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Lo sviluppo del Mezzogiorno tra occasioni e concretezza

A nostro modesto avviso, lo sviluppo del Mezzogiorno si deve movimentare tra occasioni e concretezza. Nel particolare, tra i primi nodi da sbrogliare, ovvero, le priorità dalle quali partire, c’è la necessità di dare respiro alla crescita del Mezzogiorno. In tal senso, un’occasione di tutto rispetto, posta da Palazzo Chigi è il Def (Documento economico finanziario), redatto dal Mef, di 43miliari per il Sud, il 31% delle risorse nazionali, sul piatto. Poi, Invitalia ha messo in campo, 150 milioni di euro per rafforzare e sostenere la competitività delle piccole e medie imprese che producono, nel Mezzogiorno.  Ancora, il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, lavorando ad un Piano per il Sud, ha, recentemente, affermato:” Il Piano Juncker ha un moltiplicatore del 15%, si immagini che effetto leva può avere sul Sud. Possiamo stimolare investimenti per 200-250miliardi di euro. Ho già parlato con qualche banca ad investire sul Sud, ma solo se c’è una strategia”. A questo punto, va detto anche, senza mezzi termini, che la realtà economica, attuale, che si registra al Sud non è tra le migliori: “Oltre la metà dei giovani della Calabria, Campania e Sicilia non riescono a trovare lavoro. L’Italia non riesce ad incidere sul cuneo fiscale, la differenza, cioè, in busta paga tra quanto paga l’azienda e quanto percepisce il lavoratore (lo rivela l’Ocse nel rapporto “Taxing Wages 2017). In conclusione, noi diciamo: c’è da augurarsi che, quelle annunciate occasioni, per lo sviluppo del Mezzogiorno, abbiano una concreta e veloce realizzazione.

 

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