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La musica per i grandi, giocattoli per i più piccini. Visita graditissima stamane nell’Ospedale della Murgia di Altamura. Protagoniste la Fanfara del 7° Reggimento Bersaglieri, di stanza proprio ad Altamura, e la locale Associazione Nazionale Bersaglieri, che hanno “invaso” pacificamente prima la hall dell’Ospedale, poi il reparto di Pediatria, dove per i bambini la sorpresa è stata grande.

Naturalmente, le “piume nere” hanno tenuto fede alla tradizione del motto “celeritate ac virtute”, con un bel concerto di marce patriottiche e le note potenti dei trombettieri.  Sempre di “corsa e cantando”, anche nel reparto di Pediatria, diretto dalla dr.ssa Maria Giovanna Mirizzi, per la consegna dei doni. Un’emozione per tutti vedere fianco a fianco “piume nere”, “camici bianchi”, genitori e piccoli pazienti.

“Poter incontrare i bersaglieri – ha detto Domenico Labate, direttore medico del “Perinei” – è un motivo d’orgoglio e di gioia per la nostra comunità ospedaliera, sia perché portano con sé una grande carica di umanità, sia perché rappresentano il segno di un rapporto sempre più forte tra il nostro ospedale e le altre istituzioni del territorio”. Alla giornata, assieme a pazienti, visitatori e personale sanitario, hanno partecipato il direttore amministrativo del “Perinei” Rachele Popolizio, il sindaco di Altamura, Rosa Melodia, una delegazione di bersaglieri guidata dal colonnello Mario Morando, in rappresentanza del colonnello Giovanni Ventura, fresco di nomina al comando del 7° Reggimento della Caserma “Trizio” e il presidente Giacomo Casanova, con i numerosi soci della sezione cittadina dell’Associazione Bersaglieri.

La Transumanza è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità dal Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a Bogotà, una grande opportunità di tutela e promozione dell’antica pratica ancora viva sul Gargano. E’ quanto annuncia la Coldiretti Puglia nel commentare positivamente la decisione dell'Unesco con il voto positivo che certifica il valore della tradizionale migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano dalla pianura alla montagna, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi, con viaggi di giorni e soste in luoghi prestabiliti, noti come "stazioni di posta".

“Per noi è un riconoscimento importante che vuole affermare il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia e della transumanza in un momento di difficoltà per gli allevamenti ed il settore zootecnico. Un mestiere ricco di tradizione, ma molto duro con gli allevatori che accompagnano per lunghi percorsi tra gli antichi tratturi le mandrie che beneficiano di clima, alimentazione e uno ‘stile di vita’ tornato alle origini”, commenta il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

In provincia di Foggia rappresentativa è la storia da 5 generazioni della famiglia Colantuono, dice Coldiretti Puglia, un racconto di tradizioni ed emozioni centenarie, narrato da Carmelina, una donna forte e appassionata che tratta come familiari le sue mucche di razza podolica e marchigiana. Una transumanza antica – racconta Coldiretti Puglia - risalente al 1800 che parte dalla Puglia per arrivare in Molise, con una mandria di 300 mucche che camminano lente senza sosta da San Marco in Lamis (Foggia) fino a raggiungere Frosolone (Isernia), attraversando 2 regioni, 3 province e 20 comuni per raggiungere gli alpeggi molisani. “La transumanza avviene a maggio – spiega Carmelina Colantuono - perché gli animali hanno bisogno di partire, avvertono il caldo, lo patiscono, abbisognano di temperature più fresche dell’alpeggio. Sarebbero capaci di muoversi autonomamente. Inizia il nostro viaggio di 4 giorni con 3 soste per riposare a San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano, Ripalimosani e Frosolone. Restano a casa solo gli animali più piccoli, perché non ce la farebbero. La transumanza si snoda attraverso i vecchi tratturi de L’Aquila-Foggia, il famoso ‘tratturo del re’, incrociato a San Paolo di Civitate, del Celano-Foggia e del Lucera-Castel di Sangro, con tratturelli e bracci tratturali da raccordo e tratti di strade statali, provinciali e comunali”. Per questo il camminamento è scortato dalla Polizia stradale preallertata, perché la mandria invade le strade, ricreando scenari da amarcord, aggiunge Coldiretti.

“Il percorso è segnato dalle mucche più anziane che con i grandi campanacci guidano l’intera mandria. I nostri animali sono abituati a vivere allo stato brado e la transumanza produce benefici non da poco. E’ un appuntamento che aspettano – conclude Carmelina - ce ne accorgiamo, vivono liberamente secondo le stagioni e secondo i ritmi della natura, non hanno alcun problema a camminare, brucano erbe spontanee che riconoscono lungo il cammino”.

Regione e Anci Puglia hanno condiviso lo stand all'interno della XXXVI Assemblea nazionale Anci svoltasi ad Arezzo dal 19 al 21 novembre 2019. Da sottolineare il grande successo riscosso dalla degustazione di prodotti tipici pugliesi, nella giornata inaugurale della manifestazione.  Un'occasione conviviale, ma anche un momento di dialogo interculturale, che ha conquistato centinaia di sindaci e amministratori locali provenienti da tutta Italia.

Le mozzarelle di Gioia del Colle fatte sul momento, il capocollo di Martina Franca affettato e servito con pane di Altamura, accompagnati dal vino Primitivo di Gioia del Colle, hanno esaltato l'evento conviviale offerto dalla Puglia, celebrando la riconferma di Antonio Decaro alla presidenza nazionale dell'Anci.

Nei giorni successivi lo spazio Regione-Anci Puglia è stato luogo di incontro di sindaci e amministratori locali presenti. All'interno dello stand sono state presentate le varie iniziative realizzate congiuntamente e rivolte ai Comuni.

Dal presidente Anci Puglia Domenico Vitto, un ringraziamento alla sezione Comunicazione istituzionale della Regione Puglia, ai Consorzi di produttori presenti, che hanno aderito all'iniziativa offrendo la qualità e la tradizione delle eccellenze tipiche pugliesi. Inoltre, un ringraziamento ai sindaci Giovanni Mastrangelo (Gioia del Colle), Rosa Melodia (Altamura) e Francesco Ancona (Martina Franca), che hanno collaborato in modo determinante alla riuscita dell'evento.

In allegato foto stand con presidente Anci nazionale Decaro, Presidente Anci Puglia Vitto, sindaci De Magistris (Napoli), Falcomata (Reggio Calabria), e sindaci pugliesi.

Tra due settimane Impact Hub Bari, lo spazio di coworking nato per primo in Puglia otto anni fa nel padiglione 129 della Fiera del Levante ospiterà l'VIII edizione di Start Up Weekend, format internazionale nato per unire professionisti di settori diversi e creare nuovi progetti di impresa in appena 54 ore. Inserito nella più ampia cornice di Sprint, il programma di formazione, sviluppo, progettazione, recruiting e networking sviluppato da The Hub Bari srl, con il patrocinio di Università degli Studi di Bari e Politecnico di Bari, e il sostegno di Megamark, Programma Sviluppo - Istituto Tecnico Superiore per Logistica e Planetek Italia, lo startup weekend si terrà all'interno dello spazio di coworking dal 15 al 17 novembre.


Durante quella che è considerata una vera e propria maratona creativa, sviluppatori, startupper, appassionati di start-up, guru del marketing, grafici e studiosi formeranno delle squadre e lavoreranno per sviluppare un progetto realizzabile entro la conclusione del fine settimana. Nello stesso identico modo con cui Startup Weekend si occupa di sviluppare eventi in tutto il mondo anche a Bari si potrà ripetere l'esperienza che aiuta a costruire nuove e innovative comunità di imprenditori, verificando quasi in tempo reale la sostenibilità delle idee e supportando gli stessi ideatori nel lancio delle loro idee imprenditoriali.
Oltre ai partecipanti e alle loro idee, infatti, hanno un ruolo fondamentale all’interno dello Startup Weekend anche i coaches (allenatori), i relatori e i giudici, tutti esperti in start up, provenienti dal panorama locale, italiano e internazionale come Luca Barboni, Domenico Colucci, Paolo Iabichino, Ilaria Pais e molti altri, pronti a offrire gratuitamente la loro consulenza e i propri consigli per la riuscita dell'idea.

Lo Startup Weekend si configura quindi come una grande opportunità per tutti coloro che hanno idee valide ma non sanno come tradurle in realtà: un evento che riunisce tutti coloro che hanno voglia di innovare, che lavorano insieme per trasformare un’idea in un prototipo/business concept in sole 54 ore. L’intento di questo evento è quello di promuovere un prolifico incontro tra coloro che hanno delle idee, delle proposte e delle iniziative con coloro che possono renderle operative e quindi renderle una vera e propria realtà aziendale. Per questo motivo lo Startup Weekend non si limita a far incontrare idee e sviluppatori ma si allarga anche alle realtà dell'imprenditoria già avviata, sempre pronta a dare feedback e consigli, e degli investitori sempre alla ricerca di progetti interessanti.

Nei primi 6 mesi del 2019 è aumentato l’export di pasta dalla Puglia del 5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, dato che testimonia il grande successo della produzione ‘made in’ all’estero. E’ il commento di Coldiretti Puglia sui dati Istat/Coeweb sul commercio estero di pasta, in occasione della Giornata Mondiale della Pasta che celebra il 25 ottobre il piatto simbolo del Made in Italy e della Dieta Mediterranea.

“Le migliori varietà di grano duro selezionate dalla Società Italiana Sementi (SIS) dei Consorzi Agrari d’Italia, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Pasta fatta con grano 100% made in Puglia, con il grano ‘Cappelli’, fino ad arrivare alle modaiole alternative a base di farina di legumi, di ceci, di lenticchie e di piselli,  tradizione e innovazione – dice Coldiretti - contraddistinguono la Puglia, il Granaio d’Italia, principale produttore italiano di grano duro con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto.

Si registra – sottolinea la Coldiretti – uno storico ritorno al passato rispetto alle prime fasi dell’industrializzazione e urbanizzazione del Paese quando la conquista della modernità passava anche dall’acquisto della pasta piuttosto che dalla sua realizzazione in casa. Una tendenza – precisa la Coldiretti – confermata dal boom delle pubblicazioni dedicate, dalle chat su internet, dal successo delle trasmissioni televisive e dai corsi di cucina anche nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica, dove per il Pasta Day l’agrichef Floriana Fanizza, leader nazionale di Coldiretti Donne Impresa, ha preparato cavatelli di grano Cappelli al sugo di gallinella, pesce dalle buone proprietà nutritive, magro e gustoso, tipico del Mediterraneo. In quasi una famiglia su tre (32%) si prepara pasta semplice o ripiena fatta in casa con il matterello o grazie all’aiuto delle nuove tecnologie, secondo l’indagine di Coldiretti/Ixe’. Per gli italiani che dalle campagne e dai piccoli comuni affluivano nelle grandi città lasciare le tradizionali abitudini culinarie era una straordinaria e simbolica conquista del nuovo benessere mentre oggi, con la riscoperta della genuinità come valore, il fatto in casa – continua la Coldiretti – torna a valere di più del prodotto acquistato.

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 346.500 ettari coltivati e 9.990.000 quintali prodotto e valore della filiera della pasta in Puglia pari a 542.000.000 euro.

L’Italia – continua la Coldiretti – è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con un raccolto previsto di 4 milioni di tonnellate nel 2019 in calo rispetto all’anno scorso su una superficie coltivata – spiega Coldiretti su dati Crea – scesa a 1,2 milioni di ettari concentrati nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale.

“Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia dove è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale”, conclude il presidente Muraglia.

 

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