media, abbiamo osservato l'emergere di molte nuove sfide parallelamente alla trasformazione digitale. Oggi più che mai c'è un disperato bisogno di sostenere il giornalismo e il pluralismo dei media. Attendiamo con impazienza di valutare gli effetti della legge europea sulla libertà dei media negli Stati membri e chiediamo ai governi di impegnarsi a proteggere la libertà di stampa come pilastro della nostra democrazia", ha dichiarato Pier Luigi Parcu, direttore del Centro per il pluralismo e la libertà dei media.

La relazione Monitor presenta una serie di raccomandazioni attuabili ai governi, alle istituzioni europee, alle autorità dei media e alle organizzazioni della società civile per migliorare la protezione del pluralismo dei media in tutta Europa. Oltre alla relazione generale sull' MPM, i ricercatori hanno preparato 32 relazioni incentrate specificamente sull' UE a 27 e sui paesi candidati, disponibili anche nelle rispettive lingue nazionali. Ogni paese viene valutato in base al punteggio medio di rischio per diversi indicatori.

Il Media Pluralism Monitor (MPM) è un progetto indipendente cofinanziato dalla Commissione Europea e attuato dal Centro per il Pluralismo e la Libertà dei Media (CMPF) presso il Centro Robert Schuman, EUI,di Firenze.

 

Fonte:Torta Elena Uff.St. ( Istituto Universitario Europeo EUI )

 

 

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