Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 17 Maggio 2024

Al Salone del libro Loren…

Mag 15, 2024 Hits:288 Crotone

L'Istituto Ciliberto-Luci…

Mag 14, 2024 Hits:139 Crotone

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:433 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:467 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:682 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1091 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1086 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1457 Crotone

Attesa per il maxi-emendamento del Governo sulle Unioni civili

Attesa per il maxi-emendamento del governo sulle Unioni civili che dovrebbe arrivare in Aula del Senato in serata subito dopo il voto di fiducia al Dl Mille proroghe.

Il maxiemendamento è ancora in lavorazione ed Ncd alza la posta con il ministro Beatrice Lorenzin.  "Lo stralcio della stepchild adoption - spiega - non è sufficiente. In questi momenti il Pd e il mio partito stanno lavorando per cercare di costruire questo emendamento in modo tale che non ci siano quelle equiparazioni al matrimonio che noi riteniamo incostituzionali".

Matteo Renzi, dunque, va dritto per la strada annunciata che prevede lo stralcio della stepchild adoption. Mentre la Consulta boccia un ricorso sulla richiesta di due madri sposate negli Usa dove hanno avuto il riconoscimento dell'adozione dei reciproci figli, chiesta anche in Italia

Lo schema lanciato da Renzi, con possibile ricorso alla fiducia su un maxi-emendamento presentato dal governo che elimina la stepchild adoption, parte dalla compattezza dei 111 voti del Pd, a cui si aggiungerebbero 32 di Ncd, 20 delle Autonomie, 19 di Ala. Avendo stralciato la stepchild si potrebbero aggiungere le tre senatrici di Fare!, appartenenti al gruppo Misto. Tra i 182 e i 185 sì, che taglierebbero la testa al toro anche in caso di mal di pancia di qualche singolo senatore della sinistra Pd. L'impostazione suggerita oggi dal ministro Alfano, rinunciando alla fiducia e allargando a Fi, avrebbe il vantaggio di allargare la base parlamentare della legge.

Questo schema però è più rischioso dal punto di vista della procedura parlamentare. Infatti la fiducia posta su un maxi-emendamento eliminerebbe la possibilità di praticare l'ostruzionismo da parte della Lega, che si oppone alla legge sulle unioni civili in quanto tale. Senza la fiducia il regolamento prevede la possibilità di presentare sub-emendamenti al maxi-emendamento

Numeri a geometria variabile in Senato sulle unioni civili, a seconda dello schema politico che verrà scelto: infatti oltre ad un accordo Pd-M5s-Sel sfumato nei giorni scorsi, e a quello interno alla maggioranza di governo lanciato domenica da Renzi, si ipotizza anche un allargamento della base del consenso a Fi, eliminando la stepchild adoption. Sul primo schema, cioè portare avanti il ddl Cirinnà comprese le stepchild adoption su cui si voterà a scrutinio segreto insistono la minoranza Pd, M5s e Sel

Ai 111 voti del Pd (il presidente Grasso non vota), occorrerebbe toglierne circa 30 sull'articolo 5 dei cattodem e di alcuni senatori di sinistra e senatrici femministe. Ai restanti 82 del Pd andrebbero aggiunti 30 (su 35) di M5s e 20 su 26 del gruppo misto (Sel e gli ex M5s).

A questi voti di sinistra si aggiungerebbero 17 su 19 di Ala, e 5 del gruppo delle Autonomie. In tutto 153 con la possibile aggiunta di qualcuno dei senatori a vita (Elena Cattaneo, Carlo Rubbia, Renzo Piano). Contrari Ncd (32), Conservatori (10), Fi (40), Gal (15), Lega (12), 5 di M5s, 30 del Pd, 6 del gruppo Misto e 12-15 delle Autonomie. Sulla carta 162 "no". Però va osservato che i cattodem si erano impegnati a votare comunque la legge qualora l'Aula avesse dato il via libera alla stepchild adoption. I dubbi in casa Pd riguardano l'affidabilità del sì di M5s.

In principio furono i Pacs, poi i Dico, i Cus, i Didorè. Sono innumerevoli le volte nelle quali la politica ha tentato senza successo di regolamentare le convivenze di fatto tra coppie eterosessuali e omosessuali.

Era il lontano 2002 quando i Ds misero tra i propri punti programmatici i PACS, patti civili di solidarietà tra coppie di conviventi. Tra i diritti previsti quello alla reversibilità della pensione, il subentro dell'affitto, i giorni di congedo dal lavoro in caso di incidenti gravi del compagno. La proposta di legge presentata in Parlamento non arrivò ad essere discussa prima della caduta del governo Berlusconi e fu riprsentata nel programma dell'Unione che vinse le elezioni del 2006 ma con una maggioranza in Senato quantomai stretta e variegata.

L'8 febbraio del 2007 il Consiglio dei ministri varò un disegno di legge a firma dei ministri Rosy Bindi e Barbara Pollastrini che proponeva i DICO, i diritti e doveri dei conviventi che vedevano riconosciuti, alle coppie omosessuali e non, diritti a partire dalla successione fino all'assistenza per le malattie ma anche doveri come quello degli alimenti. L'iter legislativo si è interruppe di fatto con la caduta del governo Prodi. Nel frattempo erano stati trasformati in CUS Contratti di unione solidale su proposta dell'allora presidente della commissione Giustizia del Senato Cesare Salvi.

Ma anche il centrodestra tentò di emenare una legge in questo campo. Nel settembre 2008 gli allora ministri della Funzione Pubblica, Renato Brunetta e dell'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, proposero i DIDORE', diritti e doveri di reciprocità dei conviventi. La proposta di legge, sottoscritta da 80 deputati Pdl si fermò, però, in commissione.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI