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Il messaggio degli architetti alla città: «fare per cambiare»

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C’è una parola per descrivere la Festa dell’Architetto a Catania: fare. Dietro c’è la voglia, l’impegno, la competenza, gli ideali, gli obiettivi, non solo di chi fa parte della categoria ma della città stessa, dei luoghi che trasudano voglia di rinnovamento tra passato e desiderio di contemporaneità. E c’è una figura che mette d’accordo tutti, il cui “fare” ha segnato l’intera vita, con l’immancabile tagliente ironia, quella dell’arch. Rosario Leone.

 

L’Ordine di Catania – presieduto da Giuseppe Scannella - insieme alla Fondazione – guidata da Paola Pennisi - e al Coga, ieri (24 giugno) ha celebrato il novantunesimo anniversario della ricorrenza nazionale, con una programmazione di eventi, da mattina a sera: l’apertura è stata dedicata al ricordo del compianto arch. Leone, al Collegio dei Gesuiti storica sede dell’Istituto d’arte di cui è stato preside per anni. Proiezioni dei momenti salienti della sua vita, letture attoriali ispirate al suo percorso professionale e personale, il ricordo del figlio Giancarlo, del nipote Giovanni, di Fulvia Caffo visibilmente commossa citando «il grande impegno, il senso del dovere, la passione e la dedizione», di un ex allievo Salvo Campo e del presidente Scannella che, anticipando la notizia di una mostra dedicata a novembre, ha sottolineato «la gratitudine per aver trasmesso a tutti l’amore per la professione: lui meglio di chiunque altro ha messo in pratica il ruolo di mediatore culturale che spetta all’architetto, tra la società e la trasformazione urbana. Questo il messaggio che ereditiamo e che intendiamo trasmettere alla città e alle nuove leve della nostra categoria, come dimostrato da questa grande festa».

 

Dal pomeriggio a sera Largo Paisiello (dove c’è la sede dell’Ordine) si è trasformato in un crocevia di sperimentazione artistica, condivisione, cultura, musica, in una parola: contemporaneità. Quella dei video girati tra centro storico e periferia e proiettati su un grande cubo al centro della piazza; delle creazioni realizzate in estemporanea con materiali di recupero dai giovani del Coga; della mostra itinerante “Comunicare architettura”; dell’aggregazione naturale regalata dalla musica live di Antonio Ferlito trio e Color Indaco e, infine, quella dei cittadini che hanno risposto positivamente al “richiamo” della festa, partecipando numerosa e manifestando ampio consenso per l’iniziativa.

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