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Colori caldi e solari che si intrecciano lasciando sullo sfondo le sfumature per mettere in evidenza i segni di un’arte ricca di intimità e piena di energia che cattura il pubblico grazie ad un messaggio semplice e al tempo stesso disarmante. Inaugurata domenica 10 agosto, con un ottimo successo di pubblico e con la presenza di molti turisti, la mostra “#carte” dell’artista Sandro Bracchitta ospitata all’interno della Galleria Koinè di Scicli, in occasione del decennale del centro d’arte guidato da Bartolo Piccione. Dopo due anni di assenza da Scicli, Bracchitta torna nella città barocca che non ha mancato di ispirarlo anche se la sua arte è principalmente generata da una grande ricerca intimistica, facilmente rintracciabile nelle 20 opere selezionate per questa nuova esposizione e realizzate su carta. Disegni, incisioni, pastelli, tecniche miste che l’autore usa per raccontarsi ed esprimere la propria arte con i segni che più lo contraddistinguono. “Scicli è una città dove si respira arte, nelle sue strade, nelle sue architetture, nel forte fermento che la contraddistingue – dichiara Sandro Bracchitta – E’ sempre un piacere tornare e confrontarmi col territorio a me più vicino. Riscoprire il calore della gente e le suggestioni dei luoghi. Una familiarità che non manca di stupire e sorprendere, regalando emozioni sempre nuove e in divenire”. La mostra rimarrà visitabile fino a 10 settembre, dando la possibilità ad appassionati, turisti, collezionisti, di perdersi o ritrovarsi nell’arte di Bracchitta, in stati emozionali dove una casa è capace di fluttuare in spazi indefiniti che trovano un appiglio nella familiarità delle cose semplici. Un’arte che trova la sua forma in un contenitore che racchiude passione, dolore, gioia, amore. L’esposizione “#carte” rientra all’interno delle attività culturali organizzate dalla galleria Koinè per celebrare i primi dieci anni di attività. Il direttore della galleria, Bartolo Piccione, ha pensato di aprire con la mostra dell’artista siciliano questi eventi organizzati sotto l’acronimo “K10”.

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Un omaggio ad Andrea Camilleri, creatore del commissario Montalbano, un omaggio al territorio, Scicli, dove viene in gran parte girata la serie della fiction televisiva dedicata proprio a Montalbano, ma soprattutto un incontro di sensibilità artistiche diverse che si mescolano insieme per diventare pretesto e contemporaneamente dialogo. La mostra "Habitat#2 - L'età del dubbio", inaugurata ieri sera presso Clang a Scicli, raggiunge più obiettivi grazie alle opere di due artiste, l'italiana Concetta Modica e la francese Sophie Usunier, realizzate a conclusione della loro residenza artistica. Per 30 giorni esatti Concetta e Sophie hanno convissuto proprio all’interno dello spazio espositivo trasformando una delle sale in una project room, e il proprio tavolo da lavoro in un’installazione finale così come lo spazio dove hanno dormito, arricchito adesso da disegni e video proiezioni multimediali. Si parte dal titolo della mostra, appunto “l’età del dubbio”, che trae origine dal titolo di uno dei libri di Camilleri in cui si parla di Montalbano. Nella città barocca, anche le due artiste sono rimaste folgorate dai luoghi indirettamente celebrati nella fiction tv. Ma in questo caso è l’occasione per aprire un discorso decisamente più ampio sull’età del dubbio che nei fatti è anche l’era del dubbio, un’epoca senza fine, senza certezze o forse con un’unica certezza, appunto quella del dubbio. Le due artiste, utilizzando varie tecniche, dalla pittura alla pietra scolpita, dal disegno alla stampa, hanno voluto evidenziare simboli ed elementi del territorio conosciuti durante questo mese di permanenza in città, fatto di incontri, confronti, visite nelle chiese e tra le vie dei palazzi nobiliari. “Abbiamo pensato mesi fa all’ipotesi di avviare questo progetto – dice Sophie Usunier – quando casualmente parlavo con Concetta delle storie di Montalbano che avevo conosciuto, innamorandomene, dopo che un’amica mi aveva passato i dvd. In Montalbano e nella penna di Camilleri c’è molta Sicilia, più di quanto a prima vista si possa intuire e leggere. Abbiamo dunque pensato ad un titolo che potesse aprirsi a qualcosa di più grande e l’età del dubbio ci è sembrato essere quello più interessante sotto questo aspetto. Dubbi personali, intimi, ma che vanno anche al di là di se stessi, dubbi religiosi, sull’arte, sulla politica. Con un’unica certezza, ovvero che non c’è certezza. E questa idea del dubbio è stata sviluppata all’interno della residenza artistica che è stata molto interessante perché nei fatti è un continuo creare, ispirarsi, mettersi in movimento. Uno scambio critico che è di crescita e che attraverso un continuo feedback con Concetta, è servito a creare le opere adesso in mostra”. Opere che solo da questa convivenza all’interno di uno spazio pensato per l’arte e non per essere abitato, e dunque con tutti i limiti del caso, hanno avuto luce nei modi e nelle modalità presentate nell’esposizione. E’ quanto conferma Concetta Modica, l’altra artista protagonista del progetto “Habitat#2”: “Il dubbio è il tema che abbiamo scelto come pretesto per costruire un dialogo perché siamo convinte che quando si cambia prospettiva e punti di visione, allora nascono nuove idee, scatta l’interrogativo che ti porta magari ad avere più dubbi per poi, alla fine, averne di meno. E le opere che abbiamo realizzato per questa mostra, e che nascono da un mese di residenza artistica, penso che non sarebbero nate se fossimo state in altri posti. I luoghi di Scicli ci hanno molto ispirate, con continui stimoli che arrivavano da questa città, suggestioni che puoi trovare nei quadri delle chiese o nei balconi dei palazzi ma anche semplicemente incontrando la gente per strada. Un habitat che non si ferma alle quattro mura di Clang ma che si fonde con la città all’interno di un contesto unico”. Ieri sera, prima dell’apertura della mostra, si è svolto il secondo talk d’arte ospitato all’interno del giardino della chiesa di San Giovanni, sempre in via Mormino Penna, con l’intervento di don Antonio Sparacino e dell’artista Francesco Lauretta. Il progetto lanciato da Clang ha dunque trovato ottimi riscontri, come spiega Sasha Vinci, direttore artistico: “L’obiettivo che ci siamo dati è quello di portare a Scicli gli artisti, di far vivere questa città, i nostri luoghi, farli interagire con il tessuto urbano, la gente, il territorio per scoprire i simboli dei luoghi, simboli che gli artisti intercettano in poco tempo e che rielaborano all’interno dei loro lavori”. La mostra potrà essere visitata fino all’1 settembre.

 

Da sx don Bocchieri, don Occhipinti, il vescovo, don Taddei, don Nicosia, don Bertino

 

Ha parlato del valore della famiglia. E soprattutto del valore dell’amore il vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Paolo Urso, nel corso della celebrazione eucaristica tenutasi ieri sera in piazza Torre, a Marina, nel contesto dei solenni festeggiamenti in onore della Madonna di Portosalvo. Un appuntamento, fortemente voluto dal parroco, don Mauro Nicosia, che ha puntato la propria attenzione sui giovani e sulle famiglie, nella giornata dedicata a Santa Teresa Benedetta della Croce. E’ stato don Romolo Taddei, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare, a dare il via alla celebrazione eucaristica chiarendo che, al giorno d’oggi, la realtà della famiglia vive momenti di grande incertezza, costretta com’è a confrontarsi con una società sempre più frenetica, incapace di guardare ai veri valori. E tra questi quelli dell’amore. Così come ha tenuto a ricordare il vescovo. “L’amore è vero – ha detto mons. Urso – quando riesce a vedere l’altro e a guardarlo nel volto con simpatia. L’amore è vero quando è concreto, quando è realizzato con i fatti, quando è attento, quando è capace di perdono. Diversamente è solo un’emozione momentanea. L’amore vero è una cosa seria. Non un sentimento fugace, passeggero. E’ un sentimento che si radica nella persona. E l’accompagna sempre”. Hanno concelebrato anche don Riccardo Bocchieri, don Pippo Occhipinti e don Bertino proveniente dal Congo. Numerosi i fedeli presenti in piazza Torre che hanno così avuto modo di riflettere sui numerosi stimoli provenienti dalle parole del vescovo. I festeggiamenti proseguono oggi con la giornata dedicata ai bambini, ai neonati e alle mamme in attesa. Alle 20,30 ci sarà la celebrazione eucaristica nel giardino delle Suore. Domani, invece, domenica 11 agosto, sarà la giornata dedicata al comitato dei festeggiamenti. Le sante messe sono in programma alle 7,30, alle 9, alle 10, alle 11 e alle 20. Alle 19,15, la recita del Rosario meditato e la coroncina alla Madonna. Alle 19,30 la celebrazione eucaristica nel giardino delle Suore mentre alle 20 la santa messa in chiesa sarà presieduta da don Maurizio Di Maria che sta predicando il triduo. Tra le iniziative ricreative di domani, alle 21,30, in piazza Torre, il gruppo teatrale “A Lumera” di Santa Croce Camerina presenterà la commedia brillante in tre atti dal titolo “U Contra” (L’Antidoto) di Nino Martoglio. Un momento di divertimento per la comunità e per tutti coloro che vorranno assistere e trascorrere alcuni momenti all’insegna della più sana spensieratezza.

La celebrazione di ieri sera in piazza Torre

Dolce e grande. Con un peso che di solito si aggira sui cinquecento grammi. Ma che può superare anche i due chili. E’ qui, nel cuore della Perla degli Iblei, che si esalta la cipolla. Un ortaggio speciale che solo da queste parti, nel paesino di Giarratana, perché la terra è buona e perché le sapienti mani degli agricoltori sono addestrati da anni e anni di esperienze a fare del proprio meglio, assume caratteristiche straordinarie. Un bulbo dalla forma schiacciata con tunica di colore biancastro, polpa bianca e sapida, ma non pungente. Il tutto fa venir fuori un sapore dolcissimo e molto aromatico. Non è un caso che si presenti più carnosa e chiara delle cipolle comuni. In questo territorio si coltiva una varietà medio grossa, così detta la "bianca" per le sue peculiarità. E’ naturale, dunque, che un simile ortaggio sia celebrato come meriti. E che, addirittura, si organizzi una vera e propria festa in suo onore. E’ la sagra della cipolla che a Giarratana è vissuta come un particolare momento di esaltazione non solo delle caratteristiche del prodotto ma anche delle caratteristiche dell’intero territorio. La sagra, in programma come sempre il 14 agosto, che quest’anno cade di mercoledì, è giunta ad un traguardo ragguardevole. Nel 2013, infatti, si terrà la 35esima edizione. Rispetto al recente passato non mancano le novità. Tutto, infatti, sarà concentrato in un unico stand, appositamente organizzato e strutturato nella maniera più comoda possibile per i visitatori, in piazza Martiri d’Ungheria. A differenza degli anni scorsi, quindi, non vari siti di degustazione sparsi un po’ ovunque nelle varie zone del centro storico cittadino, bensì un unico “special point” che, nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale, intende racchiudere la summa delle esperienze scorse per garantire la migliore degustazione della cipolla seguendo anche le ricette della tradizione. E non a caso ci si è affidati all’associazione della cipolla, che si occupa della promozione dell’ortaggio urbi et orbi, oltre che allo chef Gaetano Angelica, vero e proprio punto di riferimento nella preparazione di specialità con l’utilizzo di quest’ortaggio dolcissimo. L’esaltazione della cipolla cruda in cassetta, poi, sarà un altro dei momenti caratterizzanti dell’edizione 2013 della sagra inserita nel contesto di un Agosto giarratanese che ha puntato, ancora una volta, ad osservare i dettami della spending review ma allo stesso tempo a conservare e a tramandare momenti tradizionali che, come nel caso della sagra della cipolla, rappresentano l’identità di un popolo e di un territorio. “Abbiamo voluto dare un’impronta diversa rispetto al passato – afferma il sindaco di Giarratana, Lino Giaquinta – facendo, comunque, tesoro delle varie esperienze già concretizzate. La cipolla ha per noi un valore intrinseco davvero speciale. Ed è per questo motivo che facciamo il possibile per valorizzarla nella maniera più importante. Come sempre, non mancheranno i momenti di attrazione, a cominciare dai concerti che si terranno in piazza San Bartolomeo e in piazza 13 ottobre 1902. La sagra di quest’anno ci spinge, in qualche modo, a dare un nuovo via, per certi versi epocale, alla promozione di un ortaggio che rappresenta uno dei fulcri della nostra economia”.

Rullo di tamburi e squilli di tromba durante l'uscita del simulacro

 

E’ la giornata clou dei solenni festeggiamenti de “U Patrun’u Munnu”. Così viene tradizionalmente chiamato dai devoti, a Chiaramonte Gulfi, il Santissimo Salvatore che domenica 11 agosto vivrà il momento più significativo di queste giornate, la fase che, alle 20, sarà sancita dalla solenne uscita del simulacro. Ma le celebrazioni prenderanno il via già di buon mattino alle 8 con il festoso scampanio e lo sparo a salve di cannone. Alle 9 e alle 11 due sante messe che saranno celebrate rispettivamente da don Giovanni Nobile, rettore della chiesa, e da don Riccardo Bocchieri. A mezzogiorno in punto, sparo a salve di cannone e scampanio in tutte le chiese del centro montano mentre il corpo bandistico “Alessandro Scarlatti” eseguirà una serie di marce sinfoniche in piazza Santissimo Salvatore. Alle 14,30 la statua marmorea del Cristo sarà sistemata sul carro processionale. Alle 18, è previsto l’arrivo dei tamburi di Giarratana che, dalla piazza, daranno il via ad un “giro di gala” per le principali vie del paese. Alle 19 le marce sinfoniche saranno eseguite in piazza Duomo dal corpo bandistico “Cutello”. Alle 19, la solenne celebrazione eucaristica che sarà presieduta da don Salvatore Azzara e che prevede la presenza di una delegazione del comitato festeggiamenti del Santissimo Salvatore di Militello Val di Catania. Dopo la solenne uscita, il simulacro girerà in processione per le seguenti vie: Fonderia, Nicosia, Iannizzotto, Castronuovo, corso Umberto I, Cappella, corso Europa, corso Umberto I, Fonderia, Nicosia, corso Umberto I, Roma, Majorana, Montesano, Tommaso Chiavola, Serafino Amabile Guastella, San Paolo, Piazza Duomo. Qui, alle 23, è in programma il tradizionale ed antichissimo canto della “Cappelluzza” con il fervorino dettato dal sacerdote Giovanni Nobile. Nel frattempo, i confratelli di Militello in Val di Catania affideranno la loro comunità alla paterna protezione del Santissimo Salvatore. La processione proseguirà, poi, per le vie Corallo, Vittorio Emanuele, corso Umberto I sino ad arrivare alla Rotonda. Dove ci sarà un’esibizione a cura dei “Tamburi di Giarratana”. Successivamente, la statua del Salvatore sarà traslata sul baiardo. Tra il fervore dei portatori e del popolo devoto, il simulacro sarà portato a spalla sino al rientro in chiesa seguendo l’itinerario corso Umberto I, piazzetta Maggiore Cutelli (ci sarà una “Cappelluzza” offerta dal Centro diurno per anziani), corso Umberto I e piazza Santissimo Salvatore. Il rientro è previsto a mezzanotte.

 

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