Le imprese del Sud tra innovazione, ricerca e incentivi per i giovani assunti

In primis, noi diciamo che, in questi tempi, di industria 4.0, anche, gran parte del lavoro, deve essere di quarta generazione. Vediamo perché. Secondo la Commissione lavoro del Senato, il 44% degli occupati dovrà cambiare mansione, entro il 2024, per effetto, dell’innovazione ed i mutamenti tecnologici. In tal senso, Confindustria ha lanciato un allarme:” Oltre un quinto delle imprese non riesce a trovare i profili professionali di cui ha bisogno”. Pertanto, per risolvere questo scompenso tra le (s)qualifiche dei lavoratori ed i fabbisogni delle imprese, già qualche soluzione viene suggerita dalla Commissione lavoro del Senato: “Potenziare i servizi di orientamento nelle scuole e nelle università, con uffici di placement collegati con le imprese del territorio, diritto alla formazione continua e all’aggiornamento delle competenze”. A questo punto, per la prima volta, dopo molti anni, nel progetto di bilancio che il Governo ha predisposto, per il 2018, torna ad essere presente, una certa attenzione ai problemi economici del Mezzogiorno. Di questo vediamo alcuni segnali positivi: gli incentivi, ovvero, l’eliminazione degli oneri sociali, per i giovani assunti, dalle imprese meridionali; peraltro, va detto, senza mezzi termini, che dagli ultimi dati Istat, risulta che i giovani al Sud, sono più precari; poi, la presenza di fondi, per le medie e piccole imprese, che prendano iniziative nel Mezzogiorno. E dulcis in fundo, ancora, in termini di agevolazioni alle imprese, per ricerca e innovazione, nel Sud, in particolare, la Regione Puglia ha pubblicato la graduatoria provvisoria del bando Innolabs (Leggi: ricerca e innovazione): sono 43 i progetti innovativi finanziati con, quasi 20milioni di euro(19.960.544), i fondi che consentiranno di realizzarli.

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