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Sarà un’Italia che metterà in campo un ampio spettro di voci e idee diverse e a volte agli antipodi, che si confronteranno in un proficuo dialogo articolato in numerosissimi dibattiti e incontri per presentare un orizzonte letterario e culturale che prende nutrimento dalle radici del glorioso passato della cultura italiana.

“Radici nel Futuro”, orgogliosa del suo passato ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro, l’Italia si presenterà così, dopo 36 anni, alla vetrina editoriale più prestigiosa a livello internazionale, la Fiera Internazionale del Libro di Francoforte che la vedrà presente in qualità di Ospite d’Onore della 76ª edizione nel 2024.

Un racconto inserito nel quadro delle solide tradizioni culturali, letterarie e artistiche del nostro Paese, che, animato dalla tensione creativa tra passato e futuro, proprio grazie a questa è in grado di ampliare l’orizzonte culturale di riferimento, far fronte alle sfide che la società presenta, e definire le tendenze letterarie dei prossimi anni che tanto entusiasmano lettori in tutto il mondo.

Un’occasione da non perdere per raccontare quanto è cambiato da 36 anni fa, quando l’Italia partecipò come Ospite d’Onore alla Fiera sempre prestando attenzione alle nuove istanze creative future.

Ispirati dal motto “Radici nel futuro”, nel corso del prossimo anno circa 120 tra autori e operatori del settore animeranno dibattiti, spettacoli musicali e mostre d’arte in Germania.

"Molti di noi conoscono l'Italia, ma forse solo alcuni aspetti del Paese. Con il programma Ospite d'Onore, tuttavia, la Fiera del Libro intende puntare i riflettori sulla cultura e soprattutto sulla letteratura attuale del Paese ospite - non solo durante i cinque giorni della Fiera, ma durante l'intero anno dell'Ospite d'Onore. Da quando nel 2018 è stato firmato il contratto per la partecipazione dell'Italia come Ospite d’Onore, sono già stati messi in atto diversi programmi di promozione della traduzione, che formano parte fondamentale del programma dell’Ospite d’Onore. Pertanto, sono molto impaziente di vedere nel prossimo anno numerose nuove traduzioni di autori italiani che saranno presentate al pubblico di lettori tedeschi e internazionali. Alla Fiera del Libro di quest'anno saranno già presenti numerosi scrittori italiani con eventi in quartiere fieristico e nella città di Francoforte", afferma Juergen Boos, direttore della Frankfurter Buchmesse.

"Se dovessi descrivere con due aggettivi la cultura italiana che si presenterà a Francoforte nel 2024 sceglierei ‘consapevole’ e ‘sorridente’ perché riflettono bene una maturità ed una curiosità che sono le migliori premesse per andare incontro al futuro. Puntiamo ad offrire un’immagine non stereotipata della Nazione, capace di valorizzare una storia culturale senza eguali ma che al tempo stesso non limiti la propria ambizione nell'esaltare al massimo la creatività delle avanguardie. Ci piacerebbe mostrare a Francoforte una letteratura che veicoli la nostra ricchezza e la nostra vocazione alla libertà. Fare tutto questo con animo sereno è il modo migliore per confermare una componente importante della nostra identità” ha siglato Mauro Mazza, Commissario Straordinario del Governo presentando la sua visione per questa importante vetrina internazionale.

"Trattandosi di una kermesse di rilevanza globale, la Buchmesse 2024 rappresenta un’occasione di eccezionale importanza per il nostro Paese e per la sua cultura, intesa come incontro e confronto virtuoso fra storia, arte, musica, teatro, cinema, moda e paesaggio. Visto il carattere poliedrico dell’evento, il Ministero della Cultura, che qui mi onoro di rappresentare, è impegnato in tutte le sue articolazioni a contribuire al conseguimento del migliore risultato. In quest’ottica, il Ministero e, segnatamente, la Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore attuano politiche di tutela, valorizzazione e sostegno per ciò che potremmo chiamare “costellazione del libro”, che ricomprende le biblioteche, la lettura e la cosiddetta “filiera del libro”. Sarà per noi quindi una preziosa occasione per ripercorrere il nostro variegato e complesso tessuto culturale, un momento di riflessione di noi come comunità che sappia restituirci – come in uno specchio – ciò che in positivo fa dell’Italia l’Italia” ha commentato Paola Passarelli, Direttore generale del Ministero della Cultura - Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore.

“L’Italia che sarà Ospite d’Onore il prossimo anno alla Buchmesse è un Paese dove operano oltre 5mila editori e che pubblica più di 80mila libri a stampa ogni anno. Il livello di pluralismo editoriale italiano è, mi permetto di dire, un unicum in Europa. Francoforte è la nostra occasione per far conoscere all’estero, ancor meglio di quanto sia conosciuto oggi, questo patrimonio eterogeneo di voci, di idee e di storie. Tutte quante” ha dichiarato Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE).

“Dal 2010 a oggi il numero di diritti di traduzione venduti all’estero dagli editori italiani è quasi raddoppiato e nel 2022 sfiora gli 8mila contratti. Esportiamo molti libri per bambini e ragazzi, circa un titolo ogni tre, ma anche molta saggistica, narrativa, fumetti, libri illustrati.

“Abbiamo pensato ad un metodo innovativo di comunicare la cultura. Spesso le conferenze si svolgono in sale istituzionali, noi facciamo vedere l’archeologia ma anche la cultura in generale. Archeoclub D’Italia, sede di Napoli, ha inaugurato gli Archeo – Aperitivi,  un ciclo di incontri dove in compagnia di un aperitivo si dibatte di cultura, si ascoltano esperti come ad esempio storici dell’arte. E lo facciamo a Nymphè. Nymphè non è una goielleria qualsiasi, è una goielleria aperta da un’archeologa che è riuscita a riprodurre bracciali, oggetti antichi legati al mondo dell’archeologia. Abbiamo inaugurato in questo modo il ciclo di Archeo – Aperitivi, il salotto di cultura e relax che si  terrà una volta al mese, a Napoli. Ecco che ad esempio la conferenza si trasforma in un luogo aperto. La cultura deve essere accessibile a tutti e deve uscire dalle sedi convenzionali, ma deve incontrare la gente quasi per strada. Abbiamo aperto il salotto culturale con una conferenza su Caravaggio all’interno di Numphè immersi nell’archeologia e nei goielli. Terremo un incontro al mese con temi riguardanti sempre Napoli. Abbiamo iniziato con Caravaggio”.  Lo ha annunciato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia.

Archeoclub D’Italia, ha inaugurato a Napoli il ciclo di Archeo – Aperitivi in gioielleria con l’archeologia e Caravaggio.

“I giovani di oggi sentono vicino Caravaggio, pittore del naturale, naturalista che dipingeva con estrema realtà quello che vedeva. Il ‘600 era molto complesso, epoca violenta  - ha dichiarato Valentina Certo, giovane, storico dell’arte -  caratterizzata da guerre, da epidemie , da pestilenze, dalla controriforma e Caravaggio dipinge il mito del classico ma anche lo spirituale, il divino. Ecco che vediamo Bacco come un ragazzo, i pellegrini che si inginocchiano. Abbiamo un Caravaggio che si avvicina al popolo”.

Il 21 ottobre, alle ore 17.00, presso Villa Galileo a Firenze il chitarrista e compositore Renato Caruso sarà ospite della X edizione di “La Science de l’Art”, Biennale di arte e scienza, per la prima volta ospitata in Italia, dove artisti e scienziati europei collaborano alla realizzazione di progetti ibridi tra le due macroaree.

Ingresso libero, info su https://www.sma.unifi.it/art-531-la-science-de-l-art-a-villa-galileo-eventi-tra-arte-e-scienza.html.

In quest’occasione, Renato Caruso è stato invitato per partecipare al dibattito “Quanto tempo c’è? Dal caos alla mente, l’universo e l’ambiente” insieme al fisico e divulgatore Pietro Centorrino e alla “sound artist” Kirsten Stromberg.

«Musica e scienza si incontrano di continuo in quello che faccio ed è per me un onore poter partecipare ad un evento d’interesse internazionale in cui arte e scienza si mescolano e “comunicano” fra loro racconta Renato Caruso – Da sempre appassionato e divulgatore della “rivoluzione” musicale operata da Vincenzo Galilei, sono emozionato e felice di poter parlare di temi importanti ed attuali nella splendida e prestigiosa cornice di Villa Galileo».

Il dialogo sarà punteggiato dall’artista dall’esibizione live con chitarra acustica di alcuni brani tratti dal suo ultimo album “Thanks Galilei” (ADA Music) uscito lo scorso maggio e disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download.

Così come i precedenti dischi “Pitagora pensaci tu” e “Grazie Turing”, l’album è un omaggio alla passione che Renato Caruso nutre per il binomio musica-scienza. In questo album celebra la famiglia Galilei, sia Galileo che il padre Vincenzo, i primi a parlare di relatività. Vincenzo Galilei, celebre musicista del 1600, fu un vero e proprio rivoluzionario a partire dall’odierna scala musicale fino alla nascita dell’Opera.

Ulteriore omaggio alla famiglia Galilei ad opera di Renato Caruso è rappresentato dal libro “Tempo-Musica”, uscito lo scorso luglio, con la prefazione di Reno Brandoni che conduce il lettore nei meandri del rapporto tra musica e scienza e, grazie a una serie di aneddoti, dimostra il forte legame tra le due discipline. Il libro, infatti, introduce una nuova teoria sulla relatività della musica che l’artista definisce Relativismo Musicale. Secondo questa teoria, la musica non è statica, ma è soggetta a interpretazioni e influenze personali, sia da parte di chi la crea sia di chi l’ascolta. Il tempo e l’emozione svolgono un ruolo fondamentale nella percezione e nell’esperienza musicale, rendendo ogni esecuzione e ascolto qualcosa di unico e irripetibile. La versione premium di “Tempo-Musica”, rilegata con punto singer, è disponibile in esclusiva sul sito www.leruzzole.it.

Renato Caruso, classe 1982, suona dall’età di 6 anni: chitarra e pianoforte sono i primi strumenti ai quali si avvicina. Il chitarrista e compositore lavora per cinque anni presso l’accademia musicale di Ron, “Una Città Per Cantare”, come docente di chitarra classica, acustica ed elettrica, teoria e solfeggio, informatica musicale e responsabile web.  Renato Caruso nel corso della sua carriera si esibisce con artisti del calibro di Ron, i Dik Dik, Red Ronnie, Alex Britti e Fabio Concato. Nel 2015 pubblica il suo primo libro “LA MI RE MI” (Europa Edizioni): un breve saggio-discorso sulla musica e il suo intreccio innovativo con le tecnologie informatiche. Nel 2016 esce il suo primo album di chitarra acustica “ARAM”. Il chitarrista crotonese è l’inventore del genere musicale “Fujabocla”, che mescola vari stili musicali, tra cui il funk, il jazz, la bossa nova e la classica. Nel maggio 2018 pubblica il suo secondo album solo guitar “PITAGORA PENSACI TU”. A luglio dello stesso anno apre il “Fiuggi Guitar Festival”, il più importante festival chitarristico d’Italia, a settembre si esibisce nell’ambito del “City of guitars”, il prestigioso festival internazionale dedicato alle sei corde di Locarno (Svizzera) e ad ottobre è tra gli ospiti del “MEI- Meeting delle Etichette Indipendenti” di Faenza (RA). Nel marzo 2019 apre una data di “Off the record” (la serie di concerti di Francesco De Gregori al Teatro Garbatella di Roma). Nel 2021 ha pubblicato “Grazie Turing” (Believe), album solo guitar, colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura del suo libro, “# DIESIS O HASHTAG?” (OneReed, 2021). Nel 2022 ha messo in vendita i suoi primi tre NFT– Non Fungible Guitar (9 AM), Non Fungible Guitar (11 AM), Non Fungible Guitar (11 PM) – legati a un concetto che Renato ha sviluppato, ovvero il concetto di “RELATIVITÀ MUSICALE”. Renato Caruso è compositore e chitarrista per diversi artisti. Attualmente lavora presso diverse accademie come docente di chitarra classica, acustica, T&S e informatica musicale.

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