Due "uomini coraggiosi", che "hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia". E che pure "hanno contribuito in maniera indelebile alla causa dello sviluppo dei popoli e della pace". E' con queste parole che papa Francesco ha innalzato due nuovi santi alla venerazione della Chiesa universale: due dei Papi più grandi dell'ultimo secolo, Giovanni XXIII, il "padre" del Concilio, e Giovanni Paolo II, il grande "missionario" della fede. Bergoglio li ha canonizzati nella messa concelebrata in Piazza San Pietro con un altro Pontefice, il Papa emerito Benedetto XVI, e con 850 tra cardinali e vescovi. Grande l'ovazione degli 800 mila pellegrini - 500 mila in Piazza San Pietro e Via della Conciliazione e altri 300 mila nelle altre aree di Roma allestite con maxi-schermi - al momento della formula con cui Bergoglio ha proclamato la santità dei due grandi predecessori, con scene anche di forte commozione.Intanto
Il rito è presieduto dal card. Angelo Comastri e si è aperto con un saluto iniziale del card. Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia e per circa 40 anni segretario personale di Karol Wojtyla.
Anche i dintorni di piazza San Pietro sono affollati di fedeli e turisti, rimasti a Roma dopo le canonizzazioni di ieri, e che approfittano per visitare i musei vaticani o fare un po' di turismo e shopping nei dintorni.
In altre parole, così come Giovanni XXIII era stato "docile allo Spirito Santo" nel convocare il Concilio, aprendo così la maggiore fase di rinnovamento del cattolicesimo mondiale, così oggi la Chiesa, per Bergoglio, dev'essere "docile allo Spirito Santo" nell'affrontare la pastorale familiare: una ulteriore esortazione al "coraggio" e alla capacità innovativa - e si potrebbe dire "conciliare" - nell'affrontare anche scogli spinosi oggi fortemente dibattuti, come ad esempio quello dei sacramenti ai divorziati risposati.
Presenti alla cerimonia sul sagrato vaticano un centinaio di delegazioni ufficiali, con 34 fra capi di Stato e di governo, compresi il presidente Giorgio Napolitano e il premier Matteo Renzi, con le rispettive consorti. All'inizio e alla fine della messa, il Papa è andato a salutare e a stringere le mani a Ratzinger, seduto sul lato sinistro - in paramenti liturgici - nel quadrante dei cardinali e dei vescovi. Le reliquie di Roncalli (un pezzetto di pelle) sono state portate all'altare da don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Giovanni XXIII mentre i nipoti del "Papa buono" avevano portato le lampade. Quelle di Wojtyla (una piccola ampolla con il sangue) dalla seconda "miracolata", la costaricana Floribeth Mora Diaz, mentre la prima, la suora francese Marie Simon-Pierre, ha letto una delle preghiere dei fedeli. Nel Regina Caeli al termine della messa, oltre a ringraziare le autorità, Bergoglio ha ricordato che i due Pontefici "hanno contribuito in maniera indelebile alla causa dello sviluppo dei popoli e della pace".
Il Pontefice ha poi salutato le delegazioni ufficiali sul sagrato vaticano. Molto cordiale la stretta di mano con Napolitano, con cui ha scambiato alcune battute. Nel primo pomeriggio, con un lunghissimo serpentone di folla, è subito iniziata la venerazione dei fedeli sulle tombe dei due nuovi santi, all'interno della basilica vaticana.