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Distrutte targehe di Falcone e Borsellino

La notte di mercoledì sono state distrutte le targhe in ricordo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e degli agenti delle scorte nel giardino a loro dedicato.
Forse sono stati i soliti inutili idioti spinti dal solito stupido vandalismo che troppo spesso colpisce i beni comuni della nostra città.

Forse invece si tratta di un segnale di qualcuno che non sopporta di vedere ricordati uomini e donne assassinati dalle mafie per aver fatto il loro dovere di servitori dello Stato a difesa della legalità e della giustizia.

O forse ci sono altre motivazioni più o meno ignobili che ci sfuggono.

In tutti i casi hanno ottenuto il solo risultato di accendere i riflettori su un angolo della città troppo spesso ignorato e forse anche snobbato a volte dalle istituzioni e tante volte dai cittadini.

Ci risulta che il Sindaco ha disposto il ripristino in tempi brevi delle targhe distrutte. Lo apprezziamo perché, pur trattandosi di un atto dovuto da parte del Comune, non era scontato.

Certo sarebbe utile ed opportuno ripristinare anche l’impianto di illuminazione del giardino e, magari in un prossimo futuro, prevedere una videosorveglianza per un’area evidentemente “sensibile”.

Comunque seguiremo l’opera di risistemazione dell’area per essere certi che il 19 luglio, anniversario della strage di Via D’Amelio, possiamo ricordare degnamente il sacrificio del giudice Paolo Borsellino con gli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina insieme a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo.

Ci auguriamo che i candidati a sindaco non vogliano strumentalizzare questo episodio per portare consensi alla loro parte.

Avranno modo dopo il ballottaggio di dimostrare con i fatti la loro sensibilità ai temi della legalità, della trasparenza e della giustizia.

Infine a tutti quelli che si sono giustamente indignati ed hanno voluto esprimere il proprio sdegno per questo gesto ci permettiamo di rivolgere l’invito di Don Luigi Ciotti: “Diventate cittadini responsabili non cittadini ad intermittenza a seconda delle emozioni e dei momenti. Non limitatevi a constatare ciò che non va, ma mettetevi in gioco per farlo andare. Il problema più grave non è solo chi fa il male ma quanti guardano e lasciano fare”.

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