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Primo giorno di lavoro per Virginia Raggi

Primo giorno di lavoro per Virginia Raggi dopo la festa a cinque stelle di ieri con Beppe Grillo. La neo sindaco di Roma lavora agli ultimi nomi della sua giunta. Intanto, in mattinata, colazione con selfie al bar sottocasa.

Domani la proclamazione a sindaco di Roma, giovedì molto probabilmente il passaggio di consegne in Campidoglio con il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. Secondo quanto si apprende da Palazzo Senatorio, domani la pentastellata sarà proclamata sindaco e riceverà ufficialmente dall'ufficio centrale elettorale l'incarico di primo cittadino. Giovedì 23 giugno con ogni probabilità sarà il suo primo giorno in Campidoglio con il passaggio di consegne con l'attuale 'inquilino' Tronca.

l’augurio di tutti che hanno votato come Sindaco Virginia Raggi, che si è autodefinita «sindaco di tutti» come del resto dovrebbe essere per ogni sindaco legittimato dal voto popolare, è che il suo mandato abbia successo nell’interesse dei romani, ma per non essere un pregiudizio, non potrà che arrivare fra qualche tempo. Quando si vedranno i primi atti e i primi effetti di questo nuovo corso politico-amministrativo. A un’investitura forte deve corrispondere una risposta altrettanto forte.

Intanto arresti e perquisizioni per dipendenti del Comune di Roma e imprenditori coinvolti in una vicenda di corruzione. Una inchiesta della Procura su un giro di mazzette, che non ha alcun legame con la maxinchiesta su Mafia Capitale, e che riguarda la gestione di alcuni campi nomadi della Capitale. Il giro di tangenti riguarda funzionari del dipartimento politiche sociali e salute del Comune e risale al periodo compreso tra la fine del 2013 e il marzo del 2014.

Mazzette, biglietti per il teatro, un collier e anche l'acquisto di un escavatore. Così i funzionari del comune di Roma arrestati oggi venivano corrotti dagli imprenditori delle Coop che puntavano ad ottenere appalti per la bonifica di alcuni campi nomadi tra cui quello di Castel Romano e quello di via Candoni. In base a quanto hanno accertato dai pm della Procura di Roma e dai carabinieri della compagnia Eur gli appalti venivano affidati senza gara e spesso i lavori all'interno dei campi non venivano neanche effettuati. Gli imprenditori ottenevano il via libera dopo aver presentato richiesta con firme false e riuscivano ad ottenere dai funzionari capitolini anche la retrodatazione su alcuni documenti. Tra le varie utilità ottenute dai dirigenti anche l'assunzione di una figlia presso una delle cooperative o la pubblicità gratuita per lo studio dentistico di una parente di una indagata.

«Un'altra inchiesta sui campi rom, tra arresti e tangenti. Il mio grazie alla Procura e alle forze dell'ordine. Ora #voltiamopagina». Così su Twitter il nuovo sindaco di Roma Virginia Raggi sugli arresti di stamani nella capitale.

A Roma Raggi è sindaco con il doppio dei voti di Roberto Giachetti "Il Pd di 'mafia capitale' è all'origine della sconfitta", sostiene Matteo Orfini. A Torino Appendino strappa a Piero Fassino, staccandolo di nove punti, il governo di una città di centrosinistra da oltre venti anni. A Napoli, dove il Pd è fuori dal ballottaggio, l'arancione Luigi De Magistris festeggia una riconferma "contro i poteri e gli apparati", doppiando lo sfidante di centrodestra Gianni Lettieri. A Trieste il centrodestra guidato da Roberto Dipiazza strappa il municipio al sindaco Pd uscente Roberto Cosolini. Sconfitte pesanti per il partito di Renzi, che quasi offuscano le vittorie. Da Milano, dove Beppe Sala vince staccando di misura Stefano Parisi (51,7% a 48,3%), a Bologna, dove Virginio Merola (54,6%) si riconferma contro Lucia Borgonzoni (45,3%). L'esultanza dei Cinque stelle a Roma e Torino fa esplodere le tensioni latenti nel Pd: la minoranza questa volta non fa sconti. E' una "sconfitta severa che merita risposte chiare", dice Gianni Cuperlo. E mentre Pierluigi Bersani non nasconde l'amarezza, Roberto Speranza afferma che è finito il tempo "dell'arroganza: serve un cambio di rotta nelle politiche del governo e nella gestione del partito". Sotto accusa, il doppio incarico del premier: "Renzi si dimetta da segretario", arriva a chiedere Davide Zoggia. La sinistra chiede al Nazareno di abbandonare Verdini e sposare lo "schema Milano": centrosinistra unito. E invoca a gran voce modifiche all'Italicum. Cambiare la legge elettorale "non è all'ordine del giorno", taglia corto Renzi.

"Una vittoria molto netta e indiscutibile dei Cinque stelle". Matteo Renzi non prova a "coprire" la fotografia: Virginia Raggi e Chiara Appendino sono sindaci di Roma e Torino, dopo aver strappato le due città al Pd. E così nel pomeriggio il premier riconosce: dal voto dei ballottaggi, sia pure a valenza "locale", emerge il successo M5s come "elemento nazionale molto forte". Non solo. "Non è un voto di protesta ma di cambiamento", afferma il premier. E per una volta Beppe Grillo è assolutamente d'accordo: "Non è una protesta, è un cambiamento", dice raggiante il fondatore del Movimento. E aggiunge: "Ora voliamo verso il governo". All'indomani del voto, il Pd avvia quella che Renzi annuncia come una "riflessione" e una discussione interna "vera, franca e sincera".

Poco lontano da Palazzo Chigi, in Campidoglio, i Cinque stelle festeggiano: "Cambia tutto, ora tocca a noi", promette Raggi. E Appendino a Torino annuncia un rovesciamento di linea, dal no alla Tav ai vertici delle partecipate. "Da una parte i partiti tutti insieme e di qua noi, da soli. Ora l'obiettivo è cambiare quota e puntare alla guida dell'Italia", pensa in grande Grillo. Mentre Luigi Di Maio invia messaggi rassicuranti ai governi stranieri: "Venite a conoscerci".

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