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Terremoto nei palazzi della politica ateniese

Terremoto nei palazzi della politica ateniere. Ben 109 membri del comitato centrale di Syriza su 201 si sono detti contro l’accordo. A questi Tsipras ha replicato sfidandoli a mettere sul piatto nuove proposte: "Se qualcuno ha una soluzione alternativa, me la dica". Anche all'interno del governo, però, il premier è rimasto sempre più solo. L'accordo ha, infatti, dato il via a una serie di preoccupanti dimissioni. Dopo Varoufakis, che ha lasciato subito dopo la vittoria del "no" al referendum, la Valavani ha deciso di sbattere la porta in faccia al premier. A stretto giro sono arrivate anche le dimissioni del segretario generale del ministero delle Finanze, Manos Manousakis. Nello sbattere la porta e andarsene dal governo, il viceministro ha scritto una lettera di fuoco contro Tsipras: "Lintenzione (del governo di Berlino, ndr) è che l’attuale governo approvi le nuove misure di austerità, solo per cadere in un secondo tempo e essere sostituito da un governo di volenterosi".

Un voto per salvare memorandum e faccia. Anche se un attimo dopo si dovrà avere una nuova maggioranza e un esecutivo con tutti dentro, da sempre avversato dal premier che intanto, quella faccia, la sta perdendo anche in casa. La schizofrenia politica si è, di fatto, impadronita dello scenario partitico greco con una questione che, da economica, si è tramutata in politica. Oggi i trecento deputati greci dovranno votare il piano propedeutico al maxi prestito da 86 miliardi: e se da un lato Tsipras perderà i voti dei 35 integralisti di Syriza, spaccando di fatto il suo movimento che conta 149 deputati, avrà invece il sostegno di centristi, socialisti e conservatori (107 voti) con cui, un attimo dopo, dovrà fare il rimpasto (servono 151 sì). Quelle stesse forze politiche che aveva combattuto dall'inizio della crisi a oggi e che considerava principali responsabili del debito e dell'abbraccio mortale con la Troika.

il governo aveva portato in Aula il primo progetto di riforme contenente le «misure urgenti per la negoziazione e la conclusione di un accordo con l'Esm». Una manovra da 3,175 miliardi tra nuove tasse e risparmi che ha avuto come primo riverbero lo sciopero dei sindacati di Aedy, oggi in piazza per 24 ore con i farmacisti, con musi lunghissimi della base di Syriza. Ieri a Syntagma persino una bandiera bruciata da un attivista di lungo corso. Perplessità sul voto si ritrovano anche nel merito del piano, che ritorna in discussione a tarda sera nei capannelli alla Camera dove la presidente Kostantopoulou potrebbe dimettersi. Ci pensa il viceministro delle finanze Stathakis, in un'intervista a Bloomberg tv , a precisare che nel Paese non cvi sono attivi patrimoniali da privatizzare per i 50 miliardi previsti dall'accordo. Per cui il fondo avrà una funzione di «garanzia», ma «non credo che procederemo con vere privatizzazioni di questi asset». Altro caos, con il Paese che mestamente si avvia a un voto a metà strada tra Ue e baratro, e la pattuglia di Alba dorata a festeggiare per sondaggi che li darebbero in doppia cifra.

«Quarant'anni fa - dice amaramente un deputato ancora incerto sul voto - qui c'era Onassis che regalava sigari a Winston Churchill sul suo panfilo Cristina. Oggi invece siamo noi a regalare il Paese all'invasore tedesco».

Tsipras per difendersi sceglie la tv di stato Ert appena riaperta: «Il modo in cui è stato visto il referendum non onora l'Europa - dice -. Non taglieremo gli stipendi e nemmeno le pensioni, non è normale aumentare l'Iva in Grecia per esempio sul cibo e nei ristoranti ma è preferibile al taglio di stipendi e pensioni». Poi lancia l'allarme: le banche potrebbero restare chiuse ancora per un mese. «La riapertura delle banche dipende dall'approvazione dell'accordo che avverrà in un mese» spiega, auspicando che nel frattempo la Bce conceda liquidità. E ancora: «Non ho intenzione di scappare, è mia intenzione far capire al popolo che non ho intenzione lasciare il paese nella catastrofe. Ho incontrato Russia, Usa e Cina, ma nessuno mi ha detto che ci avrebbero aiutati se fossimo tornati alla dracma. Varoufakis? Ha commesso evidenti errori durante il negoziato».

Già, Varoufakis. La giornata era iniziata con le bordate dell'ex ministro per nulla attratto dall'ipotesi di trascorrere l'estate ospite di laute conferenze. Dal suo blog ecco il secondo attacco al piano e al suo ex premier, paragonando il recente summit europeo al colpo di Stato dei Colonnelli nel 1967. E il suo defenestramento dal governo è figlio di una mancanza di coraggio da parte di Tsipras che, è la vulgata in voga nel partito, «oggi stringe un accordo con gli amici della Troika».

"È un momento assai traumatico per tutti". Tonia Tsitsovits, membro del comitato centrale del partito Syriza, affida al Quotidiano nazionale tutta la frustrazione nei confronti di un premier che ha disatteso le aspettative dei greci: "C’è chi ha pianto, perché ci aspettavamo altre cose.

Quello che ha detto in parlamento Tsipras venerdì scorso, era sì un boccone molto amaro, ma lo avrei accettato come compromesso per andare avanti. L’intesa raggiunta lunedì mattina con l’Europa, però, è molto più pesante". Non è l'unica ad aver perso la fiducia in Alexis Tsipras. Mentre da Bruxelles fanno sapere che non ci sono "obiezioni significative al pacchetto di riforme" che dovrà votare il parlamento greco, Tsipras perde per strada anche il viceministro delle Finanze, l’economista Nadia Valavani, che nella lettera di dimissioni ha spiegato di non poter sostenere le dure misure imposte dai creditori a Bruxelles.L'accordo sulla Grecia è un "nuovo trattato di Versailles", ha detto l'ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis intervenendo in Parlamento durante il dibattito sul primo pacchetto di riforme presentato dal governo Tsipras.

In Parlamento ad Atene il dibattito sul piano di riforme urgenti, è corsa contro il tempo. Si dimette la vice ministro delle Finanze Valavani: 'L'accordo è insostenibile'. 

Il vicepresidente della Commissione Ue avverte della presenza di nodi politici sul prestito ponte.  "La Grecia - ha messo in chiaro il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker - ha già ricevuto più finanziamenti internazionali di quanti ne ha avuti tutta l’Europa dal piano Marshall dopo la Seconda guerra mondiale". La Commissione Ue ha proposto l’uso del meccanismo di stabilità finanziario europeo (Efsm) per fornire alla Grecia un prestito ponte da 7 miliardi per far fronte alle esigenze finanziarie immediate a seguito dell’approvaione di alcune riforme. Il finanziamento dovrà essere rimborsato entro tre mesi al massimo attraverso i nuovi finanziamenti che la Grecia riceverà dal fondo europeo salvastati Esm dopo aver concluso l’accordo su un nuovo programma di aiuti. L’Efsm è finanziato attraverso fondi reperiti dalla Commissione Ue sul mercato usando come garanzia il bilancio Ue. Il cammino, però, è tutto in salita. "Alcuni Paesi - ha commentato, allarmato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis - hanno serie preoccupazioni in merito e dobbiamo superare delle difficoltà politiche". L'uso dei fondi dovrà, tuttavia, essere approvata dai 28 paesi dell’Ue e non solo dai 19 dell’Eurozona. "Terremo conto delle preoccupazioni dei paesi non euro - ha assicurato Dombrovskis - lavoriamo per tutelarli".

La Commissione Ue ha deciso di proporre l'uso del fondo Efsm per un programma di breve periodo (prestito ponte) in favore della Grecia da 7 miliardi ma alcuni Paesi hanno serie preoccupazioni in merito e dobbiamo superare delle "difficoltà politiche

Siamo a conoscenza di serie preoccupazioni da parte di alcuni Paesi non membri dell'Eurozona e stiamo per questo lavorando a soluzioni che proteggano questi Paesi non membri della zona euro da qualsiasi eventuale conseguenza finanziaria negativa", ha spiegato il commissario Ue. Alcune capitali, ha spiegato, "hanno serie preoccupazioni e dobbiamo per questo affrontare anche queste difficoltà politiche".

Intanto al Parlamento ad Atene il dibattito sul primo piano di riforme urgenti. Si tratta del provvedimento che, secondo quanto richiesto dall'eurosummit, conclusosi con l'accordo in extremis lunedì mattina, deve essere approvato entro la mezzanotte di oggi per far partire il negoziato il terzo piano di aiuti richiesto dalla Grecia al fondo Esm.

Il vice ministro greco delle Finanze Nantia Valavani ha annunciato oggi le sue dimissioni con una lettera al primo ministro Alexis Tsipras nella quale esprime dubbi sul nuovo accordo raggiunto tra Atene e i creditori internazionali della Grecia sostenendo che con esso la Germania intende "umiliare completamente il governo e il paese". Nella sua missiva Valavani sottolinea che l'intenzione (del governo di Berlino) è che l'attuale governo approvi le nuove misure di austerità, solo per cadere in un secondo tempo e essere sostituito da un governo di "volenterosi". Inoltre, Valavani afferma che la "capitolazione" concordata dal governo greco non consente alcuna prospettiva per una ripresa e che "questa soluzione particolare, che viene eseguita in modo così deprimente, non è una soluzione sostenibile". Il ministro uscente conclude la sua lettera ringraziando il premier Alexis Tsipras per l'opportunità offertale ed esprimendo la speranza che "la lotta" proseguirà.

In una lettera riportata dal sito iEfimerida.gr, indirizzata al premier Alexis Tispras ed al ministro dell'Economia Giorgos Stathakis, il responsabile afferma che "la politica del governo espressa nel disegno di legge 'Disposizioni urgenti per il negoziato e la conclusione di un accordo con l'Esm' rende impossibile la mia permanenza in questa posizione".

Ben 109 membri del comitato centrale di Syriza su 201, riporta Kathimerini online, si sono detti contro l'accordo stipulato dal premier Alexis Tsipras con l'eurozona.

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