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Architetti etnei: risvolti economici e sociali del Ponte sullo Stretto

Architetti pronti alla sfida del ponte sullo Stretto di Messina, simbolo di collegamento sociale e territoriale. L’opera – tema tanto dibattuto e sempre di attualità – è stata oggetto di riflessione da parte degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania e delle associazioni Inarch Sicilia, ArchLife e Morfosis, in un confronto che ha tratto spunto dalla pubblicazione “Il ponte incontinente” di Marcello Sestito

È stato proprio il professore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria l’ospite dell’incontro tenutosi a Palazzo Vigo di Torre Archirafi. «La realizzazione dell’opera di oltre 3 chilometri è una vera scommessa umana che ha visto cimentarsi negli anni e nel concorso di idee del 1969 alcuni degli ingegneri e architetti più importanti d’Italia – ha esordito – una realizzazione certamente non facile, la cui rinuncia rappresenterebbe una sconfitta per tutti i professionisti e progettisti». A seguito della raccolta di circa 400 illustrazioni, che lo ha visto impegnato per un ventennio, Sestito ritrova nel collegamento tra Sicilia e Italia una logica Heideggeriana: «Il ponte vuole le sponde e le sponde vogliono il ponte. Non si tratta di una questione politica, che spesso ha strumentalizzato l’argomento, ma solo di analizzarne i risvolti economici. Si tratta di superare i dubbi progettuali, ampiamente sviscerati dagli addetti ai lavori, e quelli legati alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata». Una certezza quella del professore, convinto che «bisognerebbe accantonare certe perplessità e agire come in altri Paesi, dove sarebbe già stato realizzato da almeno 40 anni». 

Dopo l’intervento dell’assessore alla Cultura del Comune di Riposto Paola Emanuele – che ha ribadito l’importanza di momenti di riflessione su temi di grande importanza sociale ed economica – spazio al presidente dell’OAPPC di Catania Sebastian Carlo Greco. «Un’occasione per immaginare e vedere la Sicilia come ombelico d’Europa, puntando i riflettori sulle soluzioni innovative che nel tempo hanno posto l’attenzione sul tema delle connessioni. Argomento di estrema importanza in Sicilia, da affrontare con attenzione e in cui la nostra categoria riveste certamente un ruolo di primo piano. La programmazione europea – ha proseguito – è un treno da non perdere e si dovrebbe immaginare uno sforzo anche in direzione del ponte, senza dimenticare le numerose problematiche che affliggono la nostra Isola». 

«Non un incontro sul “sì” o “no” – ha aggiunto la presidente della Fondazione APPC etnea Eleonora Bonanno – ma sui risvolti politici, sociali e ambientali che il ponte potrebbe avere. Quest’ultimo è un tema molto sentito dalla nostra comunità, che quotidianamente si confronta e cerca di vivere in simbiosi con l’ambiente: l’architetto non deve avere paura di progettare. Inoltre – ha sottolineato – la collaborazione di Inarch Sicilia (presidente Mariagrazia Leonardi), ArchLife (presidente Salvo Patanè) e Morfosis (presidente Agata Pistorio) prosegue il percorso di sinergia tra Ordine, Fondazione e associazioni di professionisti, che rappresentano un punto di riferimento sul e per il territorio». 

All’apertura dei lavori – moderati dall’architetta Melania Guarrera – hanno preso parte anche le associazioni organizzatrici. Al termine della relazione di Sestito – introdotta da Maurizio Oddo (Università Kore di Enna) – spazio alle riflessioni di Mariagrazia Leonardi (Inarch Sicilia), Salvo Patanè (Archlife) e degli architetti Andrea Toscano e Angelo Buccheri.

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