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Sabato pomeriggio la Sala Consiliare di Soveria Simeri si è riempita di idee e progetti. Nell'incontro-anteprima di Giardini delle Esperidi Festival 2017 i comuni aderenti all’iniziativa hanno testimoniato l’esistenza di una rete solida e duratura attraverso i loro amministratori Domenico Gallelli (Sindaco di Zagarise), Giovanni Piccoli (Sindaco di Albi), il vicesindaco di Magisano Salvatore Tozzo e il vicesindaco di Soveria Simeri Giancarlo Sarcone, uniti dal filo che Maria Faragò – direttore artistico del Festival – ha teso in questi anni: «Come chi ha seguito il festival dal suo nascere sa bene, Giardini delle Esperidi non è  una kermesse-evento con un ricco cartellone di personalità influenti, piuttosto un progetto in divenire che ha lo scopo di portare la Sila nel mondo e le comunità del mondo a conoscere la Sila. Per questo, dal 2015 abbiamo ampliato il nostro network con partnership importanti nazionali e internazionali: Comune di Prato, Kids Festival International, e con l’aiuto di Franco Arminio, teorico della paesologia alla quale ci ispiriamo, siamo stati conosciuti dal FestivalLetteratura di Mantova, il festival culturale più importante d’Europa. Giardini delle Esperidi vuole accendere una luce sui nostri luoghi con l’arte, la bellezza, i prodotti e i sapori locali. Tutto quello che di bello la Calabria interna produce».

«Con iniziative come Giardini delle Esperidi, infatti – commenta il sindaco di Zagarise Domenico Gallelli – dimostriamo che nei nostri borghi si può vivere e stare bene perché la qualità della vita è decisamente migliore che nei grandi centri. Cerchiamo di recuperare un tempo perduto, un vivere parallelo e per certi versi alternativo allo stile di vita contemporaneo, in una parola, sostenibile».

Giancarlo Sarcone, vicesindaco di Soveria Simeri suggella questa nuova partnership: «sono lieto della collaborazione con Soveria, la novità di quest’anno. Per accrescere e rivalutare il territorio serve sentirsi parte di un ingranaggio più grande che possa garantire servizi turistici e mantenimento dei luoghi». Un intento condiviso anche dal sindaco di Albi, il più piccolo dei comuni coinvolti ma anche quello che possiede le bellezze paesaggistiche e le altitudini più incontaminate (Villaggio Buturo, dove si svolgeranno alcuni degli appuntamenti del Festival).

Che Giardini delle Esperidi abbia ormai una storia e un’eredità è stato chiaro dalle parole di Salvatore Tozzo, vicesindaco di Magisano, che ha sottolineato come il festival in questi anni sia stato capace di legare tra loro realtà diverse e in un certo senso distanti. «È il risultato riuscito dell’unione tra la visione lungimirante di Maria Faragò, appassionata di questi luoghi a lei familiari e la giovane e intraprendente amministrazione comunale di Domenico Gallelli che già da qualche anno si muove in direzione della sostenibilità». 

Ed è all’amministrazione comunale di Zagarise che si deve riconoscere «un gran coraggio nell’affrontare un bando regionale non semplice» ribatte il direttore artistico nel ringraziare un’amministrazione collaborativa capace in questi anni di accettare una sfida faticosa ma condivisa e appassionata. Creare una rete che renda migliore tutto il territorio. Per questo Giardini delle Esperidi inizia ogni anno proprio quando il festival si conclude, attivando costantemente delle dinamiche che rilancino le iniziative comunitarie dei luoghi della Presila e che coinvolgano diverse realtà del distretto rurale del Medio Ionio catanzarese in modo da confermarsi un esperimento che va dalla cultura all'amministrazione alla corretta governance del territorio nella convinzione che solo INSIEME si cresce, si migliora l'offerta turistica e culturale, si valorizzano le eccellenze locali.

Alla fine dell’anteprima, a coinvolgere il pubblico, il reading-concerto dei Noir Col – band calabrese che porta i suoni del sud in tutto il mondo – con Circo Dovrosky, tratto dal romanzo di Marcostefano Gallo che insieme ad Alessandro Gallo, ha messo in musica due dei protagonisti del libro.

Infine, la degustazione di prodotti locali curata da due delle eccellenze enogastronomiche della zona: la Tenuta Guglielmina di Michele e Beatrice Salazar e Dell'Aera Vigneti & Cantina, entrambe di Soveria. A gestire l’organizzazione del ricco buffet, l’Associazione A.Do.S. (Associazione Donne Soveritane).

Così, con intenti, progetti, sfide e promesse in parte già mantenute si dà il via ai quattro giorni del festival, che percorrerà Zagarise, Albi, Magisano, Soveria Simeri dal 21 al 24 settembre con arte, bellezza e con l’obiettivo condiviso di imparare insieme a vivere davvero i luoghi.

Giovani affetti da diabete di tipo 1 hanno avuto l’opportunità di immergersi sott’acqua e incontrare i cavallucci marini nella baia dell’ippocampo di Soverato, senza correre alcun rischio.

La circostanza è stata resa possibile grazie al nuovo sistema di monitoraggio della glicemia CGM (continuos glucose monitoring), un dispositivo che consente di misurare la glicemia sott’acqua ai diabetici che ne sono muniti, utilizzando un contenitore a tenuta stagna in cui è stato inserito il ricevitore che fornisce le informazioni glicemiche.

L'evento, promosso dall’unità operativa Diabetologia diretta dal dr Raffaele Mancini e dall’U.O. Pediatria diretta dalla dr.ssa Mimma Caloiero, patrocinato dall’ASP di Catanzaro, dalla Città di Soverato, dalla Lega Navale di Soverato, è stato sostenuto dal Movi group ed organizzato dalla Segreteria Innovformez SRL.

Con le nuove terapie, l’attività subacquea finora preclusa ai diabetici non è più loro vietata: oggi chi ha il diabete, se ben compensato e controllato, può dedicarsi alla pratica delle immersioni senza alcun timore. L'attività fisica aerobica, inoltre, facilita il controllo della glicemia, per cui è consigliata al paziente diabetico e, tra le forme di attività fisica aerobica va considerata anche l'immersione in acque marine.

Comunque, raccomandano gli specialisti, prima di iniziare un'immersione subacquea, il diabetico va istruito sui comportamenti da tenere prima, durante e dopo l'immersione, al fine di evitare sia l’ipoglicemia che l’iperglicemia. Il diabetico, quindi, si immergerà solamente se i valori glicemici saranno tali da evitare complicanze. Inoltre la nuova tecnologia ha permesso addirittura il controllo della glicemia sott'acqua rendendo ancora più sicura l'immersione.

La giornata si e’ conclusa con una tavola rotonda su diabete e sport, alla quale hanno partecipato il

Direttore generale dell’Asp di Catanzaro dr Giuseppe Perri ed il Sindaco di Soverato dr Ernesto Alecci.

Il Dipartimento di Prevenzione, U.O. Igiene Pubblica - Centro Screening Oncologici dell’ASP di Catanzaro, ha tenuto un incontro con il 2° Reggimento Aviazione dell'esercito "SIRIO"di Lamezia Terme, per rilanciare i tre programmi di screening oncologici attivi nel territorio, finalizzati alla diagnosi precoce del tumore del colon retto, della mammella e del collo dell’utero.

Durante l’incontro si è condivisa la necessità di costruire alleanze tra i diversi attori sociali per promuovere lo sviluppo di una cultura della prevenzione che favorisca l’adozione di sani stili di vita nella popolazione e la costruzione di ambienti salutari. Il mondo militare può rappresentare un valido modello di riferimento per la popolazione generale, perché testimonia la sintesi di azioni “positive” da valorizzare: l’esercizio regolare di attività fisica, una sana alimentazione ed, in particolare, il lavoro di squadra, lo spirito di sacrificio e la tutela del benessere collettivo sono mutuabili nel mondo “laico” nell’invito a combattere le malattie agendo su più fronti e giocando d’anticipo, a tutela del diritto del cittadino alla Salute, che va protetta e promossa.

Il Colonnello Luigi Sambin ha introdotto e moderato l’incontro, in cui hanno relazionato la dr.ssa Annalisa Spinelli e la dr.ssa Emilia Caligiuri ed a cui ha presenziato Luciana Monteleone, Ispettrice delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa (uno dei partners da sempre al fianco del Dipartimento di Prevenzione dell’ASP).

L’iniziativa rientra nell’ambito del Programma “Prevenzione in Movimento”, che ha visto il personale del Centro Screening Oncologici uscire dalla sede abituale ospedaliera per entrare in campo sul territorio dell’ASP con una serie di iniziative di sensibilizzazione,  che hanno  interessato alcuni Comuni della Provincia di Catanzaro: Pentone, Sersale, Cerva, Lamezia Terme, Motta Santa Lucia, Botricello, Belcastro, Soveria Mannelli, Lamezia Terme, Gizzeria, Sellia Marina, Nocera Terinese, Gimigliano.

La campagna di sensibilizzazione così avviata ha permesso di raggiungere significativi traguardi in termini di estensione ed adesione agli inviti, i cui risultati sono stati presentati in occasione del recente Congresso GISMa (Gruppo Italiano Screening Mammografico) tenutosi a Verona il 24-26 maggio u.s. Il lavoro presentato è stato riconosciuto come meritevole di menzione per i contenuti e per i risultati raggiunti.

Gli operatori del Centro Screening Oncologici, con il supporto della Direzione Strategica Aziendale e con il sostegno di numerose Associazioni di Volontariato (in particolare  AVIS, Alice, ARDOS, ACMO, insieme alla Croce Rossa Italiana) stanno lavorando alacremente per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Struttura Commissariale  che si tradurranno in vite umane salvate e tutela del benessere della collettività intera, sforzandosi di superare alcune criticità interne, primo fra tutte il ritardo nella comunicazione dell’esito degli esami risultati nella norma.

L’alleanza stretta con le forze armate vuole simbolicamente difendere il “bene” Salute, perché lavorare insieme significa vincere insieme, ricordando che una società sana ha solide fondamenta basate sul rispetto di regole di comportamento ispirate al “prendersi cura di sé e degli altri”.

Si è svolto martedì 22 agosto l’evento celebrativo che ha portato all’attenzione della comunità di San Floro la figura di San Giobbe. La manifestazione, che ha visto anche la presenza del vescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone; del sindaco di San Floro, Teresa Procopio; dell’esperta di storia locale, Angela Rubino e del sacerdote, don Oraldo Paleologo è stato fortemente voluto dall’ex sindaco della cittadina, Florino Vivino e ha riguardato la posa di un’icona raffigurante San Giobbe in un’apposita nicchia in pietra posta nel cuore della pineta che conduce al punto ristoro della Cooperativa Nido di Seta.

«L’iniziativa si inserisce nel percorso di recupero della memoria storica ed antropologica dell’intera comunità catanzarese legato all’antica arte della seta – ha spiegato Florino Vivino –. Un percorso che si affianca al lavoro compiuto durante il mio mandato di sindaco di San Floro e mirato al recupero di un gelseto di 3500 piante e all’ avvio della filiera della produzione serica. Oggi quel progetto, che sembrava finito con il mio mandato di sindaco, è stato ripreso da tre giovani decisi ad investire nella propria storia per tracciare il proprio futuro. È così che è nata la Cooperativa Nido di Seta che ha ripreso l’intera filiera della produzione della seta, dalla gelsi bachicoltura alla produzione di tessuti».

San Giobbe era il protettore delle filande e più in  particolare degli allevatori del baco da seta. Egli viene descritto nella Bibbia come un uomo giusto che viveva agiatamente onorando Dio. Tuttavia quest’ultimo volle metterlo alla prova e lo sottopose ad immani sofferenze togliendogli le sue ricchezze e i suoi figli e rendendolo vittima di un’atroce malattia. Giobbe conservò intatta la sua fede e Dio lo ricompensò restituendogli ciò che gli aveva tolto.

Si racconta che la sua malattia portò addirittura San Giobbe ad essere assalito dai vermi, che dopo aver divorato le sue carni, si trasformarono in bachi da seta. È per questo che a lui si rivolgeva ogni famiglia contadina che allevava il baco da seta, affinché proteggesse gli allevamenti per avere un raccolto abbondante.

Il vescovo, Mons. Bertolone, partecipando «con gioia ad un evento semplice che tuttavia si riallaccia ad una parte importantissima del nostro passato», ha invitato i presenti ad «affrontare i momenti di dolore con la stessa fede dimostrata da San Giobbe. Il dolore è inevitabile nella vita di noi esseri umani ed è una condizione che, pur nella sua negatività, ci spinge a riflettere e ci permette di crescere. Affrontare le sofferenze con umiltà e rassegnazione ci avvicina a Dio e solo con il conforto della fede in Lui possiamo superare le prove più terribili, come è successo a San Giobbe».  

«Quella di San Giobbe è una figura di rilievo per la comunità catanzarese, perché legata all’arte della lavorazione della seta – ha spiegato Angela Rubino, esperta di storia locale ed autrice, tra l’atro, del volume dal titolo “La seta a Catanzaro e Lione”-, un’attività diffusa in tutta la Calabria, che trovò il suo punto di massimo splendore proprio in Catanzaro, che in un periodo compreso tra il 1300 e il 1700 circa si distinse in tutta Europa per il particolare pregio dei tessuti prodotti nelle sue filande».

«In un passato in cui il legame tra la vita laica e quella religiosa era grande e profondo – ha proseguito la studiosa - la figura del Santo era fondamentale per la protezione di un’attività dalla quale dipendeva il sostentamento di intere comunità. La filiera della seta, con la gelsi bachicoltura e i processi di tessitura e tintura e successivamente con la commercializzazione, in passato aveva creato un meccanismo virtuoso grazie al quale tutti avevano trovato un proprio ruolo nell’ambito di questa attività. Un’intera comunità (riferendoci solo a Catanzaro), che comprendeva l’hinterland e la città propriamente detta, aveva costruito la sua ricchezza sull’arte della seta, ognuno col proprio ruolo. Diviene allora evidente il grande rilievo di colui che era chiamato a far sì che tutto questo andasse avanti nel migliore dei modi: il Beato Giobbe».

Dopo la posa dell’icona di San Giobbe e la sua benedizione, i presenti sono stati ospiti della Cooperativa Nido di Seta che ha offerto loro un ricco buffet fatto di prodotti biologici. La serata è stata suggellata dalla consegna di un pregiato tessuto in seta ricamato a mano, al vescovo, Mons. Bertolone per ringraziarlo della sua presenza.

Nell’ambito del  progetto  “Giovani in campagna”, sostenuto dal Dipartimento di Salute Mentale diretto dal dott. Gregorio Corasaniti e dall’Associazione AMA Calabria, si è svolta, nei locali del Centro di Salute Mentale di Montepaone Lido, diretto dal dott. Luigi Apicella, una festa per la degustazione del vino solidale Aurunco annata 2016, prodotto con il contributo dei giovani che frequentano il Centro Diurno di Montepaone Lido. L’evento si è svolto alla presenza di oltre 100 persone tra familiari e rappresentanti  delle istituzioni del comprensorio.
Il progetto è in corso da tre anni con lo scopo di creare conoscenza ed interesse per un “lavoro” sostenibile: dalla vendemmia alla produzione del vino e rientra tra le attività previste dal Centro Diurno di riabilitazione psicosociale di Montepaone Lido, diretto dalla dr.ssa Rosa Conca. Fa parte, inoltre, di un programma di agricoltura sociale che favorisce il reinserimento di soggetti con bassa capacità contrattuale  nella comunità, attraverso un’integrazione  lavorativa supportata.
La vendemmia offre un’opportunità, seppur temporanea, di inserimento nella vita sociale e lavorativa, attraverso l'esperienza della vita in comune, guidata e coordinata da figure professionali dedicate alla riabilitazione psicososociale. Questo progetto rappresenta un percorso di Autonomia e fiducia contro il pregiudizio creando la possibilità di “lavorare” al di fuori del Centro Diurno dove si vive quasi quotidianamente.
“E’ importante - afferma la dott.ssa Conca - far vedere i frutti ed i risultati del lavoro che si è concretizzato nella realizzazione di un vino solidale che abbiamo chiamato “Aurunco”, nome antico di Montepaone, in memoria di una cittadina che senza pregiudizio ha sempre accolto i giovani che frequentano il Centro Diurno, offrendo disponibilità di servizi ed opportunità di lavoro.”
Il progetto ha avuto inizio a partire dall’8 ottobre 2014 e si  svolge  in tre fasi separate: vendemmia, lavorazione dell’uva, imbottigliamento del vino ed  etichettatura. Per la realizzazione del progetto, il gruppo del Centro Diurno mantiene la gestione di un vigneto ubicato sulla collina di Montepaone. La vendemmia è vissuta come un’esperienza di lavoro ma anche come momento culturale, con i suoi aspetti folcloristici e tecnici.
Hanno partecipato all’evento il dirigente dr. Nicola Voci dell’ASP di Catanzaro, il Direttore del  DSMD  dell’ASP di Catanzaro  dr. Gregorio Corasaniti. Hanno aderito alla manifestazione anche le Associazioni del comprensorio: Associazione Ave AMA di Catanzaro,  Associazione Don Pellicanò di Isca Marina.

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