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Migranti, alta tensione Turchia-Ue

Sul confine fra Grecia e Turchia è in atto una catastrofe umanitaria, ma anche un disastro politico dell’Unione Europea, che si dimostra disunita e senza una strategia comune.

Alle prese con l'emergenza Coronavirus l'Europa è messa alla prova anche su un altro fronte, quello dell’immigrazione. Proprio dove l'Europa finisce sui confini fra la Grecia e la Turchia si sta giocando una partita fondamentale per l'Unione Europea. Erdogan, infrangendo l'accordo del 2016 con l'Europa, spinge i profughi dal suo territorio verso la Grecia, che si è trasformata nello “scudo” d’Europa.

L'Unione Europea ha scientemente scelto di tenersi buono Erdogan in nome del pericolo profughi e da quel momento a cascata ci sono state le conseguenze che conosciamo: il terrorismo in Europa e la questione attuale dei profughi. L’Unione Europea, per bocca del presidente della Commissione Europea dice che la Grecia fa da “scudo” all'Europa ed esalta i respingimenti greci, mentre fino a tre settimane fa la Commissione europea presieduta dalla Von der Leyen diceva all'Italia di interrompere qualsiasi collaborazione con la guardia costiera libica perché i libici fanno i respingimenti in mare. Questa non è una contraddizione, è un disastro politico.

Una cosa è chiara: Erdogan è andato a Bruxelles a battere cassa e soprattutto vuole che l'Unione Europea si impegni al suo fianco per quanto riguarda il futuro assetto nel nord della Siria. È noto che il presidente turco vuole sistemare lì una parte dei 3,6 milioni di profughi che ospita in Turchia a spese dell’Unione Europea. Erdogan ha un progetto molto vasto e costoso e lui vuole che l'Unione Europea partecipi al finanziamento di questa impresa. Ovviamente non sarebbe soltanto una questione finanziaria, sarebbe anche politica: tutto ciò vorrebbe dire che l'Unione Europea sposa la politica di Erdogan per il nord della Siria.

“L’Europa non verrà ricattata dalla Turchia. Non siamo noi a intensificare questo conflitto, ma abbiamo tutto il diritto di proteggere i nostri confini sovrani. E continueremo a farlo” ha aggiunto il premier Greco Mitsotakis dai microfoni della Cnn, la Grecia spende così tanto in difesa continua il Premier Ellenico “perché il nostro vicino è la Turchia e non la Danimarca, e come primo ministro greco non devo ascoltare lezioni sui diritti umani dalla Turchia”.

Cipro intanto manda l'esercito a Evros, a sostegno di Atene per gestire i flussi al confine ellino turco, aggiungendosi al fronte Usa. Infatti il vicesegretario americano agli affari Ue e mediorientali, Matthew Palmer, in visita in Grecia al porto di Alexandroupolis ha detto alla stampa che la situazione delle frontiere non influenzerà l’interesse economico e geostrategico degli Stati Uniti nella regione.

Quattro ufficiali di polizia croata sono stati mandati in Grecia quale parte integrante della missione di intervento di Frontex; intorno a 100 ufficiali di polizia provenienti dall'Unione Europea parteciperanno infatti all’intervento, su esplicita richiesta della Grecia.

Il contingente croato resterà in Grecia fino all’8 aprile; verrà poi sostituito da un altro paese fino al termine dell’operazione, stimata a maggio. Tuttavia Frontex stessa ha dichiarato che è probabile che l’operazione continui anche oltre questa data, allargandosi nel numero e dispiegamento dei mezzi.

Frontex ha già sul campo 500 effettivi; nei giorni seguenti ne arriveranno altri, sebbene è lecito presumere che gli aiuti europei diminuiranno man mano che l’epidemia di Coronavirus richiederà che le forze di polizia agiscano in patria. Sono anche stati schierati due aerei di sorveglianza, due navi, sette unità aeree, un elicottero e quattro mezzi di terra con capacità di scansione termica. L’intervento ha suscitato più di una polemica, considerando come lo stesso regolamento di Frontex stabilisca che deve garantire i diritti fondamentali, tra i quali rientra la domanda di asilo richiesta dai rifugiati, in larga parte provenienti dalla Siria. Una “debolezza” della quale è ben conscio, d’altronde, lo stesso governo di Erdogan in Turchia.

L’Ue deve aiutare la Grecia a gestire la frontiera con la Turchia, garantendo il diritto d’asilo a chi ne ha bisogno, hanno affermato diversi eurodeputati riuniti nella seduta di Bruxelles. In un dibattito con il Commissario Johansson e la presidenza croata del Consiglio, la maggioranza dei deputati ha criticato il presidente turco Recep Tayyp Erdogan per aver utilizzato le sofferenze della gente per fini politici. Molti deputati hanno poi sottolineato che la crisi dei rifugiati del 2015 non dovrebbe ripetersi, ribadendo la necessità di un aggiornamento delle regole Ue comuni in materia di asilo.

Alcuni leader dei gruppi politici hanno chiesto una revisione dell’accordo con la Turchia, concluso nel 2016 per arginare il flusso di migranti e richiedenti asilo in cambio dell’aiuto finanziario dell’Ue. Altri hanno mostrato una profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria sia al confine con la Turchia sia nelle isole greche, dove migliaia di richiedenti asilo, molti dei quali minori non accompagnati, sono bloccati.

La necessità di rispettare la Convenzione di Ginevra, di offrire protezione ai rifugiati, le accuse di violenza da parte della polizia contro le persone che tentano di attraversare il confine e il rischio che i jihadisti possano entrare nel territorio dell'Ue sono stati gli altri punti sollevati durante il dibattito.

Secondo le autorità greche, le forze turche hanno aperto un varco lungo la riva del fiume. Lo dimostra la scoperta lungo la strada sul lato turco del fiume, di grandi tronchi d'albero portati lì dalle forze turche verosimilmente per consentire ai migranti di attraversare il fiume. Atene ha impartito nuove istruzioni per fermare qualsiasi tentativo di un massiccio afflusso di migranti irregolari. Verranno in queste ore rafforzate le unità di pattugliamento del confine grazie all'unità antiterrorismo.

Intanto ieri il Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis scrive il Mondo Greco ha incontrato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz per fare il punto sul dossier migranti, incassando l'appoggio anche dell'Austria. Secondo Mitsotakis urge arrivare a una riduzione progressiva della crisi a Evros “dove questa folla disperata di persone disperate che la Turchia ha incoraggiato ad attraversare il confine greco deve allontanarsi da lì”.

“Lo stesso vale per le nostre isole, dove devo ammettere, che negli ultimi giorni si sono registrati progressi significativi poiché il flusso di immigrati clandestini è stato pari a zero. Spero che questo continui perché sarà anche una prova tangibile che la Turchia rispetta davvero un aspetto molto importante dell'accordo tra Unione Europea e Turchia”.

Ha osservato che la Grecia e l'Europa insistono nel lavorare con il nostro paese vicino per affrontare questo problema. "Tuttavia, questa cooperazione può essere promossa solo in termini di giustizia. Certamente, non in termini di ricatto, e certamente non nell'uso di persone depresse come pedine per il perseguimento di altri obiettivi”.

Ha anche ringraziato il cancelliere austriaco per l'assistenza: "Il personale e le risorse tecniche a nostra disposizione ci aiuteranno a prevenire questo tentativo di migrare in modo massiccio verso Evros organizzato dalla Turchia. È molto importante che oggi non solo la bandiera greca, ma anche quella austriaca, cipriota e alcune bandiere di molti altri stati membri dell'Ue sventoleranno a Evros”.

 
 
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