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Da qualche settimana è uscito il primo volume della storia di Alleanza Cattolica, scritta da due militanti Oscar Sanguinetti e Pierlugi Zoccatelli. Il testo, “Costruiremo ancora cattedrali”. Per una storia delle origini di Alleanza Cattolica”, pubblicato da D’Ettoris Editori, di Crotone nel dicembre 2022, (costo 25 euro) prende in esame i primi quattordici anni dell’associazione, nata intorno al 1960 ideata e fondata da Giovanni Cantoni che ha riunito un nutrito gruppo di giovani genericamente di destra. Invernizzi nella prefazione così li descrive: “singoli disorientati, persone provenienti dalle più diverse esperienze ideologiche e politiche, neo-fascisti, monarchici, tradizionalisti, ‘neo-pagani’, ‘cristiani della domenica’ e anche qualche marxista”. Saranno questi tipi umani che col tempo, costruiranno una famiglia culturale, appunto Alleanza Cattolica, che ormai esiste e opera da mezzo secolo, proprio cercando di “costruire ancora cattedrali”.

Il testo è composto da una premessa, da quattro capitoli e due appendici finali. Un libro corposo di 390 pagine, scritto con rigore scientifico e con la passione di chi ha contribuito a incarnare questa esperienza di vita cristiana nella storia d’Italia. La sua lettura aiuta a comprendere la situazione religiosa, culturale e politica della seconda metà del secolo scorso. E’ in questi anni che nasce Alleanza Cattolica, “per colmare un vuoto, per rispondere alla crisi della Cristianità, aggredita da un secolarismo sempre più invadente e vincente che separa la fede dalla vita, realizzando quella separazione fra Vangelo e cultura che, come scrisse nel 1975 san Paolo VI, è stato il dramma maggiore di quell’epoca (Evangelii nuntiandi)”. (Marco Invernizzi, Costruiremo ancora cattedrali, 9.1.23, alleanzacattolica.org)

In un mondo che stava esplodendo nella rivoluzione sessantottina, Cantoni insieme ad Agostino Sanfratello hanno cercato di costruire degli ambienti, delle oasi di cristianità. Hanno riunito piccoli gruppi, perlopiù studenti dell’università Cattolica di Milano, con l’intento di opporsi allo spirito del mondo, alla Rivoluzione culturale in atto. Una rivoluzione figlia di un lungo processo di distruzione della società Occidentale a partire dalla Riforma Protestante, dal Rinascimento, la Rivoluzione Francese e poi quella comunista. Un processo che aveva disfatto la Cristianità faticosamente costruita nei secoli della prima evangelizzazione.

Questi giovani di Alleanza Cattolica proponevano niente di meno che una conversione della società, per ottenere questo era necessario cambiare se stessi. Anche altri gruppi in quegli anni si erano proposti di cambiarla, ma quasi sempre si dimenticavano di cominciare a cambiare se stessi. Una proposta che affascinò e “entusiasmò molti giovani, stanchi delle mezze proposte dei partiti, del silenzio dei cattolici dell’epoca, intimiditi dall’arroganza dei nuovi rivoluzionari, quasi tutti militanti dei movimenti extra-parlamentari di sinistra”. In quel periodo come ebbe a dire in una intervista il servo di Dio mons. Luigi Giussani, la metà degli aderenti a Gioventù Studentesca (il movimento che anticipò Comunione e Liberazione) passarono ai gruppi extra-parlamentari di sinistra. La stessa destra giovanile, divisa e incapace di comprendere il Sessantotto, fu travolta dagli avvenimenti. In questo marasma Giovanni Cantoni proponeva la conversione della società deturpata da un processo rivoluzionario plurisecolare. Una società che avrebbe potuto rinascere da un radicale ripensamento delle proprie radici cristiane, nel frattempo abbandonate, che avevano formato la civiltà occidentale.

“Il primo libro che viene letto - scrive Invernizzi nella prefazione - nelle riunioni di formazione spirituale di Alleanza Cattolica ha proprio come obbiettivo la conversione: ricordare che soltanto mettendo Dio al primo posto nella propria vita, per arrivare a fare sì che sia il solo autentico scopo, l’unico vero obiettivo della propria esistenza, sarebbe stata possibile una ricostruzione cristiana della società”. A proposito di libri, occorre sottolineare che Cantoni e quindi l’associazione ha fatto conoscere in Italia testi di diversi pensatori e studiosi a cominciare del professor Plinio Correa de Oliveira, con il suo “Rivoluzione e Controrivoluzione”, il filosofo contadino francese, Gustave Thibon con le sue maggiori opere “Diagnosi” e “Ritorno al reale”.

Certo i militanti di Alleanza Cattolica erano e sono consapevoli che per ricostruire una civiltà ispirata al Vangelo necessita un processo lungo e probabilmente molti di loro non vedranno i risultati. Il nostro tempo è quello della semina e non del raccolto. Tuttavia il fondatore di Alleanza Cattolica ci invitava sempre a liberarci da ogni “ansia da risultato”.

Alleanza Cattolica ha svolto così in questi decenni un apostolato prevalentemente culturale, formando uomini anzitutto attraverso il combattimento spirituale, imparato anche grazie agli Esercizi spirituali secondo il metodo di sant’Ignazio di Loyola e con la recita quotidiana del Santo Rosario. Tuttavia lo scopo principale dell’associazione era ed è ancora la santificazione dei propri membri attraverso lo studio e la diffusione del Magistero della Chiesa, in particolare della sua dottrina sociale, nella prospettiva della costruzione di una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio, come ci ha insegnato san Giovanni Paolo II. L’associazione fa riferimento incessante alla mediazione di Maria Santissima, madre di Cristo e di Dio, si pone alla scuola della Chiesa e del suo Magistero di tutti i tempi, dando particolare risalto alla dottrina del grande apostolo missionario bretone san Luigi Maria Grignion de Montfort. In specifico riserva particolare attenzione speciale al ciclo di apparizioni mariane avvenute a Fatima in Portogallo.

Alleanza Cattolica come spiega il libro di Sanguinetti e Zoccatelli si ispira esplicitamente a quella scuola contro-rivoluzionaria nata durante la Rivoluzione Francese  del 1789, in particolare fa riferimento al pensiero di Joseph De Maistre, Juan Donoso Cortes, Edmund Burke e altri, e cerca di applicarne la dottrina dell’azione alla situazione italiana, riflettendo sulla storia della nostra patria attraverso le considerazioni di Giovanni Cantoni e di tanti altri che cercano di spiegarne le principali vicende. In particolare l’associazione è attenta allo studio degli ultimi duecento anni della Storia della nostra penisola, a partire dalle insorgenze popolari contro le armate napoleoniche, al cosiddetto Risorgimento e alla formazione dell’unità del Paese. Al nascente movimento cattolico, alle due guerre mondiali, al Concilio Vaticano II, letto attentamente e visto come continuità con gli altri concilii e non come rottura o l’atto di nascita di una “nuova Chiesa”.

“Alleanza cattolica ha attratto migliaia di uomini e donne come altre realtà associative, ma la qualità dei suoi aderenti ha testimoniato e testimonia come l’ideale della cristianità, mutatis mutandis, fosse, sia agli esordi sia tuttora, in grado di affascinare piccoli e grandi”. Nella premessa gli autori precisano che Alleanza Cattolica “non era - e non è - di essere una realtà di massa, un luogo di aggregazione sui generis, un ‘movimento’, bensì una schola, un seminarium, un luogo e un’agenzia di formazione - di auto-formazione continua -, che trasmette cultura cattolica sana, ‘forte’ e ‘integrale’, priva di complessi e di inibizioni verso paradigmi moderni. Una formazione non generica, ma indirizzata a potenziali formatori, a guide, a élite in grado di moltiplicare gli effetti della ‘catechesi’ ricevuta, come esprime lo slogan ‘formare i formatori’”. Forse Alleanza Cattolica potrebbe essere vista come un osservatorio, un luogo di attenta analisi della realtà sociale e politica e della sua evoluzione o involuzione. Alleanza Cattolica nel tempo si è proposta nella nostra società in un impegno socio-culturale, politico e religioso a 360 gradi. In un continuo schierarsi con coraggio nella “battaglia delle idee”, in quella difesa del grande patrimonio di valori che nasce dalla Rivelazione e dal diritto naturale cristiano. Lo dimostra la presenza in prima linea dell’associazione nella battaglia in difesa della vita innocente e della famiglia. Cantoni ha sempre avuto come riferimento l’autorità del Pontefice romano e il suo magistero, ha insistito nel “combattere la Rivoluzione di oggi, non quella di ieri”.

I quattro capitoli del libro sono frutto di una consultazione di una moltitudine di documenti e di testimonianze orali di tante persone, di protagonisti che hanno avuto a che fare con questa storia, compreso chi scrive. Infatti mi considero onorato di essere citato nella “Tabula Gratulatoria”. Certamente è stato un lavoro immane per i dati raccolti e per gli innumerevoli racconti proposti all’attenzione del lettore e poi per la citazione di centinaia di persone con le loro storie personali, le loro idee. Un testo che parla di movimenti, di gruppi politici, delle manifestazioni, di libri, di riviste, giornali, convegni, incontri, ritiri spirituali, di viaggi per raggiungere le sedi degli avvenimenti. Un racconto meticoloso, dettagliato, che probabilmente ha avuto qualche lacuna, ma era prevedibile. Certamente “Costruiremo ancora cattedrali”, racconta veramente un pezzo di Storia del nostro Paese, senza voler essere troppo retorici, il libro potrebbe essere utile a chi in futuro vorrà scrivere la storia di quegli anni. E’ corredato da una discreta documentazione fotografica, peccato che avrei potuto offrire anche io una foto che tengo talmente gelosamente che ho dimenticato di proporla agli autori del libro.

 

 

La poetessa e scrittrice Rita IACOMINO - già ideatrice e presidente esecutivo del Premio letterario Energia per la vita, con il Lions Club Rho, e del Premio letterario La Girandola delle Parole, con Pro Loco Limbiate - per questo 2023 riparte alla grande con un nuovo evento culturale che, già nel nome, reca la sua peculiarità itinerante di progetto in
movimento che, a conclusione di ciascuna edizione, per il red carpet delle cerimonie di premiazione, toccherà le più importanti città italiane.
PAROLE IN TRANSITO, questo il titolo del Premio Letterario Internazionale che vede
come presidente onorario Alessandro QUASIMODO, attore e regista, figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo.
Il Premio, promosso e organizzato dall’Associazione Culturale RETTE PARALLELE, fondata dalla stessa Rita Iacomino nel cuore della Monza/Brianza, gode del patrocinio della Città di Limbiate, Regione Toscana, Città di Firenze, La Camerata dei Poeti.
Per questa prima edizione la scadenza per la presentazione degli elaborati è fissata alla data del 30 aprile 2023, mentre la cerimonia di premiazione con la direzione artistica di Abner ROSSI è prevista a novembre 2023 a Firenze nella prestigiosa location del sodalizio culturale La Camerata dei Poeti. Diverse le sezioni del Premio tutte a tema libero, con una sezione dedicata ai giovani dai 15 ai 20 anni a cui è destinata una Borsa di
Studio in memoria di RENATA BECCALLI REGONDI.
I lavori possono essere inviati sia tramite e-mail che in cartaceo, a discrezione dell’autore.
Prestigiosa la Giuria di qualità formata da 15 operatori del Settore tra poeti, scrittori,
giornalisti, critici letterari, promotori culturali, saggisti: Fabrizio BREGOLI; Nunzio BUONO; Valeriano CASATI; Nuccio CASTELLINO; Daniela CECCHINI; Carmelo CONSOLI; Filippo FAVIA; Ivan FEDELI; Dario MARELLI; Marinella MICONI; Anna MONTELLA; Marina PRATICI; Gianluca REGONDI; Enrico SALA; Carla SAUTTO MALFATTO.
Prestigiosi, altresì, gli organismi ospiti di questa nuova kermesse letteraria: La Camerata dei Poeti, Il Caffè Letterario La Luna e il Drago, Circolo IPLAC, Associazione Culturale Assosinderesi, SanFilippo Fithers ODV.
Il bando è visibile nel seguente link:
https://retteparallele.weebly.com/premio-parole-in-transito.html

Da qualche settimana è uscito un agile volumetto pubblicato dalla Fondazione Thule Cultura di Palermo sul Papa polacco, “Giovanni Paolo II e il suo vivo magistero”, una pubblicazione di appena ottanta pagine, autore Domenico Bonvegna, un appassionato cultore di storia, studioso e ricercatore. Il testo é prefato dal professore Alberto Maira, reggente regionale di Alleanza Cattolica per la Sicilia. E’ un lavoro, scrive Maira “frutto di un amore razionale, ma anche ricco di sentimenti profondi per quello che è stato il Papa della nostra vita, ha la caratteristica e il pregio della antologia che permette a quanti volessero un primo approccio con il pensiero e la sensibilità di Karol Wojtyla. Una introduzione generale ad una miracolosa grandezza umana e spirituale”.

L’opera  è nata in occasione della canonizzazione di Giovanni Paolo II. L’autore ha inteso rendere omaggio alla grande figura del Pontefice polacco, leggendo e studiando una serie di testi (per la precisione ventitre), fornendo così ai lettori un’interessante miscellanea. Bonvegna inizia con un testo originale e singolare, curato da Saverio Gaeta, “50 Parole per il nuovo millennio”, in poche pagine il volumetto riassume tutti i temi che caratterizzano il pontificato di Karol Wojtyla, il dolore, la libertà, la famiglia, la giustizia, pace, la libertà,i giovani e altri. A seguire l’autore presenta il testo di Aldo Maria Valli, “Il mio Karol”, edito da Paoline (2008). Il giornalista descrive il Papa dei record. Atletico, sportivo, nuotatore, sciatore. I 104 viaggi all’estero, centocinquanta visite pastorali in Italia, 317 visite nelle parrocchie romane. Un Papa che si sentiva come San Paolo, un Papa viaggiatore, perché prima di tutto, era un missionario. Wojtyla fu un grande comunicatore, ha utilizzato i nuovi strumenti di comunicazione a cominciare dalla televisione. Nel 2° capitolo, il testo tratta “L’Italia di Giovanni Paolo II”. Per affrontare l’argomento Bonvegna ha presentato due testi, il primo di Antonio Scornajenghi, “L’Italia di Giovanni Paolo II”, (San Paolo, 2012), il secondo di Renzo Allegri, saggista e mariologo, “Papa Wojtyla, pellegrino di Maria” Edizioni Medjugorje (2004).

Nel 3° capitolo è dedicato interamente alla monumentale opera del teologo americano George Weigel, Testimone della speranza. La vita di Giovanni Paolo II, protagonista del secolo”, Mondadori (1999). Un grande raccolta di informazioni e testimonianze di quasi milletrecento pagine. Bonvegna ci tiene a precisare che ha letto e studiato tutti i libri che raccoglie nella sua anomala antologia di testi sul grande Papa polacco.

Dopo l’elezione del primo papa slavo in assoluto, “Il capo del KGB Yuri Andropov - scrive Weigel - mette in guardia il politburo sovietico sul pericolo che hanno di fronte [...]”. Pericolo che si aggraverà per il sistema comunista quando Wojtyla nel giugno del 1979 tornerà nella sua terra innescando la rivoluzione di coscienza che produrrà il crollo non violento dell’impero sovietico. Per Weigel quello di Wojtyla è un pontificato tra i più importanti dei secoli per la Chiesa e per il mondo. Alexander Solzenicyn, definì il Pontificato di Wojtyla, come la cosa migliore che ha offerto il secolo XX. Certamente Giovanni Paolo II è “il Papa più visibile della storia”, anzi per il teologo americano si potrebbe dire che è “l’uomo più visibile della storia”. E’ “il paladino, il campione della causa della libertà umana”. Weigel cerca di descrivere anche le caratteristiche “politiche” del Pontefice, che certamente non possono ridursi a quelle categorie politiche risalenti alla Rivoluzione Francese: destra/sinistra, conservatore/progressista. Per Weigel non esistono due Wojtyla: il fondamentalista in materia di dottrina e il socialprogressista su questioni politiche ed economiche. C’è un solo Wojtyla.

Nei successivi capitoli l’autore sviluppa l’itinerario “politico” del grande Papa del XX° secolo. E’ forse questo l’aspetto che più di ogni altro Bonvegna vuole evidenziare di Giovanni Paolo II. Si comincia con il primo viaggio in Polonia, giugno 1979: “I nove giorni che cambiarono il mondo”. Bonvegna ha scelto il libro di Stanislao Dziwisz, il segretario del papa, “Una vita con Karol” (Rizzoli, 2007). Monsignor Dziwisz racconta un episodio curioso: mentre l’aereo si avvicinava alla pista di atterraggio, il papa era teso, emozionato e parlava talmente piano che si faceva fatica a sentirlo.

Un evento straordinario, in pratica, si trattava della prima visita di un Papa in un Paese comunista. In un mondo diviso in due, Usa e Urss, che si reggeva di fatto sull’equilibrio del terrore e della paura reciproca di un conflitto nucleare. Il Cremlino aveva fatto di tutto per impedire che Giovanni Paolo II tornasse in Polonia. “Quest’uomo porterà solo guai”, aveva detto Breznev. Furono nove giorni di successo per il Papa, un popolo intero si è raccolto intorno al loro Papa. Un viaggio entusiasmante, un “pellegrinaggio”, che ha toccato i più importanti luoghi della storia della Polonia. Da Gniezno a Cracovia, passando per Czestochowa e le reliquie di san Stanislao.

Dopo il viaggio in Polonia, “Giovanni Paolo II aveva vinto una grande battaglia, - scrive Weigel -  aveva segnato un punto di non ritorno”. Dopo qualche anno di pontificato scoppia la “Rivoluzione dello spirito”, il movimento operaio Solidarnocs di Lech Walesa, comincia la sua battaglia. Wojtyla aveva liberato il suo popolo dalla schiavitù, aprendo la strada a un grande movimento non violento, di autodifesa sociale. Per questi avvenimenti seguo la biografia di Alain Vircondelet, e poi soprattutto di Bernard Lecomte, “La verità prevarrà sempre sulla menzogna”, col sottotitolo significativo: “Come papa Giovanni Paolo II ha sconfitto il comunismo”, pubblicato da Mursia nel 1992. E’ un racconto che entusiasma ancora, la rivoluzione silenziosa, guidata per certi versi dal papa slavo, “ha riportato la speranza a milioni di cattolici polacchi, cechi, ungheresi e ucraini. Non temete, la Verità vincerà!”

Della rivoluzione non violenta, affrontata dal Papa polacco, Bonvegna utilizza ancora un testo del più grande studioso di Giovanni Paolo II, mi riferisco a George Weigel, e al suo saggio, L’ultima rivoluzione. La Chiesa della resistenza e il crollo del comunismo”.

Nel libro Weigel si domanda, “Come è potuto accadere che uomini e donne, all’apparenza rassegnati a subire la loro sorte all’interno di un regime totalitario e corrotto, si siano infine ribellati?”. Il teologo americano vuole dimostrare come la Chiesa, un’istituzione religiosa tradizionalmente moderata, conservatrice, abbia contribuito a demolire una delle maggiori roccaforti del totalitarismo ateo del ventesimo secolo.

Un capitolo importante dell’antologia di Bonvegna è il tema dell’Europa. Per Andrea Riccardi, il papa polacco si percepisce come un vero e proprio primate d’Europa. Non solo per i suoi numerosi interventi, “quasi mille” che ha dedicato all’Europa e poi anche per l’esortazione apostolica, “Ecclesia in Europa”. Per questo argomento sono stati utilizzati i testi, “Memoria e Identità”, del Santo Padre, e un bellissimo testo storico, “Sacrum Poloniae Millennium. 966-1966”, pubblicato proprio in occasione dei mille anni della Polonia cattolica, infine “Un’altra Europa è possibile”, di monsignor Aldo Giordano e Alberto Campoleoni.

“Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutto il mondo”, dice il Papa ai giovani, usando la frase di S. Caterina da Siena. E siamo all’argomento “Giovani”. Per questo argomento Bonvegna utilizza il testo di monsignor Boccardo, organizzatore delle GMG, insieme al giornalista Renzo Agasso, “Il ‘Mio’ Giovanni Paolo II”. E poi la monumentale opera di don Salvatore Rumeo, “Giovanni Paolo II e i giovani insieme”, uno studio di ben 856 pagine.

Le ultime schede del libro pubblicato dalla Fondazione Thule Cultura affrontano il tema della Missione. Si dà spazio al pamphlet di Marco Invernizzi, “San Giovanni Paolo II. Un’introduzione al suo Magistero”, pubblicato da Sugarco (2014) e alla singolare intervista di Vittorio Messori al Papa, in “Varcare la soglia della speranza”. Infine, “In difesa della Fede”, di Giovanni Miccoli. In questi testi emerge la Dottrina del Pontificato di Giovanni Paolo II, la Nuova Evangelizzazione, attraverso lo strumento privilegiato del Catechismo della Chiesa Cattolica.

La morte di Giovanni Paolo II ha segnato in maniera profonda molte persone, per questo quella sera del 2 aprile 2005 molti dissero: “Se ne è andato il mio Papa”. Perché “mio”, risponde la giornalista Cristina Siccardi con la sua biografia, pubblicata dalle Edizioni Paoline. Insieme a questo testo Bonvegna ha letto e proposto in questa antologia, Le donne secondo Wojtyla. Ventinove chiavi di lettura della ‘Mulieres Dignitatem’”, della compianta giornalista Maria Antonietta Macciocchi. Vengono segnalati gli interventi di Régine Pernoud e Armanda Guiducci.

L’ultimo testo preso in esame da Bonvegna è quello del giovane studioso Daniele Fazio,In difesa dell’umano. La filosofia di Karol Wojtyla”, si dà spazio all’aspetto filosofico e teologico della poliedrica figura di Giovanni Paolo II. Forse un aspetto trascurato dagli studiosi. Se il testo di Invernizzi, si presenta già nel titolo come un'introduzione al grande Magistero di Giovanni Paolo II, anche l’agile saggio di Domenico Bonvegna potrebbe essere un ottimo e sintetico strumento per introdurre i giovani, e chi non lo ha conosciuto allo studio del Pontificato di Giovanni Paolo II.

 

«Come l’acqua del mare» è l’ultimo romanzo di Daniela Saraco, autrice partenopea che nel suo libro accosta il fluttuare dei sentimenti a quello del mare. Come il mare, l’amore autentico, si evolve e può essere sconfinato, ritirarsi o espandersi. È proprio la vastità di questo sentimento, in tutte le sue sfaccettature che descrive nel suo romanzo, la cui protagonista è Felicia, una giovane donna, segnata sin da piccola dalla mancanza di conferme in famiglia, tanto da rimanere vittima del suo bisogno d’amore. L’unica che le offrirà amore incondizionato sarà la tata Germana, che gioirà dei suoi successi e del suo temperamento umile e semplice, sino alla fine dei suoi giorni. Le starà accanto anche la sua amica, Cristina, di umile estrazione, ma con un simile vissuto, accomunato dalla mancanza di figure di riferimento nella sua crescita. Un legame forte e indissolubile tra le due donne complementari - tanto profonda e sensibile l’una, tanto estroversa e impenetrabile l’altra - che si evolverà, senza subire i contraccolpi del tempo. E infine, Salvo, l’amore “patologico”: un sentimento profondo in cui Felicia affonda con tutta se stessa, desiderosa di bere a pieno nel calice della vita, dopo un’infanzia segnata dalla freddezza patologica dei suoi genitori. Un finale non scontato, che racconta la presa di consapevolezza della protagonista, che trova nell’insegnamento la sua strada e riesce a perdonare la propria famiglia d’origine, aprendosi a un sentimento più autentico: l’amore per se stessa. La prefazione approfondita è a cura della psicologa Rosaria Varrella, che prepara il campo alla comprensione di un romanzo che aspira a leggere tra le righe più recondite della nostra anima.

Daniela Saraco è originaria di Castellammare di Stabia, dove è nata nel 1980 e ancora risiede. Docente, giornalista scopre di essere cardiopatica all’età di 32 anni e senza remore si sottopone a due interventi al cuore che modificano il suo approccio alla quotidianità. Inizia ad apprezzare la bellezza delle piccole cose, dei valori, della famiglia e dei sogni. Figlia di divorziati e madre divorziata a sua volta, ha conosciuto a fondo la sofferenza e ne ha fatto tesoro, acquisendo maggiore consapevolezza sul valore dei sentimenti autentici. È amante della lettura e della buona musica e della scrittura in modo smisurato, che rispecchia la sua primaria esigenza di comunicare e trasmettere ciò che ha appreso nel suo percorso di vita. Pubblica a luglio di quest’anno “Come l’acqua del mare”, dopo “Il bianco e il nero” (2016), “Gli inadeguati” (2017), “Il diario di Aylen” (2019) ed “È andato tutto bene? Parliamone”, di cui è coautrice.

Il marchio CSA (Cultura, Scienza, Arte) Editrice nasce nel 2006 a Castellana Grotte e si ripropone subito di orientarsi verso il mercato nazionale e internazionale. Pubblica opere di “varia” che vanno dalla saggistica alla manualistica, dalla narrativa alla poesia. Nel 2016 nasce la CSA Editrice Srl che oltre ad acquisire l’intero catalogo della CSA Editrice, genera i marchi editoriali Planet Book (per le opere di autori italiani), Let’s Print Edition (per chi vuol pubblicare da autore indipendente), e l’agenzia letteraria IBA (International Book Agency, che rappresenta nel Mondo opere di scrittori italiani e di altre nazionalità). Con il marchio CSA Editrice vengono attualmente pubblicate per l’80% opere di autori stranieri.

Fonte: e foto A. L. Grasso

L’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma ospita il 25, 26 e 27 novembre MITI ED EROI. La nascita di Roma, un ciclo di tre reading per raccontare Roma, recuperando storie e narrazioni sulle origini della città, le sue istituzioni e la sua identità culturale, quella di una comunità che fu un crogiuolo di civiltà e culture. Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio sarà Maurizio Bettini, classicista e scrittore, che con la sua capacità narrativa, incalzato dalle letture dell’attore Jacopo Rampini, porterà alla luce aneddoti, curiosità e leggende del passato, dando voce ogni sera a un personaggio diverso: prima Enea, poi Romolo e infine Numa.

Enea, Romolo e Numa prenderanno la parola per raccontare in prima persona le vicende che sono state loro attribuite dalla tradizione, storie antichissime e leggendarie, alcune affidate alla tradizione orale, altre documentate e trascritte nelle opere di Livio, Plutarco e Dionigi di Alicarnasso, che ancora oggi leggiamo. Una pluralità di racconti che narrano episodi come l’arrivo di Enea nel Lazio, la fondazione di Alba, quella di Roma, il ratto delle Sabine, l’istituzione del Senato e così via.

Nel corso delle tre serate, in programma alle ore 21.00, Maurizio Bettini assumerà dunque, di volta in volta, l’identità di ciascuno di questi eroi e racconterà in forma drammatizzata le loro vicende e la nascita delle istituzioni che hanno creato, illustrando così la genesi della “cultura romana”. Attraverso le voci di Enea, Romolo e Numa si rifletterà quindi sull’essenza stessa della civiltà, ciò che i romani ritenevano rilevante e fondativo delle loro leggi, dei costumi e delle istituzioni.

Sul palco, al fianco dell’eroe, ci sarà una voce fuori dal tempo, quella di un giovane personaggio interpretato dall’attore Jacopo Rampini, capace di incalzare il racconto con curiosità, letture di passi letterari e aneddoti che la storia ha saputo tramandare intorno alla figura dei protagonisti.

Fonte Zetema

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