Idomeni, città dimenticata dal Mondo e abbandonata dall'Europa. Eppure in questo posto sono "buttate" migliaia di profughi che aspettano di poter attraversare la Macedonia per andare in nord Europa. Ci sono state notti di temporali e preghiere, tentativi falliti di passare il confine guadando il torrente, bocche cucite per protesta, slogan, cartelli, risse, morti d’infarto, bambini nati nel fango e bambini abortiti per sfinimento in questi lunghissimi mesi a Idomeni, alla frontiera fra la Grecia e la Macedonia. Ieri è stato il giorno di nuovi scontri davanti al filo spinato, dove finisce il sogno di proseguire verso il Nord Europa; è la seconda volta che succede nel 2016.
I Medici senza Frontiere denunciano che negli scontri di due giorni fa a Idomeni si è sparato "ad altezza di bambino". Loris De Filippi, presidente di Msf ha dichiarato: "Negli scontri almeno 200 persone sono rimaste ferite da gas lacrimogeni e altre 37 da proiettili di gomma sparati ad altezza non di uomo, ma di bambino. Almeno tre bambini sono rimasti feriti da questi proiettili".
"E' una situazione aberrante - ha aggiunto De Filippi - creata dall'Europa e non risolta dall'Europa". "Se non ci fossero le organizzazioni internazionali a tentare di portare una soluzione alla situazione di Idomeni - ha denunciato De Filippi - sarebbe un disastro". "E non dimentichiamoci - ha aggiunto il presidente di Msf - che Idomeni è solo una parte del problema greco. Ci sono complessivamente oltre 50 mila persone bloccate all'interno del Paese in questo momento, molte delle quali si trovano in porti come ad esempio quello del Pireo, dove sono in quattromila". E l'Europa dove sta?
Ormai nessuno parla di Idomeni, ma tutti si preoccupano di cosa succederà al confine tra Austria e Italia, problema ugualmente, ma non incombente.
"Quello che sta accadendo al confine tra Italia e Austria non è la soluzione giusta". Lo ha detto il Commissario europeo Dimitri Avramopoulos parlando alla plenaria di Strasburgo.
"La Commissione europea è molto preoccupata per l'annuncio austriaco di voler costruire una barriera al Brennero", lo dice la portavoce del Commissario Dimitris Avramopoulos, Natasha Bertaud, specificando che "abbiamo visto gli annunci" e se saranno messi in atto "dovremo valutarli molto seriamente" per le conseguenze sulla libera circolazione.
Sottolineando che "le reintroduzioni dei controlli alle frontiere interne devono essere eccezionali e temporanee", la Commissione "valuta" le azioni dell'Austria ed Avramopoulos "nel pomeriggio avrà un colloquio con il ministro dell'Interno austriaco". Bertaud, inoltre, aggiunge che "non ci sono prove di una deviazione dei flussi di migranti dalla Grecia all'Italia", ma sono stati osservati "15mila arrivi in Italia dalla Libia dall'inizio dell'anno".
ll cancelliere austriaco Werner Faymann dopo il consiglio dei ministri a Vienna ribadisce: "Il management di confine al Brennero e le nuove misure legislative sul diritto d'asilo non sono auspicabili, ma necessari e giusti". Secondo Faymann, "è assolutamente fuori discussione" non fare niente e accogliere persone senza limiti e senza controlli. "Mi assumo la responsabilità", ha aggiunto il cancelliere.