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Eccoci alla 3* edizione del Festival del Carciofo Romanesco: nel centro di Roma 4 giorni all’insegna della cultura, del gusto e della salute per il fegato
Lunedì 8 Aprile ore 11 l’inaugurazione con il Ministro Francesco Lollobrigida  
 
Il Festival del Carciofo Romanesco giunge alla terza edizione e accende i riflettori ancora una volta sul centro di Roma. Si parte domenica 7, ma l’inaugurazione con il taglio del nastro si tiene lunedì 8 aprile alle 11 a via del Portico d’Ottavia, alla presenza anche del Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e delle autorità locali. Si andrà avanti fino a mercoledì 10. Per quattro giorni sulle tavole di oltre 20 ristoranti del quartiere ebraico e dei rioni storici di Trevi, Ripa e Campo de' Fiori si serviranno piatti tradizionali e originali a base di carciofi, mettendo a frutto le ricette delle nonne tramandate di generazione in generazione e l’inventiva degli chef. Grandi aspettative dopo il successo degli anni scorsi: nell’edizione 2023, in 4 giorni sono stati consumati oltre 40mila carciofi.
MENU’ AD HOC, DEGUSTAZIONI, ESIBIZIONI E STORNELLI - Ogni ristorante proporrà menù ad hoc al prezzo standard di 35€ e metterà a disposizione delle degustazioni all’ingresso del quartiere ebraico. A rendere ancor più caratteristica la manifestazione ci sarà il contesto circostante che evocherà la romanità più genuina, con gli stornelli dei figli di Alvaro Amici e le esibizioni di artisti di strada. Il Festival del Carciofo romanesco è l’unico grande evento fieristico che si svolge nel I Municipio e rende così il centro storico protagonista. A distinguere l’iniziativa da altre fiere o sagre è proprio il luogo dove partirà e dove si terrà la maggior parte dell’evento, il quartiere ebraico al centro di Roma, dove il carciofo ha trovato le sue prime ricette, per poi diventare orgoglio per i romani e attrattiva per i turisti.
Romani e turisti potranno così apprezzare i prodotti del territorio nelle loro diverse versioni: dalla vignarola con fave e asparagi, alle fettuccine sino alla pasta corta, passando per la pasta fresca ripiena; secondi come abbacchio, coratella, frittate, ma anche pesce come il baccalà, oltre ovviamente alle versioni tradizionali dei carciofi alla romana e alla giudìa. A coronare le degustazioni i dessert, con i gelati al gusto carciofo.
IL CARCIOFO ROMANESCO, TRADIZIONE E SALUTE A TAVOLA – “Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan, parafrasato dai versi del cantautore romano Lando Fiorini, che identifica il carciofo come punto di riferimento della Capitale. Il carciofo, infatti, è un prodotto del territorio laziale, e questa iniziativa è anche gemellata con la storica Sagra di Ladispoli che si tiene a metà mese, e viene così valorizzato e riscoperto, ma è anche un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana e giudaico-romanesca, che ne hanno declinato l’uso in numerose ricette, celebri in tutto il mondo, grazie alle quali frotte di turisti giungono ogni giorno al Portico d'Ottavia. Ma il carciofo è anche un alimento cardine della dieta mediterranea, base di un corretto stile di vita per preservare la salute partendo dalla prevenzione. È un ottimo depurativo per il fegato se consumato crudo, come spiegano i nutrizionisti.
L'iniziativa è ideata da Confesercenti e promossa da Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Regione Lazio, Centro Agroalimentare Roma, Azienda speciale Agro Camera (Camera di Commercio di Roma), Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – ISMEA, ARSIAL- Regione Lazio, Comune di Roma e I Municipio, Coldiretti.
"Questo evento è un tributo all'identità culinaria del territorio romano che, oltre a celebrare il carattere unico del carciofo come simbolo delle nostre tradizioni, ci ricorda la maestria dei ristoratori nell'interpretarlo in piatti che mantengono intatto il gusto autentico che la storia ci tramanda. Promuovendo e preservando i prodotti di eccellenza, non solo favoriamo la ristorazione di qualità, ma anche un patrimonio culturale che si riflette nei sapori delle nostre tavole". Così Francesco Lollobrigida, Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
“Il carciofo romanesco – dichiara l’assessore al Bilancio e all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini - rappresenta un’eccellenza del nostro territorio che va tutelato e valorizzato. Questo evento, quindi, ha tutta la nostra approvazione ed è nostra intenzione accompagnarlo con politiche di sostegno che coinvolgano tutta la filiera agroalimentare, che deve diventare sempre di più anche uno straordinario volano turistico ed economico”.
“Valorizzare e promuovere i nostri tesori, compresi quelli alimentari, è fondamentale per una città come Roma famosa nel mondo per il suo grande patrimonio storico e culturale ma anche per la sua cucina unica ed inimitabile. Con grande piacere abbiamo deciso di sostenere ancora una volta questo Festival dedicato a un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana: il carciofo. Il pezzo forte di tantissimi ristoranti e trattorie, fra le vie e le piazze più suggestive della Capitale. Non è un caso che sia fra le pietanze più amate dai romani e apprezzatissimo anche dai turisti”. Lo ha detto l’assessore a Turismo, Grandi Eventi, Moda e Sport di Roma Capitale, Alessandro Onorato. “Grazie agli organizzatori e alle attività che hanno creduto nel progetto e aderito a questa terza edizione del Festival. Roma – ha aggiunto l’assessore Onorato - custodirà gelosamente questo appuntamento: siamo convinti che possa diventare un'attrazione ulteriore per tutti coloro che visitando la nostra città non disdegnano la buona tavola”.
“Il festival permette di valorizzare i prodotti del territorio e le migliori tradizioni, in linea con il nostro lavoro quotidiano – sottolinea Lorenza Bonaccorsi, Presidente Municipio I – Il nostro impegno è finalizzato a offrire cibo di qualità che favorisca lo sviluppo di un turismo consapevole, che rispetti i luoghi che incontra e possa apprezzarne le ricchezze più genuine. Siamo pertanto orgogliosi di poter ospitare questa manifestazione, che peraltro è l’unica iniziativa fieristica che si svolge nel centro di Roma”.
“Da parte di Confesercenti Roma e Lazio proviamo grande soddisfazione per questa iniziativa – sottolinea il Presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Valter Giammaria – Noi ci adoperiamo ogni giorno per valorizzare il prodotto offerto dai nostri esercizi sia ai turisti che ai cittadini: con il Festval del Carciofo Romanesco mettiamo al centro un prodotto del territorio, storico e genuino, che viene proposto nelle diverse versioni ideate dalla professionalità degli operatori. Il risultato è una prelibatezza che racconta pagine di storia, rendendo la ristorazione un valore aggiunto nel godere delle meraviglie della città di Roma”.
“Con il Festival del Carciofo Romanesco abbiamo l’opportunità di recuperare le tradizioni culinarie che affondano le radici nel passato e di proporre piatti in chiave moderna e innovativa, valorizzando così la ristorazione, che è uno dei punti di forza dell’attrazione di Roma agli occhi dei turisti – evidenzia Livio Proietti, Commissario straordinario ISMEA – La cucina italiana, che è in attesa del riconoscimento quale patrimonio dell'Unesco,  sancisce così ancora una volta un legame tra il territorio e la popolazione, diventando un simbolo culturale oltre che un piacere per il palato”.
“Il festival si caratterizza per la possibilità di degustare il carciofo nelle diverse varianti in cui può essere proposto – commenta Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma – Inoltre, il luogo centrale in cui si svolge, il quartiere ebraico nel cuore di Roma, dove le ricette del carciofo alla romana e alla giudia sono nate e si sono tramandate, aggiunge un’atmosfera particolare all’esperienza sensoriale. Nei ristoranti che propongono la cucina giudaico-romanesca, infatti, si valorizza un patrimonio storico-culturale che  evoca la cucina povera”.
“La terza edizione del Festival del Carciofo Romanesco ritengo sia una grande opportunità non solo per celebrare un prodotto che da millenni ha un legame ancestrale con la nostra città – sia nelle ricette più tradizionali della nostra cucina romana che in abbinamento con il gelato - ma anche per cercare di inserire il carciofo romanesco all’interno di una visione di filiera molto più ampia” commenta Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio.

LA PRESENTAZIONE DELL’ORGOGLIO DEL “MADE IN ROME” – Il Festival del Carciofo Romanesco è stato presentato con la Conferenza Stampa del 2 aprile presso l’Università Mercatorum nello splendido Palazzo Costaguti di Piazza Mattei, alla presenza dei rappresentanti di Ministero, Regione, Comune e Municipio assieme a Confesercenti. Moderati dal giornalista Daniel Della Seta, autore e conduttore della rubrica “L’Italia Che Va…” GrP Radio RAI e della rubrica TV “In Punta di Forchetta”, dopo i saluti di Giovanni Cannata, Rettore dell’Università Mercatorum, sono intervenuti Valter Giammaria, presidente Confesercenti Roma e Lazio; Giancarlo Righini, Assessore Agricoltura e Sovranità Alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e Foreste Regione Lazio; Alessandro Onorato, Assessore Grandi Eventi, Sport, Turismo, Roma Capitale; Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma; Livio Proietti, Commissario straordinario ISMEA; Claudio Pica, Presidente FIEPET Roma.

Si è svolto il 25 marzo, a due giorni dalla data ufficiale del Nordic Day (23 marzo), il Nordic Workshop a Milano, il consueto appuntamento annuale che mette in contatto il settore commerciale del turismo italiano e l’offerta turistica dei cinque Paesi Nordici - Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. L’edizione 2024, ha visto la partecipazione di 92 acquirenti italiani da 71 aziende che hanno incontrato i 53 operatori dei cinque paesi: dalle catene alberghiere ai musei, dai fornitori di escursioni ed esperienze, alle compagnie aeree e di traghetti, senza dimenticare i DMC (aziende per la promozione di destinazioni turistiche) e uffici del turismo locali.

La giornata ha riscosso un successo, con un notevole interesse da parte degli operatori turistici italiani verso i Paesi Nordici. Queste destinazioni stanno vivendo una forte crescita di pernottamenti italiani, grazie all'attrattiva di viaggi lenti, soluzioni di turismo sostenibile, e un'ampia scelta di attività all’aperto ed esperienze autentiche, posizionandosi inoltre come mete godibili tutto l’anno - dalle estati fresche e piacevoli, agli inverni magici e “colorati”. I Paesi Nordici offrono infatti una vasta gamma di prodotti, che vanno dai soggiorni brevi ai viaggi individuali in autonomia, dai soggiorni in città ai percorsi in treno, dalle attività all'aria aperta alle escursioni, fino alle magiche luci dell'aurora boreale. La gastronomia locale, i festival, e le visite culturali completano l'offerta, sia per chi viaggia in gruppo che individualmente. Immersi in paesaggi da cartolina, i Paesi Nordici sono noti inoltre per lo stile di vita che li colloca tra i paesi più felici del mondo. Vengono premiati per la loro gastronomia creativa, riconosciuti per l'architettura innovativa e le città "intelligenti", e adorati dai lettori per i loro thriller. Non stupisce dunque che il Nordic Workshop anche quest’anno si sia riconfermato per acquirenti e venditori un appuntamento imperdibile, per creare nuove opportunità B2B e mantenere alta l’interesse per le destinazioni nordiche.

Il Nordic Workshop è stato organizzato e coordinato dalle organizzazioni turistiche ufficiali VisitDenmark, Visit Finland, Visit Norway, Visit Iceland, e da Gateway South, società di consulenza che promuove destinazioni e aziende turistiche svedesi sul mercato italiano.(gn)

 Venezia più vicina al Nord

L’evento commerciale ha visto anche la partecipazione di Javier Roig Sanchez, direttore marketing per il Sud Europa della compagnia di bandiera finlandese, Finnair, che ha ribadito l’importanza del mercato italiano, citando tra le novità dalla compagnia il collegamento da Venezia per Helsinki e vv. che rimane  giornaliero anche per tutto l’inverno 2025. Una risposta della compagnia alla notevole richiesta dei viaggiatori in partenza dal Nord Est, ricordando che verso Helsinki operano anche i voli stagionali (da aprile a ottobre) da Bologna, Verona e Napoli.  Sanchez ricorda come l’Italia sia  il terzo mercato europeo per capacità, al primo posto si colloca la Germania e al secondo  la Gran Bretagna, con voli pieni circa all’80%, e con capacità di posti cresciuta del 22% rispetto al 2023.

Con riferimento all’aeroporto di Venezia, su cui Finnair opera dal 2006 con collegamenti stagionali verso Helsinki, saranno incrementati i collegamenti nel corso del 2024, con ulteriori voli. Nella stagione estiva le frequenze settimanali passeranno da 7 a 8, arrivando a 9 nei periodi di punta. Inoltre, l’operatività tra Venezia e Helsinki vedrà la disponibilità del collegamento anche nella stagione invernale 2024/25

Per l’anno corrente i voli complessivi in partenza dall’Italia sono 2.260, pari ad un +10% di voli operati in Italia quest’anno rispetto al 2023; ammontano, invece, a 4.520 i voli che arrivano e partono dall’Italia, con 600 voli aggiuntivi. Finnair, che l’anno scorso ha festeggiato il centenario della sua istituzione,  dispone di una di flotta 80 aerei. (gn)

 

Roma - La nuova sede romana dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, ASEI, inaugurata in presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha dato occasione ai media italiani ed esteri che hanno descritto l’evento di rinnovare memorie, di vario genere, sul trentennio berlusconiano attraversato dall’Italia, poiché la stessa sede era stata la residenza romana del magnate e politico italiano per molti anni. Si è ricordato, nelle descrizioni mediatiche, l’allergia di Berlusconi ai contatti con i corrispondenti, le occasioni di numerosi incontri politici, e poco politici, che avvenivano tra le museali stanze del secentesco palazzo Grazioli, proprietà di una famiglia nobiliare romana. Non sono mancate citazioni pruriginose sulle vicende personali del presidente del Consiglio dell’epoca, che sono state una manna per i cronisti di cronaca nera o rosa, e che forse sarebbe ora di riporre negli scaffali della storia politica e del costume italiana.

Come scritto da taluni, la nuova sede al primo piano del palazzo, che assomiglia indubbiamente più ad un museo che ad una struttura per lavoro, ha subìto importanti ed autorizzati rifacimenti che la recedono senza dubbio unica in Europa, e forse nel mondo, come centrale operativa dei circa 400 corrispondenti della antica Associazione, fondata nel 1912 da un manipolo di corrispondenti basati a Roma a quel tempo. Dopo il rituale saluto al Presidente Mattarella dalla Presidente dell’Associazione,  la turca Esma Çakir, il capo dello Stato italiano, che aveva fatto un rapido giro nella sede, ha ringraziato per l'invito a essere presente in un momento così significativo: l'inaugurazione della nuova sede dell'Associazione Stampa. Nel formulare gli auguri, dicendosi lieto di vedere una così bella nuova sede, anche come socio onorario, Mattarela ha detto di apprezzare tale condivisone, ricordando come, oltre un secolo fa, sia iniziata la storia dell'Associazione, Come ricordato dal Presidente, era il momento in cui l'Europa attraversava la ‘belle époque’, poi travolta, dopo due anni, dalla terribile condizione della Grande Guerra. Fino a due anni fa, l'Europa viveva non in una belle époque, ma in una ‘époque de paix’, che si spera di riuscire a difendere, preservare e ripristinare appieno. È una storia importante quella dell'Associazione, con i corrispondenti esteri che si sono moltiplicati, insieme agli strumenti dell'informazione che cambiano continuamente in questa epoca. Tutto questo non ha visto cambiare lo spirito della presenza dei corrispondenti a Roma, in Italia. Mattarella ha detto di aver sempre accompagnato questo lavoro, questa attività, con due impegni: l'indipendenza di giudizio e la conoscenza approfondita dell'Italia. Queste attività integrative dell'Associazione - come conoscere meglio la cultura italiana, il cinema, la cucina, lo stile di vita italiano e lo sport - sono fondamentali per interpretare e raccontare l'Italia in maniera autentica. Il ruolo della libera stampa è decisivo, essendo il presidio indispensabile della libertà delle persone. Il Presidente ha evidenziato come la Repubblica italiana esprime riconoscenza verso i corrispondenti dei media esteri augurando buona fortuna per la loro attività, consapevole che il mondo è sempre più integrato e interconnesso, richiedendo rapporti collaborativi.

Hanno fatto eco a Mattarella il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello delle Imprese e Made in Italy,Adolfo Urso, con interventi di apprezzamento e di sostegno all’Associazione. È giusto ricordare che quest’ultimo ha la competenza sulla concessione della sede all’Associazione, sede che è messa a disposizione dallo Stato italiano, il che costituisce probabilmente un unicum nel mondo. Urso ha detto, tra l’altro, che “sin dall’inizio della legislatura abbiamo migliorato il contesto per l’internazionalizzazione economica del nostro paese e per gli investimenti esteri. In questi mesi gli investimenti esteri sono notevolmente cresciuti ed è notevolmente cresciuto, più di ogni altra borsa, l’indice di borsa italiana”. Si sono poi susseguiti interventi degli sponsors che hanno collaborato all’allestimento della nuova sede. (gn)

*   corrispondente di media finlandesi dal 1989 e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione della Stampa Estera

Si è svolta a Roma, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma la cerimonia ufficiale di premiazione dei vincitori di “Premio Roma Evo”, XXXI Concorso regionale per i migliori olii extravergine di oliva del Lazio.
 
Il Concorso è promosso dalla Camera di Commercio di Roma, attraverso Sviluppo e Territorio, Azienda Speciale per lo sviluppo e la crescita di Roma e della regione Lazio, con il supporto tecnico-scientifico di Agro Camera, in collaborazione con la Regione Lazio, le associazioni di categoria di settore e le altre Camere di Commercio della regione.
I lavori sono stati introdotti e moderati da Pietro Abate, Segretario generale della Camera di Commercio di Roma, che ha sottolineato l’importanza del Concorso regionale - giunto alla sua trentunesima edizione - che si conferma come alto momento di valorizzazione delle produzioni olivicole regionali. Strategico il ruolo del Concorso anche in un’annata difficile come quella attuale, condizionata dalla prolungata siccità e piogge primaverili che hanno danneggiato la fioritura, limitando le produzioni, ma non la qualità. Il Lazio continua, ancora oggi, ad attestarsi su circa la metà della produzione storica.
 
“L’olivicoltura nel Lazio – ha spiegato Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – ricopre, da sempre, un ruolo strategico nel panorama agroalimentare e la sua importanza, che coinvolge tutte le province della regione, è ben spiegata anche dai numeri: circa 83.000 ettari di superficie olivetata, ben 127.865 aziende complessivamente coinvolte nella filiera e 319 frantoi attivi. Non solo. Il riconoscimento di una quinta denominazione, l’Olio di Roma IGP, è un’ulteriore testimonianza della dinamicità e della qualità produttiva delle nostre imprese. Una qualità che viene riconosciuta anche al di fuori dei confini regionali”.
 
“E’ necessario puntare decisamente sulla qualità dei prodotti - afferma David Granieri, componente di Giunta della Camera di Commercio di Roma per il settore Agricoltura - perché il mercato internazionale è pronto per un made in Italy distintivo e di identità. Per questa ragione dobbiamo usare bene i marchi di qualità europei e dare al consumatore la certezza della migliore qualità di quello che compra”.
 
Nonostante un raccolto difficile, la selezione si conferma come una importante certezza per le imprese facendo registrare la partecipazione di 37 aziende per un totale di 46 etichette, con la seguente partecipazione territoriale: Latina 17, Viterbo 12, Roma 11, Rieti 6. Ben 22 aziende hanno manifestato interesse a partecipare al concorso nazionale “Ercole Olivario” con 37 oli. Oltre alla categoria extravergine di oliva dunque, sono in concorso le 5 denominazioni regionali: Sabina DOP, Canino DOP, Tuscia DOP, Colline Pontine DOP e Olio di Roma IGP.
 
I premi sono attribuiti ai primi due classificati per ognuna delle categorie in concorso (DOP-IGP ed extravergine) che si articolano, sulla base del fruttato, in leggero, medio e intenso.
 
I vincitori sono stati selezionati, attraverso specifiche sessioni di assaggio, da una Commissione esaminatrice composta da degustatori professionisti individuati, tra l’altro, in base all’anzianità di iscrizione nell’Albo ufficiale degli assaggiatori e all’esperienza specifica di sedute di assaggio degli oli regionali.
I lavori del panel si sono svolti nel Laboratorio Chimico Merceologico della Camera di Commercio di Roma.
 
In occasione della cerimonia di premiazione sono stati, inoltre, attribuiti i seguenti riconoscimenti:
 
• il miglior olio biologico, ottenuto da aziende che utilizzano tecniche produttive a basso impatto ambientale e senza l’uso di prodotti chimici di sintesi;
 
• il miglior olio monovarietale (ottenuto da un’unica varietà di olive);
 
• il miglior olio ad alto tenore di polifenoli e tocoferoli;
 
• il Premio Tonino Zelinotti per la migliore confezione, con l’obiettivo di evidenziare le caratteristiche che una bottiglia e soprattutto una etichetta devono avere, non solo sotto il profilo squisitamente estetico. Molta importanza, nello schema di valutazione, viene attribuita alla completezza e trasparenza delle informazioni riportate, sia per la parte obbligatoria, sia per le informazioni facoltative;
 
• il Premio Grandi Mercati attribuito all’olio, per il cui lotto in concorso viene dichiarata una disponibilità pari almeno a 80 hl, ritenuto di particolare interesse per i mercati nazionali ed esteri.
 
• il Premio della Critica, assegnato da uno speciale gruppo di assaggio - costituito da alcuni nomi del giornalismo di settore - che ha degustato, alla cieca, gli oli ai vertici della classifica per ciascun territorio, decretando quello ritenuto migliore.
 
• il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da giovane imprenditore;
•  
• il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da impresa femminile;
•  
• la migliore Carta degli oli novità di questa edizione allo scopo di sensibilizzare la ristorazione a
promuovere e presentare la ricchezza degli oli del Lazio. 
 
Quest’anno saranno 15 le etichette del Lazio che approderanno alla selezione finale dell’Ercole Olivario: un risultato importante che colloca il Lazio al primo posto tra le 17 regioni italiane partecipanti. La presenza del Lazio nella storia del concorso nazionale, del resto, è sempre stata all’insegna del successo. In passato, su trenta edizioni dell’Ercole, gli oli della regione sono saliti sul podio nazionale con più oli nelle diverse categorie a dimostrazione del primato qualitativo del Lazio che vanta radici antiche.
Sono intervenuti alla cerimonia di premiazione i rappresentanti delle Associazioni di categoria di settore (CIA, Coldiretti, Confagricoltura), il giornalista enogastronomico Antonio Paolini che ha fornito un interessante contributo sulle leve della comunicazione vincente per impostare strategie commerciali di successo, dove la valenza territoriale gioca un ruolo di primo piano.
Hanno preso parte alla premiazione, inoltre, Giancarlo Righini Assessore regionale al Bilancio, programmazione economica, Agricoltura e sovranità alimentare, caccia e pesca, Parchi e Foreste e l’On. Marco Cerreto Capogruppo Commissione Agricoltura Camera dei deputati.
La Camera di Commercio di Roma, con il supporto tecnico delle Aziende Speciali Sviluppo e Territorio e Agro Camera, conferma il proprio impegno a supporto del prodotto locale in occasione di diverse iniziative anche successivamente al Concorso con un’attenzione particolare al mercato nazionale e internazionale.
A tale proposito, ad aprile una delegazione di buyer stranieri sarà accolta in Camera di Commercio allo scopo di organizzare una serie di incontri bilaterali con le imprese del Lazio per agevolare l’incrocio tra domanda e offerta. L’iniziativa è promossa in collaborazione con ICE nell’ambito delle iniziative di promozione dell’Ercole Olivario.
 
Premiati della XXXI edizione
 
EXTRA VERGINE
 
FRUTTATO LEGGERO:
1° Soc. Agr. Colli Etruschi soc. coop. Blera VT Colli Etruschi Io Bio
2° Az. Agr. Casino Re Sonnino LT Casa Rossa
 
FRUTTATO MEDIO:
1° Cantina Sant'Andrea Terracina LT Cantina Sant'Andrea
2° Az. Agr. Riccardo Palombelli Cori LT Itrana
 
Menzione speciale Op Latium: Soc. Coop. Agr. Roma RM Oleum Nostrum
 
FRUTTATO INTENSO:
1° Az. Agr. Cosmo Di Russo Gaeta LT Verdemare
2° Az. Agr. Alfredo Cetrone Sonnino LT Cetrone In
 
Menzione speciale :
Az. Agr. Biologica Paola Orsini Priverno LT Riserva Paola Orsini
Menzione speciale:
Diamante Verde Latina LT Diamante Verde
Menzione speciale:
Frantoio Cioccolini Vignanello VT Monocultivar Caninese

Anch'io mi associo come il professore Mauro Ronco, all'impegno pubblico di verità ribadendo che l’aborto volontario è l’uccisione di un essere umano innocente. Pertanto non può costituire l’oggetto di un diritto di alcuno, né della donna che lo porta in grembo, né di qualsiasi altra persona o dello Stato. (L'Aborto non può essere un diritto...,14.3.24, alleanzacattolica.org)

Non ci si può astenere “dal deplorare pubblicamente l’ingiustizia morale e giuridica della legge che la Repubblica francese ha promulgato l’8 marzo 2024 che proclama essere l’aborto un diritto costituzionale”. Pertanto, non condannare questo atto legislativo equivarrebbe a un’omissione moralmente colpevole. E soprattutto per chi è cristiano, bisogna ascoltare il monito di San Luca: Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona (Lc. 16, 13).

Sembrava che in Occidente dopo la scoperta dell'immane sterminio nazionalsocialista degli ebrei, bollati come senza valore, “si potesse risvegliare il senso di umanità che era stato eroso a partire dai paesi anglosassoni e germanici in un secolo intero di evoluzionismo materialista ed eugenista”. Infatti, Ronco ricorda che negli ambienti culturali tedeschi e anglosassoni, in particolare nelle università, dettavano legge per decenni gli accademici che avevano dichiarato guerra agli inadatti per sradicarli dal mondo. In quegli anni sia le persone di buon senso che la stessa Chiesa cattolica sotto la guida del venerabile Pio XII, avevano dimostrato preoccupazione per la deriva scientistica in corso per decenni nell’Occidente più avanzato. Ma già negli anni 50 del secolo scorso,“il movimento mondiale per l’aborto riprese nuovo vigore. Furono però cambiate le strategie di fondo per introdurre la liberalizzazione nelle legislazioni: si passò dalla strategia autoritaria e pseudo-scientifica a quella liberale e libertaria”. E così siamo giunti al giorno d'oggi, dopo che le varie legislazioni degli Stati hanno legalizzato l'aborto, definendolo eufemisticamente, interruzione della gravidanza, ora la Francia, primo Paese al mondo, lo inserisce nella sua Costituzione.

“In pratica – scrive Marco Invernizzi - l’aborto viene esaltato come un diritto bello e positivo, e pertanto si parla di gioia incontenibile delle femministe, ma in generale di tutte le forze politiche francesi. In effetti, e anche questo merita attenzione, tutti i partiti presenti in Parlamento hanno votato a favore dell’iniziativa, compresa Marine le Pen. I pochissimi voti contrari sono venuti da singoli parlamentari di centro o di destra. E colpisce ancora di più un recente sondaggio secondo il quale l’80% dei francesi sarebbe favorevole. Da oggi in Francia c’è un solo diritto da tutelare, l’autodeterminazione della donna, mentre il bambino concepito è completamente alla sua mercé e di quella dello Stato”. (Francia primogenita del male, 11.3.24, alleanzacattolica.org)

Quello del Parlamento francese, è “un deficit di buon senso”, scrive Massimo Gandolfini, “il furore ideologico ha cancellato la naturale dote di buon senso, che ci deve insegnare ad affrontare una questione così delicata come l'aborto [...]”. (Parigi ora è una minaccia per tutti, 14.3.24, La Verità) La ruspa ideologica, ha spazzato via il diritto alla vita del bambino, come materiale organico indesiderato. “Risuonano sempre più profetiche le parole di Madre Teresa di Calcutta: 'l'aborto è il più grande attentato alla pace”. E la marcia contro la vita di Macron sembra non avere fine ora minaccia di introdurre l'eutanasia, trincerandosi dietro formule ipocrite come “aiuto attivo a morire”. A questo punto,“Manca ora un bell'appello a favore delle droghe e poi il catalogo delle pompe funebri è completo, scrive Francesco Bonazzi su La Verità, non solo, Macron, “dopo aver sistemato vecchi e bambini, ha pensato anche ai giovani del vecchio continente, che vuole mandare a morire al fronte in Ucraina”. Una micidiale tripletta che lasciano muti i sostenitori del presidente francese in Italia.

Un'altra inquietante notizia viene sempre dalla Francia, in questi giorni è apparso un manifesto ufficiale dei Giochi Olimpici, dove è scomparsa la croce sulla cupola degli Invalides. “E’ un altro episodio di cancel culture, la nuova forma di suicidio culturale dell’Occidente. E forse è la stessa ideologia che unisce le donne (e gli uomini) che gioiscono per avere esaltato, portandolo in Costituzione, il diritto di uccidere l’innocente: gioire per essersi liberati dalla croce (falsificando la realtà) nel manifesto olimpico. Un Occidente che corre verso l'abisso. E non appare azzardato il paragone proposto da Invernizzi: “Da una parte la dissoluzione di ogni principio, anzi l’esaltazione dell’omicidio e il progredire della cancel culture in Occidente, dall’altra la violenza della forza militare scatenata dall’ansia imperialistica della Federazione russa contro il popolo libero d’Ucraina”. Non sono due cose diverse, in realtà entrambe sono prospettive di morte e di profonda ingiustizia contro bambini innocenti e popoli liberi. Alla base di entrambe le prospettive c’è l’odio contro la realtà, contro la vita innocente, contro la propria tradizione, contro la libertà di un popolo di affrancarsi dal dispotismo russo.

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