Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Sabato, 18 Maggio 2024

Al Salone del libro Loren…

Mag 15, 2024 Hits:494 Crotone

L'Istituto Ciliberto-Luci…

Mag 14, 2024 Hits:157 Crotone

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:452 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:484 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:700 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1104 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1096 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1469 Crotone

Fiabe e leggende di Terra d’Otranto

fiabeleggende RODIA

Fiabe e leggende di Terra d’Otranto, di Cosimo Rodia, edizioni Progedit, è una raccolta di 45 fiabe recuperate dalla tradizione orale nell’area geografica della vecchia provincia pugliese (Lecce, Brindisi e Taranto), illustrata in modo accattivante da Francesca Noya e prefata da Angelo Nobile, docente Università di Parma, che offre al lettore una guida per inoltrarsi nei racconti di Rodia e comprendere subito il collante tra le fiabe, i metaconcetti espressi nei personaggi, gli archetipi riscontrabili nelle storie.

I racconti dello scrittore tarantino sono legati alle masserie, ai vigneti, agli ulivi secolari dalle foglie argentate, tra le quali rimangono imbrigliati i raggi di sole e l’odore del mare. Non mancano chiaramente i personaggi in carne ed ossa, l’eroe e l’antieroe. In genere è il contadino e il massaro ad avere la parte principale, tanto da rubare addirittura la scena al re. Questa idea del contadino spesso furbo, rozzo di modi ma di mente acuta, alcune volte ingenuo o gabbato dal pastore, è di antica memoria. Lo troviamo nelle novelle del Boccaccio o ancor più nell’opera secentesca di Giulio Cesare Croce “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno”.

Come nella tradizione medievale il popolo nelle fiabe non urla, sussurra appena, vinto dalla fame e dal giogo del sovrano. Proprio per questo stato di subordinazione il contadino in questi “cunti” immagina il riscatto sociale attraverso la magia, l’opera di fattucchiere e di pozioni magiche, anche se i filtri magici in questo caso sono sostituiti da pane, formaggio, olive. Elementi con poteri straordinari che solo nelle fiabe meridionali possono trovarsi: questo era quanto conoscevano i villani, non certo le bacchette magiche; era già un miracolo portare il pane, un po’ di olive e un bicchiere di vino sulla tavola! Già, e questo poteva fare invidia alla comare, vicina di casa, che non aveva neanche quell’essenziale. In genere le donne invidiose sono anche brutte e col naso ricurvo, mentre le principesse sono sempre belle, sole e indifese. In alcuni casi, per un amore non corrisposto o per tradimenti, le belle fanciulle finiscono nei flutti del mare per mano dell’uomo: sotto le vesti del mito si nascondono, evidentemente, non pochi drammi familiari. Tanti gli spiritelli che vagano tra tratturi e masserie; certamente bambini morti prematuramente come avveniva agli inizi del ‘900 nel Sud, tanto da non avere avuto la possibilità di ricevere il battesimo; piccoli che diventano nell’immaginario collettivo laùri.

E si continua con storie di nani, giganti, bambine e piccole bambole di pezza. Storie con personaggi del paese che sicuramente avevano lasciato dei segni tanto nel bene quanto nel male. Molti i bimbi, preti, fanciulle che si perdono nei pozzi delle campagne. E queste storie ci portano anche a fatti recenti, come a voler dire che si tratta di fiabe, con radici però che affondano in tragedie realmente consumate e trasformate in …c’era una volta, con l’omicida che si trasforma in orco e la fanciulla in sirena. Ma si scorge il dolore e la presenza della donna con la falce di luna.

Racconti quelli di Rodia costruiti come le cattedrali gotiche, ovvero, con capitelli con draghi, pietre con proverbi popolari, gocciolatoi a forma di leoni, dipinti del Vecchio e Antico Testamento, storie di Santi ma anche di personalità illustri del paese. Tutti questi elementi si trovano in compiuta contaminatio nelle fiabe e leggende di Terra d’Otranto, e la narratio porta il lettore ad ondeggiare tra santi, contadini e massari, fin quasi a perdere l’equilibrio, ma questo è il bello dei racconti popolari: far perdere l’equilibrio a chi ascolta di fronte all’inatteso. Buona lettura.

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI