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In difficoltà i sostenitori del decreto Cirinnà

"L'iniziativa di Scalfarotto, che ricordo è un sottosegretario di Governo, oltre a dargli visibilità denota la difficoltà in cui si trovano i sostenitori del ddl Cirinnà. Una difficoltà frutto della folla oceanica di mamme, papà e figli, rappresentativa del Paese reale, che lo scorso 20 giugno ha invaso piazza San Giovanni a Roma per dire sì alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e sì ai figli ad avere una mamma e un papà. Questi sono i principi cardini della nostra società che chiariscono ancora una volta come il ddl Cirinnà sia inemendabile". Lo dichiara Alessandro Pagano, tra i promotori del comitato 'Parlamentari per la Famiglia'. "Questo perché, e lo ribadiamo, unioni civili come simil-matrimoni, aventi la forza di istituto a valenza pubblica diverrebbero il grimaldello per l'introduzione per via giurisprudenziale delle adozioni gay, incentivando tra l'altro la pratica dell'utero in affitto. Sia chiaro - prosegue Pagano – che non ci presteremo a questi sotterfugi. A Scalfarotto e a Della Vedova invece, i quali continuano a illudersi che la maggioranza degli italiani sia a favore dei matrimoni gay e delle unioni tra persone omosessuali, facciamo presente che non è vero che ai singoli conviventi non sono riconosciuti diritti. Tutt'altro, e mi riferisco in particolare alla possibilità di assistere in ospedale il proprio partner, la prima richiesta di chi convive". "In merito – sottolinea il parlamentare - non solo vige la legge n. 91 del 1999 che riconosce già questo diritto in materia di trapianti, ma ricordo a tutti che in Parlamento sono depositate due proposte di legge Sacconi e Pagano. In esse si stabilisce esplicitamente che ciascun convivente ha il diritto di assistere l'altro in ospedali, case di cura o strutture sanitarie. Viene inoltre individuato lo strumento della delega con la quale ciascun convivente può disporre che l'altro adotti le decisioni necessarie sulla salute in caso di malattia da cui derivi incapacità di intendere e di volere, e riceva dal personale sanitario le informazioni sulle opportunità terapeutiche. Se si hanno davvero a cuore i diritti degli omosessuali - conclude Pagano - il testo da approvare subito c'è".

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