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Vertice di Ventotene, Renzi spinge per una vera UE

L'Europa dei simboli e di un'identità da ritrovare, l'Europa della crescita e non più dell'austerity, l'Europa di una difesa finalmente comune. Sono diversi, complessi e tutti da ultimare gli strati che compongono il vertice di Ventotene.

 

«L'Europa va rilanciata, non abbiamo tempo da perdere», scrissero il 27 giugno nel documento finale del vertice di Berlino Angela Merkel, François Hollande e Matteo Renzi. L'Unione, appena quattro giorni prima, era stata ferita al cuore dal successo del leave in Gran Bretagna. E i tre leader decisero di rispondere alla prima vera sconfitta dell'unità europea con un piano di rilancio su sicurezza e difesa comuni, crescita economica, politiche a favore dei giovani, controllo dei flussi migratori. Ma soprattutto e questo non venne scritto nel documento si proposero come «avanguardia» di nuova integrazione, rispolverando l'idea di un'Europa a due velocità. Con un gruppo di testa a «forte capacità di aggregazione». In grado, come è stato per la moneta unica e per Schengen, di dare vita a nuove forme di cooperazione rafforzata. Senza diritto di veto per gli Stati non interessati. Ma «con la porta sempre aperta» per chi vorrà aderire in una fase successiva. Il momento di verifica sarà il primo summit a Ventisette (senza Londra) in programma il 16 settembre a Bratislava.

Cosi dopo la traumatica uscita della Gran Bretagna i tre Paesi "forti" dell'Unione europea si consultano in un vertice estivo con l'obiettivo di mettere a punto le contromosse per far uscire la Ue dalla profonda crisi di fiducia che spazza il continente da nord a sud. E cercano ispirazione a Ventotene dove forse possono ritrovare l'energia dei Padri fondatori dell'Unione per uno scatto di reni ormai indispensabile. L'agenda è già di per se ricca e si articola su tre capitoli già abbozzati nel vertice di Berlino del 27 giugno: lavoro e giovani, attraverso una moltiplicazione di fondi e progetti accompagnati da interventi per abbattere la disoccupazione; sicurezza e soprattutto un'accelerazione sull'antico progetto di una Difesa europea; e naturalmente crescita ed investimenti, con il tagliando del piano Juncker. Ma è chiaro che Matteo Renzi, Francois Hollande ed Angela Merkel dovranno partire da molto più indietro, cercando di accantonare, almeno nell'isola Pontina, gli interessi nazionali per riagganciare i cittadini dei 27 Paesi europei al progetto di Altiero Spinelli.

E tra sogno e necessità rientra a tutta forza l'idea di una Difesa congiunta che possa identificare la Ue nel mondo come una potenza militare capace di dare risposte efficaci almeno nello scacchiere mediterraneo. E invertire anni di latitanza europea nelle crisi globali. A confermare che Renzi spingerà per una "Schengen della Difesa" è il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova: "trovo molto positivo che da parte italiana il presidente del Consiglio, sulla base di un documento elaborato dal ministro Gentiloni e dal Ministro Pinotti, metta al centro della discussione la proposta di avviare una Schengen della Difesa, quindi un accordo concreto e percorribile in tempi relativamente rapidi di integrazione di alcune funzioni legate alla difesa comune", ha spiegato oggi. Ma è chiaro che l'informalità del Vertice permetterà discussioni molto franche, assolutamente necessarie per gli assetti prossimi della Ue e lo stato delle relazioni tra Italia, Germania e Francia. Che Roma sia in queste settimane sotto osservazione speciale non è un mistero: l'incrocio tra il passaggio referendario, i dati negativi sulla crescita del Debito e una Finanziaria tutta da costruire portano gli analisti a guardare con attenzione alle prossime mosse del premier. Non a caso, solo per fare un esempio, l'autorevole Times ieri titolava così un pezzo sull'Italia: "Renzi si salva la pelle con un accordo sulla Brexit" con un chiaro riferimento alle richieste italiane di maggiore flessibilità. Secondo il giornale conservatore britannico il premier italiano sarebbe pronto ad un accordo con la cancelliera tedesca Angela Merkel, favorevole alla linea soft nei confronti dell'uscita britannica dall'Ue, in cambio di concessioni sull'austerità chiesta da Bruxelles all'Italia. Solo speculazioni da oltremanica, probabilmente. Di certo i tre leader non potranno evitare un passaggio riservato su quale sarà la quota di austerità dell'Europa 2017 e un confronto operativo sulla crisi siriana e libica, con tutte le implicazioni che hanno sui flussi migratori.

 Aeroporto di Capodichino, la tomba di Altiero Spinelli a Ventotene, la portaerei Garibaldi, utilizzata 'flag ship' dell'operazione UE e 'Sophia'contro gli scafisti: saranno queste, secondo il programma diffuso dal governo nei giorni scorsi, le tre tappe 'geografiche' del trilaterale del 22 agosto tra il premier Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. Il capo del governo italiano accoglierà Angela Merkel e Francois Hollande, all'aeroporto di Capodichino a Napoli. L'accoglienza con gli onori militari è prevista rispettivamente alle ore 15.50 e 16.00, circa. Renzi, Hollande e Merkel, a bordo di un elicottero faranno quindi visita a Ventotene e, in particolare, renderanno omaggio alla tomba di uno dei 'padri' dell'Europa unita, Altero Spinelli, confinato dal regime fascista sull'isola pontina. Renzi, Merkel e Hollande terranno poi alle ore 18.00 una conferenza stampa sulla Nave Garibaldi della Marina Militare, dove i giornalisti accreditati all'evento saranno imbarcati dal porto di Napoli la mattina di lunedì.

Cosi e' il giorno del vertice di Ventotene: Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande si incontreranno nel pomeriggio per porre le basi per il rilancio dell'Europa post-Brexit. Tre i dossier principali già avviati nel precedente incontro a Berlino: sicurezza e difesa, crescita e investimenti, giovani. Ma i tre leader discuteranno anche dei temi 'caldi' dell'estate: le relazioni Ue-Turchia, il rapporto tra migranti e terrorismo, il fronte libico, la guerra in Siria e, presumibilmente, anche la partita per un piano che, anche attraverso la concessione di flessibilità sul bilancio, determini un'uscita netta dall'era dell'austerity. Renzi in occasione del vertice ricorda che 'è facile buttare addosso all'Europa tutte le colpe, le colpe di tutto. Più difficile è cercare di costruire un'Europa diversa, più attenta ai valori e meno alla grande finanza. Noi ci stiamo provando, con tutta l'energia di cui disponiamo'.

Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande si rivedranno, dopo il trilaterale post-Brexit del 27 giugno, nell'isola simbolo dell'Europa unita con il chiaro obiettivo di portare un'Ue fiaccata su più fronti fuori dallo status quo e provando così ad impostare quel rilancio che sarà al centro del vertice a 27 di settembre a Bratislava Per Renzi, Merkel e Hollande la posta in gioco è altissima, sia a livello europeo sia a livello nazionale: il premier italiano si avvia ad una nuova partita con Bruxelles sui margini di flessibilità sul deficit/Pil; Hollande punta al raddoppio del piano Juncker sugli investimenti e a rilanciarsi in tempo per le elezioni del 2017; Merkel deve far fronte alle esigenze dei Paesi membri dell'Est e alle spinte populiste interne che la insidiano in vista del turno elettorale del prossimo anno. E poi ci sono i temi comuni, quelli già messi sul tavolo nelle frenetiche ore post-Brexit: sicurezza e difesa, crescita e investimenti, lavoro e giovani. Saranno questi i tre binari sui quali navigherà un vertice che non potrà non toccare le emergenze dell'estate: il rapporto tra migrazione e terrorismo, il fronte libico e quello siriano.

Gli italiani devono essere orgogliosi che in un luogo simbolo di un grande ideale dell'Europa, Merkel e Hollande verranno per rilanciare dal basso l'Unione europea", sottolinea Renzi parlando in serata ai Caffè della Versiliana e rimarcando come, a partire dalla questione dei migranti, l'Europa "abbia tanto bisogno dei valori dell'Italia". Per il premier, che oggi può contare sul rinnovato ruolo chiave dato all'Italia in campo europeo, gli obiettivi sono diversi. "Bisogna far ripartire gli investimenti, la parola austerity in Europa ha creato solo danni", è la netta posizione di Renzi. Una posizione che il premier ribadirà soprattutto alla Bundeskanzlerin - che rivedrà nel bilaterale del 31 agosto - per puntare a ottenere, per il 2017, quella flessibilità sul bilancio che vede proprio Berlino tra le cancellerie più scettiche. E Renzi, allo stesso tempo, chiamerà i suoi interlocutori ad un'accelerazione sul Migration Compact.

"Il problema dei migranti è europeo, non italiano", scandisce il premier mentre il sottosegretario Sandro Gozi spiega: "prima l'Europa sui migranti era muta, ora si tratta di attuare, con coraggio quello che ha detto". A Ventotene Renzi potrebbe anche avanzare la proposta di un piano straordinario della cultura, svincolato dal patto di stabilità e legato al piano Juncker, che porti a recuperare e valorizzare i luoghi simbolo dell'Ue. Un'iniziativa che - rimarca il ministro della Cultura Dario Franceschini - "colmerebbe un vuoto di anni nelle politiche europee". E se la partita per un ministro europeo delle Finanze (che vede Italia e Francia in un convinto sostegno) appare difficile e di lungo periodo, passi avanti si potrebbero registrare sulla cosiddetta 'Schengen della Difesa': con primi esperimenti di battaglioni comuni, una più stretta collaborazione tra le intelligence, la cessione - che ha avuto già l'ok di Strasburgo - di maggiori poteri all'Europol. La carne al fuoco, insomma, è tanta, per un vertice complesso nella sua stessa organizzazione, che vedrà Renzi accogliere Merkel e Hollande a Capodichino alle ore 16, volare con loro in elicottero a Ventotene per omaggiare la tomba di Altiero Spinelli e recarsi quindi sulla nave Garibaldi, flagship dell'operazione Ue 'Sophia'. Lì terranno una conferenza stampa davanti ai circa 300 giornalisti italiani e stranieri accreditati, prima di intrattenersi a cena. Attorno a loro, quel Mediterraneo che l'Italia vuole parte integrante dell'agenda e della rinnovata visione europea.

Intanto nell'Ottocento vi soffrirono i padri del Risorgimento, negli anni bui del fascismo le sue celle opprimenti, progettate per 'dominare le menti dei detenuti', ospitarono uomini che hanno fatto l'Italia di oggi e l'Europa, da Altiero Spinelli a Sandro Pertini, da Umberto Terracini a Mauro Scoccimarro. In abbandono dagli anni '60 del Novecento, il maestoso carcere borbonico di Santo Stefano costruito nel 1797 sulla minuscola omonima isola davanti a Ventotene, quasi un'Alcatraz italiana, ha tutti i titoli per inserirsi fra i simboli della cultura e dell'identità europea da recuperare, di fatto un po' un'icona della proposta che Renzi si prepara a fare oggi ai colleghi Hollande e Merkel. In questo caso il progetto di recupero c'è già, ampiamente annunciato dal governo lo scorso gennaio, proprio da Ventotene, e finanziato a maggio con 70 milioni del Cipe. Ma l'incontro "altamente simbolico" di domani, fa notare oggi il ministro della cultura Franceschini, "ci rafforza anche nel percorso di recupero dell'ex carcere". Perché se i lavori sono già comunque decisi e dotati della necessaria copertura finanziaria, il coinvolgimento dell'Europa darebbe certo una marcia in più all'iniziativa italiana, che prevede la messa in sicurezza e la trasformazione in museo del penitenziario e la creazione di un approdo e di un eliporto per rendere raggiungibile l'isoletta, ma anche la riconversione degli spazi accessori in locali che possano ospitare incontri e convegni, nonché una scuola 'di Alti Pensieri' da aprire ai giovani della futura classe dirigente europea. Il cantiere è partito e la messa in sicurezza della grandiosa struttura ormai assediata da erbacce e tetti pericolanti, finanziata con 446 mila euro di fondi Mibact, sarà completata entro la fine di settembre (ad agosto le necessità turistiche dell'isola pontina hanno reso necessario uno stop perché non si potevano usare le banchine del porto per lo stoccaggio dei materiali edili). L'avvio vero e proprio dei lavori di restauro è invece previsto per l'inizio del 2017.

 

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