Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Sabato, 18 Maggio 2024

Al Salone del libro Loren…

Mag 15, 2024 Hits:530 Crotone

L'Istituto Ciliberto-Luci…

Mag 14, 2024 Hits:162 Crotone

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:456 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:488 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:704 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1107 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1099 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1472 Crotone

 

Roma, 5 febbraio 2024 – Ore e ore trascorse su internet, sempre con il cellulare in mano. Quando video o giochi diventano ossessione, c’è da preoccuparsi. Tanto più se riguarda i nostri figli. Sempre più spesso, infatti, si sente parlare di Internet Gaming disorder  ovvero una dipendenza patologica da internet che siano giochi, video o social network, tanto che nel 2019, nel corso della 72a World Health Assembly tenutasi a Ginevra per aggiornare l’undicesima versione dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-11), l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito ufficialmente il Gaming Disorder – GD all’interno della sezione inerente ai disturbi del comportamento relativi alle dipendenze.

 In occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete (Safer Internet Day), 6 febbraio 2024, istituita e promossa dalla Commissione Europea, la SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sottolinea l’importanza dell’uso consapevole di Internet da parte di bambini e adolescenti e del ruolo attivo e responsabile dei genitori.

 Secondo i dati di un recente studio sulle “Dipendenze comportamentali nella Generazione Z”, realizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, emerge che nella popolazione scolastica tra 11 e 17 anni il rischio di disturbo da uso di videogiochi vede coinvolto ben il 12% degli studenti (circa 480.000 studenti italiani). Il genere maschile è più colpito, con il 18% negli studenti delle secondarie di primo grado e il 13,8% negli studenti delle superiori; contro il 10,8% nelle scuole medie e il 5,5% nelle scuole superiori per le femmine.

Rispetto all’età, la percentuale di rischio maggiore si rileva nelle scuole medie con il 14,3% dei ragazzi a rischio, mentre il dato scende al 10,2% alle superiori.

 Nell'era digitale in cui viviamo i videogiochi sono diventati una forma di intrattenimento sempre più diffusa, sia per i bambini e i ragazzi, che per gli adulti.

“E’ importante non demonizzarli – sottolinea la Prof.ssa Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia - poiché i videogiochi possono anche offrire opportunità uniche per l'apprendimento e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, per favorire le abilità cognitive e sociali, offrendo occasioni di divertimento e la possibilità di creare scenari ricchi di fantasia. Allo stesso tempo è necessario essere consapevoli che un uso eccessivo o inappropriato dei videogiochi può avere un impatto negativo sulla salute mentale e sul benessere dei ragazzi, specialmente dei più piccoli. Per tale motivo, i genitori e gli adulti di riferimento hanno un ruolo cruciale nel garantire che i bambini e gli adolescenti mantengano un equilibrio sano tra gioco e altre attività importanti, come lo studio, l'interazione sociale e l'esercizio fisico”.

 Le famiglie possono aiutare a identificare giochi appropriati in base all'età e a promuovere un utilizzo mirato per scopi educativi. Inoltre, il videogioco può incoraggiare l'interazione tra genitori e figli, consentendo di trasformare l'esperienza videoludica in un momento di apprendimento condiviso e di dialogo aperto.

 Peggioramento nello studio e isolamento sociale possono rappresentare campanelli d’allarme per un genitore: Allo stato attuale - interviene il Dottor Stefano Berloffa, Neuropsichiatria Infantile, IRCCS Stella Maris Calambrone Pisa- l’Internet Gaming Disorder è oggetto di discussione da parte di clinici e ricercatori in quanto le evidenze scientifiche mostrano come la dipendenza da videogiochi si possa presentare in associazione a diversi disturbi psichiatrici. Numerosi studi hanno evidenziato come l’utilizzo eccessivo di videogiochi in adolescenti o pre adolescenti, possa avere un impatto negativo soprattutto determinando disimpegno cognitivo con peggiori risultati scolastici e, più in generale, nel funzionamento sociale”.

 Quando si parla di Internet e videogiochi è difficile individuare un approccio giusto o sbagliato in termini assoluti, è necessario saper valutare i differenti aspetti che entrano in gioco, le diverse età, e l’impatto dei diversi contesti in cui bambini e soprattutto ragazzi si trovano ad avere a che fare con la tecnologia nelle loro giornate. Le regole devono poter essere condivise e chiare, ma allo stesso tempo flessibili per rimodularsi progressivamente con la crescita, per questo i genitori e gli adulti di riferimento svolgono un ruolo cruciale.

  “In questo scenario – precisa la Dott.ssa Antonella Costantino, Past President SINPIA e Direttore UONPIA Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milanola costruzione di un accordo condiviso  con i figli sul tempo che si può trascorrere con i videogiochi e sugli schermi o l’evitarne l'uso durante i pasti (anche da parte dei genitori stessi) è solo una parte, così come evitare l’uso nell’ora prima di dormire, perché l'esposizione alla luce blu emessa dagli schermi dei dispositivi può influenzare negativamente il riposo notturno, sopprimendo la produzione di melatonina. Ancora più importante è imparare insieme, adulti e ragazzi, ad “addomesticare gli schermi” (Marangi 2023) per usarli in modo positivo, che vuol dire essere più consapevoli di come funzionano e conoscere meglio gli usi possibili e i loro aspetti positivi, oltre che negativi”.

La SINPIA è un’Associazione Scientifica che ha per scopo la tutela della salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza, lo sviluppo della ricerca e della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie neurologiche, neuropsicologiche e/o psichiatriche dell’infanzia e dell’adolescenza (da 0 a 18 anni) e di tutti i disordini dello sviluppo del bambino nelle sue varie linee di espressione (motoria, comunicativo-linguistica, cognitiva, affettiva e relazionale).

Venerdì 02 Febbraio 2024, l'Istituto Per la Famiglia Nazionale ODV ha celebrato la conclusione positiva del Progetto N.O.A. (Never you Own Alone-Mai più solo), finanziato dalla Regione Calabria con risorse statali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con l’evento di sensibilizzazione e formazione al volontariato “A scuola di solidarietà: Educazione alla cittadinanza attiva per i giovani delle scuole Calabresi” rivolto agli studenti dell'Istituto Tecnico Statale Economico Raffaele Piria - Ferraris/da Empoli.

 Il seminario formativo ha visto la partecipazione del Presidente Emmanuela Perri, dell’avv. Maurizio Fiorenza (nonché comandante della pattuglia nazionale di Protezione Civile LIONS dell’I.P.F.), della Dott.ssa Zsuzsanna Turtsanyi (Assistente Sociale) e del Dott. Filippo Ripepi (Psicologo) che hanno approfondito, attraverso la partecipazione attiva degli studenti, temi di rilevanza sociale tra cui il mondo del volontariato e le caratteristiche del terzo settore, la cittadinanza attiva, la protezione civile, e l'importante ruolo svolto dall'unità di strada e dai suoi operatori. Inoltre, si è parlato del progetto N.O.A. e di tutte quelle che sono le attività giornaliere che l’Istituto Per la Famiglia ODV porta avanti attraverso i suoi volontari.

Si ringrazia il dirigente scolastico avv. Anna Rita Galletta e la Prof.ssa Patrizia Praticò per l'opportunità preziosa che è stata concessa di poter condividere con i giovani il valore e l'importanza del volontariato. La sinergia e collaborazione tra l’I.P.F. ODV e l’I.T.E. Piria hanno reso possibile la realizzazione di un momento formativo significativo e stimolante.  Tale sinergia diventa fondamentale per costruire un legame solido tra mondo associativo e realtà educativa, permettendo agli studenti di accedere a opportunità di crescita personale e di comprendere appieno il loro ruolo nella costruzione di una società più inclusiva. La profonda interazione con gli studenti si è quindi rivelata un'esperienza altamente arricchente, auspicando che le riflessioni avviate nel corso del seminario possano fungere da catalizzatore per la formazione di cittadini consapevoli e attivamente impegnati nel tessuto della solidarietà.

L’Associazione di volontariato composta da 450 sezioni su tutto il territorio nazionale operanti da oltre 30 anni, afferente al Sistema A.C.U. fondato dal Missionario cristiano Gilberto Perri, conferma il suo ruolo di forza motrice nel terzo settore, promuovendo iniziative virtuose volte a eliminare ogni manifestazione di povertà, e si distingue per la sua rilevanza sociale e umanitaria, e  guarda con fiducia al futuro, sicuro che l'entusiasmo e la dedizione degli studenti coinvolti contribuiranno a promuovere un impegno sempre più profondo nel volontariato e nella solidarietà sociale basato sui principi cristiani.

Finanziato nell'ambito dell'avviso pubblico per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza locale ai sensi degli artt. 72 e 73 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, della Regione Calabria, il Progetto N.O.A. (Never you Own Alone-Mai più solo) ha visto nei mesi la realizzazione di numerose iniziative tra cui spiccano attività di formazione e sensibilizzazione dei giovani nelle scuole, la promozione del volontariato, la creazione delle "Giornate della Bontà" con raccolte mensili di beni di prima necessità, e l’attivazione dell'"Unità di Strada" per la creazione di una rete tra le persone senza dimora e le risorse del territorio. Il progetto ha altresì supportato attivamente le famiglie attraverso servizi a 360 gradi, con consegne a domicilio di beni essenziali e supporto nel disbrigo pratiche, consulenze fiscali e legali. Il Progetto N.O.A. ha quindi rappresentato un impegno tangibile dell'Istituto Per la Famiglia nel promuovere il benessere sociale e affrontare le sfide locali con iniziative concrete e solidali dando una risposta concreta, perseguendo i valori cristiani di giustizia, amore e altruismo, a tutte le tipologie di bisognosi presenti nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria che sempre di più versano in una condizione di grave indigenza e che spesso si ritrovano soli ad affrontare problemi quotidiani.  

La maestra 39enne è accusata di aver aggredito due neonazisti nel "Giorno dell'Onore": a loro fu prescritta una prognosi di 5 e 8 giorni, lei rischia di restare in cella fino al 2047.

Ilaria Salis è stata mandata a processo con l’accusa di lesioni aggravate per un episodio del febbraio 2023, quando avrebbe aggredito insieme ad altri attivisti antifascisti due militanti neonazisti, i quali non hanno sporto denuncia e si sono ripresi dopo due giorni di prognosi. Quell’episodio è avvenuto, sostiene l’accusa, nell’ambito di una iniziativa promossa da un’associazione a delinquere tedesca, la Hammerband, che si era data appuntamento nella capitale ungherese per attaccare simpatizzanti di estrema destra, skinheads e fascisti in occasione del cosiddetto Giorno dell’onore.

Questa rievocazione celebra il tentativo, risalente al 1945, di un battaglione nazista d’impedire la presa di Budapest da parte dell’Armata Rossa sovietica, che stava liberando l’Europa centrale dal giogo nazionalsocialista.

In aula - dove oltre a Salis erano presenti altri due coimputati, un uomo e una donna tedeschi - la pm ha presentato la 39enne come l'imputata principale, che avrebbe partecipato a più aggressioni causando lesioni corporali aggravate, in "associazione per delinquere" con due persone. Il magistrato poco prima aveva esposto l'atto di accusa che ha portato al rinvio a giudizio secondo il quale gli imputati farebbero parte di un'organizzazione estremista di sinistra, formata in Germania e composta soprattutto da giovani che, oltre partecipare a manifestazioni e dimostrazioni, avrebbero pianificato di lottare con aggressioni fisiche contro simpatizzanti di estrema destra di ideologia neonazista e neofascista. 

"E' in dubbio lo stesso fatto che fosse presente alle aggressioni in questione, o che sia intervenuta incontrando i neonazisti - ha sottolineato ancora il legale difensore -. L'atto di rinvio della Procura è privo di fondamento e non ci sono prove nemmeno per il concorso in associazione per delinquere, presenteremo le nostre prove".

Una "situazione carceraria e processuale che vìola le nostre leggi", ha detto il suo avvocato Eugenio Losco, presente in aula. Anche perché "Ilaria si è dichiarata non colpevole ma ha spiegato di non aver mai potuto leggere gli atti, che non le sono stati mai tradotti, e di non aver ancora visto le immagini su cui sostanzialmente si fonda l'accusa. E quindi ha riferito di non poter presentare nessuna memoria, cosa che è ammessa nel processo ungherese".

Scelta diversa per l'altro coimputato tedesco, che si è dichiarato colpevole e è stato condannato a 3 anni di reclusione.

In un video, le autorità ungheresi hanno riconosciuto Salis, accusandola di far parte di un collettivo antifascista responsabile dell’aggressione. Ilaria si è sempre dichiarata innocente, affermando di non essere lei nelle immagini diffuse, in cui si vede l’assalto con calci e pugni ai militanti di estrema destra. Arrestata nel febbraio 2023 in un momento successivo, mentre era in un taxi con due amici, sarebbe stata trovata in possesso di un manganello retrattile, usato per difesa personale (avrebbe sostenuto la diretta interessata).

La pubblica accusa del Tribunale di Budapest si è mossa senza denuncia di parte, incriminata la 39enne milanese più due altri attivisti che erano con lei. Ora la maestra lombarda rischia fino a 11 anni di carcere, mentre uno dei suoi compagni, tedesco, si è dichiarato colpevole e ha patteggiato una pena di tre anni. Le è stata negata la revoca della custodia cautelare per il pericolo di fuga. La prossima udienza del processo è fissata al 24 maggio.

La premier Giorgia Meloni ha sentito al telefono il primo ministro ungherese Viktor Orban «nel pieno rispetto dell’indipendenza e autonomia della magistratura ungherese». L’obiettivo per ora è quello di ottenere pene alternative da scontare in Italia. Se si parla appunto dell’ipotesi di arresti domiciliari in Italia, i giudici ungheresi hanno già respinto nel giugno scorso la richiesta per il trasferimento di Salis agli arresti domiciliari, avanzata dagli avvocati della 39enne. Il motivo era il pericolo di fuga. A quanto si apprende, la richiesta potrebbe essere rivalutata solo a seguito di una preventiva applicazione dei domiciliari in Ungheria, su decisione dei giudici: solo in seguito a questa disposizione, quindi, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di applicare la decisione quadro del Consiglio europeo per il reciproco riconoscimento delle decisioni sulle “misure alternative alla detenzione cautelare”.

Un'altra possibilità sarebbe quella di ricorrere alla giurisdizione europea, un'eventualità che rientra già nella strategia difensiva di uno degli avvocati di Ilaria Salis Eugenio Losco: «Stiamo valutando la possibilità di fare ricorso immediato alla Corte europea di Strasburgo per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che è già costata altre condanne all’Ungheria», ha spiegato. «La violazione è palese, visto come è stata portata con un guinzaglio in aula».

il caso Ilaria Salis a Budapest sta scuotendo le coscienze non solo italiane: la scena dell'italiana apparsa in manette, incatenata e coi ceppi alle caviglie in un tribunale nella capitale ungherese fa tornare in primo piano il rispetto dei diritti dell'uomo in Europa. Il caso, dalle accuse mosse a Salis alla scena vista in tribunale, è diventato politica: la Farnesina ha convocato l'ambasciatore magiaro in Italia. Il nostro ambasciatore invece ha incontrato il ministro della Giustizia ungherese.

E' una maestra originaria di Monza di 39 anni in carcere dall’11 febbraio 2023 a Budapest con l’accusa di lesioni aggravate. Salis avrebbe aggredito due neonazisti durante una manifestazione nella capitale ungherese. L’attivista era partita dall’Italia per unirsi a movimenti antifascisti che stavano lavorando a una contromanifestazione in occasione del Giorno dell’Onore.

La previsione era corretta. Il Giorno dell’Onore 2023 è stato contrassegnato da numerosi scontri. Quasi tutti filmati. Uno di questi video ritraeva due neonazisti presi a manganellate l’11 febbraio da un gruppo di contro manifestanti a volto coperto, praticamente irriconoscibili. Per i magistrati ungheresi uno di quei manifestanti era Ilaria Salis, arrestata qualche ora dopo a bordo di un taxi con altre due persone. La prognosi per i due feriti era di 5 e 8 giorni.

Gli avvocati della donna hanno contestato l'impossibilità di visionare le immagini di quelle telecamere, prova regina dell’intera inchiesta. Da un punto di vista formale è inoltre contestata anche la mancata traduzione degli atti giudiziari in inglese e in italiano, circostanza che ha impedito alla nostra connazionale di conoscere appieno i reati contestati. La difesa ha chiesto l'esame delle persone offese, la perizia di un consulente antropometrico e quella di un medico legale sulla natura “potenzialmente letale” (come sostiene l'accusa) delle botte prese da neonazisti.

Inoltre la difesa contesta la natura stessa del reato (lesioni personali, non tentato omicidio) e l'aggravante di aver agito “nell'ambito di un'associazione a delinquere” tedesca. Si tratterebbe degli Hammerband di Lipsia, organizzazione anarco-rivoluzionaria guidata dalla 28enne Lina Engel e dal compagno Johann Guntermann

Fonte varie agenzie

Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni": è quanto ha detto Vittorio Sgarbi a margine di un evento a Milano.

"Mi dimetto e lo faccio per voi. Adesso sono solo Sgarbi, non sono più sottosegretario", ha aggiunto. "L'Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all'Antitrust il ministro della Cultura, in cui c'era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro". Lo ha detto il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, a Milano

"È un colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo". Così Vittorio Sgarbi dopo aver annunciato le sue dimissioni da sottosegretario alla Cultura, parlando durante l'evento 'La ripartenza' organizzato da Nicola Porro a Milano. 

"La legge consente che io, attraverso il Tar, indichi quelle cose che ho detto", ossia "che non può essere in conflitto di interessi chi non ha un lavoro, chi non fa l'attore, chi non fa il professore, chi è in pensione come professore e come sovrintendente" ha aggiunto, sottolineando che "io ho fatto occasionalmente conferenze come questa. Questa conferenza - ha spiegato - secondo quello che l'Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge". 

Quindi, "per evitare che tutti voi siate complici di un reato, io parlo da questo momento libero del mio mandato di sottosegretario. Avete comunque un ministro e altri sottosegretari - ha concluso -. Io riparto e da ora in avanti potrò andare in tv e fare conferenze".

"Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque" ha detto il sottosegretario alla Cultura a margine dell'evento 'La Ripartenza' a Milano, interrogato sulla sua reazione alle inchieste dei giornalisti di Report e de Il Fatto Quotidiano."Ovviamente, io sono noto per le mie imprecazioni e per le 'capre', non ho nessuna volontà di crudeltà e di morte per nessuno. 

Mi scuso - ha aggiunto Sgarbi durante l'evento 'La ripartenza' - con i giornalisti che si sentono in pericolo di morte, perché ho detto: 'Vorrei che tu morissi'. Mi scuso, per chi l'ha interpretato in una trasmissione che è stata particolarmente cruda, ma che era sostanzialmente una trasmissione con un'intervista non autorizzata, non voluta". 

A un certo punto, "non essendo un'intervista, io ho fatto imprecazioni, che sono sembrate anche a qualche giornalista offensive. I oritiro il mio augurio di morte, mi scuso di averlo pensato e non sono più neanche il sottosegretario. D'ora in avanti - ha concluso - augurerò la morte senza essere responsabile di essere sottosegretario"

A chi gli chiedeva che immagine arriva all'estero dopo l'inchiesta pubblicata da Report, Sgarbi ha precisato di non aver rilasciato alcuna intervista, quindi, quelle erano immagini "rubate".

"Io ritiro il mio augurio di morte - ha proseguito Sgarbi - mi scuso di averlo pensato e non sono più neanche un sottosegretario. D'ora in avanti augurerò la morte senza essere responsabile di essere sottosegretario". "Mi scuso - ha aggiunto - con i giornalisti che si sentono in pericolo di morte, perché ho detto: 'Vorrei che tu morissi'". 

 

Fonte agi / ansa

 

 

 

 

Il 31 gennaio a Roma, presso la Sala Giunta del Coni al  Foro Italico, ha avuto luogo la Conferenza stampa di presentazione della Convenzione tra il Comitato Nazionale Italiano Fair Play (CNIFP), la Fondazione Italian Digital Hub (IDH) e l’Associazione Prestatori Servizi di Pagamento (APSP).

Il titolo dell’evento, “Digital Fair Play”, faceva riferimento alla necessità di supportare in maniera etica anche lo sviluppo degli ecosistemi digitali.

Italian Digital Hub, presieduta dal Prof. Maurizio Pimpinella, nasce con l’obiettivo di fornire servizi di consulenza tecnologici e innovativi a supporto di Aziende, Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, Enti Pubblici, Associazioni di Categoria, al fine di favorire la Digital Transformation e lo sviluppo dell’imprenditoria con una più forte cultura della competitività e della codificazione di nuovi modelli di business. La Fondazione IDH, in virtù delle varie ed ampie competenze che la compongono, funge quindi anche da centro studi e laboratorio di idee, progetti ed iniziative sul digitale a supporto dell’APSP. Tra i punti salienti sottolineati in conferenza dal Presidente Pimpinella, il raggiungimento – tramite l’intesa con il Comitato Nazionale Italiano Fair Play, Associazione Benemerita del CONI presieduta dal Commendatore Ruggero Alcanterini – di un segnale forte e deciso:  i valori dell’etica, della trasparenza e della correttezza sono imprescindibili per lo sviluppo di una società sana e inclusiva, in un mondo sempre più interconnesso e dipendente dalla tecnologia. Parole chiave come chiarezza, protezione dei dati, responsabilità, impegno collettivo, sostenibilità,  alfabetizzazione digitale, promozione di best practices,  fiducia, chiarezza, accessibilità, finanza etica sono state ripetute a più riprese. La trasparenza sancita pertanto come valore fondamentale non solo per proteggere i consumatori, ma per contribuire anche a prevenire frodi e comportamenti scorretti.

Si è posto l’accento sul progetto del circuito etico, un vero e proprio sistema in cui digitale, etica e trasparenza mettono le loro caratteristiche a fattore comune per supportare progetti selezionati.

Nell‘occasione della firma della Convenzione tra CNIFP e Fondazione IDH, è stata anche colta l’opportunità di  presentare la nomina del Presidente Ruggero Alcanterini come Coordinatore del Dipartimento di Digital Fair Play in seno proprio alla Fondazione Italian Digital Hub. L’annuncio è stato dato direttamente dal Presidente Maurizio Pimpinella, che ha espresso grande soddisfazione in virtù delle notevoli competenze ed esperienza di Alcanterini nel supportare una transizione digitale etica della società civile, delle imprese e dei professionisti.

Per celebrare il  trentennale del Comitato Nazionale Italiano Fair Play che si festeggia quest’anno, il presidente Ruggero Alcanterini ha ritenuto doveroso da parte sua accennare, tra i numerosi spunti di riflessione offerti in conferenza, ad una serie di iniziative in programma, tra cui quelle afferenti il mondo digitale e volte a supportare operatori del settore e cittadini (inclusione digitale), a partire proprio dall’accordo storico con Fondazione Hub e APSP e nell’ottica di una transizione etica della società civile. Ufficializzato anche il dato che il Comitato Fair Play ha appena certificato l'abilitazione dei primi cinquanta Fair Play Manager in Italia, novità assoluta anche nel panorama internazionale, perseguendo una strategia basata sulla formazione di nuove figure professionali atte alla ottimizzazione del fare.  Nel corso dell’anno corrente, infine, verranno rafforzati gli accordi col mondo termale e del verde ambientale con gli appuntamenti di Bologna e Milano, tra gennaio e febbraio, passando per Sanremo.  E poi Roma Dance in Aprile, Fair Play for Life a giugno, il Meeting Internazionale della Solidarietà a Lignano Sabbiadoro a luglio e poi Oikoumene Meeting Estate ad Ischia a settembre, dopo  aver condiviso il World Fair Play Day con il Fair Play for Peace a Bruxelles. Tanti appuntamenti, in sintesi, per mettere in pratica il principio shakespeariano del rispetto delle regole e promuovere il diritto alla gioia. Per tutto il 2024, il Comitato  sarà in campo con il motto " L'ITALIA CHE VORREI - L'ITALIA DEL FAIR PLAY." Tra le molte sorprese per festeggiare il trentennale, accennato anche al “WILLIAM Fair Play Shot” creato dal giovane bartender Davide Bersaglini, che verrà adeguatamente lanciato in uno dei prossimi eventi nel calendario del Comitato.

Tra gli intervenuti in Sala Giunta, oltre a numerosi giornalisti, alcuni rappresentanti di organismi del mondo associativo a livello nazionale interessati al processo di digitalizzazione del  Paese come Antonino Viti, a capo dell’Associazione Italiana di Cultura, Sport e Tempo Libero e (A.C.S.I.) 

Michela Perrotta, amministratore unico di  You Emergency. Tra i presenti, volti noti e meni noti al grande pubblico, ma tutti interessati agli argomenti in scaletta: il Maestro e direttore d’orchestra Marco Werba; il vicepresidente Associazione MOVE,  Andrè De La Roche, insieme al presidente Alessandro Alcanterini; Fabrizio Pellegrini in qualità di Consigliere Nazionale Veterani dello Sport. Ad ascoltare la conferenza, alcuni importanti esponenti dall’entourage CNIFP (Roberto Antonangeli, Arturo Ciampi, Vincenzo Di Rubo, Claudio Perazzini); Simona Mazza ufficio stampa ONA; Osservatorio Roma tramite Maria Teresa Rossi. Per parte istituzionale, la rappresentanza simbolica di  tutti i Comuni fair play d’Italia, è intervenuto il Sindaco di Loreto Aprutino Renato Mariotti.

Partner dell’iniziativa sono stati Arena Digitale, America Oggi Tv (www.americaoggitv.com), Canale Europa TV  Radio Leon, Associazione Move.

 

 

Fonte Uff.St.fair play L.Bernardini

 

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI