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Uil: “Troppo alta l’incidenza della povertà in Puglia"

Pesante la fotografia scattata dall’Istat. Se su scala nazionale, nel 2013, oltre 1,1 milioni di famiglie sono senza reddito da lavoro, oltre la metà di queste risiede nel Mezzogiorno. E’ qui che, ancora una volta, si soffre maggiormente anche se il fenomeno avanza dappertutto di 18 punti percentuali sul 2012 e, addirittura, del 56,5% sul 2011. Nel Meridione, con 598mila famiglie senza reddito da lavoro dove coloro che sono forza lavoro risultano tutti disoccupati,emerge inesorabilmente la consolidata conferma di un Paese a due velocità: più distante, infatti, il Nord con 343mila famiglie in situazione di difficoltà. Tutto ciò, senza dimenticare i lavoratori che vivono la dura fase di limbo della cassa integrazione e della mobilità, i quali si andrebbero ad aggiungere in caso di cessazione di tale forma di ausilio. Attualmente, solo in Puglia si annoverano, nel complesso, oltre 40mila lavoratori. Con quasi 330mila lavoratori disoccupati, di cui 50mila nell’ultimo anno, il clima occupazionale in Puglia è decisamente preoccupante.

“Questi indici allarmanti devono far riflettere tutti, in quanto non è possibile che un Paese appartenente al G8, dunque tra le otto principali potenze economiche del pianeta, possa far emergere una simile condizione di dramma sociale. E ancora, non si può dimenticare l’alta incidenza della povertà della nostra Italia che in Puglia segna il secondo peggior risultato (28,2% contro il triste primato della Sicilia con il 29,6%). Poi, non è accettabile l’enorme divario tra le diverse aree d’Italia”.

E’ il commento di Aldo Pugliese, Segretario Generale della Uil di Puglia e di Bari. “Affinché si verifichino le condizioni per crescita ed occupazione – prosegue Pugliese - è necessario passare inevitabilmente attraverso il fattore trainante del Mezzogiorno. Non è possibile che vi sia tale distanza rispetto al Nord Italia. Solo con politiche di integrazione e coesione territoriale si potrà ridare linfa e slancio alla nostra economia. Pertanto, Governo ed Enti locali devono compiere interventi strutturali mirati a qualificare il territorio e in grado di dare continuità alle enormi qualità del Mezzogiorno, anche grazie all’apertura di piccoli e medi cantieri”.

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